Reddito Minimo Garantito: Bucchioni (Prc La Spezia) presenta la mozione per il consiglio comunale di lunedì

20 giugno 2015, by  
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Una mozione sulla campagna di “Libera” sul Reddito Minimo Garantito, a firma del capogruppo di Rifondazione Comunista Edmondo Bucchioni sarà discussa nel consiglio comunale spezzino in programma lunedì 22 giugno alle 21.
 
 
Di seguito il testo della mozione:

Mozione del Gruppo Consiliare di Rifondazione Comunista

Il Consiglio Comunale della Spezia

Premesso che:

– dal 2008 al 2014 la crisi in Italia ed Europa, secondo i dati Istat, ha raddoppiato e quasi triplicato i numeri della povertà relativa ed assoluta. In Italia sono infatti 10 milioni le persone in povertà relativa, il 16,6% della popolazione complessiva, ed oltre 6 milioni, il 9,9% della popolazione, in povertà assoluta;

– gli ultimi dati Istat disponibili relativi al 2013 mostrano inoltre come il rischio di povertà o esclusione sociale riguardi il 28,4% delle persone residenti in Italia, secondo la definizione adottata nell’ambito della strategia Europa 2020. L’indicatore deriva dalla combinazione del rischio di povertà, della grave deprivazione materiale e della bassa intensità di lavoro e corrisponde alla quota di popolazione che sperimenta almeno una delle suddette condizioni.

Considerato che:

-la necessità di intervenire su tale situazione con politiche che promuovano la piena e buona occupazione in particolare nei settori della riconversione ecologica, dell’economia della conoscenza e del rilancio del welfare, come pure attraverso interventi di redistribuzione del lavoro attraverso la riduzione d’orario, deve essere accompagnata dall’adozione di misure immediate di contrasto alla crescita della povertà e dell’esclusione sociale;

– la Risoluzione del Parlamento Europeo sul Ruolo del Reddito Minimo nella lotta contro la povertà e nella promozione di una società inclusiva in Europa (16 ottobre 2010) indica il reddito minimo come lo strumento che può contribuire al miglioramento della qualità della vita e che offra a tutti la possibilità di partecipare alla vita sociale, culturale e politica come pure di vivere dignitosamente. Il Reddito Minimo è “il diritto fondamentale della persona a disporre di risorse economiche e prestazioni sociali sufficienti per vivere conformemente alla dignità umana”;

– nei diversi paesi europei esistono da decenni strumenti di sostegno al reddito (Sozialhilfe in Austria; Revenue d’integration in Belgio; lo Starthjalp in Danimarca; l’RSA in Francia etc.) destinati alle persone e che in diverse misure intervengono a seconda delle diverse necessità dell’individuo, e che l’Italia è invece priva di un analogo strumento di sostegno al reddito;

– il Reddito Minimo, è anche uno strumento fondamentale di contrasto alle mafie, perché toglie ossigeno a chi sfrutta il bisogno di lavoro trasformandolo in ricatto economico, per alimentare circuiti criminali che approfittano della povertà o per fare dei posti di lavoro merce per il voto di scambio. E impone al contrario un diritto che rende le persone meno deboli anche di fronte a chi ne vuole sfruttare i bisogni e le fragilità.

 

Considerato che:

 

– esistono diverse proposte di legge di iniziativa popolare e parlamentare che assumono come riferimento la Risoluzione del Parlamento Europeo del 2010, secondo la quale “sistemi di redditi minimi adeguati debbano stabilirsi almeno al 60% del reddito mediano dello Stato membro”, prevedendo una serie di prestazioni aggiuntive in servizi, da destinare a coloro che siano al disotto di tale soglia in modo che nessun individuo debba scendere sotto un determinato reddito. Che una tale misura dovrebbe quindi riguardare tutti coloro che già sono in una condizione di povertà economica, coloro che in un dato momento della loro vita si trovano nella condizione di non poter svolgere un lavoro congruo, o che hanno un reddito che non permette loro di vivere una vita dignitosa, o che hanno perso i benefici degli ammortizzatori sociali o che sono in ogni modo al di sotto di una certa soglia economica.

