Solidarietà al presidente Fiasella denunciato da Papi per la vicenda inceneritore del Pollino

11 novembre 2011, by  
Archiviato in Dalla Provincia, Primo piano

 

 

Esprimiamo solidarietà al presdiente della Provincia Marino Fiasella, chiamato in giudizio dal Enso Papi, ex Presidente di Confindustria spezzina, per la vicenda dell’inceneritore del Pollino in Versilia.

Rifondazione Comunista, già nell’ottobre 2008, aveva espresso sgomento e sconcerto perché dalle inchieste in corso era emerso che  la popolazione della Versilia era esposta alle emissioni inquinanti dell’inceneritore del Pollino. In quell’occasione avevamo anche espresso l’auspicio che la Magistratura facesse chiarezza sui fatti e sulle responsabilità in merito al presunto utilizzo di «software realizzato per falsificare i dati» per il rilevamento delle emissioni nocive dell’inceneritore versiliese (diossine e monossidi di carbonio tra le maggiori sostanze altamente tossiche, cancerogene e mutagene).

Indipendentemente dalle posizioni che decideremo di assumere nel caso di elezioni primarie per la scelta del candidato del centrosinistra e della sinistra alla carica di Presidente della Provincia, riconosciamo a Fiasella l’onestà intellettuale e politica di aver sempre condiviso la nostra battaglia contro gi inceneritori. Una coerenza a causa della quale é oggi tratto in giudizio da chi quegli impianti li ha costruiti e li ha gestiti.

Federazione provinciale spezzina di Rifondazione Comunista

Inceneritori innocui, ma lo dice chi li costruisce! E Fiasella?

2 aprile 2011, by  
Archiviato in Ambiente, Primo piano

Non esistono indicazioni documentate sulla connessione tra i risultati della combustione fissa (inceneritori) e conseguente esposizione della popolazione, evidenziando che gli inceneritori, pur contribuendo come tutte le combustioni alle emissioni, non si possono escludere a priori come tecnica di smaltimento dei rifiuti. Con queste conclusioni, tanto scontate quanto discutibili, si conclude lo studio su “Emissioni di polveri fini e ultrafini da impianti di combustione” presentato da Federambiente e Veolia ad Ecocentrica.

La Federazione della Sinistra ha manifestato pacificamente in segno di protesta portando all’attenzione della cittadinanza spezzina le contraddizione di questo studio presentato all’interno di una iniziativa promossa da istituzione pubbliche come la Provincia della Spezia, teso a dimostrare unicamente l’infondata colpevolizzazione degli inceneritori, circa l’emissione di polveri ultrasottili. Perchè non si è ascoltato l’opinione dei medici per l’ambiente che noi appoggiamo in pieno?

In questo contesto l’informazione resa è stata parziale e scorretta perché l’unica “proposta di vendita” è ancora una volta l’inceneritore, santificato da chi addirittura li costruisce. Come andare dal tabaccaio e pretendere che ci dica che fumare faccio male alla salute. Questa non può essere una forma seria e trasparente di indagine, di divulgazione e, in un contesto in cui il conflitto d’interessi è diventato elemento endemico della società italiana, siamo arrivati al grottesco.

Fiasella, che a Villa Marigola organizzò un convegno inceneritorista con Enel, Veolia e Pirelli Ambiente, a questo punto dovrebbe chiarire se sostiene realmente politiche ambientalmente compatibili, come il piano provinciale di gestione dei rifiuti approvato che esclude per principio l’incenerimento dei rifiuti, oppure vuol continuare ad ammiccare a chi fabbrica inceneritori? Prima bacchetta (giustamente) i berluscones spezzini inceneritoristi e poi patrocina costruttori di forni per dire che in fondo non fanno male alla salute?

La Federazione della Sinistra ritiene che il problema principale di questo modello sociale sta nel fatto che il potere economico si sovrappone con il potere politico. L’unico antidoto è costruire una società critica che non si limiti ad accettare le cose per quello che sembrano ma non sono, che si faccia domande e dica di no ogni volta che è giusto dire no: No agli inceneritori, impianti in cui si è visto anche il taroccamento delle emissioni (Versilia, Colleferro, ecc.), No alle emissioni nocive, si alla salute, si a Rifiuti zero!

