Accade alla Spezia – ma non solo – che la consigliera regionale Lega Nord Liguria, Stefania Pucciarelli, intervenga in materia di violenza sulle donne dichiarando esplicitamente “nessuno spazio a una cultura maschilista come quella islamica”, invocando la risposta di quelle che a suo parere tacciono a riguardo: le femministe di sinistra.
Innanzitutto mi dispiace deludere la consigliera, ma le femministe di sinistra non tacciono. Si dà il caso infatti che le “femministe di sinistra” si battano per i diritti di TUTTE le donne contro QUALSIASI tipo di violenza di matrice patriarcale. Sì, perché forse è meglio ricordare a tutti e tutte come la violenza di genere sia un fenomeno tanto subdolo quanto dilagante, in una società che si vede sempre più coinvolta in uno schema di pensiero strettamente patriarcale che lega il ruolo della donna alla figura del cosiddetto sesso debole.
Uno stupro è uno stupro e a stuprare sono gli uomini, al di là della loro nazionalità, provenienza o estrazione sociale. A usare violenza, per la maggior parte dei casi, non è uno sconosciuto, bensì individui facenti parte della sfera affettiva, per questo troppo spesso un assordante silenzio pervade l’ambiente domestico accentuando la difficoltà di denunciare (è comunque importante sottolineare come la violenza di genere non si manifesti esclusivamente nell’atto di aggressione fisica o molestia sessuale).
Il pensiero espresso da suddetto comunicato risulta perfettamente in linea con la notizia di qualche settimana fa. Si apprende infatti dalle testate giornalistiche locali come il Comune abbia intenzione di approvare la mozione sul divieto del velo islamico all’interno dei luoghi pubblici e le motivazioni utilizzate per supportare l’idea che questo provvedimento debba assolutamente essere attuato hanno bisogno di essere analizzate.
In primo luogo secondo la maggioranza vi è la necessità di liberare le donne da un’imposizione che è quella dei mariti fedeli all’islam radicale. Ecco che la Destra si fa paladina dei diritti delle donne, fautrice di una crociata a favore dell’autodeterminazione del corpo della donna. Sia chiaro però che la lotta di questa forza politica sia limitata a determinati diritti: quelli funzionali alla strumentalizzazione per la campagna politica securitaria, anti-degrado e criminalizzante di tutte quelle realtà che differiscono da quella nazionale dominante, per cultura, religione e colore della pelle.
Secondo questa logica bisogna parlare solo di stupro ed è meglio riferirsi alla categoria degli immigrati per individuarne i colpevoli. Il colpevole non è mai il padre di famiglia italiano, il compagno, il fratello, il conoscente o il parente. Deve essere un immigrato, altrimenti come si giustifica la deriva discriminatoria e fortemente razzista dei provvedimenti securitari?
Sia chiaro quindi che il diritto all’autodeterminazione della donna, nel discorso politico della destra e della Lega, incontra una grande limitazione se si tratta, per esempio, di un discorso più ampio riguardo alla libertà sessuale e alla libertà di scelta. Sì, perché se si chiede la corretta applicazione della Legge 194/1978 la risposta di queste forze politiche è un’immediata criminalizzazione: la donna è additata come assassina.
Le femministe di sinistra stanno dalla parte delle donne, di tutte le donne e non tacciono. Le femministe di sinistra scendono in piazza per rivendicare i propri diritti, senza sventolare la bandiera dell’autodeterminazione della donna al fine di strumentalizzarla in funzione di una logica anti-straniero.
La violenza di genere non ha colore, non ha origine, se non quella di essere frutto di un sistema fortemente patriarcale.
In conclusione, nulla di nuovo sotto il sole: ecco che la destra si fa ancora una volta portavoce dell’illusione elettorale per cui un’Italia libera da immigrati è un’Italia senza criminalità e violenza. Illusione favorita dallo stereotipo dello scontro manicheo tra Italiani buoni e immigrati cattivi.
Questa retorica si trasforma nell’equazione vincente che spinge i mass media a focalizzare l’attenzione dell’opinione pubblica sulla nazionalità dei delinquenti, come se il criminale fosse più o meno colpevole se non di origine italiana. Mi dispiace deludere la consigliera Pucciarelli, ma anche gli italiani “doc” si rendono artefici di efferati atti di violenza.
Silvia Peveri,
Responsabile Organizzazione Giovani Comunisti/e La Spezia
Seguendo questa logica la giunta su proposta dell’assessore leghista Sonia Viale ha approvato la delibera ad oggetto “Indagine di mercato: conferimento incarico esplorativo ad Alisa” che tradotto vuol dire che Alisa, l’Azienda Ligure Sanitaria della Regione Liguria, cercherà entro maggio dei privati interessati a tre ospedali liguri che nel corso degli anni sono già stati pesantemente ridimensionati: l’Ospedale Saint Charles di Bordighera, l’Osperale Santa Maria di Misericordia di Albenga e l’Ospedale San Giuseppe di Cairo Montenotte. A meno che i santi cui sono dedicati gli ospedali non intervengano, i tre nosocomi verranno (s)venduti.
