Fedi, (Prc La Spezia): “Da Ciano alla discriminazione dei bimbi agli asili”

23 novembre 2017, by  
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Sei mesi e gli indirizzi di come questa città verrà governata nei prossimi anni risultano sempre più evidenti. La boutade del riposizionamento della statua di Ciano in centro città per valorizzarne il suo esempio di vita, è l’apice del pensiero culturale che ci aspetta; la riabilitazione di un gerarca fascista che riassume in sé un modello di società domata col manganello, resa fedele da piccole elargizioni al limite del caritatevole, in nome della difesa della propria identità…fatto salvo come nel caso di Ciano, utilizzare queste argomentazioni per farsi beffa del caro popolo e arricchirsi sulle sue spalle in nome di patria onore e cristianità.
La cultura securitaria che si vuole spacciare come risolutiva nei confronti del disagio sociale sempre più diffuso e presente, ovviamente non elimina e non affronta la causa del disagio stesso,  ma lo allontana lo ghettizza sempre più, rendendolo sempre più drammatico. Questo atteggiamento culturale “di protezione” dell’italiano è stato portato all’estremo dall’ultimo provvedimento riguardante gli aiuti alle famiglie per l’accesso agli asili nidi.
Per avere la certezza di poter garantire le bambine e i bambini italiani senza tener conto del reddito, si è ecceduto nella garanzia della “spezzinità”, col risultato che non solo sono penalizzate le famiglie extracomunitarie, ma pure quelle famiglie che magari vivono in città in via transitoria o si sono trasferite dai comuni limitrofi negli ultimi anni.
Il risultato sarà che chi è già in difficoltà economica lo sarà sempre più, perché dovrà accudire i propri figli senza la speranza di poter lavorare, il disagio aumenterà ancora e questa volta oltre il danno la loro beffa, perché il provvedimento colpirà anche gli italianissimi….così il tentativo di accentuare lo scontro tra nativi e non questa volta non è riuscito anche se cercheranno di porvi rimedio. Non si fermeranno, cavalcheranno quest’onda di intolleranza sino all’estremo per coprire l’incapacità di gestire un fenomeno epocale di crisi economica e giustificarla nell’individuazione di un nemico, in questo caso il migrante domani chissà.
Migrante sulla cui pelle fanno affari tutti, specialmente quelli che a gran voce dicono “a casa loro”…basta vedere la manodopera del Veneto autonomista, i grandi proprietari immobiliari, spezzini compresi, che affittano appartamenti fatiscenti a prezzi incredibili. Ora in tutto questo la Statua di per sè potrebbe esser il minor dei mali, anche perché esponendola in piazza pubblica si sottopone al giudizio del popolo che potrà reagire come meglio crede, ma è il significato simbolico in cui si ritrova l’agire coerente di questa Amministrazione ad essere per noi inaccettabile.

Parafrasando Leonardo Sciascia di cui ricorre in questi giorni il 29° anno della sua scomparsa, noi come Rifondazione mettiamo in conto la sconfitta, e anzi la prevediamo: ma non possiamo che batterci, finché avremo un margine, sia pur piccolo, sia pur insicuro.

Veruschka Fedi,

Segretaria provinciale di Rifondazione Comunista La Spezia

Gc La Spezia: “Rimettere la statua di Ciano vicino al comune è un affronto alle vittime del fascismo”

23 novembre 2017, by  
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Apprendiamo dalle testate giornalistiche locali che il comune sta valutando la richiesta di riposizionare la statua di Costanzo Ciano proprio accanto al palazzo comunale dove era stata inaugurata nel 1939. Le parole dell’assessore Paolo Asti non fanno altro che rimarcare come la banalizzazione storica e il revisionismo stiano caratterizzando il discorso politico su vecchi e nuovi fascismi.

L’opera ritrovata del gerarca fascista non merita alcuna esposizione sulla pubblica piazza, proprio per ciò che rappresenta. In questa sede infatti non si intende discutere il capolavoro e la maestria dell’artista (Messina), quanto più il proprio significato simbolico: un oltraggio alla memoria storica. Tenendo presente il valore artistico dell’opera riteniamo che abbia già la giusta considerazione. Infatti il luogo più consono a raccogliere tale testimonianza del ventennio rimane il Museo Navale, dove è attualmente collocata.

Non si intende qui minare il patrimonio artistico nazionale, ma riconoscere che non vi è spazio per l’arte fascista sulla pubblica piazza di una città riconosciuta con la medaglia al valore della resistenza.
L’arte di regime non ha e non deve avere senso di esistere.

Noi rimarchiamo come suddetta esposizione artistica, auspicata dagli intellettuali firmatari della richiesta recapitata in Comune e sostenuta dall’assessore Paolo Asti, sia un affronto alle vittime di violenza fascista che la nostra provincia ha dovuto subire. In una fase storica dove il riaffiorare di vecchi e nuovi fascismi si fa sempre più prominente, non solo sul territorio locale ma su gran parte del panorama nazionale, ribadiamo che sia compito dell’amministrazione, sindaco e giunta tutta, riconoscere, ribadire e valorizzare quelli che sono i principi fondanti della nostra Costituzione, nata dalla resistenza partigiana.

Coordinamento provinciale Giovani Comunisti/e La Spezia