24 febbraio 2010-2022: oggi omaggio a Giovanni Magliani, caduto sul lavoro alla Stazione FS. Prc presente anche alle 17 al presidio Cgil per dire stop al conflitto Russia-Ucraina

24 febbraio 2022, by  
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Questo pomeriggio alle 16.30 una delegazione di Rifondazione Comunista spezzina sarà presente alla Stazione FS della Spezia Centrale per commemorare la morte di Giovanni Magliani, operaio delle ferrovie caduto il 24 febbraio 2010 in un tragico incidente avvenuto lungo il binario “Porta Arsenale”, lato ponte della Scorza.

Fu una morte assurda, come tutte quelle sul lavoro, che spezzò l’esistenza di un uomo di soli 53 anni, padre di famiglia e lavoratore irreprensibile, che amava profondamente il proprio mestiere dopo oltre trent’anni di servizio. La causa di appello per omicidio colposo è ancora pendente presso la corte di Appello di Genova, dopo l’assoluzione in primo grado per gli imputati perché “il fatto non costituisce reato”.

Recentemente si sono mietute vittime giovanissime, addirittura studenti poco meno che ventenni coinvolti nella famigerata “alternanza scuola lavoro”. Inaccettabile anche al solo pensiero che si possano mietere vite umane di qualsiasi età, figuriamoci dei ragazzi. Noi pensiamo che morire sul lavoro sia assolutamente un reato grave che ha delle precise responsabilità.
Per questo chiediamo al ministro del lavoro e nostro concittadino Andrea Orlando di intervenire con decisione sul problema aumentando i controlli sulla sicurezza, specie quella sui luoghi di lavoro ad altissimo indice di precarizzazione (luoghi, statisticamente, nei quali le morti e gli incidenti sono maggiori), potenziando il numero degli ispettori Asl e abolendo una volta per tutte la già citata “alternanza”.
Tutti i caduti sul lavoro sono vittime di una guerra silenziosa che reca con sé un bollettino di vittime inconcepibile, come riportato recentissimamente dalla trasmissione Report e da tutti gli organismi ufficiali di monitoraggio di tali incidenti.
Usiamo la parola guerra non a caso proprio oggi, dodici anni dopo, quando in Europa è appena scoppiato un conflitto dagli esiti imprevedibili e certamente funesti, perché ogni guerra è sempre foriera di lutti. 
Per questo Rifondazione sarà presente anche alle 17 sotto la prefettura per il presidio organizzato dalla Cgil in occasione dell’attacco russo all’Ucraina nonché sabato 26 febbraio alle 14 in piazza Mentana per la manifestazione indetta dalle associazioni pacifiste.
 
Rifondazione Comunista, federazione provinciale La Spezia

“Il progetto della bretella Ceparana-Santo Stefano deve essere fermato adesso”

19 gennaio 2022, by  
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È degli ultimi giorni la notizia dell’ invio di una lettera da parte del presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti, e dell’assessore Giacomo Giampedrone, al ministro delle infrastrutture Giovannini, con la quale si richiede di avviare l’ iter amministrativo necessario per rendere definitivo il casello autostradale di Ceparana.

L’intervento di natura provvisoria resosi necessario dopo la caduta del ponte di Albiano ha evidentemente dimostrato la sua strategicità anche agli occhi di chi ci governa in Regione. Da tempo ribadiamo che un casello autostradale a Ceparana rappresenta una soluzione alternativa alla realizzazione della bretella Ceparana-Santo Stefano, come i fatti dimostrano un’alternativa utile alle persone e al territorio. Una volta ricostruito il ponte di Albiano sarà ancora più evidente la sua utilità nell’alleggerire il traffico.

Se il vero fine della bretella è portate un miglioramento viabilistico e non, come pensiamo, un estensione della “piana dei container” fino a Ceparana, questo è il momento giusto per bloccare l’opera. Da cronoprogramma a breve partirà il cantiere del lotto 1 della bretella, ovvero il ponte, e questo ora più che mai diventa incomprensibile visto che il casello a Ceparana con un più basso impatto ambientale eviterebbe di cementificare ulteriormente, di andare a compromettere ancora di più l’habitat fluviale e la biodiversità della zona, di rendere sempre meno vivibile il territorio per chi lo abita, inoltre consentirebbe di risparmiare grandi somme di denaro pubblico.