Siamo contrari alla vendita dei tre presidi ospedalieri ai privati che, per loro stessa natura, trasformeranno la salute da diritto a merce, accentuando le differenze tra i cittadini che potranno rivolgersi al “privato” e quelli che non ne avranno la possibilità, si avrà una sanità di serie A e una di serie B. Noi non possiamo certo condividere questa impostazione.
Parallelamente viene depotenziata la sanità pubblica, penso ad esempio all’Ospedale San Paolo di Savona. Anni non facili per la sanità ligure, ma il problema come noto sono i migranti… spero si colga l’ironia.
Marco Ravera
Segretario Regionale di Rifondazione Comunista Liguria
Tags: alisa, Lega Nord, Liguria, ospedale, privatizzazione, ravera, rifondazione, salvini, sanità, toti, viale
Vogliamo esprimere la nostra solidarietà a Edoardo Castaldi, esponente dei Giovani Democratici spezzini, denunciato in queste ore per un post pubblicato sul social network Facebook. Nell’immagine condivisa sul social da Edoardo appare l’immagine di Aldo Moro modificata con il volto di Matteo Salvini.
Ciò è bastato per fare scattare la denuncia dalla Lega Nord e ciò sembra (o forse è) un controsenso, dato che
sono proprio Salvini e il suo partito a tenere quotidianamente comportamenti che definire verbalmente aggressivi pare riduttivo.
Salvini e il suo partito forse non hanno di meglio da fare che denunciare persone per un’immagine che non ci pare certo peggiore di tante altre che, “colpendo” indistintamente tutto e tutti, invadono i social network.
Infatti ci sembra curioso che tutta questa indignazione pre elettorale per una sola immagine (per quella che a noi non pare niente più di una bravata) venga espressa proprio dallo stesso partito che inneggia a ruspe e altre violenze contro i campi Rom, che definisce i Rom stessi “feccia della società“, che esalta le repressioni ed esulta, tramite i suoi militanti, nel vedere la disperazione dei barconi di migranti nei viaggi della speranza.
Lo stesso partito che in Liguria presenta personaggi che entrano in consiglio regionale indossando il burqa in segno di odio verso culture differenti o che dichiarano che un figlio gay lo metterebbero in un forno.
Viene da ridere a leggere dalla Lega indignazione e lezioni di stile, se non ci fosse da piangere ricordando i precedenti di questo partito che ci ha insegnato le buone maniere a suon di scandali (basta leggere le recenti cronache) e disastri.
Vogliamo ribadire quindi piena solidarietà a Edoardo, nell’augurio che certa politica inizi a pensare a cose più serie di cui l’Italia ha tanto bisogno.
Coordinamento Provinciale Giovani Comuniste/i La Spezia
La Lega non è purtroppo nuova a insulti e provocazioni che riesce a fare con un tempismo sorprendente.
Qualche settimana, fa durante la discussione sul ddl Cirinnà, il consigliere regionale Giovanni De Paoli sentenziò “Se avessi un figlio gay gli darei fuoco”. Oggi “Giornata internazionale della donna” la sua collega Stefania Pucciarelli, si è presentata in aula indossando il burqa, per “celebrare” l’otto marzo.
Dietro il pretesto di sostenere le lotte delle donne per una giusta emancipazione civile e sociale, la Lega vuole far passare il messaggio dell’Islam come unico elemento di crescita del patriarcalismo che, invece, prospera nelle più moderne civiltà “occidentali”.
Il maschilismo e la violenza sulle donne sono trasversali e attraversano tutte le culture. A partire dal “celodurismo” leghista di vecchio stampo con l’esaltazione del “membro” come elemento di virilità assoluta, come valore non negoziabile.
La provocazione della Pucciarelli, fortunatamente allontanata dall’aula, rischia di avere come unico risultato (oltre ai “quindici minuti di celebrità” profetizzati da Andy Warhol) l’aumentare dell’odio verso i migranti.
Marco Ravera,
segretario regionale Rifondazione Comunista Liguria
Prendiamo atto con soddisfazione della decisione della giunta comunale spezzina di non autorizzare lo svolgimento dell’iniziativa “culturale” dei neofascisti di Casapound (tramite il fondamentale aiuto della Lega Nord) in uno spazio pubblico comunale, e oltretutto nella biblioteca “Pietro Beghi”, sede dell’Istituto storico della Resistenza che porta il nome del segretario del CLN spezzino.
