Giovanna Maggiani Chelli: indomita battagliera per la verità e la giustizia”

22 agosto 2019, by  
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La federazione provinciale spezzina di Rifondazione Comunista esprime forte cordoglio per la scomparsa di Giovanna Maggiani Chelli, presidente indomita dell’associazione dei familiari delle vittime della strage mafiosa di Via de’ Georgofili a Firenze del 1993.
La ricordiamo come una autentica battagliera, orgogliosa della causa che rappresentava, nel rispetto delle vittime di una delle stragi più infami (le cui dinamiche tutt’oggi non sono completamente chiarite) della sanguinaria stagione della guerra contro la mafia dei primi anni ’90.
La sua figura mancherà alla nostra città e a tutto il Paese, che attende ancora verità e giustizia per le moltissime stragi impunite che lo hanno colpito a partire dalla famigerata Piazza Fontana di Milano il 12 dicembre 1969. Ai familiari di Giovanna va la nostra più sincera vicinanza in questo momento di grande dolore.
Rifondazione Comunista, federazione della Spezia

Intervento Antimafia a Sarzana, Prc La Spezia: “Basta negare il problema, la corruzione prolifera nella cultura dell’emergenza”

27 ottobre 2016, by  
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L’intervento di ieri della Dia negli uffici del comune di Sarzana sottolinea l’assoluta gravità del fenomeno della criminalità organizzata nella nostra provincia, in particolare nella Val di Magra.
 
Dopo svariati sequestri della magistratura avvenuti nel recente passato su beni appartenenti alle organizzazioni criminali (che quindi hanno dimostrato di essere radicati sul territorio) ora assistiamo alla possibile corruzione negli appalti pubblici, addirittura su quelli di somma urgenza per le alluvioni e disastri ambientali. 
 
Ciò va di pari passo con i mancati interventi strutturali di prevenzione sulla sicurezza idrogeologica che generano, a danno avvenuto, quella famigerata cultura dell’emergenza nella quale in Italia proliferano individui senza scrupoli, come abbiamo visto con il terremoto dell’Aquila, ad esempio.
 
Ormai non ci si può più nascondere dietro un dito, è ora che le istituzioni agiscano di conseguenza, cominciando a non negare più il problema ma a combatterlo seriamente.
 
Da tempo, infatti, Rifondazione e associazioni importanti come la Casa della legalità hanno denunciato tale situazione, venendo il più delle volte denigrate o ignorate.
 
Oggi appare evidente come non si possa più girare gli occhi da un’altra parte, a Sarzana come nel resto dei comuni spezzini.
Rifondazione Comunista, federazione provinciale La Spezia

Caso Sarzana-‘ndrangheta: “Cavarra, Paita e il Pd si rendano conto del problema invece di lanciare ridicoli spot elettorali”

17 marzo 2015, by  
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Quanto accaduto pochi giorni fa a Sarzana al convegno organizzato dalla Casa della Legalità ha a dir poco dell’incredibile.

L’irruzione al dibattito di componenti delle famiglie indagate per ‘ndrangheta ha smascherato la stessa amministrazione comunale che da tempo sottovalutava o, peggio, negava pubblicamente l’insediamento del fenomeno mafioso nel sarzanese e nella Valdimagra.
Dopo questo avvenimento ci auguriamo che il sindaco Cavarra, il Partito Democratico spezzino e ligure (lo stesso che curiosamente esprime il ministro della Giustizia) e tutti i suoi amministratori locali e regionali si rendano finalmente conto della realtà in cui viviamo, realtà  che da anni è al centro della cronaca, delle indagini giudiziarie e giornalistiche, nonché dei rapporti delle commissioni parlamentari.
Insomma pare che tutti sapevano, tranne Cavarra e la sua giunta (di cui fa parte il segretario provinciale Pd Michelucci, già inebriato dall’odore di posto in regione al seguito della Paita).
Il sindaco e l’assessore regionale Paita farebbero bene a occuparsi meno di presunti e mirabolanti investimenti di Farinetti a Marinella o di ridicole promesse su futuri assessori-sceriffi con delega alla “legalità”più delle possibili infiltrazioni mafiose in un’area il cui famigerato progetto rappresenta, oltre a uno scempio ambientale, una mela troppo golosa per tanti.
Lo stesso Cavarra che ha lamentato pubblicamente i tagli del governo Renzi alle amministrazioni comunali nonostante la propaganda sul roseo futuro da sempre promesso dal rottamatore fiorentino, dovrebbe rendersi conto di quanto le chiacchiere stanno a zero, specie in un problema così grande come questo, presente non solo a Sarzana, ma in tutta la regione.
La federazione provinciale spezzina di Rifondazione Comunista esprime piena solidarietà al presidente della Casa della Legalità Cristian Abbondanza, che da anni con estremo coraggio compie un grande lavoro di informazione sul fenomeno mafioso, e alla moderatrice del dibattito Paola Settimini: la mafia si sconfigge anzitutto culturalmente, cioè riconoscendone la presenza, in secondo luogo togliendo ogni sua possibilità di arricchimento e attecchimento sul territorio, evitando inutili e faraonici progetti preda degli appetiti delle organizzazioni criminali.
Rifondazione Comunista, federazione provinciale La Spezia

