Senza entrare nel merito delle ragioni giuridiche che hanno portato il Consiglio di Stato a ribaltare la sentenza del Tar Liguria inerente alla realizzazione del biodigestore di Saliceti, esprimiamo grande preoccupazione per le sorti di un territorio già ricco di criticità che, con l’arrivo del biodigestore, andranno ad aggravarsi ulteriormente.
Siamo preoccupati dalla deriva politica del presidente della Regione Toti e del suo assessore Giampedrone insieme col presidente della Provincia Peracchini che hanno difeso e portato avanti gli interessi di ReCos/Iren senza mai nemmeno confrontarsi con i sindaci di Vezzano e Santo Stefano (che si sono visti costretti ad intraprendere la via legale per cercare di avere voce in capitolo e difendere il proprio territorio) e totalmente sordi alle richieste della popolazione che ha più e più volte manifestato il proprio dissenso alla realizzazione dell’impianto, arrivando a bloccare la via Cisa con un corteo che ha visto la partecipazione di oltre duemila persone.
Anche il ministero si é reso complice di questa scelta nefasta, finanziando con 40 milioni il progetto, nonostante in quel momento l’autorizzazione a procedere con i lavori fosse bloccata dalla sentenza del Tar Liguria.
Il ciclo dei rifiuti doveva chiudersi ma per farlo non era necessario realizzare un biodigestore sovrastimato per il fabbisogno provinciale su un territorio fragile che oltretutto già ospita l’impianto Tmb del rifiuto indifferenziato. Evidentemente a Provincia e Regione non solo poco importa di trasformare Saliceti, località di confine tra Santo Stefano e Vezzano, nella pattumiera della Liguria ma dimostra ancora una volta il suo disinteresse per la Val di Magra nel suo insieme.
Giampedrone auspica che i lavori partano nel più breve tempo possibile senza preoccuparsi e predisporre azioni di controllo speciale sul funzionalmente di un impianto che sorgerà sulla falda acquifera collegata ai pozzi di Fornola e senza tenere conto dei risvolti viabilistici in una zona a traffico già congestionato su cui incombe anche l’assurdo progetto della bretella Ceparana – Santo Stefano che manca totalmente di una visione d’insieme.
Siamo pronti a sostenere azioni concrete di protesta qualora associazioni, comitati e popolazione decidessero di agire in tal senso ed esprimiamo solidarietà alle amministrazioni comunali di Santo Stefano e Vezzano, anche a loro va il nostro sostegno per le nuove sfide che purtroppo si troveranno a dover affrontare vista l’ amara sentenza del Consiglio di Stato.
Rifondazione Comunista, federazione provinciale La Spezia
Apprendiamo con soddisfazione la notizia che il Tar della Liguria ha accolto il ricorso contro il biodigestore di Saliceti presentato dai comuni di Santo Stefano di Magra e Vezzano Ligure.
Questo rappresenta una vittoria non solo per le amministrazioni comunali ma anche per tutta la popolazione che in questi anni ha sostenuto con forza la battaglia contro la realizzazione dell’impianto.
Il punto vincente è stato proprio quello riguardante la pianificazione, importante testimonianza del fatto che il privato, in questo caso ReCos – Iren, non può realizzare impianti dove meglio ritiene per le proprie esigenze di business ma deve attenersi alla pianificazione.
Non ci sorprende il comunicato di Regione Liguria che ribadisce la giustezza delle autorizzazioni rilasciate e dichiara l’intenzione di ricorrere al Consiglio di Stato per l’annullamento della sentenza odierna.
In più occasioni il presidente Toti e l’assessore Giampedrone hanno dimostrato una totale indifferenza a quelle che sono le giuste e legittime richieste di un territorio e più in generale di una gestione del ciclo dei rifiuti che metta al primo posto la tutela dell’ambiente e il servizio alla cittadinanza, non le esigenze di mercato dei privati.
