Ferrero: “Soldati italiani in Lettonia, pura provocazione. Vogliono tornare alla guerra fredda, Italia supina alla Nato”

15 ottobre 2016, by  
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L’invio di soldati italiani in Lettonia è una pura, gravissima provocazione.

I ministri Gentiloni e Pinotti sono due irresponsabili che, con questa decisione, riaprono il peggio della guerra fredda. 
Quando Gentiloni dichiara che non si tratta di un’aggressione mente sapendo di mentire.

Se Putin schierasse l’esercito al confine tra Usa e Messico cosa direbbe Obama, quale sarebbe la reazione degli Stati Uniti? 
Chiediamo che il governo italiano ritiri questo suo impegno e non invii alcun contingente, l’Italia non partecipi a operazioni Nato che hanno come unico obiettivo quello di ricostruire la cortina di ferro e l’odio tra Russia ed Europa. Sono dei criminali, il governo italiano è supino ai voleri della Nato.

Paolo Ferrero, 

segretario nazionale Prc-Se

Gli Stati Uniti annunciano legami normali con Cuba: per il Partito Comunista USA una giornata da celebrare

20 dicembre 2014, by  
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Storico. Sconvolgente. Mozzafiato. Tutte queste parole descrivono l’annuncio del presidente Obama e del presidente cubano Raul Castro di avviare la normalizzazione delle relazioni tra i nostri due Paesi.

Questo ha ramificazioni enormi per le relazioni tra i nostri due paesi, per le relazioni nelle Americhe, nei Caraibi e nel mondo.

È una vittoria per la pace, la sovranità, la democrazia, la giustizia e l’amicizia tra i popoli di Stati Uniti e di Cuba. Si conclude la politica durata 56 anni rovesciamento del governo cubano, assassinando i suoi leader, disturbando la sua economia e la società.

In un solo colpo audace si riconosce il diritto sovrano del popolo cubano a scegliere la propria forma di governo e il proprio percorso di sviluppo sociale: il socialismo.

Questo è un giorno felice per i restanti tre membri dei Cuban 5,  i patrioti cubani che languivano in carceri statunitensi da 16 anni e che sono stati supportati da una campagna mondiale per la loro libertà. Hanno intrapreso il compito coraggioso di proteggere il loro paese dagli attacchi terroristici provenienti dal suolo degli Stati Uniti. Sono a casa, riuniti con le loro famiglie e i loro compatrioti.

L’annuncio apre la possibilità di una cooperazione di ampio respiro su molti fronti tra cui scambi economici, solidarietà internazionale del lavoro, ricerca scientifica, agricola, medica e oceanica, giustizia climatica, sanità, preparazione in caso di uragano e di catastrofe.

Si apre la possibilità per gli americani e cubani di sperimentare ad ampio raggio scambi sociali, culturali, sportive, religiose ed educative.

Ma il presidente Obama può spingersi oltre. Spetta al Congresso abrogare l’intero brutto edificio della legge che ha istituito il blocco in primo luogo, che impedisce gli scambi e viaggi, tra cui la Legge Helms-Burton.

L’annuncio è il riconoscimento che il blocco di 56 anni è stato un fiasco assoluto per entrambi i popoli cubano e americano. Ha totalmente isolato gli Stati Uniti nell’opinione pubblica mondiale, indebolito le imprese statunitensi nel competere per il commercio, costando posti di lavoro negli Stati Uniti nel settore manifatturiero e nell’agricoltura e ha privato il popolo degli Stati Uniti del suo diritto democratico di andare liberamente verso l’isola-nazione.

Ha causato solo sofferenze al popolo cubano.

L’annuncio audace del presidente Obama soddisfa nuove realtà emisferiche e globali. Corrisponde all’opinione della maggioranza della pubblica opinione che, insieme con  settori della classe dirigente negli Stati Uniti, ampie sezioni del business e della comunità cubano-americana, sostiene la fine del blocco.

Esortiamo il presidente ad andare oltre e chiudere la base navale di Guantanamo, che è stata mantenuta nonostante l’insistenza di Cuba affinché essa venga chiusa.

Stiamo già vedendo le urlanti e disperate proteste dei politici di destra, intrappolati nel passato della Guerra Fredda, che ancora evocano fantasie per destabilizzare e rovesciare il governo cubano e ripristinare il loro stato coloniale.

Questa vittoria è anche una testimonianza del coraggio e della persistenza di tanti americani che hanno combattuto per cambiare questa politica e per promuovere la pace e la solidarietà con il popolo cubano nel corso degli anni. Ora dobbiamo raddoppiare i nostri sforzi per mobilitare una risposta su larga scala per assicurare che il processo verso la normalizzazione abbia successo e il blocco abbia fine una volta per tutte.

Intanto oggi è un giorno da celebrare.

 

Partito Comunista degli Stati Uniti d’America

 

testo originale sul sito del CPUSA:  http://www.cpusa.org/a-day-to-celebrate-u-s-announces-normal-ties-with-cuba/

traduzione di Maurizio Acerbo