8 Marzo, Rifondazione: non una festa ma una giornata di lotta. Presenti alle mobilitazioni liguri

9 marzo 2021, by  
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Che in Italia le disparità di genere nel mondo del lavoro fosse una drammatica criticità lo sapevamo ben prima dello scoppio dell’emergenza sanitaria.
Il gender pay gap, cioè la differenza tra il salario annuale medio percepito dalle donne e quello percepito dagli uomini, è intorno al 20%, già all’inizio del 2020 il tasso di occupazione femminile si attestava ben 20 punti sotto quello maschile. Col Covid-19 le cose sono precipitate: a dicembre 2020 su un calo di 101 mila occupati ben 99 mila erano donne mentre dei 444 mila occupati in meno registrati in Italia in tutto il 2020, il 70% è costituito da donne.
Le donne sono infatti sono impiegate soprattutto nei settori più colpiti dalla crisi, spesso con contratti che danno poca sicurezza e stabilità, come il part-time spesso “finto” e involontario.
Per questo oggi sono le vittime sacrificali preferite dei datori di lavoro, un fenomeno a cui nemmeno il blocco dei licenziamenti è riuscito a mettere un freno.
Intrappolate nella costruzione sociale che fa gravare sulle loro spalle i carichi della cura e della famiglia le donne italiane hanno visto in questo 2020 aumentare il loro lavoro anche con lo smart working che si è sovrapposto agli impieghi domestici. Come se non bastasse, dall’Inail ci arriva la notizia che nel 2020 le donne contagiate sono molte di più degli uomini: 102.942 a fronte di 147.875 denunce complessive, un dato pari a circa il 70%. NO, non siamo tutti sulla stessa barca sul mare della pandemia.
Mentre si avvicina l’8 marzo  ci preme ricordare che un lavoro dignitoso per tutte e l’indipendenza economica sono premesse indispensabili  per l’autodeterminazione delle donne e la loro  liberazione da violenze che  proprio nella pandemia si sono aggravate.
Per questo, mentre condanniamo con forza la decisione della commissione di garanzia di vietare lo sciopero della scuola indetto dai sindacati di base, invitiamo tutte le compagne e i compagni ad aderire allo sciopero femminista e transfemminista, della produzione, della riproduzione e del consumo, lanciato da Non Una di Meno per l’8 di marzo: uno sciopero generale di 24 ore, di tutti settori del pubblico impiego e del privato.
Rifondazione Comunista La Spezia

Atc, Mozione di Bucchioni (Prc La Spezia): “Licenziate Goretta”

5 novembre 2016, by  
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È ufficiale: è arrivata la richiesta di dimissioni in consiglio comunale per l’amministratore unico di Atc Renato Goretta. Le ha chieste il consigliere Edmondo Bucchioni di Rifondazione Comunista.

Le motivazioni? La vicenda dell’autista-sindacalista di Atc Luca Simoni (che gazzettadellaspezia.it aveva raccontato qui e qui), punito per le sue affermazioni, quella della presenza di amianto nell’ex deposito Atc di via del Canaletto (qui) e la storia, ai limiti del surreale, del volante staccatosi da un autobus, per fortuna non in marcia (qui).

Nel mese di maggio 2016 – scrive Bucchioni nella mozione che richiede di sollevare dal suo incarico Goretta – il sindacalista Cobas Luca Simoni, dipendente Atc da 30 anni, ha ricevuto un provvedimento disciplinare che lo penalizza economicamente per un periodo di un anno sia per il minor stipendio percepito sia per il blocco dell’anzianità di servizio. La causa scatenante tale sanzione è stata la denuncia alle Commissioni Consiliari competenti della presenza di amianto nell’ex sede di Atc in via del Canaletto e dell’obsolescenza del parco autobus aziendale“.

Per quanto riguarda la presenza dell’amianto – continua Bucchioni – alcuni lavoratori di Atc, che svolgevano le loro mansioni nell’ex sede di via del Canaletto, hanno presentato domanda all’Inail per il riconoscimento della malattia professionale avendo certificati medici con diagnosi di ‘ispessimento pleurico bilaterale, compatibile con asbestosi pleurica‘”.