– per quanto le risorse da impegnare per tale misura varino a seconda delle caratteristiche di dettaglio di ogni proposta, gli studi di numerosi economisti ed esperti, individuano per l’Italia il costo di una misura come il Reddito Minimo, in un range che va dai 15 ai 26 miliardi di euro;

– che tali risorse possono essere reperite attraverso il taglio delle spese militari, l’istituzione di un’imposta patrimoniale su reddito del 5% della popolazione ricchissima, il recupero dell’evasione ed il contrasto alla corruzione che pesano sull’economica del paese per almeno 180 miliardi di euro annui, ed altri provvedimenti improntati all’equità sociale;

– che una misura come il reddito minimo oltre a contrastare forme inaccettabili di povertà, potrebbe liberare energie sociali oggi compresse dalla necessità di fare fronte alla propria quotidiana sopravvivenza, oltre ad avere positive ricadute sull’economia in generale, sostenendo la domanda;

 

Vista:

la piattaforma della campagna lanciata dall’Associazione “Libera – Associazioni, nomi e movimenti contro le mafie”, sul “Reddito di Dignità”, con la quale si richiede di istituire il Reddito minimo o Reddito di Cittadinanza,

 

Delibera:

– di aderire a tale campagna;

– di inviare la presente delibera ai presidenti della Camera dei Deputati e del Senato della Repubblica.

 

Edmondo Bucchioni,

consigliere comunale Rifondazione Comunista La Spezia 

Strage di Brindisi sporco attentato contro innocenti. Oggi alle 16 mobilitazione presso il consiglio comunale spezzino

19 maggio 2012, by  
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 Vicini ai familiari di Melissa Bassi e di tutti gli studenti della “Morvillo Falcone”

Quanto accaduto stamani a Brindisi è un nuovo scandaloso capitolo nella lunga storia delle stragi italiane.

Ci stringiamo intorno alla famiglia di Melissa Bassi, la studentessa di 16 anni che questa mattina è stata assassinata dall’ordigno posto davanti all’istituto “Morvillo Falcone” e vogliamo esprimere la nostra vicinanza alle famiglie dei sette studenti feriti nell’esplosione stessa.

Per l’ennesima volta le vittime sono innocenti, addirittura giovani scolari. In questi vent’anni dalla strage di Capaci molto è stato fatto dalla parte sana di questo Paese per promuovere una cultura antimafia che parta proprio dalle nuove generazioni. Per questo l’attentato alla scuola di Brindisi che porta il nome di Francesca Morvillo Falcone, è un atto ancora più sporco e vigliacco. Tutta la società deve spingere perchè si faccia verità e giustizia per quanto accaduto oggi e per tutti i misteri italiani del passato ancora avvolti nel buio.

Il segretario provinciale Prc/Fds Massimo Lombardi, la capogruppo Fds in consiglio comunale spezzino Simona Cossu e il responsabile provinciale Scuola e Università Prc/Fds Filippo Vegassola lanciano l’appello all’immediata riposta di piazza:Ora è il momento del dolore e della mobilitazione generale. Per questo chiediamo a tutta la società civile spezzina di aderire al presidio organizzato da Libera per domani alle 10 a Sarzana davanti al teatro Impavidi e di essere presente oggi alla Spezia alle 16 presso la sala del consiglio comunale per la riunione del Comuntato Unitario della Resistenza dove si deciderà il da farsi per le prossime ore“.


Coordinamento provinciale Giovani Comunisti La Spezia

Rifondazione Comunista/Fds La Spezia

Mozione Prc approvata all’unanimità: il gonfalone spezzino sarà presente a Genova alla Giornata per le vittime della mafia il 17 marzo

29 febbraio 2012, by  
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Bucchioni e Ricciardi (Prc/Fds): “Vicini a Libera nel ricordo di Peppino, Dario e tutte le vittime della violenza mafiosa

Il gonfalone del comune della Spezia sarà presente alla Giornata delle vittime della mafia a Genova il prossimo 17 marzo.

Lo ha deciso il consiglio comunale spezzino approvando all’unanimità la mozione del consigliere Prc/Fds Edmondo Bucchioni in vista della diciassettesima edizione della “Giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime delle mafie” promossa dall’associazione Libera, che quest’anno si terrà nel capoluogo ligure.

La Giornata della Memoria e dell’Impegno ricorda tutte le vittime innocenti delle mafie. Sono oltre 900 i nomi di semplici cittadini, magistrati, giornalisti, appartenenti alle forze dell’ ordine, sacerdoti, imprenditori, sindacalisti, esponenti politici e amministratori locali morti per mano delle mafie solo perchè, con rigore e coerenza, hanno compiuto il loro dovere. Ma da questo terribile elenco, come ricorda la stessa Libera, mancano tantissime altre vittime, impossibili da conoscere e da contare.

Considerato che nella nostra Città l’associazione Libera organizza iniziative pubbliche contro ogni mafia e nel ricordo delle vittime uccise per una società piu’ giusta, piu’ solidale e per una reale partecipazione democratica, ci sembrava doveroso impegnare il comune spezzino alla presenza in un’occasione così importante” sottolinea Bucchioni.

