Elezioni provinciali, Ornati (Sel) e Lombardi (Prc): “No al listone con il centrodestra, pronti a presentare una lista alternativa”
29 agosto 2014, by admin
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Tra poche settimane si terrà il rinnovo del consiglio provinciale spezzino con la famigerata “elezione di secondo livello”, che priva i cittadini del diritto di scegliersi i propri rappresentanti istituzionali.
Riteniamo infatti quantomeno bizzarra, se non cervellotica, la formula nella quale solo i consiglieri e i sindaci in carica possono eleggere e venire eletti.
Nelle ultime settimane i cittadini hanno assistito a un dibattito mediatico esclusivamente incentrato sulla composizione del consiglio: nessun contenuto, nessuna proposta politica, ma solo spartizione di caselle.
Pensiamo che, al di là dei nomi, sia assolutamente necessaria l’apertura di un confronto relativo agli scopi ed agli obiettivi che la Provincia, in questa fase transitoria destinata alla soppressione di tali Enti territoriali, dovrà perseguire.
La cosiddetta legge Del Rio (56/2014) ribadisce, tra le varie competenze della Provincia, quella relativa al coordinamento dei piani urbanistici comunali e la prevenzione del dissesto idrogeologico, temi di rilevanza primaria per il nostro territorio.
Su questo punto occorre chiarezza. Fermare la cementificazione, le grandi opere inutili e puntare su piani manutentivi: questo dovrebbe esser uno dei punti al centro del dibattito, non certo la spartizione da larghe intese della lista elettorale.
Sinistra Ecologia Libertà e Rifondazione Comunista ritengono imprescindibile limitare il dialogo alle forze politiche progressiste, ricercando in tale ambito ed all’interno delle prerogative conferite la condivisione di un progetto di area vasta, di rilancio economico della filiera del territorio.
Escludiamo, fin d’ora, alcuna possibilità di adesione ad un “listone” unico, in perfetto clima da larghe intese o da inciuci, che ricomprenda pure le forze ed i sindaci di centro-destra.
La nostra volontà – concludono i rappresentanti delle Federazioni provinciali – è di riportare il confronto sui temi e di caratterizzarli politicamente. Nel caso in cui si preferirà invece la soluzione da larghe intese e con logiche spartitorie, saremo pronti a presentare un’autonoma lista, aperta non solo ai nostri rappresentanti comunali, ma anche a tutti gli eletti che condivideranno con noi il progetto politico per “Un’Altra Provincia”.
Segretario Provinciale di Rifondazione Comunista La Spezia
Andrea Ornati,
Coordinatore Provinciale di Sinistra Ecologia e Libertà La Spezia
Elezioni europee, Vergassola: “Con Tsipras a sinistra per un’altra Europa, contro le larghe intese di Shulz e Merkel”
13 marzo 2014, by admin
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Elezioni europee 2014, Lombardi: “Appello per un front de gauche spezzino, uniamo la Sinistra a sostegno di Alexis Tsipras presidente”
30 dicembre 2013, by admin
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Il Partito della Sinistra Europea, di cui Rifondazione Comunista fa parte, ha deciso di candidare Alexis Tsipras a presidente della Commissione Europea in vista delle elezioni del 2014.
Siamo stati tra i primi ad avanzare la proposta e ci mettiamo a tutti coloro che condividono la lotta da sinistra contro l’austerità e i trattati neoliberisti europei, dal Fiscal compact a quello di Lisbona.
Una lista che sostenga Tsipras, il giovane capo di Syriza, che in Grecia ha saputo creare una vasta colizione in grado di arginare il nazismo crescente e di sfiorare la vittoria alle elezioni nazionali, sfuggita solo a causa delle larghe intese greche, ossia l’alleanza tra Pasok (centrosinistra) e Nea Dimokratia (centrodestra).
Una lista che senza se e senza ma sieda nel Gue nel prossimo parlamento europeo e che punti a rovesciare le politiche di austerità della troika formata da Francia, Germania e Banca Centrale Europea.