Spezia crocevia di armi e rifiuti, Lombardi: “Le nuove dichiarazioni del pentito Schiavone confermano antichi sospetti”

5 febbraio 2014, by  
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Massimo Lombardi, segretario di Rifondazione Comunista, commenta così le affermazioni del pentito di camorra Carmine Schiavone: «Abbiamo sempre sostenuto che Spezia sia stata un crocevia significativo dei traffici di armi e di rifiuti. Che lo sia anche della droga, è sotto gli occhi di tutti, le molte indagini lo hanno confermato. Quello che ha detto Schiavone rilancia sospetti che ci sono sempre stati. Purtroppo quando si fanno queste affermazioni in sede istituzionale ci si sente tacciare di raccontare una sorta di favola: ma la realtà è che ci sono sempre state, e che ci sono delle zone d’ombra. Anche quando era venuta Ilaria Alpi, insieme ai giornalisti di Famiglia Cristiana che indagavano su questi traffici, erano emersi elementi forti sul ruolo del porto e sulle discariche. Quanto ribadisce Schiavone, conferma elementi che erano già venuti fuori. Noi li abbiamo sempre sostenuti: ci sono delle anomalie, e ci sono purtroppo poteri forti che ancora ostacolano l’accertamento della verità».

Da www.ilsecoloxix.it

Massimo Lombardi,

Segretario provinciale Rifondazione Comunista La Spezia

 

 

 

 

9 maggio 1978-2013: Rifondazione Comunista La Spezia ricorda Peppino Impastato

 

Oggi pomeriggio alle 17.30 i rappresentanti di Rifondazione Comunista della Spezia, alla presenza della consigliera comunale Simona Cossu e della segreteria provinciale, depositeranno un mazzo di fiori al cippo dedicato a Giuseppe “Peppino” Impastato tra Viale Alpi e Via Monfalcone.

Un atto simbolico, in ricordo dell’anniversario della morte del militante di Democrazia Proletaria avvenuta il 9 maggio del 1978 per mano della mafia, quella mafia che, con la collusione con il potere democristiano, ha distrutto la Sicilia degli onesti. 
Il trentenne Peppino da Cinisi fu assassinato perchè denunciava le loro malefatte, le loro oppressioni, le loro speculazioni, il loro orrore violento, con l’appoggio del potere politico colluso. Fu ucciso perchè lottava per un mondo più giusto, più equo, più solidale, in nome di una lotta e di quegli ideali che coraggiosamente e incessantemente rivendicava.
Figure come quelle di Impastato non devono mai essere dimenticate perchè sono la storia del nostro Paese ed esempio luminoso per le generazioni future.
Caro Peppino, vorremmo che alle tue parole di denuncia e di speranza, al tuo sacrificio, si potesse rispondere “Ci siamo riusciti”.

Ma oggi l’omertà, che albergava nelle tue case e nelle tue strade, è dilagata in tutto il Paese, e ciò che chiamano progresso spesso nasconde quelle “montagne di merda” che ti hanno ucciso. Vivi sempre in tutti coloro i quali sognano la bellezza di un altro mondo possibile. Beati quei popoli che non hanno bisogno di eroi.