Rifondazione Comunista, Segreteria Provinciale
La federazione provinciale di Rifondazione Comunista esprime piena soddisfazione per l’elezione a consigliere provinciale spezzino di Massimo Lombardi, capogruppo Prc in consiglio comunale della Spezia,
In sinergia con le altre forze di centrosinistra, Rifondazione rientra in consiglio provinciale a quasi nove anni di distanza dall’ultima esperienza, quando ancora vigeva l’elezione diretta per un ente oggi depauperato e bistrattato, ma che rappresenta un valore importante in un territorio complesso come il nostro.
Restano le critiche che in questi anni abbiamo espresso per l’assurda elezione “di secondo livello” che taglia la voce popolare e decide tutto (o quasi) a tavolino: per questo fanno sorridere i toni trionfalistici del centrodestra e del presidente in carica Peracchini.
Con Lombardi estenderemo la lotta al sindaco/presidente nonché luogotenente totiano contro la gestione ambientale della provincia, che vede nel contrasto al progetto del biodigestore Recos-Iren di Saliceti il primo obiettivo della nostra attività di opposizione.
In Provincia porteremo alla luce anche la pessima situazione delle strade provinciali e degli edifici delle scuole superiori, oltre ai temi del lavoro e della sanità, dando voce nel palazzo alle istanze di ogni cittadino della provincia spezzina.
Rifondazione Comunista, federazione provinciale La Spezia
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Esprimiamo forte indignazione sia per le modalità di gestione che per l’esito della conferenza dei servizi sull’impianto di digestione anaerobica che si vuol realizzare in località Saliceti. Ad eccezione dei comuni di Santo Stefano Magra e Vezzano Ligure, tutti gli enti partecipanti hanno espresso parere favorevole dimostrando non solo una totale sordità alle preoccupazioni e alle richieste della popolazione e dei comitati che si battono da anni per fermare questo scempio, ma facendosi beffe anche dell’invito ad un ulteriore approfondimento sollecitato dal ministro dell’Ambiente Costa tramite una lettera inviata al presidente Toti.
Proprio ieri sera con un comunicato stampa, il gruppo politico “Cambiamo con Toti” ha ribadito che il progetto sarebbe andato avanti in ogni caso, appellandosi ad una presunta idea di progresso, che in realtà é puro sfruttamento di un territorio già martoriato da numerose criticità che vanno ad aggiungersi al rischio concreto di inquinamento della falda acquifera, per favorire il business sui rifiuti gestiti da ReCos Iren.
Ricordiamo al presidente Toti che La Spezia é una provincia virtuosa in materia di raccolta differenziata, non merita di diventare l’immondezzaio della regione. Inoltre per smaltire il rifiuto organico non esistono solo i biodigestori, ci sono gli impianti di compostaggio aerobico da modellare secondo il fabbisogno provinciale. Il servizio per la popolazione é lo smaltimento del rifiuto, non la produzione del biogas e i succulenti incentivi per la società incaricata di realizzarlo.
Segreteria provinciale di Rifondazione Comunista La Spezia
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Il presidio convocato ieri mattina dal sindacato della Uil sul caso della lavoratrice licenziata da Acam/Iren ha un grande valore politico oltre che di umana solidarietà. Continuare a denunciare gli effetti della terribile Legge Fornero ancora in pieno vigore, nonostante le promesse di abolizione dei partiti ora al governo, è un dovere da parte di tutte le associazioni partitiche e sindacali che vogliono mettere al centro la dignità e i diritti delle lavoratrici e dei lavoratori.
Liquidare un licenziamento con dei soldi (in questo caso peraltro pubblici) a fronte di una richiesta di reintegro, a prescindere dalla giusta causa o meno, è quanto di più umiliante una persona possa subire.
Riceverlo con il ghigno sorridente sul volto dei rappresentanti della multiutility di Iren come ci raccontavano al presidio, ancora di più. L’odio di classe di chi sta sopra rispetto a chi sta sotto è quanto mai vivo e vegeto.
