11 giugno 1984-2014: a trent’anni dalla morte di Berlinguer costruiamo l’opposizione ai corrotti e agli sfruttatori del popolo italiano

11 giugno 2014, by  
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Trent’anni fa moriva Enrico Berlinguer. Il suo ricordo è ancora vivo se Renzi e Grillo – che con i comunisti non c’entrano niente – hanno fatto la gara, nel corso dell’ultima campagna elettorale, a chi – a parole, ovviamente – era più berlingueriano dell’altro.

Berlinguer ha denunciato per primo l’emergenza della questione morale nel nostro Paese. Con quell’espressione il segretario del Pci intendeva indicare la deriva di un modello di sviluppo sbagliato e devastante, fondato sull’illegalità, sull’alleanza tra gli apparati dello Stato e la criminalità organizzata, sulla trasformazione dei partiti che stavano al governo in comitati di affari, su imprese e imprenditori che fanno profitti a suon di bilanci falsi e di sfruttamento dei lavoratori.
Le ultime vicende dell’Expo a Milano e del Mose a Venezia dimostrano, una volta di più, l’attualità della riflessione di Berlinguer: le grandi opere – basate sul consumo del territorio e sulla distruzione dell’ambiente – rappresentano spesso una grande opportunità per pochi di arricchirsi depredando le casse pubbliche.
Berlinguer andò davanti ai cancelli della Fiat di Torino – quando nel 1980 vennero annunciati 15.000 licenziamenti – per dire che il Pci stava e doveva stare dalla parte dei lavoratori anche e soprattutto quando le cose sembravano andare nel peggiore dei modi. Una grande lezione politica e morale che tanti hanno dimenticato: sia Renzi che Fassino, quando la Fiat ha scelto di non riconoscere il contratto nazionale di lavoro e di dichiarare di fatto “illegale” la presenza della Fiom – si sono schierati dalla parte di Marchionne senza se e senza ma.
 
Ancora, vogliamo ricordare il Berlinguer che sostenne il referendum per difendere la scala mobile, ovvero l’adeguamento automatico dei salari al costo della vita.
Anche in questo caso Berlinguer – malgrado tanti ne reclamino l’eredità – è rimasto inascoltato: è sufficiente pensare alle diverse leggi e provvedimenti – da ultimo il Jobs Act – che hanno peggiorato le condizioni dei lavoratori a suon di precarietà, cancellazione dei diritti e disoccupazione di massa.
Noi pensiamo che il pensiero di Berlinguer sia indelebile e di grande attualità, perché ancora ci parla della necessità di costruire un’opposizione alle politiche che in questi anni hanno portato la disoccupazione e la povertà ai livelli più alti da quarant’anni a questa parte; della necessità di affermare con nettezza il permanere della questione morale e l’urgenza di un modello di sviluppo diverso; della necessità di costruire una sinistra coerente e radicata in grado di cambiare il paese.


Rifondazione Comunista, federazione provinciale La Spezia

La soddisfazione per la lista Tsipras, Ricciardi: “Adesso occorre che la sinistra si unisca”

27 maggio 2014, by  
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La soddisfazione per la lista Tsipras, Ricciardi: Adesso occorre che la sinistra si unisca

Prima la tensione, lunghissima. Poi, i sorrisi e gli abbracci. La nottata elettorale al point della lista “L’altra Europa con Tsipras” è stata lunga, sino oltre le 6 di questa mattina.
“Sapevamo che i primi exit poll e le prime proiezioni che ci davano al 4,5 per cento non tenevano conto di molte sezioni del Sud, dove avremo avuto difficoltà. Così – spiega, Jacopo Ricciardi, portavoce provinciale della lista di sinistraabbiamo atteso sino alla certezza matematica”. Una sicurezza che è arrivata solamente all’alba e che ha fatto tremare i polsi sino all’ultimo, visto che il risultato finale della lista è stato del 4,03 per cento.
“Abbiamo rischiato l’infarto, la tensione si tagliava con il coltello, poi finalmente è esploso l’entusiasmo. Dopo un mese in cui non abbiamo mai mollato – prosegue Ricciardi – insieme a tanti volontari e senza nemmeno un soldo pubblico, siamo stati ripagati, anche grazie all’ottimo risultato del candidato locale Stefano Sarti, che ha visto premiati i suoi trent’anni di battaglie”.
E a proposito della perfomance di Sarti, viene spontaneo chiedere quale sia il giudizio sul dato locale che si discosta molto dalla somma di Sel e Rifondazione alle ultime Amministrative, ma si avvicina a quella delle ultime Politiche.
“Siamo soddisfatti, abbiamo raccolto una parte del voto utile anti-Grillo, mentre altri sono andati al Pd, a mio avviso. Ma si fronte alla campagna elettorale impostata dal candidato locale del Pd, è stato come lottare contro i mulini a vento. Ma abbiamo resistito bene: la sinistra dimostra di esserci anche nella provincia spezzina. Se ne tenga conto e si capisca che ora occorre una sinistra che si unisca e superi le divisioni”.
Sugli esiti sorprendenti del voto Ricciardi non nasconde la meraviglia.
“Siamo rimasti di sasso nel vedere il risultati. Quella del Pd è in realtà una netta vittoria di Renzi, mentre il Movimento 5 stelle, nonostante che il 20 per cento sia un ottimo risultato, non ha rispettato le attese ed è arrivato ben lontano dal #vinciamonoi. Forse un po’ del voto di protesta che aveva accumulato nel 2013 è ritornato a sinistra. Voglio ringraziare tutti i militanti, i volontari dei seggi e chiunque ci abbia aiutato. Per la prima volta abbiamo creato nella sinistra un gruppo armonico e giovane, e sono certo che la nostra esperienza andrà ben oltre”.
da www.cittadellaspezia.it

