Incendio ditta Costa di Albiano Magra: “Le autorità facciano piena luce e comunichino esito analisi”

2 agosto 2016, by  
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Il terzo incendio verificatosi domenica 31 luglio scorso all’interno dell’impianto di trattamento rifiuti ad Albiano Magra, ha sviluppato un’intensa colonna di fumo nero che ha obbligato i comuni spezzini limitrofi come Santo Stefano e Bolano ad emettere ordinanze precauzionali di divieto di consumo acque sorgive ed ortaggi.
Ad oggi nonostante i numerosi appelli nulla è stato pubblicamente dichiarato dagli enti di controllo Asl ed Arpal circa le potenziali aree che potrebbero esser state interessate dalla contaminazione della nube. 

Le nubi come è noto, non conoscono confini amministrativi, e sono solite vagare per i cieli portandosi dietro e dentro eventuali tossicità.
 

Sarebbe bene che, in attesa dei risultati delle analisi, si dicesse con chiarezza quali sono le possibili aree contaminate, basandosi sui dati meteorologici di questi giorni e se ci sono stati versamenti nel fiume Magra.

 

Altro aspetto è quello giuridico: com’è possibile che l’impianto in questione sia stato colpito da tre incendi nel giro di pochi mesi? La magistratura negli anni passati aveva già accertato la mano della criminalità organizzata. Dobbiamo pensare che nulla è cambiato? Oppure il problema sta nella sicurezza dell’impianto?

 

I​ cittadini hanno il diritto di sapere come tutelare la propria salute e gli Enti preposto hanno il dovere di dare gli strumenti necessari.​

 

Rifondazione Comunista, federazione provinciale La Spezia

Provincia bloccata sul post alluvione, Prc/Fds La Spezia: “Sui fiumi manca una programmazione seria”

12 maggio 2012, by  
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A sei mesi dall’alluvione la Provincia procede a scavare nel Magra e nel Vara senza indire gare pubbliche e senza la prova scientifica che siano indispensabili e idonei alla messa in sicurezza degli abitati.

Lo dice la Corte dei Conti, ed è un fatto grave ed inammissibile, che consegna una gestione del territorio approssimativa, con lavori che causeranno danni e che getta ombre sulla mancanza di trasparenza nelle operazioni.

Chi valuta i sovralluvionamenti da eliminare? Chi valuta le modalità di eliminazione della vegetazione? Chi valuta le compensazione per il materiale asportato? E di contro, perchè non vengono presi in considerazione gli studi svolti dalle autorità di bacino, mentre si sborsano altri quattrini pubblici in nuove consulenze? Dopo sei mesi stiamo navigando a vista, senza un reale intervento globale. Diciamo chiaramente che tutto ciò è inaccettabile e che stiamo perdendo tempo.

Il punto vero, reale e concreto non viene menzionato da nessuno, ed è tutto politico: occorre pianificare concretamente gli interventi di messa in salvaguardia del territorio, occorre bandire gli interventi in somma urgenza fatti in questo modo, occorre rimettere in piedi una pianificazione seria e scientifica che punti alla valorizzazione di un patrimonio inestimabile come il nostro territorio. Solo così potremmo garantire un futuro serio all’assetto fluviale della nostra provincia.

Rifondazione Comunista/Fds La Spezia

Prc Arcola: “Stop ai lavori del centro commerciale di Romito”

20 febbraio 2012, by  
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Notiamo in questi giorni un ampio dibattito circa l’opportunità di procedere con la realizzazione del centro commerciale di Romito Magra alla luce degli avvenimenti del 25 ottobre scorso.

Crediamo che le valutazioni debbano essere sviluppate con motivazioni concrete e non dettate da slogan o pregiudizi di qualsiasi tipo.

Alla luce dei fatti:

L’intervento sotto l’aspetto puramente urbanistico è sicuramente rispettoso del PRG e delle relative Norme Tecniche di Attuazione, quindi risponde coerentemente allo strumento urbanistico comunale e a quanto richiede l’Autorità di Bacino per le aree di propria competenza.

Ora crediamo sia necessario porre alcune domande:

1 – dopo l’esondazione del fiume  il 25 ottobre sono sempre valide le mappature dell’Autorità di Bacino che individuano le aree sottoposte a rischio idraulico?

