Genova 2001, Ferrero: “Il Pd licenzi De Gennaro, invece di lamentarsi per averlo sempre promosso”

8 aprile 2015, by  
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Per noi di Rifondazione l’ex capo della polizia De Gennaro non avrebbe dovuto avere più nessun ruolo pubblico dopo la vergognosa mattanza di Genova e anzi avrebbe dovuto rispondere di quella “macelleria messicana.

Invece, tra i tanti incarichi, De Gennaro dopo Genova è diventato prima capo di gabinetto agli Interni, poi commissario per l’emergenza rifiuti, nominato da Monti sottosegretario per la Sicurezza e da Letta presidente di Finmeccanica: deve proprio avere un santo in paradiso! Ora il Pd, invece che fare due parti in commedia, licenzi De Gennaro.

A Genova noi c’eravamo, ed eravamo tra quelli che prendevano le botte, come e con Arnaldo Cestaro, che ha fatto condannare l’Italia dalla Corte di Strasburgo per il massacro della Diaz.

 

Paolo Ferrero,

segretario nazionale Rifondazione Comunista

Finmeccanica, Ingroia: “Nuovo caso Mps”

13 febbraio 2013, by  
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Finmeccanica, la più grande azienda industriale italiana pubblica, rischia di diventare un nuovo caso MPS. La vicenda– dichiara Ingroiaè semplice: l’Amministratore delegato Giuseppe Orsi è sotto inchiesta per vicende gravissime nell’esercizio delle sue funzioni. La società è indebitata e vuole disfarsi delle attività civili (treni, energia, segnalamento e sistemi di trasporto). L’Amministratore delegato ha più volte comunicato al mercato la volontà di incassare 1 miliardo di euro per ridurre le perdite, vendendo i gioielli di famiglia. In questi giorni sta accelerando la vendita di Ansaldo Energia privando così l’Italia di un patrimonio tecnologico e produttivo. Ci chiediamo perché l’Ad di Finmeccanica voglia vendere a tutti i costi prima delle elezioni? Perché insiste nel vendere al maggiore concorrente tedesco con drammatiche conseguenze su Genova e sull’Italia?

Perché non esiste un bando internazionale di gara con criteri trasparenti sul piano industriale, occupazionale, di ricerca, innovazione produttiva e potenziamento sui mercati del marchio Ansaldo? Ci chiediamo ancora quali rapporti vi siano tra l’Amministratore delegato e la Siemens. Speriamo che la magistratura e la Corte dei Conti, già informata, intervenga in tempo e non quando i buoi sono fuori dalla stalla. Qui c’è in gioco il futuro industriale e l’autonomia italiana. Per questo chiediamo a Monti di fare almeno una cosa buona e cioè fermare la svendita di un’impresa che ha generato e sta generando enormi profitti, creata in cinquant’anni dal saper fare degli ingegneri, dei lavoratori e dei ricercatori italiani“.
Antonio Ingroia, candidato premier di Rivoluzione Civile

Vendita Ansaldo, Olivieri (Prc/Fds): “Le ambiguità della politica nascono dal sostegno a Monti”

11 luglio 2012, by  
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Leggo con disagio e sconcerto le affermazioni dei parlamentari liguri sulla vicenda Ansaldo, mi riferisco in particolare a quelli che sostengono il Governo Monti. Chi, come il senatore Boscetto del Pdl, candidamente dichiara di non saperne nulla mette a disagio: ma li legge almeno i giornali? Sconcertano invece tutti gli altri che si dimenticano di dire chi ha deciso che Finmeccanica deve “vendere i gioielli di famiglia”.

La decisione l’ha presa il Consiglio di Amministrazione che, come tutti i Consigli di Amministrazione, risponde agli azionisti, anzi, in questo caso, all’azionista. Che è il Governo Monti, cioè quello stesso Governo che i parlamentari liguri tengono in piedi col loro voto. Dal che se ne deduce che ne condividano le politiche. Si dà il caso che uno degli aspetti più importanti della politica di Monti siano proprio le privatizzazioni delle aziende. Del resto solo una decina di giorno fa Enrico Letta, vicesegretario del Pd, aveva proposto consistenti privatizzazioni per i grandi gruppi industriali pubblici, e cioè Eni, Enel e, guarda a caso, Finmeccanica.

Ci si chiede come mai sul caso Ansaldo la politica non si mobiliti come aveva fatto per Fincantieri. Semplice: l’attacco a Fincantieri era portato avanti dal Governo Berlusconi quello a Finmeccanica dal Governo Monti.