Da tempo, anche alla Spezia, abbiamo sollecitato una discussione in proposito. L’ idea che sta alla base di questa proposta è quella della coalizione di forze su un piano di pari dignità che non ricada negli errori del recente passato e che abbia come valori fondanti la Costituzione, l’antifascismo, la difesa dei beni comuni, del lavoro, dell’ambiente, dei diritti civili, della salute.
Noi proponiamo di costruirla in modi democratici sul principio di una testa un voto, in un processo in cui tutte le soggettività antiliberiste possano essere protagoniste di un percorso comune, non una delega ad una nuova elite di illuminati. Un percorso che rafforzerà le lotte locali su Acam, trasporto pubblico, centrale Enel, acqua pubblica e difesa del suolo.
Per questo, anche nella nostra provincia, rinnoviamo l’appello a tutte le forze politiche, associative, sindacali, per la formazione di un fronte unitario della sinistra, come già esiste negli altri paesi europei, con il fondamentale obbiettivo comune della rappresentanza parlamentare della Sinistra in Europa. Insieme ce la possiamo e ce la dobbiamo fare.
Massimo Lombardi,
segretario provinciale Rifondazione Comunista La Spezia
“Solidarietà al ragazzo spezzino denunciato dalla polizia. No al reato di opinione, sì alla difesa della Costituzione”
23 settembre 2013, by admin
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Rifondazione Comunista della Spezia esprime piena solidarietà al ragazzo spezzino che, nel corso della visita di venerdì scorso in questura del capo della polizia Alessandro Pansa, ha gridato “Ci vuole la rivoluzione“, ricevendo in cambio una denuncia per “grida sediziose” che gli possono causare un anno di carcere.
Riteniamo molto grave il trattamento attuato dalle forze dell’ordine nei confronti di un libero cittadino che ha semplicemente pronuciato una frase, senza per altro offendere nessuna delle autorità presenti.
Il “reato di opinione” è un retaggio fascista che evidentemente si fa fatica a rimuovere, così come la “lesa maestà”.
Un altro esempio di quanto la nostra democrazia sia malata e abbia bisogno di una seria iniezione di ricostituente.
Certamente di una rivoluzione culturale, dato che la Costituzione repubblicana, che protegge il diritto alla libera espressione, sta per essere affondata da un governo di nominati, di condannati e di “larghe intese”, che stravolgeranno il profondissimo senso democratico impresso dai padri costituenti nel 1948.
Le istituzioni tutte dovrebbero pensare di più a difendere la nostra carta costituzionale che accusare le persone di reati inesistenti mentre altri personaggi, ben più altolocati, offendono ripetutamente e impunemente lo stato e le istituzioni stesse, magari in diretta tv a reti unificate.
Rifondazione Comunista, federazione provinciale La Spezia
“Gravissime le dichiarazioni di Fresco sull’inceneritore”
12 settembre 2013, by admin
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Le dichiarazioni dell’ex sindaco lericino Fresco, che auspicherebbe un inceneritore alla Spezia, sono gravissime, tanto più perchè pronunciate da un esponente politico che conosce bene il piano provinciale dei rifiuti, strumento che nega, fortunatamente, questa scelleratezza.
Le parole di Fresco non arrivano evidentemente per caso, visto che la regione sta discutendo di un bacino regionale dei rifiuti che giustificherebbe, visto le cifre da paese incivile sulla differenziata, un inceneritore regionale.
Una scelta folle da un punto di vista sanitario e fallimentare da quello economico, a meno che non vi siano i soliti sostanziosi finanziamenti pubblici per opere private, come nel caso della truffa dei CIP6.