2 – dopo la realizzazione degli argini in località San Genesio possono verificarsi conseguenze più gravi nelle zone a valle (leggi Romito Magra)?

3 – il taglio pressoché totale della vegetazione (anche viva) quali conseguenze può provocare nella zona di Romito?

4 – il grave ritardo nell’approvazione del PUC (l’incarico è stato affidato nel maggio 2004 e ancora non siamo neppure alla adozione in consiglio comunale) può determinare scelte sbagliate, seppur burocraticamente legittime, da parte degli amministratori?

In attesa di un serio approfondimento sotto l’aspetto urbanistico e ambientale chiediamo la sospensione dei lavori per una valutazione responsabile affinchè una scelta sbagliata oggi non debba comportare danni irreversibili per il domani.

Proprio perché non vogliamo aggiungerci alla schiera di esperti e improvvisati terapeuti dell’ultima ora, ed essendo il tema di particolare serietà, chiediamo risposte chiare e precise da parte delle Autorità competenti, perché riteniamo la sicurezza dei cittadini un bene e un diritto che deve venire prima di qualsiasi altro interesse sia esso pubblico che privato.

Rifondazione Comunista, circolo “Maggiani-Rolla” di Arcola

Magra, scolmatore e argini bassi: loquacità e silenzi

15 febbraio 2012, by  
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A seguito della disastrosa alluvione del 25 ottobre 2011 è nata una pletora di “esperti” idraulici ed ambientali. A tutta questa loquacità sul famigerato canale scolmatore (presentato appunto come l’opera salvifica per la piana di Fiumaretta) ha fatto da contraltare la messa in secondo piano delle opere invece già studiate, già progettate e già finanziate che solo per l’inerzia (o forse l’inettitudine della Provincia) sono ancora al palo.

Ci riferiamo agli argini bassi (di cui finalmente è stata bandita la gara) e al dragaggio del fiume, o meglio, alla asportazione dei sovralluvionamenti nel tratto focivo, ma anche alla pulizia dell’alveo ed al “dragaggio” nelle zone a monte (Senato di Lerici, S.Genesio, Battifollo, ecc.).

Ma soprattutto il silenzio è stato ed è assordante da parte di costoro sulla situazione degli abitanti delle zone attualmente destinate alla ricollocazione. A gran voce rivendichiamo invece di essere stati gli unici (Rifondazione e Federazione della Sinistra tutta) a continuare a tenere viva l’attenzione su questi temi dall’anno 2000 ad oggi.

Perciò condanniamo una volta di più l’operato della Provincia sugli argini bassi del tratto focivo che, come abbiamo già avuto modo di denunciare, partiranno solamente in autunno quando al contempo avremo già problemi con le esondazioni del fiume.

Ma qui vogliamo denunciare un altro caso di silenzio e di malgoverno delle strutture sovraordinate al comune.

Ci riferiamo alla scandalosa situazione degli argini provvisori a Fiumaretta e Bocca di Magra realizzati dalla Protezione Civile.

Ebbene, dopo non essere serviti a molto (al contrario di quel che speravamo) ed essere stati aperti in alcune zone per far defluire l’acqua e permettere una prima asportazione del fango rimasto, sono stati abbandonati in una situazione da terzo mondo. Ora fanno bella mostra di sé, accatastati alla rinfusa in mezzo alla passeggiata, addirittura uno sopra l’altro, con i resti di quelli che erano i sacchi sabbia distrutti e marciti sparsi lungo questi muri.

Ma la Protezione Civile, non i volontari che si sono sempre dati da fare oltre ogni loro possibilità fisica ed umana, ma i responsabili provinciali (che hanno nomi e cognomi) non hanno avuto la decenza di parlare in merito o di farsi vedere sul posto per ripristinarli o per asportarli. Visto che il Comune non può toccarli attendiamo novità da parte di costoro.

Prc/Federazione della Sinistra, Circolo di Ameglia           

Giacomelli esca dal suo ufficio e vada a verificare lo scempio nei fiumi

12 febbraio 2012, by  
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Sulla vicenda legata alla pulizia degli alvei, le note provenienti dalla Provincia sono imbarazzanti. Prima Barli, ora tocca a Giacomelli. Chi sarà il prossimo?
Ma l’assessore Giacomelli è mai uscito dal suo ufficio per andare a vedere cosa succede sul territorio? La nostra è una domanda retorica perchè è evidente la difesa di un lavoro che è totalmente sfuggito a qualsiasi logica di controllo, di pianificazione e di gestione. Giacomelli dice cose che non corrispondono al vero e lungo i nostri fiumi si sta compiendo un vero disastro che avrà ripercussioni gravissime in caso di nuove piene.