Rifondazione Comunista La Spezia

Giulio, eri tutti loro

7 maggio 2013, by  
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Uno straniero atterrato ieri in Italia da un paese lontano durante la lunga veglia funebre per Andreotti a reti unificate, vedendo le lacrime e ascoltando le lodi dei politici democristi e comunisti, berlusconiani e socialisti, ma anche dei giornalisti e degli intellettuali da riporto di tutte le tendenze e parrocchie, non può non pensare che l’Italia abbia perso un grande statista, il miglior politico di tutti i tempi, un padre della Patria che ha garantito al Paese buongoverno e prosperità, e ciononostante fu perseguitato con accuse false da un pugno di magistrati politicizzati, ma alla fine fu riconosciuto innocente e riabilitato agli occhi di tutti nell’ottica di una finalmente ritrovata pacificazione nazionale. La verità, naturalmente, è esattamente quella opposta. Non solo giudiziaria. Ma anche storica e politica. È raro trovare un politico che ha occupato tante cariche (7 volte premier, 33 volte ministro, da 13 anni senatore a vita) e ha fatto così poco per l’Italia: nessuno – diversamente che per gli altri cavalli di razza Dc, da De Gasperi a Fanfani a Moro – ricorda una sola grande riforma sociale o economica legata al suo nome, una sola scelta politica di ampio respiro per cui meriti di essere ricordato. Andreotti era il simbolo del cinismo al potere, del potere per il potere, fine a se stesso, del “meglio tirare a campare che tirare le cuoia”. Il primo responsabile, per longevità politica, dello sfascio dei conti pubblici che ancora paghiamo salato. Un politico buono a nulla, ma pronto a tutto e capace di tutto. Il principe del trasformismo, che l’aveva portato con la stessa nonchalance a rappresentare la destra, la sinistra e il centro della Dc, a presiedere governi di destra ma anche di compromesso storico, a essere l’uomo degli Usa ma anche degli arabi. Un politico convinto dell’irredimibilità della corruzione e delle collusioni, che usò a piene mani senza mai provare a combatterle, perchè – come diceva Giolitti e come gli suggeriva la natura – “un sarto che deve tagliare un abito per un gobbo, deve fare la gobba anche all’abito”. Eppure, o forse proprio per questo, era il politico più popolare. Perchè il più somigliante a quell’“ italiano medio” che non è tutto il popolo italiano. Ma ne incarna una bella porzione e al contempo la tragica maschera caricaturale. Se però Andreotti spaccava gli italiani, affratellava i politici, che han sempre visto in lui – amici e nemici – il proprio santo patrono e protettore. La sua falsa assoluzione, in fondo, era anche la loro assoluzione. Per il passato e per il futuro. Per questo, quando le Procure di Palermo e Perugia osarono processarlo per mafia e il delitto Pecorelli, si ritrovarono contro tutto il Palazzo. Il massimo che riusciva a balbettare la sinistra era che, sì, aveva qualche frequentazione discutibile, ma che stile, che eleganza in quell’aula di tribunale dove non si era sottratto al processo (il non darsi alla latitanza già diventava un titolo di merito).

Fu parlando del suo processo che B. diede dei “matti, antropologicamente diversi dalla razza umana” a tutti i giudici. Fu quando si salvò per prescrizione che Violante criticò l’ex amico Caselli per averlo processato e la Finocchiaro esultò per l’inesistente “assoluzione”. Anche i magistrati più furbi e meno “matti”, come Grasso, si dissociarono dal processo e fecero carriera. Oggi le stesse alte e medie e basse cariche dello Stato che l’altroieri piangevano la morte di Agnese Borsellino piangono la morte di Giulio Andreotti. Ma non è vero che fingano sempre: piangendo Andreotti, almeno, sono sincere. Enrico Letta, alla notizia che la Cassazione aveva giudicato Andreotti mafioso almeno fino al 1980, si abbandonò a pubblici festeggiamenti: “Quante volte da bambino ho sentito nominare Andreotti a casa di zio Gianni. Era la Presenza e basta, venerata da tutti. Io avevo una venerazione per questa Icona!”. E giù lacrime per l’“ingiustizia” subìta dalla venerata Presenza anzi Icona, fortunatamente “andata a buon fine” tant’è che “siamo tutti qui a festeggiare” (un mafioso fino al 1980). L’altro giorno Letta jr. è divenuto presidente del Consiglio. È stato allora che il Divo ha capito di poter chiudere gli occhi tranquillo.