Scure sul trasporto pubblico, Fiasella un presidente “insostenibile”

2 marzo 2011, by  
Archiviato in Dalla Provincia, Primo piano

Il voto del consiglio provinciale che decreta l’aumento delle tariffe del trasporto pubblico è l’ennesimo esempio di fallimento del presidente Fiasella, a partire dall’esito della votazione, passata per soli 3 voti di scarto, fino ad arrivare all’assenza del presidente nella discussione consiliare, segno di superficialità e di mancanza di sensibilità su un tema che tocca la quotidianità dei cittadini della provincia, sia sotto il profilo economico, quello sociale ed ambientale.

In un momento di estrema crisi economica, in cui il governo Berlusconi fa di tutto per vessare le classi sociali più deboli con continui tagli ai servizi, l’aumento delle tariffe del trasporto pubblico segna l’ennesima mattonata da parte della giunta Fiasella ed il fallimento di una seria e cosciente programmazione di mobilità sostenibile.

Si tratta anche del taglio di centinaia di migliaia di km di corse che ridurranno pesantemente la quantità e la qualità del servizio, un fallimento della politica che vuole proporre una modalità alternativa di muoversi, riducendo l’accessibilità al trasporto collettivo e ponendo le basi per un ulteriore incremento dell’uso del mezzo privato.

Ci chiediamo con che coraggio Fiasella faccia il paladino della green economy, da Agenda 21 fino al Patto dei Sindaci, se poi nel concreto attui una politica che incrementerà emissioni, consumi energetici e diminuzione della qualità dell’ambiente, costringendo le classi sociali più deboli e più esposte a questa crisi dilaniante ad ennesimi sacrifici economici?

Per tutti questi motivi il nostro voto non poteva che essere contrario, dimostrando che chi si dice di Sinistra non può sostenere questa giunta provinciale.

Vallescura, scelleratezza del Pd e assenza dell’amministrazione Cozzani. Noi stiamo con la gente

6 febbraio 2011, by  
Archiviato in Dalla Provincia, Primo piano

Sono bastati 2 anni per decretare il fallimento politico a livello provinciale del comune di Follo, dal distretto sanitario, alle politiche sui rifiuti, fino alla constatazione che alle prossime provinciali una parte dei cittadini follesi (seggio 8 ) voteranno il candidato di Bolano e tutto questo con il silenzio/assenso della giunta Cozzani. Di male in peggio, ieri sera, il Pd follese con l’avvallo del partito provinciale, ha convocato la cittadinanza per comunicare che Acam e Provincia hanno intenzione di utilizzare la discarica di Vallescura per conferire la frazione organica stabile.

Una situazione politica agghiacciante che pone tanti perché e poche certezze. Perché si tira in ballo un sito che non è neppure inserito nel piano provinciale dei rifiuti? Perchè, dopo pochi giorni che il comune della Spezia si è impegnato alla bonifica di Saturnia (Pitelli) e Rocchetta Vara, con il conferimento dell’inerte che produce Saliceti in due “buchi” dalla capienza di 1.300.000 metri cubi si sente la necessità di utilizzare un altro sito per il conferimento in cui c’era una discarica “tal quale”? Eppure i circa 25.000 mc di inerte annui trasformati da Saliceti, che con l’aumentare della raccolta differenziata diminuirebbero.

Perché ad un incontro in cui la Provincia (Fiasella) ed Acam (Garbini), vengono chiamati dal Pd locale per raccontarci la bontà, la necessità di tale scelta e far ingoiare la pillola alla popolazione, mentre gli amministratori locali come il Sindaco Cozzani dimostrano l’estraneità a queste scelte sia non andando alla conferenza dei servizi indetta o nel caso non siano stati convocati, e poi nemmeno si presentano ad un incontro simile? Follo non conta più nulla?

L‘unica certezza è che la popolazione follese (e non solo) non ha nessuna voglia di esser presa in giro. Rifondazione comunista chiede pertanto che vengano rispettate le scelte assunte, dal piano provinciale ai recenti impegni presi dal comune capoluogo, esprime l’indignazione per come il Pd sostenga scelte inopportune e fuori da ogni logica della pianificazione sui rifiuti, denuncia la totale assenza dell’amministrazione locale alle politiche provinciale (Cozzani unico sindaco assente della zona!) e sostiene l’indignazione dei cittadini.

Si applichi il piano, non si cerchino altri buchi: 1.300.000 mc bastano per 60 anni, cos’altro vogliono lor signori?

