Vergassola (Gc La Spezia): “Caro dottor Paganini, le spiego perché il liceo Costa non è un ramo secco”
11 luglio 2016, by admin
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Il principio secondo cui ogni opinione sia degna di essere espressa ed eventualmente letta od ascoltata non trova alcun limite de facto, se non quello – umanamente ineludibile – dello stupore verso chi – nonostante il ruolo dovrebbe suggerire una certa prudenza – si avventura in esternazioni che suscitano ora sconcerto, ora un sospiro di pazienza.
Della serie, non bisogna rassegnarsi, nemmeno di fronte a tutto ciò.
Il sig. Paganini si prodiga in una riflessione sul liceo classico della nostra città premettendo un pensiero che va ascritto alla categoria di ciò che si commenta da sé: il Costa è una scuola che non ha un senso, è un ramo secco.
Quella del sottoscritto non intende essere una difesa d’ufficio verso il Liceo che ho frequentato (e che, tornassi indietro, ri-frequenterei), ma un invito a soffermarsi su un concetto connotato da una pericolosità sociale inaudita, secondo il quale una scuola – qualunque essa sia – possa essere classificata come “ramo secco” , inutile.
L’essere un convinto sostenitore dell’ironia non mi impedisce di ritenere inaccettabile la derubricazione di una simile frase a “battuta”, “provocazione”.
Tacciare di insensatezza ed inutilità chi giorno dopo giorno, su un banco o da una cattedra (o magari in sinergia, come spesso accade) crea trasmissione di spirito critico, andando a comporre la società del domani in un contesto sociale e storico così frammentato e mutevole, significa attaccare chi crede ancora nella possibilità di evitare la passività acritica, chi combatte contro il sonno delle menti.
E la possibilità di farlo attraverso gli strumenti ereditati da un passato così attuale e quindi proiettato verso un futuro tutto da scoprire e da vivere, un senso ce l’ha eccome.
Ed è un senso profondissimo, che si percepisce e respira ogni mattina, quando migliaia di giovani varcano l’ingresso delle rispettive scuole, quelle scuole in cui questo significato si estende e cammina e le contamina, negli incontri tra esse e non nella loro contrapposizione.
Io non so e non credo sia molto importante sapere chi scrive meglio e in quale scuola, ma ritengo sia fondamentale che dentro quelle scuole quelle migliaia di ragazze e ragazzi avvertano la possibilità concreta di immaginare la cosa più importante: la loro vita.
Come in fondo facevano anche i personaggi delle pagine manzoniane, di cui il dott. Paganini dice di vergognarsi. Sono molto più giovane ma mi permetto un consiglio: le rilegga, magari ci troverà qualcosa di vero, di profondo, qualcosa che appartiene a tutti noi.
Filippo Vergassola,
Esecutivo Nazionale Giovani Comuniste/i – Responsabile Nazionale Scuola e Università