“Risorge il partito dell’inceneritore? Bianchi anacronistico, differenziata significa rilancio dell’economia”

16 luglio 2014, by  
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Riteniamo molto gravi le affermazioni del presidente della Camera di Commercio spezzina, Gianfranco Bianchi, riguardo alla presunta “inutilità” della raccolta differenziata in città. Il massimo esponente della CCIAA esprime un pensiero anacronistico e superato, facendo trasparire la necessità di un impianto di incenerimento, quando sulla base della raccolta differenziata, del riuso, della riparazione e del compostaggio intere economie vengono rilanciate.
Quale soluzione propone il signor Bianchi? Quella di tornare ai cassonetti per poi magari concludere il ciclo dei rifiuti con un bel forno inceneritore? Diceva quel tale che a pensar male si fa peccato, ma ci s’azzecca. Dunque gli interessi trasversali che vorrebbero riproporre un’opzione nefasta per l’economia e per la salute dei cittadini tenta di risalire la china?
L’amministrazione comunale è la sola responsabile del mancato funzionamento del servizio, il comune vigili su Acam e pretenda che il ritiro dei rifiuti avvenga in maniera efficiente. Allo stesso modo è da denunciare l’assoluta inefficacia con cui si è lanciato il programma del Porta-a-Porta, perno della strategia Rifiuti Zero. Per questo il comune della Spezia deve necessariamente rivedere la sua politica di gestione del servizio.
L’economicità e la sostenibilità della proposta che portiamo avanti da anni, Rifiuti Zero, è dimostrata nell’esperienza che sta vivendo il comune di Levanto, per questo sarebbe opportuno che il presidente della CCIAA visiti quella realtà e si renda conto con mano cosa significhi abbandonare l’idea di sprecare materiali in un forno inceneritore. I polmoni spezzini respirano da 50 anni carbone, lor signori vorrebbero aggiungere diossine? No grazie, abbiamo già dato, occorre coraggio ed innovazione per rilanciare l’economia del territorio, senza barattarla con la nostra salute.
Rifondazione Comunista, federazione provinciale La Spezia

“Scelta Civica dimostra ignoranza: noi sosteniamo da anni Rifiuti Zero”

19 settembre 2013, by  
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Hanno pienamente ragione gli esponenti di Scelta Civica: basta con le ideologie quando si parla di rifiuti.
Allora potrebbero iniziare a evitare di usare le loro ideologie monotematiche, rilanciando pratiche e scelte scellerateper intere comunità, dannose alla salute e per di più economicamente svantaggiose.
Le argomentazioni di Scelta Civica sono al limite del risibile e denotano la totale ignoranza sul tema.
  1. Sono contrari a Mangina, ma non dicono dove andrebbero stoccate decine di migliaia di tonnellate di ceneri tossiche (il 30% dell’incenerito),
  2. Parlano di Tares quando è stato Mario Monti a creare questa tassa iniqua e scorretta dal punto di vista della gestione (cancellando la Tia) per far fare cassa allo Stato sulle spalle dei cittadini e dei comuni;
  3. Parlano di “termovalorizzazione” ignorando che non esiste alcun dispositivo di legge, nè italiano nè comunitario, che usa tale termine trattandosi di INCENERIMENTO, senza contare che l’uso di tale pratica è stato caldamente bocciato dall’UE, della serie che le direttive europee valgono per lor signori solo quando c’è da affamare la gente, non quando c’è da tutelare la loro salute;
  4. Parlano di esperienze mondiali quando in tutto il mondo civile gli inceneritori vengono chiusi perchè si fa la raccolta differenziata e non ci sono rifiuti da bruciare;
  5. Citano il sindaco Renzi ignorando che il futuro segretario del Pd insultò una dei più preparati esperti, l’oncologa Patrizia Gentilini (http://www.youtube.com/watch?v=UP_34siiFGg) dimostrando la sua protervia ed ignoranza;
  6. Parlano di raccolta differenziata quando è evidente anche ad un bambino che se si deve alimentare un inceneritore si ha bisogno di rifiuti, quindi non si investe nel riciclo;
  7. Parlano di sostenibilità quando evidentemente ritengono che i polmoni degli spezzini siano ottimi filtri per diossine, furani ed altre sostanze cancerogene emesse da impianti che in Italia sono ogni giorno sulle cronache giudiziari per i loro sequestri (si ricordi la vicenda dell’inceneritore versiliese costruito da Termomeccanica);
  8. Parlano di economia ignorando (o eludendo) che gli inceneritori sono sostenibili solo grazie alla truffa del CIP6 che paghiamo nelle bollette elettriche.
E’ un peccato che gli esponenti di Scelta Civica non siano venuti ad assistere alle nostre iniziative con il prof. Connett, creatore della strategia Rifiuti Zero, con Rossano Ercolini, neo premio “Nobel” per l’ambiente (Goldman Environmental Prize 2013). Allora suggeriamo di andare a vedere sabato il film “Trash” a Sarzana, ascoltando attentamente l’esperienza di un compagno straordinario come Alessio Ciacci (Personaggio Ambiente 2012) e dell’esperienza di un comune di 45.000 abitanti, Capannori ,che ha bandito gli inceneritori e costruito un’economia del rifiuto. Ma occorre che Scelta civica si spogli delle sue trovate ideologiche e demagogiche.
Rifondazione Comunista La Spezia