“Su Acam vergognoso silenzio della politica spezzina”

23 febbraio 2013, by  
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E’ davvero sconvolgente il silenzio con cui viene accompagnato il disastro Acam. Un silenzio colpevole da parte delle forze di maggioranza, che tra l’altro si candidano a governare il paese. Ci riferiamo a Sel e Pd che non hanno detto nulla di fronte ad una tragedia annunciata come la cassa integrazione per una delle maggiori aziende spezzine. Dove sono coloro i quali hanno costruito le loro fortune politiche sulla pelle dei lavoratori? Dove sono coloro i quali dicevano che di fronte all’ambiente (incenerimento dei rifiuti) ed ai principi (acqua bene comune) si doveva anteporre la salvaguardia dell’occupazione?
Ora questa linea del Piave pare sia crollata e la Caporetto spezzina si chiama Acam. Una realtà che dovrebbe essere il nostro vanto e volano di economie virtuose e compatibili, invece è un buco nero in cui la malapolitica ha prosperato e vivacchiato, dove sindaci Pd hanno sottoscritto contratti di gestione in perdita per l’azienda, dove si utilizzava l’azienda per scopi clientelari. I difensori dei lavoratori ora tacciono, e forse fanno bene a provare profondo imbarazzo. Tuttavia i lavoratori di questa azienda sono le vere vittime di questa politica fintamente di sinistra che ha solo pensato a privatizzare (con la S.P.A), a pagare superminimi, a strapagare dirigenti incapaci di dare organizzazione e produttività all’azienda.

Ci attendiamo risposte poiché Rifondazione le proposte le ha fatte sempre e da tempo, mentre chi doveva produrre piani industriali seri ha solo preparato svendite e liquidazioni. Siamo altrettanto basiti di fronte al silenzio assordante dei grandi moralizzatori della politica, i “grillini”. Forse attendono che il loro spin doctor Grillo o il suo suggeritore Casaleggio forniscano qualche battuta, visto che fino ad oggi non hanno dato nessun contributo in termini di proposte.

Segreteria provinciale Prc La Spezia

Olivieri: “Senatore Grillo, ma l’Abruzzo non ha insegnato niente?”

29 ottobre 2011, by  
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Leggo con sconcerto le dichiarazioni del Sen. Grillo del Pdl che propone l’avvio di una sorta di project financing, cioè l’attivazione dei privati, per la ricostruzione delle zone alluvionate nello spezzino.

Secondo la proposta di Grillo, i privati potrebbero essere pagati “in natura”, cioè con parte del patrimonio pubblico che il Governo intenderebbe dismettere. Il sen. Grillo fa esplicito riferimento ai beni della Marina Militare presenti nel nostro territorio che, invece che essere restituiti alla nostra comunità, verrebbero privatizzati.

In questo modo la ricostruzione diventerebbe l’occasione per nuove speculazioni: questa proposta fa venire in mente quegli imprenditori senza scrupoli che poche ore dopo il terremoto pensavano già a come lucrare sulla tragedia. Possibile che l’Abruzzo non abbia insegnato nulla? E’ possibile che nemmeno questa tragedia abbia fatto capire che bisogna abbandonare per sempre le logiche della cementificazione e della privatizzazione del territorio che hanno amplificato gli effetti di questo disastro?

E non ci racconti la frottola, Sen. Grillo, che non ci sono i soldi: invece che regalare ai soliti noti miliardi e miliardi per opere inutili e dannose come il Ponte sullo Stretto e l’Alta Velocità in Val di Susa, questi soldi potrebbero essere ben spesi nella ricostruzione delle zone colpite da quelle da calamità che si fa fatica a chiamare “naturali” e nella manutenzione del territorio.
Ne guadagnerebbero non solo la nostra comunità, ma anche la moralità di questo Paese.

Sergio Olivieri
Segretario regionale Rifondazione Comunista/Federazione della sinistra della Liguria