Rifondazione Comunista, federazione provinciale La Spezia
La sentenza Dell’Utri: “Berlusconi pagava Cosa nostra”
7 settembre 2013, by admin
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Qualcosa di torbido e di inquietante sta accadendo sotto il cielo d’Italia se il dispositivo della sentenza di appello che ha condannato Marcello Dell’Utri a sette anni di carcere e prova l’esistenza del patto che ha legato a doppia mandata Silvio Berlusconi a Cosa nostra non suscita una definitiva ondata di rigetto, politico e morale, verso il capo del Pdl e verso i suoi accoliti. Ieri abbiamo pubblicato gli stralci, davvero impressionanti, del giudizio che racconta “la genesi del rapporto che ha legato l’imprenditore alla mafia”, attraverso un accordo, stipulato grazie alla mediazione di Dell’Utri, fondato sulla “garanzia della protezione personale a Berlusconi tramite l’esborso di somme di denaro che quest’ultimo ha versato a Cosa nostra, consentendo che l’associazione mafiosa rafforzasse e consolidasse il proprio potere”. Eppure, il purulento gioco politico continua come se niente fosse.
Giorgio Napolitano fa novene perché la sua creatura, il governo delle ‘larghe intese’ continui il suo cammino, perché “l’insorgere di una crisi precipiterebbe il paese in gravissimi rischi”. Dunque il Presidente – si dice in ambienti del Colle – “conserva fiducia nelle dichiarazioni di Berlusconi in base alle quali il governo continua ad avere il suo sostegno”. La partnership con l’uomo di cui si è dimostrata l’organica collusione con il potere mafioso non costituisce dunque alcun problema, non rappresenta alcun rischio per il Paese e la “fiducia” nelle sue dichiarazioni non viene minimamente scossa. E il Pd? Continuerà ancora a coltivare l’illusione di un Pdl affrancato dalla morsa del padrone che lo tiene in pugno? E coloro che non hanno mai smesso di architettare astrusi marchingegni giuridici capaci di regalare al mafioso di Arcore un salvacondotto continueranno nelle loro sconce trame?
Ecco, se il sistema politico italiano è capace di digerire anche questo immondezzaio, vuol dire che l’Italia è davvero esposta ad una crisi democratica che può portare a conseguenze drammatiche. All’Italia è già toccato passare attraverso momenti come questo. O c’è una reazione, un sussulto, qui ed ora, oppure la destra che fino a poco tempo fa veniva definita come “impresentabile” e data per morta passerà come uno schiacciasassi sulle chiacchiere di un centrosinistra invertebrato e incapace di tutto. Allora saranno guai. Più seri di quanto si immagini.
Dino Greco
liberazione.it
“Se non con Marta quando? Pd e Pdl strumentalizzano il decreto anti-femminicidio per reprimere il movimento no Tav”
17 agosto 2013, by admin
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Un’ennesima vergogna da “larghe intese” si nasconde nel decreto legge anti-femminicidio licenziato dal governo lo scorso 8 agosto scorso e che passerà all’analisi del parlamento da martedì 20.
In un articolo nel decreto intitolato “Norme in materia di concorso delle forze armate nel controllo del territorio e per la realizzazione del corridoio Torino-Lione, nonchè in materia di istituti di pena militari” sono previsti inasprimenti contro chi da anni si oppone a uno dei più grandi scempi ambientali mai relizzati in Italia.
Riteniamo un autentico scandalo strumentalizzare una questione così drammatica come la violenza sulle donne per aumentare la repressione del dissenso sulla legittima lotta alla Tav Torino-Lione.
Un altro capolavoro firmato Letta e Berlusconi che si vorrebbe far passare nel più totale silenzio, complice la calura ferragostana e il relativo clima balneare di “agibilità politica”.
A collegamento delle due questioni aggiungiamo un fatto molto rilevante, naturalmente oscurato dalla stampa nazionale ma che sta “spopolando”, come si usa dire oggi, sui social network.
Pochi giorni fa c’è stata una forte mobilitazione in solidarietà a Marta Camposano, compagna pisana no Tav picchiata e molestata delle forze dell’ordine durante il fermo avvenuto dopo la passeggiata notturna in Val Susa il 19 luglio scorso alla quale hanno partecipato anche compagni dalla Spezia.