Sembra non ci sia fine al depotenziamento dei diritti di chi a fatica lavora o cerca di farlo. Non bastano i bassi salari, i contratti a termine, le basse condizioni di sicurezza e i bassi inquadramenti rispetto alle mansioni svolte. No tutto questo non basta. Vogliono pure l’umiliazione e l’asservimento totale, perché per Acam/Iren è chiaro che questo episodio serve “da esempio” a tutti gli altri lavoratori e lavoratrici. La richiesta di “silenzio” fatta in fase di conciliazione parla da sola.
Per questo è stato oggi importante questo presidio, i lavoratori e le lavoratrici ci sono, hanno dimostrato che continueranno a denunciare l’arroganza della multiutility senza alcun timore, che intenteranno altre cause e vertenze per altre mancanze anche in altri settori.
Quello che rende debole la reazione alle ingiustizie è l’isolamento di chi le subisce: c’è da ricostruire una rete di mutualismo militante ed una consapevolezza tra le cittadine e cittadini, che di fronte all’ingiustizia non si è soli e nello stesso tempo l’ingiustizia non è mai personale, ma riguarda tutti. A presidio di ieri mancava l’adesione di Cisl e Cgil, ma il fatto che lavoratori e lavoratrici iscritti a queste sigle fossero comunque presenti è un segnale che crediamo verrà colto per le iniziative future.
Cogliamo l’occasione per esprimere ancora una volta tutta la nostra solidarietà a Teresa (che abbiamo avuto modo di ascoltare poche settimane fa alla festa provinciale di Rifondazione a Falconara) e la nostra indignazione verso Iren ed il sindaco Percacchini.
Quest’ultimo, ex sindacalista, non si è mai degnato di ricevere le delegazioni sindacali nonostante il suo assessore Casati fosse il responsabile della denuncia della lavoratrice in una doppia veste (assessore e dipendente Acam) del tutto discutibile.
Il coraggio e la responsabilità delle proprie azioni non sembra appartenere a questo ciclo politico di governo.
Veruschka Fedi,
segretaria provinciale Rifondazione Comunista La Spezia
Tags: ACAM, assessore, casati, fedi, iren, lavoratori, licenziamento, lotta, peracchini, presidio, rifondazione, sindacati, sindaco
Rifondazione Comunista La Spezia e Spezia Bene Comune esprimono ferma condanna alla dirigenza di Acam Ambiente e all’assessore Casati che hanno voluto il licenziamento punitivo di una lavoratrice dell’azienda. Si tratta infatti di una vicenda incresciosa su più livelli. Prima di tutto nei confronti della dipendente, che paga una pena esagerata e sproporzionata rispetto alle contestazioni attribuiteli. Riteniamo sia il segnale evidente di una politica in linea con i tempi, forte con i deboli e debole con i forti, nemica dei lavoratori e che strizza l’occhio ai potenti. La giunta Peracchini e il suo assessore “sceriffo” Casati si inseriscono perfettamente in questo solco.
A questo proposito cogliamo l’occasione per ribadire come sia piuttosto lo stesso Casati, così ligio nel rispetto delle regole altrui, a trovarsi fin dal suo insediamento in giunta nella posizione di pieno conflitto di interessi, dato che risulti rivestire il doppio ruolo di vertice amministrativo (in quanto assessore all’ambiente) e dipendente della stessa Acam. Sia dunque Casati a dimettersi, o da Acam o dalla giunta Peracchini, oppure sia il sindaco a prendere una decisione in merito: solleveremo in ogni caso la questione in consiglio comunale.