Marco Travaglio

da Il Fatto Quotidiano del 07/05/2013

Rivoluzione Civile La Spezia: “Con Alberto Lucarelli in difesa delle municipalizzate e del territorio”

Centro Allende alla Spezia stracolmo ieri sera per Alberto Lucarelli, giurista e professore all’Università di Napoli, ex assessore ai beni comuni nella giunta de Magistris ed estensore dei vittoriosi quesiti referendari sull’acqua del 2011.

Lucarelli, candidato numero 2 alla Camera per la regione Liguria in Rivoluzione Civile – Lista Ingroia, ha infiammato il popolo della sinistra spezzina sottolineando come la prossima rappresentanza parlamentare di Rivoluzione Civile sarà fondamentale per la lotta contro il duopolio Pd-Pdl, asserviti totalmente al neoliberismo come ha dimostrato il disegno eversivo della Costituzione attuato dal governo Monti, sostenuto da entrambi gli schieramenti che ora fanno finta di contrastarsi, in un ottica bipolare che favorirà sempre e solo gli interessi della grande economia finanziaria. Tutto questo è già stato sottoscritto dalla carta d’intenti sottoscritta da Sel che sarà costretta ad eseguire i voleri del Pd.

Lucarelli ha raccontato la vittoriosa lotta nel Comune di Napoli contro le logiche mafiose-clientelari che hanno messo in ginocchio la città partenopea, la lotta contro la privatizzazione dei servizi pubblici, sottolineando la virtuosa esperienza napoletana, che ha contrasto alla logica del profitto, contro i privilegi di manager strapagati, con l’assunzione di una responsabilità che oggi nessuno al il coraggio di avere.

Il fulcro dell’agire politico e istituzionale – spiega Lucarelli – deve essere solo e soltanto la Costituzione italiana, non come esercizio retorico, ma come corpo vivo che deve esprimersi ed essere difeso continuamente. Monti ora, Berlusconi prima, hanno continuamente e ripetutamente violato tanto i principi costituzionali dei diritti al lavoro, scuola e università, sanità e servizi pubblici (trasporto, acqua, rifiuti) quanto la volontà popolare espressa da 27 milioni di cittadini con il referendum del 2011, costantemente sotto attacco e negazione”.

All’assemblea sono intervenuti numerosi esponenti della società civile spezzina: dai lavoratori di Acam, alle prese con la più grave crisi aziendale della municipalizzata di via Picco, ai Murati Vivi di Marola, dagli studenti universitari, ai ragazzi della Val di Vara disastrata dall’alluvione del 25 ottobre, dal comitato Acqua Bene Comune al comitato Sanità Val di Magra. Lucarelli ha rilanciato i tanti spunti di discussione con un impegno preciso, in un auspicato mandato parlamentare in difesa dei diritti del lavoro, dell’ambiente e del sociale, che nei territori si traduca in una voce per queste realtà, dimenticate da una politica attenta solo a se stessa, o strumentalizzate da una protesta che non ha uno straccio di proposta.

 

Rivoluzione Civile La Spezia

rivoluzionecivilespezia.wordpress.com

Trattativa Stato-mafia, Lombardi: “Rifondazione parte civile nel processo di Palermo. Un atto di grande coraggio che ci rende orgogliosi”

6 dicembre 2012, by  
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E’ da poco iniziato il processo di Palermo sulla famigerata trattativa Stato-mafia e volevamo sottolineare un fatto importantissimo, ma ovviamente oscurato dai media nazionali: l’ammissione di Rifondazione Comunista alla costituzione di parte civile nel processo istruito, tra gli altri, dall’ex procuratore aggiunto Antonio Ingroia.

Ci tenevamo a ribardirlo anche qui dalla Spezia, una provincia che ha avuto anch’essa le sue vittime della mafia. E’ un gesto di grande valore morale e di grande coraggio. Un atto che ci rende particolarmente orgogliosi e dimostra che laddove i partiti agiscono come di dovere sono un strumento essenziale di democrazia al servizio dell’intera collettività.