Sull’acqua noi chiediamo e facciamo fatti, da Gatti solo parole

17 dicembre 2010, by  
Archiviato in Ambiente, Primo piano

Per un curioso sillogismo, visto che noi di Rifondazione abbiamo plaudito alla posizione della CISL sull’acqua, scopriamo che il consigliere berlusconiano Giacomo Gatti è sulla nostra linea, in difesa dell’acqua pubblica.

Le dichiarazioni di Gatti sul tema cruciale dell’acqua pubblica sono di una pochezza e rozzezza politica che evidenzia ancora una volta l’incapacità del centrodestra spezzino di articolare una battaglia politica seria, senza scadere in polemichette tanto inesatte quanto ipocrite. Come sempre si arriva a predicare bene ma razzolare male, anzi malissimo. Cos’ha fatto il centrodestra spezzino quando Rifondazione comunista ha presentato la mozione di modifica statutaria alla Spezia, chiedendo che si dichiarasse l’acqua un bene comune universale privo di rilevanza economica? Ha votato contro. Quindi il consigliere comunale Gatti, prima di parlare a vanvera doveva dar concretezza al suo pensiero sostenendo la nostra mozione. Le parole di Gatti sono pura ipocrisia.

Se Gatti si degnasse di guardarsi attorno, avrebbe notato che Rifondazione Comunista è al centro della battaglia per l’acqua pubblica dalla sua fondazione ad oggi, tant’è che da mesi abbiamo presentato mozioni di modifiche statutarie a Lerici, Arcola, Castelnuovo Magra, Santo Stefano Magra, Levanto, Vezzano Ligure facendole approvare. Addirittura a Follo, dove li almeno il centrodestra ha il buon gusto di votare ciò che presentiamo senza poi fare la commedia di Gatti.

Rifondazione Comunista è stata ed ed è tuttora al fianco del comitato referendario che ha raccolto un milione e mezzo di firme per cancellare l’art.23 del decreto Ronchi e gli artt.150 e 154 del decreto Matteoli, decreti voluti da ministri del partito di Gatti e tramutati in legge dal centrodestra di Gatti, che obbligano a privatizzare i servizi idrici obbligatoriamente entro il 2011, garantiscono il 7% di profitto alle aziende gestori e costituisce la messa a gara dei servizi.

Ma la storia si ripete sempre due volte: la prima volta come tragedia, la seconda come farsa. La farsa di Gatti si presenta quando oggi scopre e ci informa, bontà sua, che alcuni pozzi d’acqua spezzini sono privati. Ma quando lo denunciammo e per coerenza uscimmo dalla maggioranza in provincia, ritenendo un enormità la scelta del presidente Fiasella di nominare assessore proprio il proprietario dei pozzi spezzin, Gatti dormiva. O forse non voleva disturbare il conducente.

Noi rispondiamo con il lavoro quotidiano di una battaglia seria e cruciale per la vita della gente, perchè alla Spezia come in tutto il paese, l’acqua, ed i lavoratori che consentono l’approvvigionamento idrico, rimanga in mani pubbliche e non nelle grinfie di fondi d’investimento con sedi legali nelle isole Caiman.

Bramanti (PRC La Spezia): “Anche la CISL per l’acqua pubblica? Il fronte si allarga!”

14 dicembre 2010, by  
Archiviato in Dalla Provincia, Primo piano

Apprendiamo con piacere che anche la Cisl sostiene la battaglia sull’acqua pubblica anche se della presa di posizione del sindacato non condividiamo il fare di tutta l’erba un fascio tacciando tutti di incoerenza.

Per quanto ci riguarda, la nostra coerenza, insieme al Pdci, l’abbiamo dimostrata passando all’opposizione in Provincia, non solo perché la scelta di Antonelli, caudillo di Confindustria, rappresentava un cambio di maggioranza rispetto al voto degli elettori e una pericolosa svolta a destra, ma anche perché, come abbiamo denunciato e messo in guardia, egli rappresentava un inaccettabile conflitto di interessi visto che Antonelli risulta proprietario di quei pozzi che forniscono gli 8 milioni di mc. di acqua che Acam compra ogni anno.

Perché denunciavamo questa intollerabile situazione? Perché con la scomparsa degli ATO sarà la Provincia a subentrare nella gestione, a definire le tariffe dell’acqua, a decidere se comprare o no i pozzi privati e quanto pagarli.

