Lavoratori protagonisti e Democrazia sindacale

12 febbraio 2010, by  
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Leggo il comunicato affisso nelle bacheche di imprese aziendali esercenti servizi di Telecomunicazioni inviato dalle OOSS: SLC-CGIL, FISTel-CISL,UILCOM-UIL in qualità di parti stipulanti e titolari del CCNL per il personale dipendente da Imprese esercenti servizi di Telecomunicazioni del 23 ottobre 2009. Esse chiedono ai dipendenti non iscritti alle organizzazioni sindacali una “QUOTA CONTRATTO” di 25,00 a titolo di contributo per le spese da esse sostenute per la partecipazione e la gestione delle trattative, da trattenere sulle retribuzioni relative al mese di marzo 2010. I lavoratori che non intendono versare la quota dovranno darne avviso per iscritto agli Uffici dell’Azienda entro il 28 Febbraio 2010. Esentata dalla trattenuta una serie di lavoratori che per vari motivi non sono presenti in Azienda. Il comunicato è datato Roma, 4 gennaio 2010.

Per una persona come me, che viene da una lunga esperienza sindacale in CGIL, questo comunicato è imbarazzante, anzi mi auguro che si tratti di una vera e propria “bufala”. Ma voglio fare alcune considerazione nel merito e di metodo. Sappiamo che il settore delle telecomunicazioni utilizza fortemente i contratti “atipici” quindi con una forte presenza di personale precario il cui CCNL non ne modifica la tendenza. Per la parte salariale si è giunti ad un incremento di 29,00 € lordi in 3 anni. Mi si dirà che la grave crisi che il paese sta attraversando non permette condizioni di salario migliori: dico ai giovani che questa tesi è vecchia quanto il capitalismo. La conosco da 41 anni, i miei di lavoro, e come si può osservare la musica non cambia. Non è tanto su questo che voglio porre l’attenzione, ma su quella parte del comunicato in cui le OOSS chiedono di pagare ai non iscritti una quota. Domanda: ma avete coinvolto i lavoratori nelle scelte? Avete chiesto attraverso strumenti democratici (esempio: con un referendum) se condividevano quel contratto? E se quei lavoratori non intendessero pagare tale quota, a quale ricatto dovrebbero sottostare?

Nella cultura storica del movimento sindacale quale io ho conosciuto, e mi riferisco in particolar modo alla CGIL, i lavoratori, iscritti o no, sono l’anima della confederazione e la ragione della loro esistenza: bisogna ritornare al confronto e anche allo scontro dialettico con loro che sono la parte sana di questo Paese. Capisco che è un processo duro e difficile: non esistono scorciatoie, altrimenti i lavoratori, come avviene in molti casi, ricorrono alla Giustizia poiché non trovano altri interlocutori credibili.

Riprendiamo il confronto e la loro difesa senza incertezze, rendendoli protagonisti come classe dirigente e produttiva di questo Paese.

Maurizio Fontana
Resp. Lavoro PRC La Spezia