L’atteggiamento di Iren nel non voler concedere nessun incontro con i sindacati adottando l’unica strada che conoscono questi colossi (ossia il profitto a danno di lavoratori e utenze) era facilmente prevedibile e lo avevamo da sempre denunciato tra le contrarietà della svendita della municipalizzata. La determinazione dei lavoratori di Acam Ambiente nel far quadrato attorno alla collega licenziata proclamando lo sciopero del 7 novembre e altre agitazioni al contorno, è sintomo della gravissima preoccupazione di quanto questo licenziamento possa esser solo il primo indizio dell’arroganza che ancora deve emergere in tutta la sua forza da parte di Iren.
Incomprensibile, poi, la posizione assunta da Cisl in questa vertenza che pur esprimendo solidarietà nei confronti della lavoratrice parla di una strumentalizzazione politica della vicenda; bene sarebbe invece ricomporre il fronte sindacale unito ed il coinvolgimento delle altre “sorelle” di Acam Ambiente. Rifondazione Comunista e Spezia Bene Comune si mettono a disposizione affinché questa lotta diventi patrimonio comune della cittadinanza in tutte le sue forme.
Rifondazione Comunista La Spezia
Spezia Bene Comune
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Oggi si è consumata l’ennesima farsa del Partito Democratico riguardo il futuro biodigestore di Saliceti-Boscalino.
Una farsa che Rifondazione intende denunciare per l’incredibile modalità in cui si è svolta.
A fine giugno la consigliera comunale Prc Nadia Lombardi aveva ha presentato un atto in cui si impegnava l’amministrazione a fare chiarezza ai cittadini vezzanesi sulle voci che circolavano da diverso tempo riguardo ad una possibile costruzione di un impianto di trattamento dei rifiuti organici da realizzarsi nell’area di Saliceti in ampliamento della struttura già presente, o in alternativa Boscalino.
Dopo quasi tre mesi il sindaco Abruzzo, nonostante non abbia più convocato una seduta dai primi di giugno, nella convocazione prevista per il prossimo venerdì 28 settembre ha inserito nella discussione un documento firmato dalla Direzione del Pd escludendo il nostro. Addirittura non si capisce da quali consiglieri sia stato presentato, dato che che tutti ne sono all’oscuro, mentre quello firmato ufficialmente dalla Lombardi, che tra l’altro chiedeva una relazione sull’analisi dell’impatto prodotto sulla salute dei cittadini da parte dell’attuale impianto di Saliceti, sembra sparito nel nulla. Questo documento, inoltre, non vedrà alcuna votazione.
A tutto ciò va aggiunto che è stato convocato un consiglio in forma straordinaria, mentre lo statuto comunale dice chiaramente che in caso di bilancio consuntivo il consiglio deve essere ordinario, per via dei tempi di convocazione. Una serie di gravi irregolarità che denunciamo con forza mentre siamo noi ora a chiedere un consiglio straordinario con la riproposizione del nostro ordine del giorno, invitando tutti i consiglieri del Pd a sottoscriverlo.
L’allarme sul biodigestore era scattato in primavera grazie ai comitati di cittadini costituiti a Santo Stefano e successivamente ad Arcola e Vezzano, cosa che ha fatto tornare parzialmente sui propri passi il Partito Democratico rispetto a quanto aveva a suo tempo stabilito nel piano regionale dei rifiuti.
Oggi scopriamo come la marcia indietro sia parziale ed ipocrita perché viene espressa la classica formula del “non nel mio giardino”, ammettendo che l’impianto debba essere sì realizzato, ma altrove. Un’ottima maniera per cercare di salvare il salvabile dal punto di vista elettorale come ha fatto del resto anche il Pd di Arcola, che ha chiamato incitato la protesta dei cittadini di Baccano e Pianazze solo per lavarsi la coscienza.
Noi crediamo, infatti, che il Pd sia stato d’accordo fin dall’inizio con la proposta di Iren avallata da Regione Liguria e Provincia della Spezia, ora a guida centrodestra ma perfettamente in linea con quanto fatto prima da Burlando e Federici. Come dimenticare a proposito di farse, la doppia sceneggiata dello scorso agosto, quando i consiglieri provinciali del Pd, in maggioranza teorica, si sono presentati in minoranza e con un consigliere dimissionario, facendo così approvare la modifica al piano approvando, di fatto, la realizzazione del biodigestore sul territorio spezzino?