Questo è il riconoscimento del lavoro portato avanti dal partito con coerenza e determinazione, e fuori da qualsiasi ritualità, nelle lotte contro i poteri criminali e le mafie che hanno avvelenato la vita di questo Paese. E’ un fatto d’importanza straordinaria: Rifondazione, rappresentata dall’avvocato Fabio Lanfranca, avrà l’opportunita’ di seguire dall’interno il processo che deve far luce sugli ultimi vent’anni di storia italiana ed avrà l’occasione di denunciare l’intreccio tra istituzioni e poteri criminali.

Utilizzeremo questa opportunità per onorare Peppino Impastato, Pio La Torre Giovanni Falcone, Placido Rizzotto, Rosario di Salvo, Davide Capolicchio e tutti coloro che nella lotta alla mafia hanno perso la vita. Visto che non tutte le associazioni antimafia sono state ammesse come parte civile Rifondazione Comunista si mette sin d’ora a loro piena disposizione.

Non possiamo che rammaricarci che nessun altro partito abbia sentito il dovere di costituirsi parte civile nel processo, così come il governo. Evidentemente la lotta alla mafia non riveste per tutti lo stesso significato.

I motivi di questa nostra azione sono semplici. La Procura della Repubblica di Palermo ipotizza che all’inizio degli anni ’90 si sia verificata una trattativa tra la mafia e organi dello Stato al fine di determinare una modifica dell’azione politica dello Stato medesimo. Se così fosse –e vi sono numerosi elementi che depongono a favore di questa tesi– ci troveremmo di fronte a una profonda alterazione del corretto funzionamento delle istituzioni e ad una palese violazione della Costituzione e delle leggi dello Stato. Un’associazione criminale avrebbe dato vita a comportamenti delittuosi al fine di intavolare una trattativa con i vertici istituzionali e avrebbe trovato una disponibilità in tal senso all’interno dello Stato medesimo. Sulla base delle accuse formulate dalla Procura di Palermo, abbiamo dato mandato all’avvocato Lanfranca di chiedere la costituzione di parte civile di Rifondazione Comunista.

Noi riteniamo infatti di essere parte lesa, così come parte lesa sono le istituzioni dello Stato e il complesso dei cittadini italiani. Il nostro ordinamento democratico prevede infatti che la sovranità del popolo si esprima attraverso le forme previste dalla Costituzione e queste forme sono democratiche. Al di la dei referendum e delle leggi di iniziativa popolare, queste sono nella sostanza la partecipazione a libere elezioni in cui i partiti politici vengono votati al fine di comporre il Parlamento. È il Parlamento che deve dare in forma chiara e pubblica l’indirizzo su cui si deve muovere il governo e il complesso degli apparati esecutivi.

Rifondazione ha concorso all’epoca dei fatti e concorre oggi democraticamente alla definizione della politica nazionale. Nella misura in cui lo Stato –o parti di esso– si sono mossi in modi oscuri e con obiettivi non dichiarati e non decisi in alcun modo dal Parlamento, ci troviamo di fronte ad uno stravolgimento dell’ordinamento democratico. Così come i partiti –previsti dalla Costituzione al fine di rappresentare il popolo italiano nella formazione della volontà generale attraverso la discussione e le decisioni parlamentari– sono stati sostanzialmente esautorati. Non hanno potuto svolgere a pieno il loro compito perché le regole del gioco sono state palesemente falsate.

Ci auguriamo quindi che il processo possa fare piena luce su questa inquietante vicenda e parimenti invitiamo tutti i partiti politici democratici a costituirsi parte civile. Infatti, se la mafia è una organizzazione criminale, la trattativa segreta con questa organizzazione da parte dello Stato costituisce una pratica eversiva. .

Tutto si può fare ma non di assistere in modo colpevolmente passivo alla distruzione della democrazia. Come diceva Peppino Impastato, la mafia uccide, il silenzio pure.

Le migliaia di vittime delle mafie, oltre ad attendere giustizia, meritano che lo stato di diritto, la democrazia e la giustizia nel nome della quale sono morti tornino ad essere parole vere e non suoni vuoti.

Massimo Lombardi
Segretario provinciale Rifondazione Comunista La Spezia

Giovani Comunisti e Prc La Spezia: “Domani in piazza in ricordo di Falcone e di tutte le vittime delle stragi di stato”

22 maggio 2012, by  
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Domani, martedì 23 maggio, ventesimo anniversario della strage di Capaci, Rifondazione Comunista e i Giovani Comunisti spezzini saranno presenti alla fiaccolata organizzata dal Comitato Unitario della Resistenza che partirà alle 20.30 da piazza Cavour alla Spezia per terminare presso le scuole del “2 giugno”.