Noi esprimemmo allora le nostre preoccupazioni, sul conflitto di interessi e sulla caduta di stile che investiva la Provincia, posizioni che ribadiamo anche adesso.

Saremmo felici di avere la Cisl e gli altri sindacati alleati in questa battaglia di trasparenza e legalità.

Abbiamo anche letto con preoccupazione la denuncia della Cisl sugli affari che qualche privato “eccellente” starebbe facendo vendendo l’acqua ad Acam a prezzi improvvisamente aumentati ed incassando lauti acconti per compromessi di vendita mai andati in porto. Cercheremo di verificare tutto questo attraverso i nostri consiglieri di opposizione in Provincia.

Se queste notizie risultassero confermate sarebbe una clamorosamente confermata la giustezza della nostra battaglia contro la presenza di Confindustria nella Giunta provinciale e contro qualsiasi conflitto di interesse.

Alla luce di quanto detto cogliamo l’occasione per esprimere stupore anche nei confronti dell’onorevole Orlando che da per scontata le ricandidatura di Fiasella senza prima preoccuparsi delle possibili alleanze con cui affrontare le prossime elezioni provinciali.

Chiara Bramanti
segretaria provinciale di Rifondazione Comunista La Spezia

Discarica a Rocchetta… e la partecipazione dov’è?

18 novembre 2010, by  
Archiviato in Ambiente, Primo piano

La vicenda della discarica di Rocchetta è l’ennesima conferma di come la politica spezzina abbia toccato il fondo.

Da un lato Fiasella dimostra, come ha dimostrato con i suoi alleati, che l’unico modo di concepire la politica è basato su scelte unilaterali. Tuttavia oggi si parla non di alleanze ma di rapporti con i cittadini, un aspetto ancor più grave. La recidività di Fiasella è drammatica visto che nella scelta di aprire una discarica a Rocchetta non solo non sono stati coinvolti i cittadini, ma nemmeno le istituzioni locali. Un comportamento vergognoso che conferma la bontà della nostra scelta di aver lasciato la maggioranza in provincia.

Dall’altro registriamo delle posizioni pretestuose, tanto faziose quanto drammaticamente omologhe. Invitiamo i partiti come Lega nord, Pdl e purtroppo anche l’Idv, a non alzare le barricate modello Nimby, anzi a sostenere le amministrazioni comunali coinvolte aderendo alla Strategia Rifiuti Zero, così come ha fatto il comune della Spezia, grazie a noi! Questa è l’unica via che ci consentirà di mandare gradualmente verso il dimenticatoio inceneritori e discariche.

Evidentemente chi ci ha tacciato come il partito del no, non ha fatto i conti con problemi veri, e quando si presentano, chi governa certi territori si comporta secondo le accuse che lancia. L’Italia ha approvato oggi (o ieri se lo mandiamo domani) il decreto legislativo che recepisce la “Direttiva rifiuti” della comunità europea. Nessuno di chi denuncia la decisione di Fiasella ha ancora parlato di politiche di gestione del rifiuti e di pratiche di riduzione, primo principio cardine della normativa e, aggiungiamo noi, di una buona politica.

Rifondazione comunista sarà sabato a Capannori con una delegazione a partecipare al Primo Seminario internazionale per la Ricerca sui Rifiuti e la promozione delle buone pratiche di sostenibilità ambientale, per continuare la formazione verso progetti sostenibili

Auspichiamo che alle accuse mosse in seguito alla incondivisa possibilità di fare una discarica a Rocchetta, gli amministratori di quei territori, in primis quelli che hanno fatto levata di scudi, adottino la nostra delibera verso Rifiuti Zero. Oltre all’ennesimo risultato concreto di Rifondazione comunista alla Spezia sarebbe un enorme risultato di civiltà per tutti i cittadini coinvolti!

5 Terre: “Responsabili politici si assumano tutte le responsabilità del disastro”

2 novembre 2010, by  
Archiviato in Dalla Provincia, Primo piano

A poco più di un mese dal terremoto che ha investito le Cinque Terre è più che mai necessaria una seria riflessione sullo stato attuale delle cose.

Rifondazione Comunista decise in tempi non sospetti di abbandonare il presidente Fiasella e, viste le sue dichiarazioni recenti, fu scelta saggia. Nonostante sia emerso di tutto e di più il presidente della provincia è passato dalla definizione di “nuovo caso Tortora” all’ennesima difesa azzeccarbugliesca di Bonanini: forse è il caso che si aggioni, ma l’ultima berlusconata dell’ex presidente del Parco è stata l’auto-ammissione del reato di calunnia per poter richiedere lo spostamento del processo!

