Elezioni provinciali, L’Altra Spezia: “Alternativi al centrodestra e centrosinistra”
11 ottobre 2014, by admin
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Prc, Sel e cittadini indipendenti concorreranno insieme alle provinciali di domenica.
Lombardi: “Porta aperta anche al M5S ma l’alleanza dovrà basarsi sui temi e l’assetto idrogeologico sarà il primo punto“.
Premessa
per prima cosa esprimiamo un giudizio fortemente critico nei confronti del decreto Del Rio (legge 56 del 24 arile 2014) – che ha portato in maniera confusa e demagogica al finto scioglimento delle province – sbandierato strumentalmente come contenimento dei costi della politica ma che in realtà è volto esclusivamente a colpire gli spazi di democrazia elettiva nel nostro paese e a favorire la concentrazione del potere nelle mani di un unico partito.
I cittadini non sono più chiamati ad eleggere i propri rappresentanti e a dare indirizzi sulle linee di sviluppo del proprio territorio (non a caso in questa fase preelettorale nessuno ha parlato di programmi ma solo di posti, di composizione delle liste).
Nelle elezioni di secondo grado che ci saranno domenica prossima, saranno solo i politici a votare! La politica consolida se stessa!
Critichiamo anche il metodo con cui questa legge viene portata avanti, in maniera ondivaga ed ambigua, senza decreti attuativi, con fasi transitorie enormi, senza garanzie per i lavoratori dell’ente e soprattutto senza una precisa definizione delle competenze, lasciando così importanti servizi ai cittadini nell’immobilismo totale e nella più assoluta carenza di risorse.
Cogliamo quindi l’occasione delle elezioni provinciali per DENUNCIARE che il ridimensionamento delle Provincie voluto dal governo, rappresenta in se, e per le modalità con le quali è stato deciso ed attuato, un vulnus alla democrazia, ed è parte di un più ampio disegno antidemocratico ed autoritario volto a ridefinire l’architettura istituzionale del Paese e a modificare surrettiziamente la Costituzione. Non a caso le attuali ipotesi in campo di legge elettorale e di modifiche del Senato sono parti integranti e congruenti di tale disegno.
Noi crediamo invece nel ruolo delle autonomie locali come strumento per fornire servizi ai cittadini – soprattutto ai più deboli – e tutelare territorio ed ambiente capaci di garantire diritti costituzionali universali e di promuovere lo sviluppo di un’economia solidale.
Programma
Oggi le province sono diventate enti territoriali di area vasta, di secondo grado. La loro è una presenza transitoria, in attesa di una riforma Costituzionale che ne proporrà l’abolizione.
In questo quadro di incertezza comunque le competenze che restano in capo alle province come funzioni proprie o delegate dalla Regione sono:
- pianificazione territoriale di coordinamento
- tutela e valorizzazione dell’ambiente
- pianificazione dei servizi di trasporto
- formazione professionale
- costruzione e gestione delle strade provinciali
- programmazione della rete scolastica delle scuole superiori
- gestione dell’edilizia scolastica delle scuole superiori
Settori di interventi strategici per chi, come i componenti della lista “L’ALTRA SPEZIA” pone la questione di un nuovo modello di sviluppo basato sulla protezione dell’ambiente, lo stop al consumo di territorio, le energie pulite, la ricerca e l’innovazione in campo tecnologico, il turismo attivo, la cultura creativa.
Pianificazione territoriale tutela e valorizzazione dell’ambiente : La cecità di un modello insostenibile
Negli ultimi anni il territorio della provincia della Spezia ha risposto alla pioggia con un bollettino di guerra, tra frane ed alluvioni. Il 25 ottobre 2011 si consuma la tragedia: il 43% delle strade interrotte, decine di paese isolati da giorni, borghi fantasma, ponti crollati, 10 morti, 3 dispersi.
Il clima è cambiato, ma si continua a rubare spazio agli alvei, nessuno gestisce i corsi che convogliano a valle migliaia di metri cubi d’acqua in brevi tempi. L’abbandono della coltivazioni collinari indebolisce i terreni, i frequenti incendi estivi distruggono una vegetazione senza monitoraggio ne cura, diminuendo la tenuta dei pendii, ostacolando il deflusso idrico. La cementificazione, condonata o no, impermeabilizza il suolo.
I sindaci monetizzano il territorio concessionando aree a rischio per centri commerciali pieni di lavoratori precari, capannoni senza merci, residenze destinate ad essere sfitte
Noi pensiamo ed agiremo in provincia nella consapevolezza che la solidarietà a questa gente, a questa terra, debba passare per un cambiamento radicale, che si opponga alla cementificazione del suolo ed al suo abbandono, assumendo un modello economico riproduttivo: i piccoli comuni, presidi democratici del territorio. non devono sparire, devono anzi avere i mezzi per curare la natura che li circonda, rifondando le loro economie in una conversione compatibile.
Quanto sta avvenendo ripetutamente in tutta Italia e luttuosamente oltre che nella nostra regione e nel nostro territorio segna una demarcazione profonda, un punto di non ritorno rispetto al quale non c’è più il tempo per indugi per mediazioni politiche.
