Aggregazione Iren-Acam, Canzio (Prc Levanto): “Voto contrario alla privatizzazione, tradisce il referendum e i lavoratori”
18 febbraio 2017, by admin
Archiviato in Dalla Provincia, Partito, Primo piano
Lo scorso giovedì sera in consiglio comunale di Levanto Rifondazione Comunista, a differenza della maggioranza, ha votato contro il nuovo piano industriale di Acam che prevede l’aggregazione con il colosso Iren. A partire dal necessario distinguo che sento di rivendicare appartenendo ad una coalizione composta da differenti partiti e sensibilità, ritengo fondamentale allinearmi al mandato amministrativo per il quale siamo stati eletti, ma al contempo esprimere libertà di voto per pratiche riguardanti tematiche più generali.
Nel caso Acam Spa ritengo quanto segue:
1) il nuovo piano tradisce l’esito referendario del 2011, per il quale mi ero particolarmente spesa, che bocciava la privatizzazione dei servizi pubblici a rilevanza economica;
2) già nel 2013 era stato approvato un pesante piano di riassetto che prevedeva la cessione di due rami sani (gas e ambiente), la riduzione del costo lavoro(flessibilità e demansionamenti) prevedendo però il mantenimento pubblico al 100%;
3) ora ci raccontano che tutto è stato vano e bisogna aggregarsi con un soggetto più forte.
Ad oggi esiste una manifestazione di interessi da parte di Iren, colosso quotato in borsa e partecipato dalle banche. Dico NO perché accettare l’aggregazione significherebbe mettere i lavoratori alla mercè del mercato del lavoro (oggi dicono che verranno mantenuti, domani chi ci garantisce che non verranno trasferiti? I lavoratori non devono diventare pedine) e non avere più la governance da parte dei comuni. Dico NO perché non accetto che la politica abdichi al suo ruolo, delegando al mercato i suoi compiti.
No all’aggregazione Acam-Iren: “Acqua deve rimanere pubblica, subito una manifestazione di protesta in città”
16 febbraio 2017, by admin
Archiviato in Dalla Provincia, Partito, Primo piano
Rifondazione Comunista esprime forte contrarietà per la decisione dell’amministrazione comunale spezzina di “aggregare” la partecipata Acam con il colosso multiutility Iren.
Riteniamo tale decisione contraria ai principi sanciti dal referendum del 2011 che obbliga la gestione pubblica del bene primario dell’acqua, senza alcuna possibilità di profitto. Difficile immaginare che ciò non avvenga, trattandosi di una società quotata in borsa, con parte dei capitali forniti da una banca come Intesa San Paolo, che quindi punterà esclusivamente ai propri interessi di cassa e non certo all’amministrazione del servizio nell’interesse dei cittadini.
Senza contare le ripercussioni sui lavoratori, che già hanno compiuto enormi sacrifici con i contratti di solidarietà e con i vari demansionamenti e che ora, nella speranza di non dover perdere il posto, sono costretti ad accettare tale situazione.
Il ricatto occupazionale dovuto alla giusta preoccupazione da parte dei sindacati deve far riflettere ancora una volta sulla vergognosa gestione degli ultimi dieci anni di Acam per la quale nessuno ha mai pagato se non i cittadini (in termini di disservizi e nelle bollette) e i lavoratori.
Chiediamo all’amministratore delegato Garavini (ben pagato con i soldi pubblici) a cosa sono servite le recenti cessioni dei rami di azienda più remunerativi (come il Gas) per arrivare lo stesso alla solita conclusione, ossia la privatizzazione dell’acqua.
Per questi motivi tutti i nostri consiglieri comunali voteranno contro questa soluzione e invitiamo tutte le forze attive e democratiche della provincia a una grande manifestazione di protesta in difesa dei beni comuni pubblici da lanciare nei prossimi giorni in città.
Rifondazione Comunista, federazione provinciale La Spezia
No alla grande multiutility del nord!
15 marzo 2012, by admin
Archiviato in Ambiente, Dall'Italia, Primo piano
Facciamo parte dei 27 milioni di cittadine e cittadini che si sono espressi contro la privatizzazione dell’acqua e per la difesa dei beni comuni. Viviamo con forte preoccupazione i ripetuti tentativi di cancellazione del risultato referendario, che colpiscono al cuore la partecipazione democratica e la credibilità delle istituzioni.
Con l’abrogazione dell’art. 23 bis, il referendum ha restituito alla sfera pubblica non solo l’acqua, ma anche gli altri servizi pubblici, compresi i rifiuti e il trasporto pubblico locale. Decenni di liberalizzazioni e privatizzazioni mostrano oggi il fallimento di questo disegno che ha visto il pubblico ritirarsi dai propri compiti e i Comuni trasformarsi da garanti dei servizi pubblici in azionisti. Ci lasciano aziende con miliardi di debito, aumento dei costi dei servizi per i cittadini, peggioramento delle condizione dei lavoratori del settore, azzeramento degli investimenti in nuove reti, impianti e tecnologie, spreco di ingenti risorse naturali, finite e irriproducibili, e una drastica riduzione degli spazi di democrazia, di partecipazione e di trasparenza.