L’assassinio di Giovanni Falcone, di sua moglie e la sua scorta, fu un atto di terrorismo che segnò l’inizio di una nuova epoca per la storia del Paese, pur rimanendo nel solco dell’arci nota “strategia della tensione”. Troppo riduttivo spiegarlo solo come un attentato mafioso, seppure il più grave in assoluto mai realizzato prima.

Quell’attentato è avvolto ancora nel mistero più profondo, e solo ora, a distanza di quattro lustri, cominciano ad emergere lampi di verità. Una guerra di stato contro lo stesso stato dove a pagare sono sempre e solo i cittadini, cominciando da chi ci rimette la vita.

Infatti i mandanti di quella strage, come di tutte le altre stragi italiane della seconda metà del ‘900, sono rimasti bellamente impuntiti, protetti da una rete di depistaggi, coperture e assoluzioni per insufficienza di prove che non hanno fatto che alimentare rabbia, scoramento, senso di sconfitta per una repubblica rimasta incompiuta nell’espressione autentica della sua illuminata carta costituzionale.

Nel 1992 furono sconfitti definitivamente gli ideali di giustizia ed eguaglianza incisi dai padri costituenti nel 1948. Ne nacque di li a poco la cosiddetta “seconda repubblica”, fase di profonda involuzione democratica che abbiamo visto svilupparsi in questo ventennio. Oggi, all’alba della “terza repubblica”, scenderemo in piazza, come abbiamo sempre fatto, non solo per ricordare la strage di Capaci, ma tutte quelle vittime innocenti di una carneficina durata oltre cinquantanni e, forse, non ancora terminata.

Saremo in piazza perchè, come diceva il grande Giorgio Gaber “Qualcuno era comunista perchè Piazza Fontana, Brescia, la strage di Bologna, l’Italicus, Ustica, eccetera eccetera eccetera.

Giovani Comunisti La Spezia

Rifondazione Comunista/Fds La Spezia

Strage di Brindisi sporco attentato contro innocenti. Oggi alle 16 mobilitazione presso il consiglio comunale spezzino

19 maggio 2012, by  
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 Vicini ai familiari di Melissa Bassi e di tutti gli studenti della “Morvillo Falcone”

Quanto accaduto stamani a Brindisi è un nuovo scandaloso capitolo nella lunga storia delle stragi italiane.

Ci stringiamo intorno alla famiglia di Melissa Bassi, la studentessa di 16 anni che questa mattina è stata assassinata dall’ordigno posto davanti all’istituto “Morvillo Falcone” e vogliamo esprimere la nostra vicinanza alle famiglie dei sette studenti feriti nell’esplosione stessa.

Per l’ennesima volta le vittime sono innocenti, addirittura giovani scolari. In questi vent’anni dalla strage di Capaci molto è stato fatto dalla parte sana di questo Paese per promuovere una cultura antimafia che parta proprio dalle nuove generazioni. Per questo l’attentato alla scuola di Brindisi che porta il nome di Francesca Morvillo Falcone, è un atto ancora più sporco e vigliacco. Tutta la società deve spingere perchè si faccia verità e giustizia per quanto accaduto oggi e per tutti i misteri italiani del passato ancora avvolti nel buio.

Il segretario provinciale Prc/Fds Massimo Lombardi, la capogruppo Fds in consiglio comunale spezzino Simona Cossu e il responsabile provinciale Scuola e Università Prc/Fds Filippo Vegassola lanciano l’appello all’immediata riposta di piazza:Ora è il momento del dolore e della mobilitazione generale. Per questo chiediamo a tutta la società civile spezzina di aderire al presidio organizzato da Libera per domani alle 10 a Sarzana davanti al teatro Impavidi e di essere presente oggi alla Spezia alle 16 presso la sala del consiglio comunale per la riunione del Comuntato Unitario della Resistenza dove si deciderà il da farsi per le prossime ore“.


Coordinamento provinciale Giovani Comunisti La Spezia

Rifondazione Comunista/Fds La Spezia

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