Lombardi: “Cavarra fermi la cementificazione della piana di Marinella”
29 marzo 2014, by admin
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La degenerazione della politica intrapresa dal Pd in alcune realtà della nostra provincia impone la necessità di premettere ciò che normalmente apparirebbe ovvio: dal momento in cui vengono stravolti i programmi elettorali, una forza politica, che pur ha sostenuto una coalizione, è svincolata da ogni tipo di assunzione di responsabilità e ogni vincolo di lealtà, perché sono state tradite le premesse di tali vincoli e di tali responsabilità.
Rifondazione Comunista esprime la propria contrarietà e il forte dissenso verso le scelte che il Sindaco e la giunta di Sarzana stanno compiendo sulla Piana di Marinella. Evidentemente a Cavarra ed al Pd sarzanese occorre ricordare che negli ultimi 4 anni la provincia della Spezia è stata colpita da 5 alluvioni, con centinaia di milioni di danni e 14 morti, e che la piana di Marinella non è rimasta esente da tali disastri, anzi.
Fermare il consumo del territorio è diventato qualcosa di più che un convincimento politico, una delle linee del Piave da difendere per le nostre vite, il nostro futuro, le nostre economie, motivo per cui ci siamo illusi che le parole da campagna elettorale di Cavarra, che indicavano un nuovo Piano Urbanistico a volumi zero e lo stop a nuove autorizzazioni di grandi superfici di vendita, non fossero solo propaganda ma proponessero una svolta necessaria a questo territorio.
Così non è, ed apprendiamo dai giornali scelte scellerate che riguardano la piana di Marinella che avvengono ancora una volta sulla testa dei cittadini, al di fuori di una pianificazione partecipata essenziale in un’area così delicata con una sua storia e specifiche vocazioni, con all’interno nuclei residenziali di interesse storico urbanistico .
Sette campi di calcio, foresterie alloggi, infrastrutture per circa 13,7 ettari oltre a non rispondere all’idea e bisogno del consumo zero del territorio, ci pare non rispondano neppure ad una seria programmazione degli impianti sportivi ed a una analisi di quali siano le effettive esigenze di sport dei propri cittadini (piscina ancora incompiuta, palestre inesistenti, sport per la terza età).
Cosa c’è dietro questo disegno?
La svendita di una parte strategica del territorio di Sarzana al privato per opere al di fuori di ogni interesse e di ogni bisogno locale.
Crediamo invece che rilancio delle colture, incentivazione della silvicoltura, riqualificazione del nucleo urbano con piani di recupero per rispondere anche alle esigenze dei residenti, insieme ad opere per un adeguato controllo del rischio idrogeologico e alla pianificazione delle risorse idriche come bene comune sarebbero le urgenze di quest’area. L’amministrazione si sta rimangiando tutto quello che aveva promesso.
Per questo chiediamo al sindaco sarzanese che avvii immediatamente le procedure di apertura di una valutazione ambientale strategica degli strumenti urbanistici vigenti, puntando a fermare ogni ulteriore consumo di suolo attraverso procedure di dibattito pubblico.
Questa non è una richiesta politica avulsa, ma il mantenimento di un impegno elettorale preciso.
Massimo Lombardi
Segretario provicniale Rifondazione Comunista La Spezia
Domenichini: “Per l’alluvione solo lacrime da coccodrillo”
27 gennaio 2014, by admin
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Passati i disastri, digerita la retorica, smaltita la paura, prepariamoci all’ennesimo dissanguamento di soldi pubblici e ci risentiremo al prossimo allerta meteo. Dati alla mano il quadro ligure (ed italiano) è impressionante: una delle regioni italiane più antropizzate, nonostante l’80% del territorio sia a rischio idrogeologico, con oltre 3 milioni di mq suolo consumato per nuove residenze, oltre 2 milioni per altre destinazioni, arrivando al 6,3% del territorio cementificato, al netto dei condoni. Nonostante questi numeri da incubo l’edilizia è in una crisi senza precedenti.
Da una parte i soliti ricatti sociali. Il lavoro, nonostante l’avanzata del cemento, non muove di una virgola il dato drammatico della disoccupazione giovanile nazionale, ben oltre il 40%. Poi c’è l’esigenza abitativa, usata come mannaia senza nessun dato concreto: solo nel capoluogo ligure sono censiti circa 1.500 sfratti e quasi 100mila case sfitte. Dall’altra parte i disastri, puntuali ad ogni allerta meteo, le cui responsabilità politiche sono chiarissime.
Nella provincia spezzina non si contano i comuni in cui non si ha nemmeno uno strumento urbanistico vigente, e chi ce l’ha lo usa per cementificazioni impressionanti, lasciando terreno all’abbandono. Comuni con piani di 30 anni fa che chiedono varianti per ulteriori costruzioni, da Monterosso a Sarzana. oppure progetti che, come spade di Damocle, stanno sulle nostre teste pronti a far danni. Senza scomodare Marinella, Botta, outlet, ci sono miriadi di distretti di trasformazioni che faranno fiorire altro cemento in tutta la provincia. Basta.