Per Fiasella nel Parco “si deroga un po’ alle regole democratiche. Un’affermazione gravissima che denota la mancanza di cultura istituzionale da parte di una delle maggiori rappresentanze locali. Dopo questa ennesima dimostrazione di inadeguatezza, Fiasella deve dimettersi. Crediamo profondamente che la risposta politica che occorre dare alla gente vada ben oltre la diatribetta tra PD e PdL, un teatrino inammissibile.

Ognuno si assuma integralmente le proprie responsabilità, perché entrambi i partiti, trasversalmente, hanno serie responsabilità e coinvolgimenti nella vicenda. Le responsabilità politiche rispetto alla gestione autoritaristica sono nelle 900 pagine di ordinanza ed il ruolo di Bonanini, le sue “capacità”, furono addirittura premiate con la candidatura al Parlamento Europeo!

Se la sua elezione fosse avvenuta, oggi sarebbe uno dei tanti inquisiti coperti da immunità parlamentare, segno evidente che il berlusconismo ha contaminato settori del centrosinistra. Con lui erano presenti nel consiglio direttivo del Parco anche svariati politici di centrodestra che evidentemente durante i voti dei bilanci o dormivano o erano distratti dalle capacità di Bonanini.

E dov’erano i membri ambientalisti del direttivo? Paradossalmente le associazioni ed i comitati che fin’ora si sono travestiti da “grillo parlante” della politica locale, o dormivano, o sapevano. In entrambi i casi dovrebbero avere il buon gusto di astenersi dal far lezioni morali. Così come dimostra la comunità del Parco in cui risultano presenti tutti i sindaci rivieraschi e, si guardi un po’ il caso, il presidente Fiasella.

Se il PD scopre oggi che le regole non debbono essere considerate come un impaccio ne siamo lieti, ma la profonda lacerazione tra politica autoreferenziale e clientelare che sta venendo a galla, con il caso 5 Terre, non può esser risolta cospargendosi il capo di cenere. Occorre una svolta radicale, responsabile e concreta, a partire da una banalità: rispettare le regole democratiche.

Da domani Rifondazione Comunista proporrà di istituire, in tutti i comuni in cui siamo presenti, l’anagrafe degli amministratori per tutti gli enti locali e per ogni organismo partecipato, parimenti alla pubblicazione di tutti i documenti (delibere, regolamenti, bilanci, incarichi, ecc.) sui siti web istituzionali, la tranciabilità della documentazione, e soprattutto regole chiare e utili affinché ogni cittadino possa conoscere cosa accade nella gestione della cosa pubblica.

Occorre anche una vera e propria assunzione di responsabilità da parte dei Partiti a non candidare persone coinvolte in azioni giudiziarie che riguardano reati contro la cosa pubblica, ad ottenere le loro immediate dimissioni qualora coinvolti, ad impedire che si ricoprano più cariche elettive o nomine (anche se possibile per legge) come deputato/consigliere/amministratore delegato, ecc., senza sovrapposizioni tra ruoli istituzionali ed associativi, Fondazioni ed altre realtà che possono costituire aspetti lobbistici, così come regole per evitare che enti pubblici siano gestiti da nuclei familiari.

Non possiamo ignorare che il lavoro iniziato dal commissario Cosentino sia piuttosto preoccupante: i servizi del Parco devono rimanere pubblici e le 5 Terre non sono territorio di conquista per arpie private che possono far cassa con un patrimonio collettivo simile.
Per prima cosa occorre sapere realmente lo stato dell’arte, poi priorità al rilancio del Parco attraverso un modello compatibile, non di sfruttamento, ma di ulteriore valorizzazione attraverso pratiche virtuose. Domani il Parco delle 5 Terre deve essere il laboratorio politico di un modello innovativo, che tenga conto delle battaglie vere ambientaliste vinte fin’ora, che non deroghi impegni sociali ed occupazionali a scorribande predatorie.