Noi crediamo che si possa realizzare qualcosa di molto meno impattante per la salute dei cittadini e dell’ambiente, peccato che per il colosso Iren, nuovo proprietario di Acam, tutto ciò non creerebbe profitto. Il Pd deve spiegare tutto questo in faccia ai cittadini e senza giri di parole o trucchetti che sanno solo di presa in giro istituzionale.
Rifondazione Comunista, federazione provinciale La Spezia
Circolo XXV Aprile – Aldo Lombardi di Vezzano Ligure
Tags: abruzzo, ACAM, Arcola, biodigestore, Boscalino, consiglio comunale, iren, Pd, rifondazione, Saliceti, santo stefano, sindaco, vezzano
Rifondazione Comunista esprime la totale solidarietà alle comunità di Santo Stefano Magra, Arcola e Vezzano Ligure che sono state oggetto di attenzione per la costruzione del famigerato biodigestore. I nostri consiglieri comunali Nadia Lombardi per Vezzano e Salvatore Romeo per Arcola si sono mobilitati affinché le rispettive amministrazioni assumessero una posizione chiedendo una discussione in consigli straordinari, mentre i nostri militanti sono già da tempo parte integrante delle organizzazioni di base e dei comitati che hanno raccolto firme tra le cittadine e i cittadini delle comunità ad oggi interessate.
E’ evidente a tutti che stiamo parlando di una questione di scala provinciale, per questo è sconcertante che il presidente della Provincia, Giorgio Cozzani, non abbia ancora assunto una posizione chiara. A lui chiediamo se avrà il coraggio di tutelare la salute dei nostri concittadini, oppure di avallare gli interessi privati di Iren. Tale imbarazzante silenzio raggiunge anche la giunta Toti, alla quale andrebbe posta la stessa questione.
Un nuovo impianto per il trattamento dei rifiuti nella provincia della Spezia non ha nessuna logica, né ambientale, né economica. Non si tratta di scegliere il luogo adatto ma di una scelta che graverebbe sulle spalle dei cittadini sia sotto il profilo dei costi che sotto il profilo del peggioramento della salubrità dei luoghi che vedrebbero nascere un impianto inutile e dannoso.
Rifondazione sostiene dal 2008 la proposta di Rifiuti Zero. L’abbiamo fatto portando alla Spezia il prof. Paul Connett per ben due volte, lo abbiamo fatto facendo approvare la delibera di adesione in alcuni comuni spezzini, lo abbiamo fatto consapevoli che l’unica via da percorre nella gestione dei rifiuti è l’esempio dei comuni virtuosi, che portano la raccolta differenziata al 90% riducendo ai minimi termini la frazione secca. Il biodigestore sarebbe l’ennesimo sperpero di soldi in un grande impianto, soldi che dovrebbero essere investiti nel servizio di raccolta, e che per giunta pregiudicherebbe una gestione virtuosa perché giustificherebbe la lavorazione dell’indifferenziato che deve diminuire, non aumentare.
Rifondazione Comunista, federazione provinciale La Spezia
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“Il mio primo atto sarà non riconoscere l’atto d’interesse Acam-Iren mentre farò rispettare il risultato referendario del 2011 sul mantenimento dell’acqua pubblica”.
Così esordiva in campagna elettorale l’attuale sindaco spezzino Peracchini. Sono passati otto mesi e oggi lo vediamo strenue sostenitore dell’aggregazione Acam-Iren, una scelta che già pone non pochi imbarazzi nella lista Guerri, che si apparentò con lui al ballottaggio con la scusa dei programmi e che ora dovrà chiarire se starà fuori dalla maggioranza.