“Gravissime le dichiarazioni di Fresco sull’inceneritore”

12 settembre 2013, by  
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Le dichiarazioni dell’ex sindaco lericino Fresco, che auspicherebbe un inceneritore alla Spezia, sono gravissime, tanto più perchè pronunciate da un esponente politico che conosce bene il piano provinciale dei rifiuti, strumento che nega, fortunatamente, questa scelleratezza.

Le parole di Fresco non arrivano evidentemente per caso, visto che la regione sta discutendo di un bacino regionale dei rifiuti che giustificherebbe, visto le cifre da paese incivile sulla differenziata, un inceneritore regionale.

Una scelta folle da un punto di vista sanitario e fallimentare da quello economico, a meno che non vi siano i soliti sostanziosi finanziamenti pubblici per opere private, come nel caso della truffa dei CIP6.

In questa provincia si è voluto negare in ogni istanza un piano industriale dei beni comuni che punti a costruire una filiera del rifiuto, dal recupero delle materie seconde al compostaggio, dal riuso alla riparazione, perchè evidentemente non è ben vista dagli interessi locali.
Ma quei si tratta degli interessi di una collettività. Abbiamo dei dati sanitari assurdi per quanto riguarda l’incidenza tumorale con impianti e siti altamente inquinanti e che nessuno accenna a convertire con tecnologie, quelle si, meno impattanti. Oggi Fresco promuove l’inceneritore: la solita solfa vecchia, noiosa e superata, come le larghe intese.

Rifondazione Comunista, federazione provinciale La Spezia

“Ancora inceneritore? Che noia mortale!”

28 settembre 2012, by  
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Basta una commessa per un’azienda spezzina a rilanciare scelte folli ed ampliamente bocciate? Pare di si, a sentire Enso Papi, che invece di fare l’imprenditore entra a gamba tesa nel dibattito politico spezzino dettando le linee da seguire.

Ebbene Rifondazione, in piena coerenza con la sua battaglia decennale contro l’incenerimento (incenerimento, perchè termovalorizzazione non esiste in nessun dispositivo di legge vigente!), si chiede come sia possibile che ogni occasione sia buona per rilanciare progetti folli. La salute della gente non è abbastanza messa alla prova con gli impianti che abbiamo?

Pare di no, tant’è che l’ex presidente di confindustria spezzina rilancia con il suo cavallo di battaglia, dimenticandosi della penosa questione del “suo” impianto di Falascaia, sequestrato dall’autorità giudiziaria per presunti taroccamenti dei dati sulle emissioni.
L’elemento drammatico che emerge è l’assoluta noia ed il grigiore di una classe imprenditoriale priva di idee, ed ancorata a logiche superate. Lo dice la nuova direttiva europea che sostanzialmente rende l’incenerimento una pratica pressochè inutile.

La Spezia, con buona pace di Papi, ha aderito a Rifiuti Zero. Noi diciamo che occorre avere il coraggio di percorrere quella strada ed investire energie ed esperienze in progetti redditizzi per il ciclo dei rifiuti, non fallimentari come gli inceneritori.

Con quella e con il rilancio del settore energia e della pubblicità del settore idrico sono i perni di una proposta che chi ha gestito la partita Acam non ha avuto la volontà di ascoltare. Ora non ci sono alternative.