In tal senso esprimiamo viva preoccupazione per la posizione espressa da Fabio Renzi, segretario generale Symbola, che come se nulla fosse si preoccupa di rilanciare l’immagine di una terra che non ha nessun bisogno di essere magnificata perchè basta la sua bellezza. E’ tuttavia un segnale non positivo il fatto che in Symbola è presente l’ex presidente Bonanini e l’attuale commissario Cosentino, elementi che non fanno ben sperare rispetto al tanto agognato rinnovamento culturale e politico.

Sul caso Bonanini politica reticente ed ambigua, occorre una svolta!

9 ottobre 2010, by  
Archiviato in Primo piano, Società

Le vicende di questi giorni, i dati ed i fatti che emergono impongono alla classe dirigente spezzina una severa riflessione che ci auguriamo porti ad una profonda svolta nella vita politica spezzina.

Le nostre riserve per le pratiche antidemocratiche che finalmente stanno venendo a galla si associano alle preoccupazioni per le coperture e le tutele politiche e culturali di cui tali prassi hanno goduto in maniera trasversale, quasi a testimoniare una totale assuefazione del territorio e la sua minoritaria capacità di indignarsi. Per questo voglio dire al segretario del Pd Veschi, che non basta parlare di balzo in avanti della partecipazione, una condizione necessaria ma non sufficiente.

Al di là della vicenda giudiziaria, le intercettazioni stanno portando a conoscenza un quadro di violazione sistematica della Democrazia, e nessun partito coinvolto o suoi esponenti, può cavarsela dicendo di attendere la fine dell’inchiesta. Ecco perché Rifondazione comunista (unica) ha da subito chiesto le dimissioni immediate di chi ha posto le condizioni di far produrre oltre 800 pagine di ordinanza in cui c’è di tutto e di più, un dossier che va ben oltre i minimizzanti “maldestri ampliamenti di cantine”.

Se alcune forze politiche si sono riconosciute in un indecente coro solidale agli arrestati, altrettanti si sono celate in un silenzio assordante: i nostri ex compagni che ora militano in SEL si rammentano dell’insegnamento berlingueriano relativo alla questione morale? E i dipietristi dell’Idv hanno raggiunto una linea comune oppure stanno valutando le implicazioni politiche del loro segretario provinciale Sandro Pietrobono? Occorre chiarezza in questo momento ed i cittadini spezzini, come noi di Rifondazione comunista, vogliamo sapere con chi si può condividere un percorso di rinnovamento.

C’è n’è per tutti. Tant’è che nell’ordinanza compaiono anche personaggi di spicco del centrodestra: l’avv.Paolo Messuri (consigliere del Pdl nel Consiglio comunale della Spezia), che d’accordo con Tarabugi (capo dell’ufficio tecnico di Riomaggiore ora agli arresti) invia la diffida a fornire ai consiglieri dell’opposizione le documentazione richieste, oppure il sindaco di Beverino attualmente anche consigliere provinciale del Pdl, Andrea Costa (ex segretario provinciale Pdl), che con il fratello, titolare dell’omonima impresa edile, partecipa ad una riunione con Bonanini nella quale si discute come falsificare perizie per far risultate eseguiti alcuni lavori mai fatti della ditta Costa.

Una riflessione dovuta è se fosse stata approvata la “legge bavaglio” voluta da Berlusconi, oggi cosa conosceremmo di tutto questo vespaio? Nulla o poco, quel che potevamo sapere dalle coraggiose voci che si levavano dai territori e venivano soffocate a colpi di querele e di minacce, dinamiche subite sia da esponenti di Rifondazione comunista sia dall’attuale minoranza, ai quali esprimo la nostra totale solidarietà.

C’è poi un questione di stile e di etica politica: le dichiarazioni di Fiasella [Scarica Intervista Fiasella - mp3 (mp3 - 2.57 MB)], che a caldo minimizzano la vicenda definendola “astrazione di carattere spettacolare” e la paragonano al caso Tortora! Affermazioni gravissime fatte lo stesso giorno degli arresti senza conoscere i fatti che nel puro stile berlusconiano danno per scontato l’errore giudiziario e l’inconsistenza del lavoro della magistratura. Affermazioni che offendono la comunità e ci portano a concludere che l’interruzione dei rapporti di alleanza in provincia avevano profondo senso anche nella distanza che si è venuta a creare dal punto di vista culturale e formale con esponenti come Fiasella.