Non ci pare una scelta fatta a caso da parte dei fascisti.
Sarebbe stata un’ennesima indelebile macchia per le istituzioni, dato che negli ultimi tempi in provincia (capoluogo compreso) si sono registrati fin troppi casi di arretramento nei confronti dell’ideologia fascista (si veda la vergognosa vicenda di Sarzana, con la benedizione del sindaco alle celebrazioni per un ministro repubblichino).
Spezia (e l’italia intera, naturalmente), con la sua eroica storia di Resistenza, non può permettersi di dare voce a chi propagandava, e propaganda ancora, odio e violenza razziale.
I fascismi, vecchi e nuovi, vanno combattuti senza esitazioni e tenendo alta la guardia. Occorre restare sempre vigili.
Rifondazione Comunista La Spezia
Il tema del “governo della paura” è uno dei più cari ad una destra sempre più aggressiva e retrograda.
La proposta della vicepresidente della Regione Sonia Viale di patrocinio legale agli indagati per legittima difesa è folle e pericolosa: prescindendo dalle norme del diritto e dalle leggi attualmente vigenti, avanza l’idea di finanziare con i soldi pubblici la difesa in giudizio di coloro che “si sono fatti giustizia da soli” contro ladri e malviventi entrati in una proprietà privata.
Ed ecco a voi la prima legalizzazione del Far West all’italiana tanto caldeggiato da Salvini!
Dopo la linea di scempio delle bellezze naturali e di edificazione nei parchi liguri attraverso il nuovo Piano casa, la giunta Toti si appresta a devastare il normale comportamento giuridico che deve trovare seguito ogni volta che si commette un reato. L’eccesso di legittima difesa è un reato proprio perché va oltre la semplice e giusta “legittima difesa” contemplata dal nostro ordinamento giuridico.
Chi nel pieno della notte si arma di una pistola e decide di difendere la propria casa sparando “a prescindere”, diventa a sua volta un elemento di pericolo e non solamente per i ladri che scavalcano cancelli e girovagano per giardini di ville e condomini.
La sollecitudine con cui la giunta Toti vuole farsi protettrice dei giustizieri della notte, è un altro pagamento di pegno per l’appoggio pieno avuto dalla Lega Nord in campagna elettorale. Il tutto, ovviamente, con i soldi dei contribuenti, non certo con quelli di Salvini, Viale e Toti. Le leggi che la Lega vorrebbe introdurre in Italia producono negli USA oltre 10.000 morti all’anno. La diffusione delle armi, lungi dall’aumentare la sicurezza delle persone, aumenta solo il numero di morti innocenti e i profitti dei padroni delle fabbriche.
Invece che fare proposte shock per racimolare voti l’assessore Viale si preoccupi della salute dei cittadini in generale e dei luoghi di lavoro in particolare, visti i continui incidenti che accadono su tutto il territorio regionale ai lavoratori della Liguria.
Marco Ravera,
Segretario regionale Rifondazione Comunista Liguria
Jacopo Ricciardi,
Segreteria regionale PRC – Responsabile Movimenti
Tags: armi, far west, Lega Nord, legittima difesa, Liguria, Piano Casa, ravera, ricciardi, rifondazione, salvini, scempio, sonia viale, toti, usa
In questi giorni nella nostra provincia si è verificato un grandissimo esempio di civiltà e di umanità, immediatamente contrastato da chi, per professione, incita all’odio e al razzismo quotidiano.
La titolare del resort “La Francesca” di Bonassola ha infatti dichiarato di voler ospitare alcuni dei migranti del Mediterraneo, rifugiati da noi dopo la loro terribile fuga per la sopravvivenza.
E’ un dramma umanitario di proporzioni storiche: sono i popoli del sud del mondo, quello della fame, della guerra e delle devastazioni, che cercano di approdare nella grassa Europa del benessere globalizzato, che spreca miliardi di tonnellate di cibo, che scoppia di salute e di spreco.
Asia e Africa sono state schiavizzate e colonizzate per secoli dalla “civiltà” europea: nel nostro piccolo abbiamo il dovere anche storico e morale di proteggere e di ospitare chi fugge dalla morte e dal disperazione causata da altri.
Si sentono continuamente tante voci terribili che incitano all’odio razziale, un sentimento mai del tutto spento e ora purtroppo divampato “grazie” alla crisi economica generata dal capitalismo internazionale, che strozza i popoli come la Grecia e che poi soffia sui peggiori istinti segregazionisti, in Italia cavalcati da forze come la Lega Nord (e non solo).
A questo gioco al massacro noi non ci stiamo. Noi comunisti, noi uomini e donne di sinistra resisteremo nel nome dei principi sacrosanti della solidarietà, dell’umanità, dell’uguaglianza.
