Primarie di Lerici: Veruschka Fedi è la candidata dell’alternativa all’insegna della green economy

25 febbraio 2012, by  
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Rendere Lerici solidale, equa, accogliente, con i temi dell’ambiente in primo piano a partire dallo stop alla cementificazione per puntare tutto sulla ristrutturazione con i canoni della bioediliza.

Sono gli obbiettivi di Verusckha Fedi, 41 anni, geologa, assessore uscente all’ambiente e candidata alle primarie del centrosinistra di Lerici del 26 febbraio, unica candidata della Sinistra fuori dall’egemonia del Pd.

Una candidatura all’insegna della discontinuità rappresentata dalle battaglie intraprese sino ad oggi sull’applicazione del Piano regolatore, cercando un coinvolgimento vero dei cittadini sulle politiche di riduzione dei rifiuti. Per praticare la discontinuità occorre esser svincolati da ogni rapporto di potere con i diversi settori della società per avere una visione complessiva e agire per il bene comune” sostiene Verusckha Fedi.

Per la sua corsa alle primarie la Fedi ha ricevuto nei giorni scorsi il sostegno di numerosi esponenti dell’ambientalismo nazionale e internazionale: dal giornalista ed ex parlamentare Paolo Cacciari, autore nel 2008 del libro “Decrescita o barbarie” ad Alessio Ciacci, assessore all’ambiente di Capannori, primo comune italiano a Rifiuti Zero; dal presidente del Forum Ambientalista Ciro Pesacane alla statunitense Julia “Butterfly” Hill, celebre per aver vissuto per circa due anni su una sequoia di sessanta metri per impedirne il suo abbattimento, impresa che l’ha trasformata in un’icona dell’ambientalismo mondiale.

“Quanto successo sul nostro territorio in questi mesi” -aggiunge la Fedi- “non può più essere considerato come un evento eccezionale, visto il suo ripetersi ciclicamente con maggiore o minore intensità, ma è il segno evidente di un sistema sbagliato di concepire il territorio. Bisogna quindi iniziare ad ipotizzare ed attuare un modello economico locale basato sulla valorizzazione e la difesa del suolo e non dello sfruttamento e sarà proprio il PUC, la cui scadenza cade proprio nel 2012, la prima sfida su cui impegnare tutte le forze e tutte le risorse”.
“Un programma che parta anche dall’attuazione di quella green-economy tanto decantata e poco attuata se non in quei Comuni virtuosi da cui attingere a piene mani: energie rinnovabili, riduzione riuso e riciclo dei rifiuti, risparmio di risorse, recupero e ristrutturazione, mobilità alternativa, passando per la Democrazia partecipata nelle decisioni che riguardano la collettività”.

C’è una politica distante dai cittadini -conclude la Fedi- autoreferenziale, incapace di affrontare le sfide importanti che stiamo vivendo come Paese, che va ad accrescere il divario tra quella che viene definita “Casta” e la popolazione, che genera soltanto scontro sociale e fenomeni di anti-politica. Bisogna ripartire ponendo nuovamente l’uomo e la comunità al centro degli interessi, dalle micro alle macro aree, cercando di ridurre sempre le disparità sociali e le ingiustizie, un programma utopistico? Forse, ma basta crederci“.

Verusckha Fedi

candidata alle primarie del centrosinistra di Lerici

Paolo Cacciari: “I tecnici di cui abbiamo bisogno”

7 febbraio 2012, by  
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di Paolo Cacciari (tratto da DemocraziaKm0.org)

 

E’ vero: abbiamo un gran bisogno di tecnici, esperti, sapienti. Non se ne può più di politici generici, buoni solo per i talk-show. Basta chiacchiere, al governo servono persone che sappiano il fatto loro. Ma tecnici di che?

Innanzitutto tecnici contro il più evidente, tragico e paradossale spreco di risorse: il lavoro. Incominciando dal 30 e oltre per cento di giovani che non trovano lavoro a fronte di immensi bisogni sociali insoddisfatti: cura delle persone, del territorio, del patrimonio storico e culturale. Sì, ma come remunerare questi lavori socialmente utili se soldi non ce ne sono? Serve allora un tecnico alla circolazione della moneta: il denaro non va più dato per pagare rendite finanziarie, ma solo a chi lavora.

Obiezione: se non si pagano più gli interessi sul debito pubblico (il 50% dei titoli sono posseduti da istituti finanziari esteri e il 50% del restante da istituti finanziari italiani. Solo un quarto è risparmio vero di persone fisiche) nessuno più ci farà credito e la bancarotta sicura.

