Lerici: mozione di sfiducia, Caluri con l’acqua alla gola
5 febbraio 2015, by admin
Archiviato in Dalla Provincia, Partito, Primo piano
La scoccata finale. Il colpo che potrebbe mettere la parola fine all’amministrazione Caluri.
Una mozione di sfiducia che verrà votata al prossimo consiglio comunale firmata da sei consiglieri comunali membri di una minoranza compatta, da Sel alla lista civica Uniti per Lerici, con Rifondazione Comunista.
Forse il punto di non ritorno, il giro di boa, era stato sancito da tempo, quando, a seguito delle polemiche sulla salute della maggioranza, alcuni consiglieri convocavano una conferenza stampa per rassicurare gli elettori sulla stabilità dell’amministrazione lericina. Era l’inizio del novembre scorso, la Tartarini aveva già un piede fuori dalla porta del suo assessorato, ma, Ornati in prima linea, tutti garantivano appoggio al sindaco.
Ornati (Sel), Carozzi (Pd), Seratini (Pd), Greco e Fiore (Pd) in quell’occasione chiedevano una cosa semplice a Caluri: una verifica di maggioranza, che potesse dare il via ad un programma chiaro, formato da azioni concrete da portare a termine per il bene dei cittadini. Così non è stato e molti, con tempi e modi diversi, hanno agito di conseguenza. Il prossimo consiglio comunale, che non è ancora stato fissato nell’agenda del comune, potrebbe essere decisivo e segnare la conclusione dell’amministrazione Caluri: con solo nove voti si potrebbe chiudere un percorso iniziato con le elezioni del 2012 e che, fin dal principio, è stato segnato da ostacoli da superare e pezzi da sostituire.
Era il 7 maggio 2012, quando la lista vincitrice Golfo dei Poeti, formazione di centro-sinistra che aggregava il Partito Democratico, Sinistra Ecologia Libertà, Rifondazione Comunista, Partito dei Comunisti Italiani, Italia dei Valori e Partito Socialista Italiano e due candidature civiche, si insediava in municipio.
Nel neo eletto consiglio comunale il sindaco Marco Caluri poteva contare su sette Consiglieri del Pd, due di derivazione civica e quindi non di estrazione partitica, oltre ad uno ciascuno per Sel e Rc.
Già il successivo 6 settembre 2013, a seguito di un estenuante scontro politico relativo alla riorganizzazione dei plessi scolastici del Comune di Lerici, il sindaco Caluri estrometteva dalla Giunta comunale l’allora assessore Fedi, sancendo quindi il passaggio di Rifondazione Comunista ai banchi dell’opposizione.
Pochi giorni dopo, esattamente il 21 settembre 2013, la consigliera del Pd Monica Rossi si dimetteva dallassemblea comunale: “le difficoltà vissute durante questo anno nel quale a mio parere, non si è riusciti ad intraprendere un percorso per la costruzione partecipata di proposte e azioni per un altro modello dipolitica– si legge nelle sue motivazioni- una politica che coinvolgesse ed accogliesse, che fosse in grado di cambiare il rapporto con i cittadini e che soprattutto riuscisse a prospettare una visione di futuro del nostro territorio“.
Poi le dimissioni di Tartarini, Fiore e Baudone, situazione aggravata dal passaggio alla minoranza di Sel.
Così Lisa Saisi (Uniti per Lerici), Veruska Fedi (Rifondazione Comunista), Gionata Casone (Uniti per Lerici), Matteo Chifari (Uniti per Lerici), Claudia Gianstefani (Uniti per Lerici), Andrea Ornati (SEL) hanno firmato la mozione di sfiducia, ritenendo la lista Golfo dei Poeti non più esistente da tempo e denunciando che probabilmente continuare ad amministrare con questo clima sarebbe più deleterio che mettere un punto e andare a nuove elezioni.
Aderisce anche Bernardo Ratti che però mantiene delle riserve sulle motivazioni scritte nella mozione protocollata ieri: “ricordo che le responsabilità degli errori commessi in questi due anni e mezzo vanno ricercate nell’amministrazione tutta, non solo nel sindaco, assessori dimissionari compresi. Il lavoro di opposizione è sempre stato fatto, da parte mia e degli altri, ma in sede di consiglio comunale hanno sempre votato compatti” illudendosi di poter apparire come una maggioranza unita e solida, solo nell’alzata di mano unanime.
Non resta che aspettare il prossimo consiglio comunale, mentre per Marco Caluri si apre una stagione difficile. Chissà che osservando lo scacchiere non si trovi costretto a rivedere nuove e vecchie alleanze, a meno che non decida di giocare d’anticipo e dimettersi.
www.gazzettadellaspezia.it