Alla responsabilità politica segue il danno culturale. I nostri partigiani dicevano “ogni 100 anni e 100 mesi i fiumi tornan a so paesi”, e con costruzioni ovunque i danni sono garantiti. Analisi faidate per giustificare disastri, creando i fantasmi che intralcerebbero il governismo che non governa, scaricando responsabilità ed incapacità su chi chiede, da anni, pianificazione e salvaguardia. Che interessi tutelano amministratori che chiedono indice fondiario ai boschi? Che monetizzano il suolo con oneri d’urbanizzazione? Che continuano nel processo d’abbandono e cementificazione?
Raccogliamo eredità pesanti di decenni ben oltre ragionevoli mediazioni, ed ora il conto è salato. Il dissesto, dal dopoguerra ad oggi, c’è costato oltre 200 miliardi di euro, soldi dei cittadini. Se si facesse prevenzione avremmo buona occupazione meno spese, invece il malgoverno alimenta una selva di somme urgenze e prassi amministrative sempre meno trasparenti, sempre più nocive.
In Liguria, la classe politica è maestra della dichiarazione post disastro e chi oggi porta questa responsabilità presume di essere il risolutore. Diceva quel tale che sottile è il “Signore, ma non malizioso”. Meno dichiarazioni e più fatti? Al senato passa di tutto, dalla vendita delle spiagge ai condoni mascherati, il ministero annuncia stop al consumo di territorio, ma al 2050, la regione rilancia un piano casa devastante. Piove e ci tocca leggere le lacrime di coccodrillo di senatori, ministri e assessori regionali. Serve un Piano di manutenzione e di salvaguardia del territorio (non straordinari), abolire la parola emergenza, bloccare nuove costruzioni, ritirare la proroga al piano casa. Priorità alla prevenzione. Subito. Il resto sono solo chiacchiere.
William Domenichini
Resp. Ambiente e benicomuni Prc La Spezia
Rifondazione a Paita e Vesco: “Stop a nuove edificazioni”
21 gennaio 2014, by admin
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Progetto Marinella, Prc La Spezia: “Alla tragedia del lavoro non aggiungiamo altri disastri”
5 luglio 2013, by admin
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Abbiamo appreso con attenzione e con responsabilità le parole del neo segretario della Cgil sarzanese Stefano Bettalli, al quale rivolgiamo il nostro più sentito augurio di buon lavoro. Ne ha davvero bisogno in una situazione socio-economica devastante come quella della Val di Magra. Bettalli ha pienamente ragione sul tema turistico.
Rifondazione ritiene fondamentale, per il rilancio dell’edilizia, un piano di recupero e di ristrutturazione, per finalizzare una ricettività diffusa, tuttavia è evidente che prima i molti comuni della Val di Magra dovranno dotarsi di strumenti urbanistici, ad oggi molti dei quali scaduti. Riteniamo inoltre ci sia bisogno di un approfondimento più articolato delle possibilità occupazionali enormi che potrebbe dare un rilancio dell’agricoltura locale, della messa in sicurezza del territorio, attraverso opere di prevenzione e di manutenzione.
“Sulla gestione del territorio il ministro Orlando sbaglia obbiettivi”
25 maggio 2013, by admin
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FdS Val di Magra: “Sulla trasformazione del territorio responsabilità solo politiche, non dei tecnici”
17 febbraio 2011, by admin
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Negli ultimi 40 anni, con il silenzio e la compiacenza di molti e l’opposizione di pochi, le trasformazioni del territorio sono state attuate solo da una parte politica, che in solitudine ha deciso come, dove, quando, realizzare interventi edilizi più o meno complessi. Così nasce Luni Mare, l’espansione di Marinella, il Progetto Botta, il Progetto Marinella, ecc, ecc.
Ci sorprende molto l’intervento del portavoce di “Stop al consumo di territorio” che presenta e rappresenta un quadro delle Pubbliche Amministrazioni preoccupante in quanto, secondo lui, gli uffici tecnici di almeno quattro Comuni citati si dedicano ad ammaestrare e gestire amministratori inesperti nonché ad interpretare discrezionalmente le norme per favorire o contrastare interventi edilizi a seconda delle appartenenze politiche. Dalle sue parole si evidenzia che la classe politica (amministratori eletti nei vari Enti) viene sollevata da qualsivoglia responsabilità.
Ricordiamo invece che le scelte relative alla trasformazione del territorio sono solo della politica (Regione, Provincia, Comune), che non può essere assolta scaricando su altri il portato di tali scelte.
Non vorremmo che il senso dell’intervento di Mazza fosse solo quello di mettere al riparo la politica da tali responsabilità.