Il taglio indiscriminato di vegetazione viva non ha nulla a che vedere con la rimozione di materiale ligneo morto, peraltro già previsto da ordinanze del Parco Magra-Montemarcello, quello incriminato di aver distrutto ponti e provocato esondazioni (!!!). Le ruspe che scavano e spostano materiale lapideo non ha nulla a che vedere con la messa in sicurezza idraulica del territorio. Dov’è il rispetto del Piano di Assetto Idrogeologico? A cosa sono serviti gli studi delle università di Genova e Firenze sulla mobilità funzionale dei sedimenti del fiume?

E’ ora di uscire dalle logiche delle somme urgenze con le quali si giustificano azioni fuori da ogni controllo e da ogni pianificazione. E’ ora di iniziare a gestire il nostro territorio con modalità più sagge e prendendo in esame la globalità delle problematiche. Perché non si vincolano i sindaci alla pulizia ed alla messa in sicurezza dei canali affluenti? Perché non si obbligano i sindaci a rivedere le costanti tombinature dei canali, sempre più cementificati? Perché non si impongono piani strutturali di rilancio del presidio, che garantiscano la gestione dei flussi idrici a monte?

La realtà è che nessun politico ad oggi ha intrapreso soluzioni che mitighino la complessità del sistema idrogeologico provinciale con il rispetto dell’ambiente e delle realtà antropiche. Si è voluto usare la pancia per accontentare le masse indignate di cittadini che non hanno risposte, mentre si doveva usare la mente per usare soldi di somme urgenze in investimenti strutturali di prevenzione. La drammatica realtà è che stiamo perdendo tempo e denaro dietro a demagogie facili che non risolveranno nulla.

Federazione provinciale Rifondazione Comunista/Fds La Spezia

Gli interventi fluviali: una follia inutile e demagogica

8 febbraio 2012, by  
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L’assessore Barli ha colto solo la premessa, dicendo che bisogna tenere conto di diversi indicatori nella pianificazione delle aree fluviali (aspetto idraulico, ambientale, biologico, ecc.), ma evidentemente si contraddice se dopo un corretto approccio “olistico” si passa al pragmatismo emergenziale.

Invitiamo pertanto Barli ad un sopralluogo lungo le sponde del basso Vara e del Magra per rendersi conto di che massacro del territorio è stato fatto, senza tener che tonnellate e tonnellate di alberi tagliati ed abbandonati, con il rischio che in caso di nuova piena l’acqua non dovrà faticare a sradicarli: son giù pronti al trasporto!

Ciò che sta accadendo va dall’inverosimile al disarmante e le parole di Barli e di Oldoini lasciano trasparire tutti i nostri dubbi. Le operazioni che si stanno compiendo nei nostri fiumi sono totalmente avulse da un’analisi scientifica seria e da una conseguente pianificazione. Le ruspe che hanno operato ed operano negli alvei fluviali sono frutto di un necessità che evidentemente bypassa le montagne di studi, di analisi, di elaborazioni tecnico-scientifiche sui processi di sedimentazione fluviale.

Oggi siamo al paradosso di giustificare degli scempi, peraltro totalmente se non inutili dannosi e demagogici, predisposti solo per far fronte alla giusta esasperazione della gente. Ma per risolvere il problema idrogeologico del territorio occorrono provvedimenti più complessi e certamente più seri.

Il mondo contadino, nella sua saggezza, non viveva alla giornata, ma sapeva pianificare le proprie azioni per ottimizzarle. Questo evidentemente non si è imparato.

Rifondazione Comunista, federazione provinciale La Spezia

Magra e Vara: invece delle ruspe nei fiumi, si abbattano abusi e si liberino le tombinature

3 febbraio 2012, by  
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Le associazioni ambientaliste hanno pienamente ragione su ciò che sta avvenendo lungo i nostri fiumi, Vara e Magra, uno scempio in nome della peggiore demagogia politica ed della più profonda ignoranza tecnica.