Orgogliosi di essere a Genova in memoria di tutte le vittime” dichiara Jacopo Ricciardi, responsabile movimenti del Prc/Fds “in particolare due ragazzi, uccisi giovanissimi dalla violenza mafiosa: Peppino Impastato, attivista di Democrazia Proletaria, simbolo della lotta contro il potere di Cosa Nostra e per questo assassinato nel 1978, e Dario Capolicchio, studente universitario di Sarzana, ucciso nella strage mafiosa di Firenze del 1993“.

Edmondo Bucchioni

consigliere comunale di Rifondazione Comunista/Fds La Spezia


Jacopo Ricciardi
responsabile movimenti Prc/Fds La Spezia

Adesione all’appello al Presidente della Repubblica per sollecitare interventi di contrasto alla corruzione

20 dicembre 2010, by  
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CORROTTI – per il bene comune i corrotti restituiscano ciò che hanno rubato – firma anche tu l'appello

Indice

CORROTTI – per il bene comune i corrotti restituiscano ciò che hanno rubato – firma anche tu l'appello

Firma l’appello on-line

Scarica l’Ordine del Giorno di Avviso Pubblico a sostegno della campagna nazionale anti-corruzione

Speciale Corruzione sul sito di Avviso Pubblico

Articoli e comunicati stampa

Firma l’appello on-line

Libera e Avviso Pubblico lanciano una grande campagna di raccolta firme per chiedere al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano di intervenire, nelle forme e nei modi che riterrà più opportuni, affinché il governo e il Parlamento ratifichino quanto prima e diano concreta attuazione ai trattati, alle convenzioni internazionali e alle direttive comunitarie in materia di lotta alla corruzione nonché alle norme, introdotte con la legge Finanziaria del 2007, per la confisca e l’uso sociale dei beni sottratti ai corrotti.

Scarica l’Ordine del Giorno di Avviso Pubblico a sostegno della campagna nazionale anti-corruzione

Premesso che

nella classifica internazionale di Transparency International sulla percezione della corruzione, da oltre un decennio l’Italia è protagonista di un costante scivolamento, arrivando con la graduatoria del 2010, resa pubblica a fine ottobre, al 67° posto, sopravanzata da Ruanda, Ghana, Tunisia, Lettonia e Namibia per la maggiore trasparenza dei loro processi decisionali nel settore pubblico. Trattasi del punteggio più basso dal 1995 – l’Italia era al 41° posto nel 2006 – che colloca l’Italia quart’ultima tra i paesi dell’Unione europea, e prima per deterioramento tra il 2009 e il 2010 tra i 178 considerati da Transparency;

esiste un legame diretto tra la pratica effettiva della corruzione e le sensazioni diffuse nell’insieme di osservatori privilegiati – esperti, imprenditori, ecc. – impiegato per costruire la graduatoria della corruzione nel mondo. Ad esempio, un sondaggio di Eurobarometro del 2009 mostra che il 17 per cento dei cittadini italiani nel corso del 2008 si sono visti chiedere o offrire una tangente, contro una media europea del 9 per cento. La correlazione tra questa statistica, che misura la corruzione realmente consumata nei paesi dell’Unione europea, e l’indice di Transparency dello stesso anno è altissima, mostrando una sovrapposizione quasi perfetta: i paesi scandinavi sono in vetta alla graduatoria sulla trasparenza, in coda si trovano Bulgaria, Romania, Grecia e Italia;

il peso della corruzione sui bilanci pubblici, stimato dal procuratore generale della Corte dei conti nel febbraio 2010 intorno ai 50-60 miliardi di euro l’anno, appare sempre più insostenibile a fronte delle difficoltà della finanza pubblica, cui occorre aggiungere la rendita incamerata dai corruttori che con le loro imprese si aggiudicano appalti grazie all’assenza di competizione e di controlli (stimato dalla stessa Transparency in circa il 40-50 per cento in media del valore di opere, servizi e forniture pubbliche) e il costo sociale che discende dai “segnali” distorti che indirizzano le scelte nel mercato e nella società;

laddove la corruzione è prassi abituale intacca alla radice il vincolo di fiducia che lega i cittadini alle istituzioni rappresentative, producendo un costo politico. La corruzione, in altri termini, non scava soltanto voragini nei bilanci pubblici, ma genera un pericoloso deficit di democrazia. In termini pratici, perché va a falsare la competizione elettorale che della democrazia è il meccanismo procedurale per eccellenza, assicurando risorse addizionali e un vantaggio concorrenziale ai corruttori e corrotti, ma anche la violazione di valori democratici fondamentali quali i principi di trasparenza e uguaglianza;

negli stessi anni in cui il punteggio dell’Italia, secondo l’indice di Transparency della corruzione percepita, sprofonda, le inchieste giudiziarie segnano il passo, passando dai quasi 2.000 crimini e oltre 3.000 persone denunciate degli anni ’90 alle sole 220 denunce alle forze di polizia del 2009. Ancor più drastica la riduzione delle condanne per reati di corruzione, da un massimo di oltre 1700 condanne per reati di corruzione nel 1996 si giunge alle appena 239 del 2006, con dati particolarmente rilevanti per alcune regioni (da 138 condanne nel 1996 a 5 nel 2006 in Sicilia; da 545 a 43 in Lombardia; da 19 a nessuna in Calabria).

