Atc, in consiglio si cita Erdogan, poi scatta il time out. Bucchioni: “Chi non vota la mozione si mette sullo stesso piano del presidente turco”

21 luglio 2016, by  
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Colombini: “Pd contro i lavoratori”. Ma Tartarini strappa una pausa

Ci aggiorniamo a settembre. E’ quanto è stato deciso ieri sera in consiglio comunale relativamente alla mozione sulla querelle tra Atc e Luca Simoni, dipendente e sindacalista Cobas che ha ricevuto un provvedimento disciplinare (quindi decurtazione della paga) per le dichiarazioni rilasciate negli scorsi mesi – anche in sede di commissione consiliare – su alcuni aspetti problematici della vita aziendale. Dalla presunta insalubrità degli ambienti, alla vetustà dei mezzi, passando per i dubbi sui collaudi.
La mozione, presentata dal capogruppo di Rifondazione comunista Edmondo Bucchioni, sottoscritta da Guerri (Per la nostra città) e, in tempo reale, dal Movimento cinque stelle, chiedeva all’assemblea di confluire su un’espressione di solidarietà nei confronti di Simoni, impegnando il sindaco Federici e l’assessore alle partecipate, Jacopo Tartarini, aintervenire in Atc, per richiamare la dirigenza ad un comportamento corretto, garantendo il diritto di critica proprio del ruolo del sindacalista“.

Non mi sarei mai aspettato di ritrovarmi in consiglio per difendere il diritto all’attività sindacale all’interno di una società partecipata – ha esordito Bucchioni -. Simoni ha fatto denunce importanti e si è anche aperta un’indagine, attualmente in corso, che ha rilevato la presenza di amianto nella ex sede di Atc, un fatto in un primo tempo negato da Renato Goretta, amministratore unico dell’azienda“. Il punto, per Bucchioni, è che “i panni sporchi non si lavano in famiglia, soprattutto se parliamo di un’azienda partecipata. Con il provvedimento contro Simoni, si va a intimorire chi viaggia a testa alta. Con la mozione non si chiedono le dimissioni di Goretta, protagonista di una gestione aziendale vergognosa, in modo che tutti possiamo condividerla. Chi non lo fa, si mette sullo stesso piano di Erdogan, perché non tutela i più deboli“.

E’ toccato al Pd Luca Liguori rispondere all’esponente della minoranza. “Simoni non si è limitato alle legittime funzioni di critica, ma ha adombrato comportamenti caratterizzati da forte illegalità da parte non solo dei vertici aziendali, ma anche di enti come Asl e Motorizzazione. Il provvedimento disciplinare non va a ledere il diritto all’attività sindacale, ma sanziona i giudizi gravi, offensivi e lesivi espressi da un lavoratore. Credo che l’ingresso della politica in questa vicenda sia forzato. Tantissimi lavoratori pubblici sono oggetto di provvedimenti disciplinari, la politica non va a esprimere vicinanza a ognuno di loro. Vorrei inoltre sottolineare come la magistratura abbia detto che non c’è stato comportamento anti sindacale. E non ci sia stato ricorso. Tra l’altro, da pochi giorni sono scaduti i termini per farlo. Io, personalmente, se credessi di avere ragione in una vertenza, farei ricorso“. Una battuta su Goretta: “Non è vero che aveva negato la presenza di amianto, anzi, si era detto possibilista“.

Furente l’intervento di Carlo Colombini del Movimento cinque stelle. “Vogliamo lasciare che Goretta punisca Simoni per aver fatto il suo dovere? Così facendo, mi chiedo chi, in futuro, avrà coraggio di denunciare qualcosa. Forse il Pd vuole cogliere un’altra occasione per dimostrare che non sta più con i lavoratori. L’unica cosa che lega il Partito democratico al Partito comunista ormai sono le frasi dei dittatori”. Non è mancato un riferimento al governo che “ammazza la gente dando 98 miliardi per il business delle slot machine“.

L’assessore Tartarini, con una pacatezza che ha fatto breccia, ha invitato l’opposizione a considerare bene il peso delle parole. “Quello sentito stasera è un linguaggio forse nemmeno tollerabile in strada“, ha osservato. E sulla vicenda in sé ha sottolineato come la stessa sia oggetto di un’indagine della magistratura, attualmente in corso, volta a far luce su quanto detto da Simoni, indipendentemente dalla parabola disciplinare del Cobas. L’ex assessore al Palio ha messo sul tavolo il bisogno di “normalizzare e svelenire la situazione“, nella quale fin qui, lui che è fresco di delega, ha preferito non calarsi “ritenendo il contenzioso fuori controllo”. La proposta di Tartarini? Una pausa di riflessone, utile magari ad allentare la presa della politica sulla questione, aspettando gli sviluppi del lavoro della magistratura, con la promessa di riparlarne a settembre. Al placido Tartarini, Bucchioni ha risposto sì, ritirando la mozione. Dalla furia alla pacificazione, un attimo.

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