Così Rifondazione Comunista si associa all’allarme lanciato da Italia Nostra, Legambiente, Lipu-Bird Life e Wwf.

Chi ha dato ordinanza di disboscare vegetazione viva e vcostruire argini senza una visione globale delle criticità del bacino idrografico l’ha fatto in totale spregio di ogni buon senso – continua la nota di Rifondazione – e delle tonnellate di elaborazione scientifica prodotta da istituti di ricerca, università e autorità di bacino. La sconcertante realtà è che alcuni sindaci, da Follo ad Arcola, preferiscono raccattare un pugno di voti con azioni populistiche e prive di ogni utilità pratica, piuttosto che affrontare la complessità dei problemi.

Questo autoritarismo nel fare delle aree fluviali un vero scempio non si è posto quando c’era da rimuovere capannoni o discariche abusive, talvolta con presenza di amianto. Così come tanta solerzia non è stata posta in uno dei veri problemi relativi all’emergenza idraulica del nostro territorio, ovvero lo stato dei torrenti e canali affluenti, spesso tombinati o in stato di totale abbandono. Così la stessa energia non è stata posta quando c’era da verificare se scantinati si trasformavano in rustici abitabili.

Oggi questa cattiva politica soddisfa la pancia di quei cittadini giustamente esausti dalle loro stesse mancanze, e per ovviarvi puntano a trovate da prima pagina. Ma la realtà è che in questi anni si è preferito concessionare cubature di cemento per fare cassa con oneri e lasciare che il territorio sia abbandonato a se stesso, vergognosamente imputanto le cause alluvionali a chi addirittura tutto ciò lo ha sempre denunciato.

Se questi sindaci hanno davvero il coraggio delle loro azioni emettano immediatamente ordinanza di abbattimento degli abusi sui territori, puliscano e liberino dalla cementificazione le tombinature dei canali e procedano a bloccare ulteriori costruzioni. Ad Ortonovo come alla Spezia, Rifondazione è fautrice di questa politica.

Rifondazione Comunista, federazione provinciale La Spezia

Prc Ameglia: “Silenzio e immobilismo lungo il fiume Magra”

31 dicembre 2011, by  
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Un anno si chiude ed un altro inizia ma lungo le sponde del fiume Magra disastrate dall’alluvione del 25 ottobre scorso continuano a regnare incontrastati il silenzio e l’immobilismo. Ci riferiamo agli Enti sovraordinati ai Comuni che dovrebbero essere intenti a risolvere i problemi del territorio della vallata ma che nulla fanno sapere a noi poveri disgraziati e quel poco che si riesce a sapere viene praticamente estorto con fatica.

E anche i partiti, sia del centrodestra che del centrosinistra, o si danno da fare per cavalcare la protesta dei residenti (vedi Pdl) o non fanno sentire la loro voce. Solamente la sinistra radicale, noi comunisti, ed i vari comitati quasi quotidianamente dibattiamo anche aspramente per cercare di arrivare ad una soluzione dei problemi il più rapida possibile.

Questo perché la cosa più deleteria che sta prendendo campo, e che ci preoccupa tantissimo, è l’immobilismo dei suddetti Enti. A livello teorico, ad un recente convegno è stata lanciata la proposta di un tavolo tra i vari tecnici che la pensano diversamente tra loro per arrivare ad una sintesi, ma nulla si è mosso. A livello pratico non si è ancora fatto assolutamente nulla di ciò che è già progettato, approvato e finanziato. Ci riferiamo al dragaggio di 600mila mc del tratto focivo ed alla realizzazione degli argini bassi a Fiumaretta e Bocca di Magra. In compenso continuano le voci, ormai diventate barzellette, sui soldi che ballano tra la Provincia e la Corte dei Conti, e sul bando per gli argini da rifare perché ci sono due (due!) parole sbagliate! E i giorni passano.

Il ponte provvisorio? Il progetto per quello nuovo? Ancora tutto “campato” in aria. E gli abitanti della zona di Pantalè e di via Poggio Scafa? Soluzioni diverse dalla ricollocazione per loro non ne sono ancora state trovate?