In seguito Marta è stata umiliata, violata e denigrata da un sindacato di polizia, da giornalisti e pure da un senatore della Repubblica, tal Stefano Esposito del Pd.
Lo slogan scelto per difendere Marta e per portare alla luce questo fatto gravissimo è stato “Se non per Marta quando”, con ovvio riferimento al movimento “Se non ora quando” che non ha detto una sola parola, tra l’omertà generale più assoluta. Ricordiamo che non esistono violenze sulle donne di serie A o di serie B: non vorremmo che il movimento intervenga solo in alcune circostanze, e solo quando fa comodo.
Per questo Rifondazione Comunista della Spezia aderisce all’appello in solidarietà a Marta chiedendo a chiunque di sottoscriverlo, sia personalmente che collettivamente, per esigere giustizia e farle sentire che non è sola ad affrontare l’arroganza di chi pensa di poterla continuare a offendere con tutto il potere personale e mediatico di cui dispone.
Alleghiamo una selezione di documenti utili alla comprensione di quello che sta accadendo e della campagna di solidarietà che vi invitiamo a sottoscrivere.
Marta ha bisogno di noi, adesso. Se non ora, quando? Se toccano una toccano tutte!
Per sottoscrivere l’appello occorre inviare una mail indicando NOME/COGNOME/CITTA’ all’indirizzo: senonconmarta@gmail.com
Le adesioni già raccolte sono centinaia ma intendiamo mantenere aperta la sottoscrizione perché crediamo che gli abusi di polizia non debbano passare sotto silenzio. Una prima presentazione dell’appello è reperibile qui http://www.youtube.com/watch?v=AdsV5wfbSbM e intendiamo continuare a raccogliere adesioni per sostenere in modo concreto il coraggio di Marta e la sua denuncia.
Invitiamo, chi non lo avesse già fatto, ad ascoltare e diffondere la testimonianza di Marta alla conferenza stampa seguita alle cariche della polizia in Val Susa del 19/07/2013 http://www.youtube.com/watch?v=NVUQ5natRj4
E’ già in rete una pagina facebook dove è stata aperta una campagna di raccolta foto per tutt* coloro che vogliano far sentire la loro vicinanza a Marta e ringraziarla per la sua coraggiosa denuncia. Si può trovare digitando https://www.facebook.com/#!/pages/Se-non-con-Marta-quando-Se-toccano-una-toccano-tutte/611101625590032
Un ottimo approfondimento che invitiamo a condividere è la lettera aperta di Simonetta Crisci e Laura Corradi alla Presidente della Camera dei Deputati Laura Boldrini e alla Ministra per l’integrazione Cecile Kyenge: http://www.infoaut.org/index.php/nodi/pisa/item/8587-se-la-violenza-machista-è-di-stato
La denuncia di Marta da voce a le tante storie di abusi ignorati e silenziati dai mass media.
CONDIVIDIAMOLA NOI! DIFFONDIAMOLA NOI!
Rifondazione Comunista, federazione provinciale La Spezia
Di seguito il testo dell’appello:
Con Marta, donna No Tav
Nella notte di venerdì 19 luglio, centinaia di uomini e donne No Tav cercano di avvicinarsi alle recinzioni che espropriano una parte della Val Susa: terra di boschi e lavande, terra che dovrebbe dare frutti, terra che uomini e donne hanno vissuto e rispettato. Terra di lotte partigiane, sentieri che hanno visto combattere, e vincere, contro i nazisti. Ma quella terra ora è deserto, ruspe che scavano e abbattono, recinti e check point, gas che avvelenano, con le popolazioni civili, i loro campi e le loro vigne.
Una terra strappata al presente in nome di un “progresso” che avvelena le vite delle donne e degli uomini, impegnato a distruggere i valori e la dignità delle comunità. Un salto indietro nella storia.