Riteniamo assolutamente necessario ed urgente che la Provincia si faccia promotrice e interprete di un’azione politica per la revisione dei PUC che abbia come obiettivo la vulnerabilità del territorio e la sua tutela, da accompagnarsi con norme di salvaguardia: blocco e moratoria edilizia fino alla definizione di piani urbanistici rispettosi del territorio.
La difesa del suolo necessita anche di interventi mirati e specifici quali un Piano straordinario regionale e provinciale, che integri risorse europee, statali e regionali per un grande progetto che potenzi il sistema di prevenzione della protezione civile, combatta il dissesto idrogeologico, metta in sicurezza il territorio e generi occupazione. Un Piano straordinario regionale e provinciale per il recupero delle terre incolte, il rilancio dell’agricoltura, il ripopolamento dell’entroterra attraverso un’economia integrata, basata su agricoltura, enogastronomia, turismo sostenibile, cultura, artigianato, energie pulite.
Formazione professionale
Nel campo della formazione professionale, altra funzione delegata dalla Regione alle Province, crediamo sia necessario porre la questione di un ripensamento radicale del modo in cui viene attuata, in particolare verso la possibilità di formare i giovani nelle competenze necessarie al territorio e anche di riqualificare i lavoratori che hanno perso il lavoro dopo i quarant’anni, che hanno ancora maggiore difficoltà a trovare un’occupazione.
Riteniamo inoltre indispensabile operare un costante e attento monitoraggio dei risultati che produce.
SCUOLA, programmazione della rete scolastica delle scuole superiori, gestione dell’edilizia scolastica delle scuole superiori
La scuola è il principale servizio pubblico che per sua natura è in grado di garantire pari dignità e cittadinanza, oltre che svolgere azioni perequative nei confronti delle disuguaglianze ancora e sempre più presenti nella società.
La scuola è stata ripetutamente interessata, dalle forze conservatrici e reazionarie che stanno governando in questi ultimi decenni, da processi normativi volti a stravolgerne il portato costituzionale inserendo striscianti forzature verso la privatizzazione di questo servizio.
Si veda come la tentata controriforma Moratti, basata su un modello clericale aziendalistico e su un percorso a doppio canale (da una parte i giovani con difficoltà sociali ed economiche indirizzati verso il riproposto avviamento al lavoro e dall’altra scuole selezionate anche grazie a finanziamenti privati che forniscono strumenti alti di conoscenza, richiesti dalla società per mantenere la sua leadership economica, ai giovani di famiglie di censo medio alto) sia sempre dietro l’angolo e venga per molti suoi aspetti riproposta anche dal governo Renzi.
Al contrario oggi a fronte della crisi, del tentativo di rendere il lavoro sempre più precario e i lavoratori empre più soli e senza diritti, la difesa della scuola pubblica per tutti, capace di formare cittadini consapevoli e critici e per tutto l’arco della vita, diventa un obiettivo primario a cui “l’altra provincia” deve dedicare il massimo impegno e risorse. Considerato che le competenze che permangono alla provincia sono edilizia scolastica e programmazione dell’offerta formativa
L’obiettivo quindi sarà quello di prefigurare un sistema scolastico basato su indirizzi di studio diversificati e flessibili, conformi alle prospettive del tessuto economico, supportato da servizi qualificati adeguatamente distribuiti nel territorio, atti a permettere scelte consapevoli per le nuove generazioni al fine di contrastare fenomeni di insuccesso e abbandono precoce.
Per questo critichiamo e crediamo sia necessario un ripensamento della regione Liguria che ha avocato a se la programmazione della rete scolastica, competenza che non può essere distaccata dalla profonda conoscenza della realtà locale, sia in termini di valenza sociale del presidio scolastico, sia in termini di effettiva conoscenza dello stato delle strutture scolastiche.
Crediamo sia indispensabile mantenere e sviluppare sempre più un legame stretto tra scuola e territorio, con l’obiettivo di fare della scuola una reale risorsa della comunità, un soggetto riconosciuto che può e deve contribuire al suo sviluppo e alla sua emancipazione.
Obiettivi del dimensionamento la rete scolastica: evitare fenomeni di eccessivo pendolarismo nella fruizione dei servizi scolastici globalmente intesi e garantire pari opportunità di accesso e successo a tutti i membri della comunità specie all’utenza più debole e periferica
Intervento sul patrimonio edilizio scolastico: garantire agli studenti un ambiente scolastico sicuro e funzionale, articolato con spazi per la didattica (aule), per le esercitazioni e la ricerca (laboratori) la socializzazione (impianti sportivi, auditorium).
Ambienti confortevoli e stimolanti sono strumenti necessari per il miglioramento della didattica, oltre che opportunità per combattere la dispersione scolastica.
Politiche per il diritto allo studio: politiche volte a garantire pari opportunità di accesso all’istruzione e di successo scolastico per tutte le categorie svantaggiate (studenti pendolari, stranieri portatori di handicap), equa distribuzione dei servizi scolastici per limitare fenomeni di eccessivo pendolarismo (ampliamento dell’offerta formativa – nuovi indirizzi di studio – agevolazione e ampliamento delle possibilità di studio all’estero), politiche di sostegno e di integrazione per tutti gli svantaggi.