Segreteria provinciale Rifondazione Comunista/Fds La Spezia

Solidarietà al presidente Fiasella denunciato da Papi per la vicenda inceneritore del Pollino

11 novembre 2011, by  
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Esprimiamo solidarietà al presdiente della Provincia Marino Fiasella, chiamato in giudizio dal Enso Papi, ex Presidente di Confindustria spezzina, per la vicenda dell’inceneritore del Pollino in Versilia.

Rifondazione Comunista, già nell’ottobre 2008, aveva espresso sgomento e sconcerto perché dalle inchieste in corso era emerso che  la popolazione della Versilia era esposta alle emissioni inquinanti dell’inceneritore del Pollino. In quell’occasione avevamo anche espresso l’auspicio che la Magistratura facesse chiarezza sui fatti e sulle responsabilità in merito al presunto utilizzo di «software realizzato per falsificare i dati» per il rilevamento delle emissioni nocive dell’inceneritore versiliese (diossine e monossidi di carbonio tra le maggiori sostanze altamente tossiche, cancerogene e mutagene).

Indipendentemente dalle posizioni che decideremo di assumere nel caso di elezioni primarie per la scelta del candidato del centrosinistra e della sinistra alla carica di Presidente della Provincia, riconosciamo a Fiasella l’onestà intellettuale e politica di aver sempre condiviso la nostra battaglia contro gi inceneritori. Una coerenza a causa della quale é oggi tratto in giudizio da chi quegli impianti li ha costruiti e li ha gestiti.

Federazione provinciale spezzina di Rifondazione Comunista

ISDE La Spezia: “Né inceneritori, né residui tossici”

5 aprile 2011, by  
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L’ Associazione Isde Italia-Medici per l’Ambiente della Spezia intende ribadire in questo delicato momento in cui si decide e si discute sui siti di discarica già individuati dal Piano Provinciale, la propria posizione sull’intera chiusura del ciclo degli RSU ed in particolare sul destino delle frazioni residue al trattamento meccano- biologico.

Innanzitutto ripetiamo quanto già espresso in precedenti interventi e comunicati circa la assoluta necessità di estendere la raccolta differenziata porta a porta in tutto il territorio comunale e provinciale. Questa scelta è fondamentale per raggiungere da un lato i parametri di legge fissati al 31.12.2012 (65%) ma va intesa in senso ancor più allargato, come si fa nei migliori comuni e province del paese, nell’ottica di arrivare al riciclo totale.

Questo risultato si è dimostrato possibile in diverse realtà che ci hanno fatto oltretutto capire come la raccolta spinta “porta a porta” risulta remunerativa sul piano degli investimenti a medio e lungo termine e l’unica in grado di escludere dalla frazione residua quelle componenti organiche che necessitano di biostabilizzazione e che portano appunto a quella FOS (frazione organica stabilizzata) al centro delle polemiche sulla possibile nocività qualora portata a discarica. Riteniamo che tale materiale, se previsto solo in una fase transitoria di attuazione e se prodotto a norma di qualità possa essere rifiuto accettabile per la copertura di discariche ( ovviamente a termine delle procedure di caratterizzazione e bonifica delle stesse e dei siti connessi secondo il piano di ripristino ambientale).

E’ evidente però che impegnandosi al recupero di tutto il materiale organico attraverso la produzione di compost di qualità anche questo problema verrebbe risolto. Se il dimensionamento dell’impianto di Boscalino non è in grado di assolvere a tale compito si auspica allora una progressiva riconversione di quello di Saliceti. Questa riconversione può coinvolgere anche la produzione del CDR ( residuo delle frazioni secche non indirizzate a riciclo) che va assolutamente scoraggiata, sia in vista di un suo possibile co-incenerimento nella centrale ENEL (improponibile visto il conseguente aumento dell’immissione di diossine legato a tale soluzione) sia per evitare che lo stesso inquini e danneggi i territori e le popolazioni limitrofe agli inceneritori di altre regioni a cui attualmente viene destinato.

L’altra scelta da scongiurare assolutamente è quella di un impianto di “termovalorizzazione” (inceneritore) che, a prescindere dalle incognite sulla sua collocazione e sugli elevatissimi costi, sarebbe una fonte assolutamente certa di ancor più grave ricaduta sulla salute per tutta l’area nel raggio di decine di chilometri e che produrrebbe, oltretutto, una maggior quantità di rifiuto speciale da smaltire in discarica. .  Ricordiamo a tal proposito che anche i  filtri in dotazione ai più moderni inceneritori non riescono ad eliminare i nano ed i microinquinanti, che sono i più nocivi per la salute umana.