Nelle grandi multiutility, come Iren, chi comanda sono banche, assicurazioni, fondi d’investimento che non hanno certo a cuore l’interesse dei cittadini, ma solo l’obiettivo di far cassa su un bene essenziale e primario come l’acqua.
Inoltre la gestione di questo colosso comporta la de-territorializzazione: i comuni non contano più nulla, i cittadini ancor di meno. La questione dell’acqua è sempre più un fatto di democrazia e chi pensa di trarne profitto esclude irresponsabilmente il tema dello spreco di una risorsa fondamentale per la vita umana sulla quale non è tollerabile alcuna speculazione.
Infine dove c’è stata privatizzazione non si è visto alcun aumento di efficienza nel servizio, né vi è stato incremento occupazionale, tanto che in molte città europee si è fatto marcia indietro. Infatti meno personale e meno investimenti significa più utili ai soci: sbandierare ancora una volta che questa operazione porterebbe beneficio ai lavoratori è un’enorme farsa, già messa in scena e diretta dai predecessori di Peracchini, ossia il Pd di Federici.
Il piano di ristrutturazione del debito depositato da Acam in tribunale non prevedeva l’aggregazione con Iren o altro soggetto: ciò sta a significare che l’unico interesse che spinge oggi i sindaci attiene unicamente alla esigenza delle banche creditrici di Acam. Velocizzare il pagamento del debito, escludendo ogni ipotesi di gestione di un bene comune, è una prerogativa inaccettabile che subordina una risorsa fondamentale agli interessi della finanza.
Ciò porta all’ovvia conclusione politica, che da anni denunciamo fuori e dentro i banchi dei consigli comunali: l‘operazione, studiata e voluta dal Pd, viene ora conclusa dal centrodestra totian-leghista, a conferma che si tratta di due facce della stessa medaglia, quella degli affari e degli interessi della finanza e non della collettività, per i quali un sindaco, di qualsiasi colore sia, dovrebbe esclusivamente lavorare.
Veruschka Fedi,
segretaria provinciale Rifondazione Comunista La Spezia
Tags: ACAM, Acqua, affari, banche, guerri, iren, lega, multiutility, Pd, peracchini, rifondazione, spezia
Rifondazione Comunista esprime forte contrarietà per la decisione dell’amministrazione comunale spezzina di “aggregare” la partecipata Acam con il colosso multiutility Iren.
Riteniamo tale decisione contraria ai principi sanciti dal referendum del 2011 che obbliga la gestione pubblica del bene primario dell’acqua, senza alcuna possibilità di profitto. Difficile immaginare che ciò non avvenga, trattandosi di una società quotata in borsa, con parte dei capitali forniti da una banca come Intesa San Paolo, che quindi punterà esclusivamente ai propri interessi di cassa e non certo all’amministrazione del servizio nell’interesse dei cittadini.
Senza contare le ripercussioni sui lavoratori, che già hanno compiuto enormi sacrifici con i contratti di solidarietà e con i vari demansionamenti e che ora, nella speranza di non dover perdere il posto, sono costretti ad accettare tale situazione.
Il ricatto occupazionale dovuto alla giusta preoccupazione da parte dei sindacati deve far riflettere ancora una volta sulla vergognosa gestione degli ultimi dieci anni di Acam per la quale nessuno ha mai pagato se non i cittadini (in termini di disservizi e nelle bollette) e i lavoratori.
Chiediamo all’amministratore delegato Garavini (ben pagato con i soldi pubblici) a cosa sono servite le recenti cessioni dei rami di azienda più remunerativi (come il Gas) per arrivare lo stesso alla solita conclusione, ossia la privatizzazione dell’acqua.
Per questi motivi tutti i nostri consiglieri comunali voteranno contro questa soluzione e invitiamo tutte le forze attive e democratiche della provincia a una grande manifestazione di protesta in difesa dei beni comuni pubblici da lanciare nei prossimi giorni in città.
Rifondazione Comunista, federazione provinciale La Spezia
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