Per questo siamo al fianco di chi la solidarietà la fa materialmente, con coraggio e con la sensibilità dell’accoglienza, come i titolari de “La Francesca”, per questo attaccati beceramente proprio dai leghisti e dalla peggiore feccia fascistoide della nostra regione.
Il nostro motto è e sarà quello del grande Vittorio Arrigoni, un uomo di pace trucidato da altri seminatori di odio: Restiamo Umani.
Massimo Lombardi,
segretario provinciale Prc La Spezia
Tags: arrigoni, bonassola, la francesca, Lega Nord, lombardi, mediterraneo, migranti, odio, razzismo, Restiamo Umani, rifondazione, solidarietà
Lo stra-annunciato bltiz di oggi di Salvini nella nostra provincia rappresenta una grave offesa a tutti i cittadini di Spezia e Sarzana, città da sempre orgogliosamente antirazziste e antifasciste.
Come al solito la Lega Nord soffia sul fondamentalismo dell’odio razziale che cresce a dismisura con l’aumentare della crisi sociale ed economica.
Un film già visto più volte nella storia. 
Un film di cui il segretario leghista, sovraesposto mediaticamente fino alla nausea, ne è l’ultimo inqualificabile protagonista.
A Salvini dico: non sei il benvenuto, tornatene a casa tua.
Strumentalizzare la tua immagine qui, magari indossando ipocritamente il cappellino dello Spezia calcio, rappresenta un’ulteriore grave onta all’intera provincia spezzina.
Un’onta che gli spezzini non si dimenticheranno.
Antifascisti e antirazzisti sempre!
Massimo Lombardi,
candidato al consiglio regionale della Liguria
Rete a Sinistra – Pastorino Presidente
Tags: antifascismo, antirazzismo, Lega Nord, Liguria, lombardi, pastorino, razzisti, rete a sinistra, salvini, Sarzana, spezia
Le parole della segretaria provinciale della Lega Nord Stefania Pucciarelli sono fuorvianti, provocatorie e in ultima analisi inaccettabili. Rifondazione Comunista da sempre è dalla parte di tutti i lavoratori e di tutte le lavoratrici, indipendentemente dalla loro provenienza. E’ stata più volte, e continuerà ad esserlo, al fianco dei metalmeccanici, dei lavoratori stagionali, dei precari e dei lavoratori tutti.
Il problema della sicurezza e della legalità, per noi, si risolve con l’integrazione e non con l’esclusione da un tessuto sociale palesemente in evoluzione, ma piuttosto con politiche sociali atte a creare ponti e non muri perchè la diversità culturale è letta e vissuta come arricchimento e non come impoverimento.
Il presidio antirazzista che si terrà domenica 9 novembre alle 10.30 in Piazza Garibaldi è stato lanciato dal comitato “La Spezia Antirazzista” a cui hanno aderito: Comunità Senegalese, Comunità Dominicana, Rifondazione Comunista, Sinistra Ecologia e Libertà, Coordinamento Freedom Flottilla La Spezia/Massa Carrara e dall’ Anpi La Spezia, sezione centro.
Rifondazione Comunista La Spezia
Apprendiamo dagli organi di informazione della presenza di domenica 9 novembre alle ore 10.30 in piazza Brin, dell’europarlamentare della Lega Nord Borghezio.
La riteniamo una provocazione alla città, medaglia d’oro alla Resistenza, da sempre multietnica, antirazzista e antifascista.
Non è con la guerra tra poveri e con la demagogia che si risolve il problema della crisi e del lavoro.
Abbiamo tempestivamente e legittimamente richiesto il permesso alla questura per svolgere un presidio democratico e antirazzista in piazza Brin, come già fatto oltre dieci anni fa in coincidenza di medesimo comizio, senza alcun problema per l’ordine pubblico. Apprendiamo ora con sconcerto che detta legittima richiesta ci è stata negata dal questore Grillo, che ci ha proposto il presidio in altra zona della città.
Mai era accaduto in oltre 20 anni di storia politica del nostro partito di ricevere un divieto a manifestare: abbiamo dato sempre prova di decisione e risolutezza politica ma mai abbiamo trascinato in episodi di violenza. Invitiamo tutti i partiti della nostra città, l’Anpi, i comitati antirazzisti e le associazioni pacifiste a mobilitarsi insieme a noi per dare una risposta collettiva contro razzsmo e xenofobia.
LA SPEZIA e’ ANTIRAZZISTA!
Rifondazione Comunista,
Federazione provinciale della Spezia
Tags: ANPI, borghezio, comizio, Lega Nord, manifestazione, piazza Brin, questore grillo, razzismo, Resistenza, rifondazione, spezia, xenofobia
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