E’ chiaro che per garantire questo programma, che ripetiamo è l’unico a impatto zero sulla nostra salute, occorrono fondamentalmente 2 condizioni: innanzitutto, sul piano attuativo, è necessario avere garanzie sugli aspetti qualitativi e quantitativi della filiera della raccolta differenziata, dobbiamo sapere insomma quanto effettivamente viene fatto dagli utenti e quanto va effettivamente a trattamento e a riciclo. Questo è quel che può garantire, anche nella fase transitoria, la relativa innocuità della FOS . Ribadiamo che ciò è possibile solo con quella tracciabilità del rifiuto e del prodotto che abbiamo chiaramente indicato alle amministrazioni ma di cui ancora non vi è traccia.

L’altro fattore decisivo riguarda l’aspetto economico e degli investimenti: è evidente su questo piano il peso delle scelte di acquisizione, di gestione o di partnernariato relative ad ACAM: non possiamo certo aspettarci contributi utili in questa direzione da chi ha interessi a costruire inceneritori o a bruciare CDR, insomma a chi la raccolta differenziata spinta non conviene.

Non possiamo allo stesso modo tollerare proposte, controproposte e strumentalizzazioni da parte del mondo politico che non affrontino tecnicamente e scientificamente tutti gli aspetti dei vari temi in questione e non solamente quello della riapertura delle discariche. Ben comprendiamo il problema aperto dal nostro intervento sul piano dell’impiantistica e conseguentemente su quello della sostenibilità economica di tali scelte. Relativamente a piani d’ambito necessariamente ampi riteniamo che questo non possa che riproporre le specifiche responsabilità che le singole amministrazioni (comuni, provincia, regione) devono assumersi. Intendiamo organizzare a breve un convegno che puntualizzi tali questioni aperto al pubblico, alle aziende e alle amministrazioni ed enti preposti.

Morgillo smetta di far il teatrante, i berluscones giocano con la salute della gente

11 marzo 2011, by  
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E’ evidente che sui temi ambientali la schizofrenia del consigliere regionale del Pdl Luigi Morgillo tocca gli apici della propaganda più sordida. Qualche settimana fa è passato da attaccare la sinistra, rea di aver devastato le sponde del Magra e dintorni (salvo dimenticare chi sostiene l’abominio dell’outlet a Brugnato!), per poi criticare la nuova legge regionale del Piano Casa che non permette di cementificare i parchi, e quindi il Parco Magra Montemarcello, come proponeva il Pdl in Liguria.

Ora l’esilarante commedia, se non fosse per la drammaticità delle vite dei cittadini che vivono certe vicende, tocca al tema dei rifiuti. Morgillo evidentemente ignora che c’è un piano provinciale dei rifiuti, in cui sono individuati i siti di servizio, oppure fa finta di non sapere per semplice tornaconto propagandistico. Ma i cittadini devono sapere che gli sproloqui di Morgillo vengono fatti sulla loro pelle!

Come i berluscones spezzini non dissero nulla quando l’inceneritore di Pietrasanta, costruito da un’impresa a tutti ben nota, venne sigillato dalla magistratura perchè il software di controllo era taroccato? Forse perchè Morgillo non chiede voti ai pietrasantini? Ci risparmi questa becera propaganda, ci risparmi le prediche da cherubino evitando commedie di basso livello. La verità è che lo sproloquio morgilliano nasconde una verità molto semplice, mascherata di quel populismo che vede i suoi fedeli sindaci sventolare documenti dell’ISDE in consiglio comunale, come il fido Cozzani a Follo, solo strumentalmente, per poi aderire alla propaganda di impianti nocivi come gli inceneritori il giorno seguente e stendere il tappeto rosso pubblicamente a queste scelleratezze.

Ora siamo alla follia: oltre a proporre impianti che producono diossina, causa di enormi quantità di tumori, siamo addirittura a chiedere di ampliare il bacino di produzione di CDR. Per Costa e compagnia, La Spezia deve diventare la ciminiera della Lunigiana e anche qualcosa in più? Un follia che cala la maschera ad una politica scellerata e supina ai solite lobby inceneritoriste e che presenteranno un domani il conto anche con le discariche delle ceneri (1/3 dei rifiuti bruciati!).

