“Vicini alla famiglia del lavoratore che si è tolto la vita a Riccò. Governo e istituzioni varie pongano fine alla piaga della disoccupazione”

3 marzo 2014, by  
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La tragedia di Riccò del Golfo è una pagina sconvolgente per il nostro territorio. 

Siamo vicini alla famiglia dell’uomo che si è tolto la vita davanti ai propri figli perchè in preda alla disperazione dopo la perdita del proprio posto di lavoro.

Le istituzioni devono dare delle risposte concrete alla popolazione, sempre più presa dalla morsa della mancanza di lavoro, della precarietà assoluta, dell’assenza totale di prospettive.

Una situazione esasperante che alla lunga strangola la dignità e la vita delle persone.

E’ ora di finirla con i proclami inutili e propagandistici.

O governo ed enti vari intervengono immediatamente per risolvere questa piaga sociale sempre più dilagante, o questa spirale di morte aumenterà a dismisura nel corso del tempo.

Rifondazione Comunista, federazione provinciale La Spezia

Cassa integrazione per quaranta dipendenti Intermarine, Prc/Fds La Spezia: “Sfruttata subito la nuova legge Fornero sui licenziamenti?

4 luglio 2012, by  
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La federazione provinciale spezzina di Rifondazione Comunista/Fds esprime forte preoccupazione per la difficile situazione venutasi a creare nell’azienda Intermarine, una delle più importanti realtà lavorative del panorama provinciale. Infatti, di concerto con le organizzazioni sindacali di categoria, l’azienda si avvia alla messa in cassa integrazione di circa quaranta dipendenti, come verrà confermato domani mattina nell’incontro tra i sindacati e il primo cittadino di Sarzana Massimo Caleo.

Rifondazione Comunista esprime anzittutto solidarietà e vicinanza a tutti i lavoratori Intermarine e ai tantissimi lavoratori delle imprese in appalto e dell’indotto che entrerebbero a loro volta in crisi e con essi l’intera economia locale.

Al nostro territorio Intermarine ha dato molto sia in termini produttivi che di occupazione, ma ha anche preso molto, tracontributi pubblici, statali e regionali, compreso l’ultimo accordo stipulato con i comuni di Sarzana e Ameglia, la Provincia della Spezia e l’Ente Parco Montemarcello-Magra riguardo alla possibilità di ampliamento del cantiere.

Temiamo che ci possa essere in atto una speculazione e domandiamo alle istituzioni di ogni livello di intervenire subito a fianco dei sindacati generali che a loro volta, di concerto con quelli di categoria, si facciano carico del gravoso problema.

Inoltre non è chiaro quale sia l’orizzonte strategico dell’azienda, che giustifica questo doloroso taglio di personale con una presunta crisi di liquidità. L’amministratore delegato Colaninno, in visita ai cantieri due mesi orsono, aveva dichiarato di avanzare dallo stato italiano crediti per circa 30 milioni di euro. Se è questo il problema chiediamo che lo stato sblocchi subito tali fondi e si impedisca la cassa integrazione.

Pensando invece male si può immaginare che sia in atto una vera strategia aziendale di riduzione del personale, magari approfittando della nuova legge Fornero (che ha abolito l’articolo 18 dello statuto dei lavoratori) appena pubblicata nella Gazzetta Ufficiale.

Una legge vergognosa che il parlamento ha approvato in maniera bipartizan, e che ha trovato l’opposizione di sindacati e forze politiche come Rifondazione avverse alle disastrose politiche del governo Monti.

Proprio oggi il parlamento bipartizanamente ha votato compatto contro la mozione di sfiducia al ministro Fornero, la stessa che aveva dichiarato che “il lavoro non è un diritto“. La politica ha dunque dimostrato, per l’ennesima volta, di non stare dalla parte dei lavoratori. E’ ora che torni a farlo, nell’interesse dei cittadini e non delle lobbby economiche.

Rifondazione Comunista/Fds La Spezia

Bramanti: “Noi determinanti per l’acqua pubblica alla Spezia”

7 dicembre 2011, by  
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«Se alla Spezia l’acqua rimarrà pubblica il merito è di Rifondazione Comunista».

Così la segretaria provinciale del Prc Chiara Bramanti, rivendica il ruolo del suo partito dall’indomani dell’addio alla fusione Acam-Hera e della decisione di costituire una società idrica ad indirizzo pubblico. «Ci siamo ribellati al pensiero unico» prosegue la Bramanti «nell’intransigenza verso la privatizzazione, in linea con il nostro sostegno al referendum di giugno e con il voto espresso dai cittadini che hanno voluto fortemente l’acqua pubblica».

Vi ritenete l’unica forza politica ad averci creduto?

«La nostra è stata una coerenza che altri hanno dimostrato di non avere, nonostante qualcuno tardivamente abbia appoggiato la battaglia referendaria. Da questa vicenda escono sconfitti i molti esponenti della classe politica locale che nei mesi scorsi ci avevano accusato di utopismo, irresponsabilità e demagogia».

Qual è stato il vostro ruolo nelle istituzioni locali?

«Abbiamo sempre proposto, soli contro tutti, che l’acqua rimanesse pubblica sia nella proprietà delle reti sia nella gestione del servizio. Siamo riusciti a portare nei consigli comunali le istanze dei movimenti a partire dalla modifica degli Statuti, inserendo il principio che l’acqua è un bene comune sul quale nessuno può far valere logiche di profitto. E ciò è stato votato ad Arcola, Follo, Ortonovo, Castelnuovo, Lerici, Levanto, Santo Stefano e Vezzano».

Come agirete nei confronti dei lavoratori Acam?

«Abbiamo costruito un rapporto continuo con molti lavoratori Acam e anche col loro contributo abbiamo attuato un percorso di resistenza verso la fusione che si dava come unica soluzione salvifica. Ora vigileremo perché non ci siano nuovi tentativi di introdurre una privatizzazione mascherata, accentuando l’impegno per la difesa dell’occupazione in Acam e per il rilancio industriale dell’azienda, un patrimonio per il nostro territorio».

Siete reduci dal congresso di Napoli, dove il sindaco De Magistris ha già fatto approvare una società pubblica di controllo idrico…

«Siamo orgogliosi di essere riusciti ad intraprendere la medesima strada qui alla Spezia. La nostra battaglia è in continuità con la scelta del comune di Napoli e di altre comunità europee come Parigi e Berlino, un segnale di civiltà che deve essere completato».

Cosa proponete ora?

«Che il tavolo di confronto ottenuto sull’acqua porti a una società idrica a diritto pubblico e che si ponga la questione del ruolo delle società pubbliche. Su questo terreno non accetteremo soluzioni preconfezionate. L’avvio della ripubblicizzazione di Spezia Risorse dimostra che la fallimentare politica delle privatizzazioni può e deve essere superata».

Quali sono le vostre prossime iniziative?

«Il nostro impegno non si esaurisce e trae nuova forza da questo straordinario risultato. Siamo pronti a lottare anche sulle nuove privatizzazioni che il governo Monti vuol mettere in campo, in continuità con quelle già proposte da Berlusconi».