si è pertanto allargata la forbice tra corruzione praticata e corruzione denunciata, ossia l’ammontare di reati portati a compimento con successo, rafforzando la sensazione di impunità per i suoi protagonisti;

la percezione che la corruzione sia un problema rilevante è ancora forte: nel 2009 – secondo Eurobarometro – lo pensava così l’83 per cento degli italiani;

sono state elaborate convenzioni internazionali e direttive europee in materia di lotta alla corruzione cui occorre che l’Italia dia concreta attuazione mediante la ratifica e/o il recepimento con propria legislazione. Tra queste ricordiamo la Convenzione penale del Consiglio d’Europa sulla corruzione, sottoscritta a Strasburgo dagli stati membri nel 1999 e mai ratificata dall’Italia e la legge 25 febbraio 2008, n. 34 (legge comunitaria per il 2007) che aveva delegato il Governo a dare attuazione, inter alia, alla decisione quadro 2003/568/GAI del Consiglio del 22 luglio 2003, relativa alla lotta contro la corruzione nel settore privato. La delega non è stata esercitata;

è quanto mai urgente che il Governo e il Parlamento riconoscano la priorità di realizzare un sistema di norme chiare, con strumenti e sanzioni efficaci in grado di contrastare al meglio il diffondersi della corruzione, un’autentica piaga economica e sociale, quali la confisca e l’uso sociale dei beni sottratti ai corrotti (introdotta dall’art. 1, comma 220, della legge finanziaria 2007 (legge 296/2006) che ha esteso la confisca di valori ingiustificati ai reati contro la pubblica amministrazione), l’istituzione di un’autorità anticorruzione autonoma e indipendente dall’esecutivo, dotata di reali poteri ispettivi e di controllo, e il recepimento della direttiva europea che prevede l’estensione del reato di corruzione anche ai rapporti tra privati, indispensabile in un contesto di privatizzazione della gestione di servizi pubblici attraverso la costituzione di società di diritto privato controllate e/o partecipate da istituzioni pubbliche;

Ritenuto opportuno

aderire all’appello promosso dalle Associazioni Avviso Pubblico e Libera, finalizzato a rinnovare l’attenzione su un fenomeno che minaccia la credibilità e il prestigio delle istituzioni, corrode il senso civico, distorce gravemente l’economia e sottrae risorse notevoli alle comunità in un momento di particolare difficoltà per la finanza pubblica;

attivare iniziative e momenti di sensibilizzazione al fine di sostenere la raccolta di sottoscrizioni dell’appello al Presidente della Repubblica On. Giorgio Napolitano, allegato al presente ordine del giorno.

Il Consiglio Regionale/Provinciale/Comunale di (…)

Impegna il Presidente/Sindaco e la Giunta a

aderire all’appello promosso dalle Associazioni Avviso Pubblico e Libera, finalizzato a rinnovare l’attenzione sul fenomeno della corruzione che minaccia la credibilità e il prestigio delle istituzioni, corrode il senso civico, distorce gravemente l’economia e sottrae risorse notevoli alle comunità in un momento di particolare difficoltà per la finanza pubblica;

a stanziare una somma di 50 o 100 euro a sostegno della campagna di comunicazione realizzata per diffondere l’appello promosso dalle Associazioni Avviso Pubblico e Libera. La somma stanziata va versata sul conto corrente con IBAN IT73H0501802800000000131720, intestato a “Avviso Pubblico. Enti locali e Regioni per la formazione civile contro le mafie”, presso Banca Etica, filiale di Firenze, citando la causale “Sostegno campagna anticorruzione”;

attivare iniziative e momenti di sensibilizzazione al fine di sostenere la raccolta di sottoscrizioni dell’appello, allegato al presente ordine del giorno, inviando all’Associazione Avviso Pubblico le adesioni raccolte affinché siano consegnate al Presidente della Repubblica On. Giorgio Napolitano;

trasmettere all’Associazione Avviso Pubblico copia dell’ordine del giorno approvato che provvederà a consegnarlo ai Presidenti di Camera e Senato affinché sottopongano al Parlamento la calendarizzazione dell’approvazione delle leggi indispensabili per favorire il contrasto della corruzione nel nostro Paese.