Morgillo&company inizino una volta tanto a fare delle proposte serie. Rifondazione Comunista da anni sta portando avanti progetti concreti per sostenere l’unica via sostenibile economicamente ed ambientalmente: Rifiuti Zero, una realtà che va da decine di comuni italiani fino a città come San Francisco!
Invece di strumentalizzare il disagio dei cittadini, si lavori alla risoluzione delle vertenze territoriali, a partire da Vallescura, per chiedere legalità e rispetto delle regole, invece di perseverare a fare l’ambientalista di giorno, e il cementificatore/inceneritorista di notte. Ad ogni modo attendiamo il neo disobbediente no global Morgillo sulle barricate.

Lavoro, acqua pubblica energie alternative: viaggia la coalizione in Liguria

7 marzo 2010, by  
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Proponiamo il servizio comparso su Liberazione del 06/03/2010 – Di nuovo con Burlando: «sostanzialmente positivi» per il Prc i 5 anni di governo

Liguria come l’Ohio, spiegano i sondaggisti, meno di un punto separa i due blocchi. Ma alle regionali mancano tre settimane piene e la suggestione potrebbe svanire allo scoperchiamento delle urne. Per il centrosinistra c’è l’ex sindaco di Genova, 55 anni, figlio di portuali, ex ministro dei trasporti e governatore uscente, Claudio Burlando. Per le destre e la lega c’è in lizza Sandro Biasotti, venditore di macchine di lusso, 61 anni, che ha già governato nella prima metà del decennio.

Liguria come consociativismo, il trasversale Partito del cemento , titolo di un fortunato libro di due cronisti liguri, Ferruccio Sansa e Marco Preve: tre milioni di metri cubi di cemento stanno per colare sulla regione. E se non c’è più posto a terra, si prova sul mare, costruendo nuovi porti per decine di migliaia di posti barca. E tra gli scafi, nell’imperiese, si intravede la camorra. La ‘ndrangheta, invece, brucia saracinesche a Sampierdarena mentre gli alpini fanno solo scena (e paura ai migranti) nel centro storico genovese a fianco dei poliziotti di quartiere. Sul piano casa c’è appena stata una dura battaglia contro l’emendamento che avrebbe consentito l’ampliamento anche degli edifici condonati. L’emendamento è stato stoppato, poi è spuntata una circolare che lo ripristinava, subito ritirata grazie alle pressioni della sinistra. Bocciato il porto savonese della Margonara con un mostro di torre alto 130 metri progettato da Fuksas. Ma sono di catrame e cemento e acciaio anche il Terzo valico e la Gronda autostradale. Grandi devastanti opere, inutili come quasi tutte le colate di questo tipo.

Non c’è ancora il progetto definitivo per il terzo valico ferroviario (5 miliardi di euro per 18 km di tunnel tra Arquata e Genova) ma, se la Corte dei conti non li avesse stoppati, sarebbero stati buttati al vento 500 milioni per le opere accessorie a non-si-sa-cosa. Intanto i treni per i pendolari registrano in regione una delle performance più basse. La Gronda impegna l’opionione pubblica genovese da anni: Tursi ha promosso un dibattito pubblico, è stato individuato un tracciato ma la resistenza a Ponente e in Val Polcevera è fortissima e Rifondazione, interna al movimento (che si batte anche contro il rigassificatore a Panigaglia, la piattaforma della Maersk di Vado, i petrolchimici a Genova e l’inceneritore a Scarpino), ha sempre votato contro sia a Piazza De Ferrari, sede della Regione, sia a Tursi e in Provincia.

Per questo è utile che la coalizione di centrosinistra abbia un baricentro più a sinistra possibile, nella Federazione della sinistra d’alternativa che in Regione muove i primi passi oltre il perimetro segnato dai quattro soci fondatori aggregando settori di Sinistra europea e di associazionismo. Alle scorse europee la Lista anticapitalista ha segnato un 3,9%. Le scorse regionali videro la sola Rifondazione ben oltre il 6%. La campagna elettorale parte sulla scia del lavoro consolidato del partito sociale, dei gruppi di acquisto popolari, dell’internità ai movimenti. Dopo cinque anni di governo il giudizio di Sergio Olivieri, segretario regionale del Prc, è «essenzialmente positivo» ma l’accordo col governatore uscente per una coalizione che comprende anche l’Udc è «giustamente complicato».