Bucchioni denuncia anche quello che sarebbe un conflitto d’interessi evidente: “In Inail la dottoressa preposta alle valutazioni sulle istanze avanzate dai lavoratori Atc – attacca ancora Bucchioni – è la stessa persona che in Atc ha un contratto in ‘intramoenia’ per l’attività di ‘sorveglianza sanitaria dei lavoratori’. Il conflitto d’interessi fra il controllato Atc ed il controllore, quindi, sussiste e come tale non garantisce la tutela della salute dei lavoratori dell’azienda“.

Quanto al parco mezzi Atc, secondo Bucchioni ogni utente può accertarne quotidianamente la grave condizione di obsolescenza, ma “Luca Simoni – scrive il consigliere di Rifondazione – è stato punito da Atc, come sindacalista e lavoratore in barba alla garanzia, per essersi avvalso del proprio diritto-dovere di parola, rivendicando un percorso di trasparenza e di criticità a difesa dei lavoratori e degli utenti. Parallelamente, le affermazioni del sindacalista Cobas Luca Simoni si sono dimostrate fondate e veritiere, come dimostrato dall’episodio del ‘volante volante’ (che aveva raccontato – cliccate qui –  Gazzettadellaspezia.it e che poi era stato ripreso da tutti i giornali, ndr). Mi riferisco all’autista che si è ritrovato con il volante in mano, essendosi rotto il piantone dello sterzo. Il caso ha voluto che ciò avvenisse mentre l’autobus si trovava fermo ad un incrocio, altrimenti le conseguenza sarebbero state altre“.

Così Edmondo Bucchioni non tarda a trarre le dovute conclusioni: “Il Consiglio Comunale impegna il sindaco e l’Assessore competente a un intervento tempestivo e non più rimandabile, provvedendo a sollevare dall’incarico di Ad il signor Goretta per il proprio discutibile operato, a chiedere ad Atc stessa risposte esatte e puntuali alle obiezioni delle OO.SS. e a ritirare il provvedimento disciplinare ai danni di Luca Simoni“.

La mozione di Bucchioni verrà discussa in consiglio comunale.

da www.gazzettadellaspezia.it

La politica e le istituzioni lavorino per ridurre drasticamente i morti sul lavoro

10 ottobre 2011, by  
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Rifondazione Comunista della Spezia nella 61ma giornata nazionale per le vittime di incidenti sul lavoro organizzata dall’ANMIL si associa al ricordo di tutti i caduti e gli invalidi gravi della provincia spezzina ed è vicina ai loro parenti, che ogni anno li commemorano nel dolore e nella rabbia.

Nonostante le cifre dell’INAIL parlino di un sostanziale calo degli incidenti sul lavoro, alla Spezia come nel resto d’Italia, lo scenario non è positivo. Infatti sono ancora troppi gli incidenti e troppo ancora il lavoro sommerso, che sfugge al doloroso calcolo.

La spaventosa cifra di 980 caduti nell’anno solare 2010 parla da sola.

Quattro di loro sono morti nella nostra provincia, per non parlare degli incidenti non mortali ma che hanno lasciato invalidità permanenti e senza dimenticare le malattie professionali come l’asbestosi e il mesotelioma pleurico, di incidenza record nel territorio spezzino.

Nel 2011, c’è stato finora un caduto in provincia, Federico Severino, e un altro, Gheorghe Peteleu, morto a Marina di Carrara ma residente a Follo. Il dramma è continuo e non lascia tregua come dimostra il terribile incidente di cinque giorni fa nei pressi del cantiere della questura, dove il lavoratore Gianfranco Minetti è per fortuna riuscito a salvarsi anche se con lesioni gravi.

Dunque il quadro è ancora preoccupante. Se a questo ci si aggiunge un atteggiamento inqualificabile del governo, fatto di aggressione ai lavoratori e ai loro diritti, ricattati per la crisi sociale e economica che impone loro ritmi di lavoro sempre più esosi facendoli esporre quindi al rischio sempre maggiore, ecco che la cultura della sicurezza tenderà a rimanere solo un bell’ideale sulla carta. E il sangue continuerà a scorrere.

A tutta la politica, di tutti i livelli e di tutti gli schieramenti e a ogni istituzione, a partire dalla scuola, Rifondazione chiede fatti concreti ed efficaci affinché si riduca sensibilmente e drasticamente il numero degli incidenti e dei morti creando in tutti i cittadini una vera sensibilità alla sicurezza sul lavoro.

Rifondazione Comunista, federazione provinciale della Spezia