Venerdì 19 luglio uomini e donne No Tav si avvicinano nel buio per battere sulle reti e gridare: “mia nonna partigiana me l’ha insegnato, tagliare le reti non è reato”.
Qualcosa è accaduto, venerdì notte, in Val Susa. Centinaia di agenti, esercito armato e attrezzato per la guerra, hanno assalito quegli uomini e quelle donne armati di torce e limoni e bottiglie d’acqua. Hanno chiuso loro ogni via d’uscita e, novella Diaz, hanno operato una mattanza. I più giovani, come testimoniano gli anziani della valle, hanno cercato di proteggere una via d’uscita ai più deboli, consentendoli di arrampicarsi sulla montagna, fuori dai sentieri chiusi dalle “forze dell’ordine”. Hanno pagato un prezzo altissimo, 63 feriti, 2 fermati, 7 arrestati.
Una nostra amica, Marta, 33 anni, pisana, viene fermata, colpita alle spalle durante la fuga. La sua testimonianza racconta le manganellate alla schiena mentre è schiacciata per terra dagli scarponi di agenti di cui non riesce neanche a vedere il volto. La notte è satura di gas e lei non è protetta da maschere, a differenza degli agenti. La trascinano in due, uno le stringe il collo, dell’altro restano sul suo braccio le impronte livide della stretta. La trascinano mentre altri intervengono. Uno alza il manganello e le spacca la bocca (6 punti esterni, 2 interni), altri le palpeggiano il seno e il pube. E’ un coro di insulti, un gridare “puttana”. Sanguinante la portano dentro il cantiere, gli insulti e gli sputi continuano, ci sono i magistrati e anche una donna poliziotto che non porta conforto ma altri sputi e insulti e molestie verbali.
Un medico di polizia raccomanda il ricovero immediato in Pronto Soccorso. Passeranno quattro ore. Quattro ore di sangue sul volto e sputi e insulti al suo essere donna.
Dal Pronto Soccorso la rilasceranno indagata a piede libero. Non è il caso di farla vedere a un giudice.
Ma la Diaz di Marta non è finita. Non è bastato il pestaggio, non sono bastate le violazioni al suo corpo di donna, non sono stati sufficiente “lezione” gli insulti e gli sputi e il ritardo nei soccorsi.
Marta non è stata zitta. Ha alzato la faccia ferita, è andata davanti alla stampa e ha osato raccontare.
Lei, l’unica dei fermati di quella notte d’inferno che poteva parlare.
E allora la caccia alle streghe riparte. Come donne conosciamo i toni e i modi e la violenza profonda di chi ti umilia e viola e insulta un’altra volta. Ed ecco spuntare l’UGL, sindacato di destra, a chiedere per Marta punizioni esemplari. Ed ecco un senatore della Repubblica, Stefano Esposito, Partito Democratico, divertirsi a twittare che Marta è bugiarda, che le manganellate giuste che ha preso se l’è cercate con la sua “guerra allo Stato” e che certo nessuna molestia c’è stata. Una follia di machismo, una banale arcaica prepotenza sulle donne umiliate e su Marta violata che si permette ancora di ribadire, dalle frequenze di una radio nazionale.
Come donne non possiamo tacere. Non possiamo tollerare che la terra, gli uomini e le donne continuino ad essere violati. Non possiamo più sopportare che la vita e i bisogni di tutte e di tutti siano travolti dall’arroganza dei pochi che su questo possono lucrare. Un arroganza che si crede onnipotente, che pensa di poter travolgere i corpi e le vite delle donne e degli uomini, con la violenza delle armi, prima, con quella degli insulti e della denigrazione e delle menzogne, poi.
Per Marta e i feriti della Val Susa esigiamo giustizia.
Per le donne violate esigiamo rispetto. Se il carnefice è pagato dallo Stato ne esigiamo di più.
http://www.infoaut.org/index.php/nodi/pisa/item/8589-con-marta-donna-no-tav