La decisione ha svelato aree di malessere ma la maggior parte del partito non ha visto alternative all’accordo e prova a illuminare i risultati positivi della stagione di governo e del programma per il futuro: «Sono stati stabilizzati tutti i precari della Regione e degli enti collegati. 1400 lavoratori. Poi c’è stato l’impegno per la cassa integrazione in deroga: 6000 lavoratori interessati per 487 aziende. Infine, appena licenziata, la decisione di anticipare tre mensilità a quei lavoratori – la stima è di 600 – rimasti senza stipendio», spiega Marco Nesci, consigliere uscente.

La crisi, in un territorio già in via di deindustralizzazione, ha colpito soprattutto la portualità. «Le riduzioni di un terzo dei costi del trasporto merci si sono riversate sul reddito e la sicurezza dei lavoratori. Poi ci sono i tagli sul trasporto pubblico», dice Andrea Gamba della Filt Cgil. Rifondazione s’è battuta, e ha portato a casa, norme per migliorare le prestazioni sanitarie, per la prevenzione delle malattie da amianto, per clausole sociali negli appalti.

Positivo anche il bilancio dell’assessore all’Ambiente, Franco Zunino che ricorda a Liberazione la seconda legge regionale, del 2007, sulla certificazione energetica degli edifici; la legge che manda in pensione le lampade energivore nell’illuminazione stradale e che assegna incentivi alle energie alternative e all’eolico; il rafforzamento del sistema delle aree protette con i nuovi parchi delle Alpi liguri, delle Mura e dei Forti genovesi e i mille ettari pubblici in Val Bormida più l’area marina a Bergeggi; la legge sulla biodiversità per i 125 siti di interesse comunitario e le sette zone a protezione speciale; la legge del 2009 sull’alta via dei crinali alpini e appenninici e sul sistema dei sentieri. E in questo bilancio vanno inseriti il rifiuto da parte della Regione di un Cpt in Liguria, il ricorso al Tar contro il raddoppio della centrale a carbone a Vado Ligure e quello alla corte costituzionale contro le leggi che obbligano alla privatizzazione della gestione delle risorse idriche. Spiega Antonio Bruno, capogruppo in comune del Prc, come la privatizzazione alzi le tariffe, abbatta l’occupazione e vincoli i comuni alle aspettative delle borse. Per questa ragione la segreteria generale di Tursi sta ricorrendo contro l’emendamento allo Statuto, voluto da Rifondazione, che dichiara il servizio idrico privo di rilevanza economica.

Tra le note positive c’è anche la legge regionale contro l’omofobia che ricalca il disegno che il parlamento nazionale non ha avuto il coraggio di approvare e quella che ha smontato il sistema dei bonus per le private che Biasotti aveva copiato a Formigoni. «Insomma, è vero che c’è l’accordo con l’Udc ma l’accordo programmatico con la Federazione è pieno su lavoro, acqua pubblica, energie alternative», riprende Olivieri. Per questo, nei giorni scorsi, la stampa locale enfatizzava la bocciatura del circuito di campi da golf e del sostegno alla ricerca sul nucleare (chiodi fissi dell’Udc) da parte del candidato a presidente del centrosinistra. Ecco il titolo stizzito del Giornale: “Burlando sceglie i compagni e straccia il programma Udc“.

La campagna elettorale entrerà nel vivo nelle prossime ore. In lista, tra gli altri, ci sono Zunino, Nesci, Bruno, Ciccio Giannelli (presidente del municipio della Val Bisagno), Amanzio Pezzolo, storico vice di Batini nella compagnia unica dei camalli. Nel listino, per la Federazione, c’è Giacomo Conti mentre l’Italia dei valori vive un momento di turbolenza interna per aver paracadutato nel medesimo listino Maruska Piredda, hostess affascinante ma milanese. Sotto la Lanterna il partito dipietrista è da sempre nelle salde mani di un poliziotto del Sap (celebre la sua intervista tv in tenuta antisommossa durante il corteo del 21 luglio 2001) che ha messo in lista la sua fidanzata. Di qui le accuse di familismo contenute in un dossier del senatore Idv Pardi. Per l’ex pm sarebbe solo invidia.

Il neo-ambientalismo elettorale di Morgillo è vergognoso

24 febbraio 2010, by  
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Con una nota stampa degna degli equilibrismi peggiori della sua politica, Morgillo riesce a dire tutto e niente in nome della propaganda elettorale. Il centrodestra brucerebbe i rifiuti ovunque, ma senza mai usare la parola inceneritore, meglio impianti o altre finzioni politiche. Il centrodestra pretende di fare la morale politica parlando di “partiti del no” ma quando si va a toccare i propri bacini elettorali Morgillo viene colto da uno straordinaria sindrome NIMBY.