Ma vuoi che chi in Parlamento ha prima concesso a Monti di aumentare l’età pensionabile, mettere l’Imu sulla prima casa, aumentare l’Iva, smantellare di fatto l’art. 18 dello Statuto dei lavoratori e adesso si appresta a votare gli odiosi tagli della “spending review”, si metta sul serio di traverso alla vendita di Ansaldo alla Siemens? La privatizzazione di Ansaldo può essere fermata solo dalla lotta dei lavoratori sostenuta dalla comunità locale. Ed è anche l’unico modo per costringere la politica a uscire dall’ambiguità.
Sergio Olivieri
Segretario regionale di Rifondazione Comunista/Federazione della Sinistra Liguria

Olivieri (Prc/Fds Liguria): “Il Pd vuole privatizzare le industrie pubbliche spezzine?”

25 giugno 2012, by  
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La notizia è praticamente passata inosservata. Eppure, se si realizzasse davvero quanto proposto dal vicesegretario del Pd Enrico Letta, potrebbero esserci conseguenze pesantissime per la città della Spezia.

In un’intervista rilasciata nei giorni scorsi ad Affari Italiani, Letta ha lanciato l’idea di privatizzare quote significative di Finmeccanica, Eni ed Enel. Si dà il caso che nel territorio spezzino ci sia una centrale dell’Enel, lo stabilimento di Panigaglia di Gnl Italia della Snam (il cui principale azionista è l’Eni), l’Oto Melara di Finmeccanica e la Mbda della quale Finmeccanica detiene una consistente quota del pacchetto azionario.

Non ci vuole molto a immaginare quali sarebbero le ricadute concrete di queste privatizzazioni: le stesse che ci sono state in tutte le privatizzazioni attuate in questi anni e cioè svendita del patrimonio pubblico e ridimensionamento occupazionale. Un rischio che Spezia non può correre: per questo sarebbe auspicabile una sconfessione delle proposte di Letta da parte del Pd spezzino.

Sergio Olivieri

Segretario regionale Rifondazione Comunista/Federazione della Sinistra Liguria

Bramanti: “Ciancimino personaggio scomodo, non prendiamo lezioni da chi proviene da un partito di indagati e condannati”

24 aprile 2011, by  
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Anzitutto voglio ricordare a Gatti una cosa che molto spesso viene taciuta per poter fare battute di basso profilo, ovvero che la Bramanti a nome del Prc le poltrone le ha rifiutate.

Anzi, ha chiesto quasi un anno fa al proprio assessore provinciale, che ha eseguito, di uscire dalla maggioranza, non condividendo le scelte autoreferenziali compiute dal presidente della provincia (che pure non avevano interessato Rifondazione).

Quando parla di poltrone Gatti dovrebbe pensare a quelle che occupa lui a spese dei contribuenti, ad esempio come consigliere della Selex Sema del gruppo Finmeccanica, nella quale è stato nominato nel luglio scorso dal suo governo che il suo partito rappresenta.

Nel merito dell’iniziativa dello scorso gennaio a Spezia organizzata da Rifondazione con Massimo Ciancimino ne ribadisco ancora una volta l’aspetto positivo, peraltro dimostrato dalla presenza di un foltissimo pubblico (tra il quale era presente, intervenedo al dibattito, la presidente dei familiari delle vittime della strage di via dei Georgofili e nostra concittadina, Giovanna Maggiani Chelli) che finalmente, per merito di Rifondazione, ha potuto parlare di argomenti tabù per questa città.

Com’è che la presentazione di un libro ha creato e continua a creare così tanto panico nel mondo politico e nel Pdl in particolare? Forse perché è un viaggio nella storia italiana più recente, perché parla di quarant’anni di relazioni inconfessabili tra politica e criminalità mafiosa, perché riscrive pezzi oscuri della Repubblica, dal sacco di Palermo alla nascita di Milano 2, a Calvi e lo Ior, dalle stragi del ’92 alla trattativa con pezzi dello Stato, fino a coinvolgere l’attuale senatore Pdl Marcello Dell’Utri (già condannato per mafia) e la fondazione di Forza Italia?

Vorrei rammentare che Massimo Ciancimino continua ad essere un prezioso testimone utilizzato in molti attuali processi di mafia. A noi interessano poco le sue qualità morali di figlio di un mafioso che tale rimarrà, ma sicuramente capiamo che le sue confessioni hanno toccato e stanno compromettendo interessi più grandi di lui.

Sottolineo infine con forza Ciancimino è stato fermato per l’accusa di calunnia, certamente un reato grave ma ridicolo se lo si confronta con lo scempio che molti, politici e non, compiono ogni giorno sulla giustizia italiana (come la cronaca dimostra con evidenza), specie se e poi si tirano in ballo personaggi della portata di De Gennaro che, nessuno dimentica, è stato complice e responsabile a Genova nel 2001 del massacro nella scuola Diaz.

Non prendiamo lezioni da nessuno tanto più da chi nel banchi del Parlamento ha più colleghi indagati che il registro comunale.

Chiara Bramanti
Segretaria provinciale di Rifondazione Comunista La Spezia