Per liberarci dal ricatto di strozzini e speculatori che chiedono interessi sempre più alti (spread) dobbiamo allora riuscire a fare a meno dei loro pelosi servigi (prestiti). Serve quindi un tecnico al bilancio che sappia tenere le poste in equilibrio, che sappia cioè spendere solo quello che incassa. Per raggiungere l’ “attivo primario” del bilancio dello stato non manca poi molto. Qualche sforzo lo potrebbe fare se tagliasse spese assurde (spese militari, grandi opere inutili, privilegi di caste varie, ecc.) e se facesse una riforma fiscale vera (evasioni, proporzionalità, trasparenza, ecc.).

Obiezione: per liberarci dalla morsa del debito non basta tenere in equilibrio le spese pubbliche, è necessario tenere in equilibrio anche la bilancia commerciale: siamo bravi ad esportare (made in Italy, piccole imprese, ecc.) e a incassare valuta estera (turismo, rimesse degli emigrati, ecc.), ma spendiamo sempre troppo per le importazioni.

Serve allora un tecnico all’economia reale che sia capace di combattere il secondo più grande e costoso spreco di risorse che appesantisce la bilancia commerciale: l’energia fossile e le materie prime. Immaginare un’economia post-oil e sempre più “dematerializzata” è oggi possibile: risparmio energetico, efficienza, rinnovabili, studio del ciclo di vita dei materiali, riuso, riciclo, recupero, allungamento della durata delle merci…insomma: green economy. Le tecnologie già sono a disposizione ed è qui che si gioca la vera “competitività strategica” tra i sistemi industriali nel mondo.

Obiezione: è vero, ma per compiere questa conversione ecologica degli apparati produttivi e di consumo serve investire in ricerca vera, sperimentare ed innovare non solo i sistemi produttivi e le tecnologie (imparando dai cicli naturali), ma cambiare anche comportamenti e stili di vita. E’ evidente, infatti, che se i risparmi che si ottengono con l’efficienza vengono impiegati per consumare di più, il bilancio globale energetico e dei materiali rimarrà in deficit (paradosso di Jevons).

Serve allora un altro tecnico: ai saperi, che sappia cioè liberare quel che rimane dei centri di ricerca, delle università, delle scuole di ogni ordine e grado dalla coltre di ignoranza con cui sono stati coperti da uno stato insipiente. E questo, sicuramente, è il tecnico più difficile da trovare: un tecnico del pensiero, che sappia liberarlo dalla dominazione dei tecnici delle scienze applicate dominanti ad incominciare dall’economia, per arrivare all’ingegneria, passando per la farmacologia, le scienze agrarie, la sociologia… e chi si sente escluso dall’asservimento alla logica sviluppista, produttivistica, della accumulazione e del profitto, si faccia da parte.

Primarie Lerici: Veruschka Fedi candidata con un “Programma per il Buon Vivere”

 

Veruschka Fedi parteciperà alle primarie del centrosinistra per il candidato a sindaco di Lerici.

L’attuale assessore Prc all’ambiente ha accettato tale candidatura a seguito dell’appello promosso dalla società civile lericina per un programma partecipato che ponga al centro lo stop al consumo del territorioe un nuovo modello economico di società fondato sulrispetto dell’ambiente e della green economy.

L’appello potrà essere sottoscritto da tutti i cittadini nell’iniziativa pubblica di presentazione che si terrà sabato pomeriggio alle 14.45 nella piazza Brusacà di San Terenzo.

Di seguito il testo dell’appello:

Nello slogan “un altro mondo è possibile” persone diverse, credendoci, si sono impegnate in questi anni mettendo capacità, professionalità e tempo, per costruirlo, impegnandosi nelle associazioni ambientaliste, nel commercio equo-solidale, nei gruppi di acquisto, nella politica.

Oggi, di fronte alle imminenti primarie del centrosinistra, convinti che finalmente il vecchio modo di concepire la politica è definitivamente scomparso lasciando spazio alla partecipazione, le stesse persone hanno sentito il bisogno di unirsi e condividere un Programma unitario, che non sarà una semplice delega, ma un progetto su cui continuare a lavorare ed impegnarsi nella sua attuazione oltre la scadenza elettorale.

Per questo hanno deciso di sostenere e di scrivere assieme questo programma con Veruschka Fedi, che ha accettato di sostenere con la propria persona questa sfida. I cambiamenti climatici che hanno colpito la nostra provincia, senza risparmiare il territorio lericino, visto il suo ripetersi ciclicamente con maggiore o minore intensità non possono più esser considerati eccezionali, ma conseguenze di un Sistema sbagliato che occorre contrastare investendo in manutenzione del territorio, bisogna quindi iniziare ad ipotizzare ed attuare un modello economico locale basato sulla valorizzazione e la difesa del suolo e non dello sfruttamento e sarà proprio il PUC, la cui scadenza cade proprio nel 2012, la prima sfida su cui impegnare tutte le forze e tutte le risorse.