Lo avevamo già detto e lo ribadiamo: è ora di finirla con i discorsi! Non possiamo perdere ulteriore tempo, bisogna intervenire urgentemente su tutto il Magra dalla foce fin oltre Pontremoli (e sul Vara), sui canali (o colatori) minori, e sui versanti da mettere in sicurezza. Non servono mega opere (il famigerato scolmatore), ma tante opere oculate e ben fatte da monte fino a valle.

Riproponiamo, e rivendichiamo con forza come nostra proposta, l’istituzione del “Magistrato del Magra” al fine di avere un unico soggetto in grado di decidere ed effettuare gli interventi necessari alla riduzione del rischio derivante dalle alluvioni. Il territorio è talmente antropizzato che non si può pensare ed agire come se non ci fosse, come del resto non è umanamente possibile pensare di delocalizzare interi paesi. Oggi lungo il fiume insistono attività economiche ed insediamenti umani che non possono essere cancellati, semmai necessitano di quegli interventi necessari alla messa in sicurezza ed alla riduzione del rischio.

Rifondazione Comunista/Federazione della Sinistra – Circolo di Ameglia

L’industria delle catastrofi

9 novembre 2011, by  
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di William Domenichini, tratto da DemocraziaKm0.org

Negli ultimi tre anni il territorio della provincia della Spezia ha risposto alla pioggia con un bollettino di guerra di frane ed alluvioni. Il 25 ottobre 2011 il quadro diventa tragico: il 43% delle strade interrotte, decine di paese isolati da giorni, borghi fantasma, ponti crollati, 10 morti, 3 dispersi.

Diagnosi. Il clima è cambiato. Si continua a rubare spazio agli alvei dei fiumi, nessuno gestisce i corsi che convogliano a valle migliaia di metri cubi d’acqua in brevi tempi di corrivazione. L’abbandono della coltivazioni collinari indebolisce i terreni, i frequenti incendi estivi distruggono una vegetazione senza monitoraggio ne cura, diminuendo la tenuta dei pendii, ostacolando il deflusso idrico.

La cementificazione, condonata o no, impermeabilizza il suolo. Le cassandre dell’autorità di Bacino del Magra avevano previsto tutto, tracciando la mappa dell’esondabilità del fiume con il Piano approvato nel 2003, ma i vincoli non li vuole nessuno, quindi meglio ignorarli e dire a gran voce che quella pianificazione è sbagliata o che gli eventi con tempi di ritorno di due secoli non si verificheranno. Ed invece…

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Slittamento dei lavori per gli argini bassi del Magra, FdS: “Cittadini amegliesi sconcertati, la Provincia fornisca subito spiegazioni”

26 settembre 2011, by  
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Siamo letteralmente allibiti e sconcertati per le parole dell’assessore provinciale Giacomelli sullo slittamento dei lavori per gli argini bassi del Magra.

Di punto in bianco, senza che mai ai cittadini amegliesi sia stato comunicato alcunchè, ci viene detto che per cavilli burocratici i lavori cominceranno a febbraio. Quello che temevamo si è avverato sul serio. I cittadini si sentono letteralmente presi in giro.

Ci viene detto che i famigerati 6.5 milioni di euro per effettuare i lavori di arginatura e dragaggio sono arrivati alla Provincia solo ad agosto.

Ma allora la notizia apparsa sui giornali il 2 marzo 2011 che il Presidente Burlando aveva sbloccato tale cifra per destinarla ad Ameglia, e la dichiarazione dell’assessore regionale Guccinelli apparsa sulla stampa il 6 luglio 2011 in cui si diceva che il giorno prima era stata firmata la delibera di assegnazione alla provincia della Spezia dei 6.5 milioni che cosa sono, aria fritta?

O campagna elettorale sulla pelle degli amegliesi? Dove sta la verità?

Noi non ci stiamo, chiediamo spiegazioni alla Provincia ed al suo Presidente, chiediamo che vengano in mezzo alla gente a dircelo in faccia come sta realmente la situazione, a che punto è l’iter di tutta la pratica.

Ma chiediamo anche spiegazioni, visto che non se ne parla, sul progetto di messa in sicurezza dei cittadini di Fiumaretta e Bocca di Magra che sono ancora esclusi da ogni forma di protezione dalle esondazioni.

Federazione della Sinistra, Coordinamento Valdimagra

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