E’ un caso che Morgillo si faccia paladino della Val di Vara orfana del candidato Galante? Certo che no: dopo la notte dei lunghi coltelli che ha falcidiato le candidature locali dei berlusconiani, guardacaso valdivaresi, quale migliore occasione per ammiccare a quel bacino elettorale? Ma ancora una volta, il PdL dimostra quante chiacchere sa fare e quante poche idee mette a disposizione della collettività, favorendo i costruttori di impianti nocivi e fingendosi paladini degli interessi dei cittadini: vergogna!

Morgillo promette che, se conquisterà la Regione, non permetterà che la Val di Vara diventi la sede di una discarica, ma garantisce ad un bacino di oltre 100.000 cittadini che respireranno le diossine prodotte da un inceneritore! Un ottimo programma elettorale.

Rifondazione Comunista, per la Federazione della Sinistra continua la sua battaglia contro l’incenerimento in favore della salute dei cittadini. Lo ha dimostrato la straordinaria partecipazione al No CDR Party organizzato a Melara Sabato scorso, in cui abbiamo ribadito l’unica opzione sostenibile per la salute della gente e lo sviluppo del nostro territorio: Rifiuti Zero.

No al Cdr: un bagno di folla a Melara

22 febbraio 2010, by  
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Sabato 20 febbraio al circolo Arci di Melara, alla Spezia, il No CDR party è stato un grande successo per Rifondazione Comunista, ma soprattutto per i tanti cittadini che vi hanno partecipato. Finalmente la politica non si adegua all’agenda elettorale e Rifondazione si fa trovare pronta e determinata per le prossime elezioni regionali ponendo l’ennesimo mattone nella costruzione della Federazione della Sinistra: alla Spezia diciamo no all’incenerimento e si a Rifiuti Zero, si alla strutturazione del settore produttivo del riciclo, della riparazione e del riuso, con formazione lavoro, opportunità occupazionali, minori costi di gestione dei cicli ambientali.

Con queste chiare e semplici idee continua la battaglia di civiltà della federazione provinciale spezzina di Rifondazione Comunista, che, alla presenza del candidato alle prossime elezioni regionali, Massimo Lombardi, che ha condiviso con i tanti cittadini spezzini presenti i punti salienti della campagna elettorale per la Federazione della Sinistra: “Tutela dei lavoratori con sicurezza e lotta alla precarietà, lotta ai disastri ambientali e contro la nocività di pratiche utili solo ai profitti del partito degli affari, battaglia dei diritti di tutti gli esseri umani, insomma in Regione per una la mia amata città, perché sia una città di Seria A”.

“No al Cdr in Enel, senza se e senza ma, un no che noi di Rifondazione diciamo da tempi non sospetti. Felici di apprendere che altri politici spezzini abbiano cambiato idea – prosegue Lombardi – ma noi non abbiamo mai avuto tentennamenti e saremo sempre dalla parte giusta, quella dei cittadini, dei lavoratori, della gente“.

Durante l’iniziativa sono stati illustrate le linee politiche di Rifondazione dal resp.Ambiente spezzino Prc, William Domenichini, riguardo al No al Cdr in Enel e sulle proposte alternative: “La classe politica spezzina non si nasconda dietro un dito. Non parliamo del centrodestra, che vuole incenerire il nostro Futuro e non ha nemmeno il coraggio di dirlo alla gente, ma diciamo agli alleati del centrosinistra che non dobbiamo sprecare la possibilità di cambiare realmente il nostro territorio, dando possibilità di sviluppo senza calpestare la salute della gente”.

“Rifondazione – prosegue Domenichini – è contraria all’incenerimento dai tempi della proposta del forno di Boscalino e siamo tornati dopo un anno a Melara non solo per ribadire il nostro NO all’incenerimento, con coerenza e determinazione, ma per condividere i tanti SI che porta con se la strategia Rifiuti Zero e costruire la politica della Sinistra spezzina sui fatti concreti, sul prendere esempio dalle esperienze virtuose, contro le clientele padronali speculative della destra e non sui miraggi poetici o su ostruzionismi inconcludenti“.

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