Un programma che parta anche dall’attuazione di quella green-economy in cui hanno creduto i cosiddetti Comuni virtuosi da cui attingere a piene mani: energie rinnovabili, riduzione riuso e riciclo dei rifiuti, risparmio di risorse, recupero e ristrutturazione, mobilità alternativa, passando per la Democrazia partecipata nelle decisioni che riguardano la collettività.

C’è una politica distante dai cittadini, autoreferenziale, incapace di affrontare le sfide importanti che stiamo vivendo come Paese Italia, che va ad accrescere il divario tra la politica tradizionale e la popolazione, che genera soltanto scontro sociale e fenomeni di anti-politica. Bisogna ripartire ponendo nuovamente l’uomo e la comunità al centro degli interessi, dalle micro alle macro aree, cercando di ridurre sempre le disparità sociali e le ingiustizie, un programma utopistico? Forse, ma basta crederci. Verusckha Fedi e il suo gruppo l’hanno già fatto.

Rifondazione Comunista, circolo “Lucio Libertini” Lerici

Scure sul trasporto pubblico, Fiasella un presidente “insostenibile”

2 marzo 2011, by  
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Il voto del consiglio provinciale che decreta l’aumento delle tariffe del trasporto pubblico è l’ennesimo esempio di fallimento del presidente Fiasella, a partire dall’esito della votazione, passata per soli 3 voti di scarto, fino ad arrivare all’assenza del presidente nella discussione consiliare, segno di superficialità e di mancanza di sensibilità su un tema che tocca la quotidianità dei cittadini della provincia, sia sotto il profilo economico, quello sociale ed ambientale.

In un momento di estrema crisi economica, in cui il governo Berlusconi fa di tutto per vessare le classi sociali più deboli con continui tagli ai servizi, l’aumento delle tariffe del trasporto pubblico segna l’ennesima mattonata da parte della giunta Fiasella ed il fallimento di una seria e cosciente programmazione di mobilità sostenibile.

Si tratta anche del taglio di centinaia di migliaia di km di corse che ridurranno pesantemente la quantità e la qualità del servizio, un fallimento della politica che vuole proporre una modalità alternativa di muoversi, riducendo l’accessibilità al trasporto collettivo e ponendo le basi per un ulteriore incremento dell’uso del mezzo privato.

Ci chiediamo con che coraggio Fiasella faccia il paladino della green economy, da Agenda 21 fino al Patto dei Sindaci, se poi nel concreto attui una politica che incrementerà emissioni, consumi energetici e diminuzione della qualità dell’ambiente, costringendo le classi sociali più deboli e più esposte a questa crisi dilaniante ad ennesimi sacrifici economici?

Per tutti questi motivi il nostro voto non poteva che essere contrario, dimostrando che chi si dice di Sinistra non può sostenere questa giunta provinciale.

Ennesima follia del Governo: “Morte delle rinnovabili, suicidio occupazionale”

2 marzo 2011, by  
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Dire che in questi giorni si decide della morte per decreto delle energie rinnovabili in Italia è poco. Il ministro Romani deciderà del destino di 15.000 famiglie che rischiano di perdere in pochi mesi il posto di lavoro, insieme ad un indotto di altre 100.000 lavoratori.

Dunque in un momento di grave crisi economica, di crisi profonda di un sistema produttivo ed energetico che sta collassando, uno dei settori più efficienti dell’economia sta per essere travolto se il Consiglio dei Ministri approverà il decreto sulle rinnovabili: introduzione retroattiva di limiti vincolanti (8.000 MW.) stop ai progetti autorizzati e in corso di autorizzazione, stop a molti cantieri in corso, limiti al fotovoltaico (6 volte inferiore a quello fissato dalla Germania).

Una condanna a morte nella culla per un’industria nascente in grado di sostenere un modello alternativo, un’operazione scientifica di killeraggio politico nei confronti di ogni alternativa all’assenza di politica energetica del governo che investe anche l’occupazione e la qualità professionale di tanti lavoratori.

In questo scenario disgustoso nessuno parla di tagliare gli incentivi erogati alle energie assimilate alle rinnovabili, in altre parole quei finanziamenti con cui stanno in piedi gli inceneritori, che si pappano più della metà della torta.

Così come nessuno dice che, per rispettare gli obiettivi europei, l’Italia dovrà importare energia elettrica ottenuta da fonti rinnovabili da paesi che la utilizzano largamente, per non incorrere in sanzioni.

Così il governo Berlusconi si accorge della pagliuzza dei finanziamenti alle rinnovabili (2,7 miliardi di euro) e non si toglie la trave degli incentivi alle assimilite (2,3 miliardi di euro) ovvero il finanziamento degli inceneritori, un colpo di grazia alle rinnovabili che taglia sull’energia sostenibile per finanziare il nucleare. Ennesimo follia fallimentare di questo governo che mette 15.000 famiglie senza lavoro per decreto.