La proposta di creare una grande multiutility del nord si inserisce in questo quadro desolante. Ripercorre la strada dei fallimenti testimoniati dai bilanci in debito di A2A, Iren, Hera, ecc.; ci ripropone l’idea di vendere servizi essenziali per coprire buchi di bilancio; punta a superare i debiti delle aziende attraverso economie di scala. E’ un’operazione lobbistica e verticistica di istituzioni, managers e correnti di partiti, estranea alle città interessate, che espropria i consigli comunali dei loro poteri e allontana le decisioni dal controllo democratico. Oggi serve una gestione dell’acqua, dei rifiuti, del TPL, dell’energia, prossima ai cittadini e alle amministrazioni locali, per garantirne la trasparenza e la partecipazione nella gestione dei servizi.
Oggi più che mai una scelta del genere non deve essere perseguita. Al contrario è necessario aprire un ampio dibattito pubblico che coinvolga le amministrazioni locali, le assemblee elettive, coloro che hanno promosso e vinto i referendum, le associazioni, i comitati, tutti coloro che vogliono preservare l’universalità dei diritti fondamentali, come l’acqua, e tutelare i diritti dei lavoratori. Riteniamo indispensabili modalità nuove ed etiche per garantire ai Comuni investimenti pubblici necessari a realizzare politiche ambientali di risparmio idrico ed energetico e di riduzione, recupero e riuso dei rifiuti – obiettivi previsti dalla Direttiva Europea sulla promozione delle fonti rinnovabili. Non accettiamo di farci espropriare delle condizioni minime per esercitare i diritti di cittadinanza, di riproducibilità della nostra vita associata, in armonia con l’ambiente.
Per queste ragioni, pensiamo sia interesse di tutta la società civile fermare questo progetto che si presenta come un ulteriore attacco alla democrazia e ai beni comuni. Chiediamo a tutte le forze politiche, sociali e sindacali, in particolare quelle che hanno sostenuto i referendum, di prendere una posizione chiara opponendosi con decisione a questo progetto e portandolo alla discussione e al pubblico dibattito. Ci impegniamo a favorire tutti i possibili momenti informativi, di dibattito e di sensibilizzazione.
FIRMATO: DARIO FO (Attore, premio Nobel) – FRANCA RAME (Attrice) – MONI OVADIA (Attore) – STEFANO RODOTA’ (Giurista) – ELIO E MANGONI (Le storie tese) – NANDO DALLA CHIESA (Sociologo Univ. Milano) – GIULIO CAVALLI (Attore e Consigliere Regione Lombardia SEL) – LORIS MAZZETTI (Giornalista RAI) – PAOLO ROSSI (Attore) – BASILIO RIZZO (Presidente Consiglio comunale Milano) – GUIDO VIALE (Economista) – ALBERTO LUCARELLI (Giurista, Assessore Comune Napoli) – VITTORIO AGNOLETTO (Ex-Parlamentare Europeo) -LUIGI FERRAIOLI (Costituzionalista Univ. Camerino) – UGO MATTEI (Giurista Univ. Torino) – BRUNO BOSCO (Economista, Preside Facoltà Giurisprudenza Univ. Milano Bicocca) ANDREA DI STEFANO (Dir. Rivista Valori) – ELIO VELTRI (Scrittore) – LUCA NIVARRA (Giurista Univ. Palermo) – GAETANO AZZARITI (Costituzionalista Univ. La Sapienza Roma) – ROBERTO BIORCIO (Sociologo Univ. Milano Bicocca) – EMILIO MOLINARI (Movimento acqua) – MARIO AGOSTINELLI (Energia felice) – MASO NOTARIANNI (Emergency) – DIEGO PARASSOLE (Attore) – ALBERTO PATRUCCO (Attore) – SILVANO PICCARDI (Regista) – PIETRO RAITANO (Dir. Altreconomia) – LUCA MARTINELLI (Giornalista Altreconomia) – RENATO SARTI (Regista) – BEBO STORTI (Attore) – JOLE GARUTI (Dir. Centro studi Sao) – LUCA KLOBAS (Attore) – LEONARDO MANERA (Attore) – NADIA VOLPI (Italia Nostra) – RITA PELUSIO (Attrice) – HENRY ZAFFA (Attore) – PAOLO CACCIARI (Crescita felice) – GIANNI TAMINO (Biologo Univ. Padova)
http://www.acquabenecomune.