Da questa vicenda se ne esce se si farà pulizia di chi è coinvolto e si darà priorità alla questione della Democrazia, se si supereranno le gestioni clientelari e se la politica si spoglierà di quell’arroganza che porta a denunciare i cittadini quando questi osano criticare la gestione della cosa pubblica. Sia chiara una cosa: per Rifondazione comunista l’unica solidarietà da manifestare è per coloro i quali in questi anni hanno resistito in un clima simile, dai tanti compagni nel territorio agli attuali consiglieri di minoranza.

Non dimentichiamo che il Parco delle Cinque Terre è un’inestimabile patrimonio culturale, ambientale e produttivo della nostra provincia. Dal Ministro Prestigiacomo ci attendiamo che, tramite il suo commissario, sia mantenuto l’impegno concreto alla salvaguardia dei posti di lavoro, con la stessa solerzia con cui si è dichiarata solidale con indagati eccellenti, senza evidentemente aver letto neppure una riga delle indecenze politico/amministrative che emergono dall’ordinanza di custodia.

Chiara Bramanti
Segretaria provinciale PRC La Spezia

Scarica le 881 pagine dell’Ordinanza di custodia cautelare - pdf (pdf - 5.31 MB)

Lo strappo in provincia si ricuce rimettendo il lavoro in mano ai lavoratori

16 settembre 2010, by  
Archiviato in Dalla Provincia, Primo piano

Con la nomina di un industriale all’assessorato provinciale al Lavoro, Fiasella (ed il Pd) ritengono di aver realizzato un ampia alleanza sociale, parificando associazioni, volontariato, comitati o qualunque forma di aggregazione sociale con un rappresentante dei padroni, scegliendo un rappresentante di Confindustria, proprietario dei pozzi d’acqua spezzini e cementificatore.

Non ci si accorge che il modello sociale che dobbiamo mettere in discussione è quello che ha generato questa spaventosa crisi economico-sociale, distinguendo con fermezza i diritti dei lavoratori e gli interessi degli industriali. L’utilità sociale di Confindustria si è già dimostrata totalmente inefficace già nell’attuale Parlamento, con la presenza nelle file del Partito Democratico di personaggi come Calearo o Colaninno, e nei fatti con l’atteggiamento vergognoso del duo Marchionne-Marcegaglia nei confronti dei lavoratori di Pomigliano e di Melfi.

Rifondazione Comunista ha appoggiato la campagna referendaria per l’acqua aiutando a raccogliere quelle 1.400.000 firme che chiedono alla Corte i tre referendum abrogativi in difesa dell’acqua pubblica, ha e sta proponendo la modifica statutaria che definisce l’acqua “bene comune universale, privo di rilevanza economica”. E’ un caso che alcuni suoi esponenti nazionali (tra i quali Lucio Cafarelli, coordinatore dell’Area Welfare del PD) fondano Acqualiberatutti, un associazione espressamente contraria ai referendum, unico strumento che impedirà la privatizzazione dell’acqua?

E’ un caso che oggi, con un esponente degli industriali nella giunta provinciale, si ritorni a parlare di bruciare il Cdr nella centrale ENEL? Noi ben facemmo ad occupare il seminario inceneritorista di Fiasella a Villa Marigola, e come allora siamo pronti a mobilitare la città contro una pratica folle come l’incenerimento, consci che le proposte che portiamo avanti da due anni (Rifiuti zero) sono l’unica via possibile.

In un momento in cui la nostra provincia è falcidiata dalla piaga degli omicidi bianchi e degli infortuni sul lavoro, per l’Assessore Ettore Antonelli  “dobbiamo essere bravi in tutto, nella performance come nella sicurezza. Imprese e sindacati devono lavorare assieme per migliorare la sicurezza ad ogni livello e riduzione del rischio.” Forse è un lapsus confindustriale, ma un assessore al lavoro che sostiene la parità di priorità tra performance e sicurezza riconferma le nostre “perplessità”!

La Federazione della Sinistra, in virtù delle decisioni del Presidente Fiasella, ritiene che  sia stato calpestato il voto popolare e il significato profondo di una politica fatta di attenzioni e sensibilità nei confronti dei lavoratori, che oggi vedono un attacco ai diritti mai visto da 30 anni a questa parte. Non ci resta che lavorare alla costruzione di un fronte politico che punti alla difesa dei diritti dei lavoratori, per un ambiente dignitoso e per una giustizia sociale, mettendo in discussione un modello sociale iniquo e catastrofico come quello in cui viviamo. Per battere la destra occorre fare la Sinistra.

Pagina successiva »