Rifondazione Comunista, federazione provinciale La Spezia

Jorfida (Rifondazione Comunista): “Legge Madia sul Corpo Forestale è incostituzionale e un disastro per l’ambiente”

24 agosto 2017, by  
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La critica che facemmo all’idea stessa di sciogliere un corpo di polizia a ordinamento civile come il Corpo Forestale dello Stato ed il passaggio coatto della grande maggioranza degli addetti – uomini e donne – ad una forza militare quale è l’Arma dei Carabinieri nasceva dalla nostra consapevolezza che avrebbero perso quei diritti sindacali e democratici conquistati insieme alla Polizia di Stato e alla Penitenziaria alla fine del secolo scorso.
Erano gli anni ’70 e la riforma-questa si democratica e intelligente- venne conquistata grazie all’unità che si creò, anche con manifestazioni di piazza e iniziative di sciopero,fra i lavoratori delle manifatturiere e la gran parte degli addetti alle forze di polizia che avevano ben compreso il salto di qualità in avanti che avrebbe comportato la smilitarizzazione di questi corpi non solo per i loro diritti ma per l’insieme della nostra società.

Ora il Tar dell’Abruzzo ha rimesso alla Corte Costituzionale per manifesta incostituzionalità della Legge Madia la decisione finale. C’è ora da vigilare perché qualche esponente delle Istituzioni non faccia indebite pressioni su singoli componenti della Corte. I danni prodotti ai diritti degli addetti al Corpo Forestale dello Stato, all’ambiente e alle casse pubbliche da questa improvvida Legge sono già stati enormi in questo 2017. Evitiamo che si percuotano permanentemente nel futuro. Ce lo chiedono i e le forestali, l’ambiente, il paesaggio nonché le popolazioni già colpite dagli incendi.

 
Enzo Jorfida, 
responsabile nazionale Prc per forze armate e di polizia

Amministrative 2017, la Sinistra spezzina: “No ad alleanze col Pd. Si a una lista civica aperta alla Sinistra Pd”

18 luglio 2016, by  
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In riferimento agli articoli di stampa dei giorni scorsi, relativi al tema delle alleanze in vista delle prossime elezioni amministrative, ci preme sottolineare quanto segue.

Abbiamo apprezzato che, in vista delle elezioni amministrative del 2017, per la primissima volta, una parte del Pd abbia dimostrato di comprendere l’esigenza di una più marcata apertura alla società civile e ai partiti della Sinistra, proprio a partire dalla figura di candidato a sindaco, il quale dovrà essere figura slegata dalle beghe dei partiti a partire dal Pd, con radici e valori saldamente a Sinistra ma in grado di parlare a tutta la città, e rimettere in sintonia la cittadinanza con politica e istituzioni.
E’ evidente che serva una discontinuità, almeno per quanto attiene ad alcune questioni di rilievo come un ricorso alla partecipazione dei cittadini in forma sistematica e organizzata, la valorizzazione dei servizi pubblici locali e della loro gestione, la difesa del lavoro, dei lavoratori e dei loro diritti, l’adozione di strategie che rilancino il tessuto economico della città partendo dalle esigenze dei tanti e non dalle tasche e dagli interessi dei pochi.
Segnaliamo in ogni caso al ministro Orlando come la sua posizione, per quanto apprezzabile e meritevole di approfondimento e confronto, sia destinata a restare tristemente minoritaria nel Pd.
Non è affatto un caso, infatti, che la stessa segretaria provinciale così come altri noti esponenti di area paitiana (in testa, manco a dirlo, il sindaco nonché presidente della Provincia) abbiano già stoppato il tentativo del ministro preferendo proseguire nella linea erroneamente ritenuta “vincente”delle “primarie ad ogni costo” e del “candidato del Pd” che ha portato il partito di Renzi a collezionare sonore sconfitte.
E’ il segno tangibile delle schizofrenia e della totale impossibilità di dialogo con una parte, che i numeri hanno indicato essere ampiamente maggioritaria nella nostra Provincia, del Partito Democratico.
Invitiamo dunque tutta quella componente del Pd che (almeno a loro dire) guarda a Sinistra a rompere gli indugi, abbandonare comode appartenenze e mettersi, generosamente, a servizio della città.
Serve costruire un programma politico amministrativo a partire da una visione di città che sappia parlare anzitutto agli ultimi, agli esclusi e, soprattutto, guardi al presente e al futuro con progettualità e responsabilità al di fuori dei tristi e pericolosi interessi di parte.
In questo quadro ci siamo, con le nostre energie, idee e proposte.
Di contro non siamo interessati né ad “accordicchi” elettorali, da disconoscere il giorno dopo, né a primarie di coalizione o di partito nonché altri pasticci, da consumarsi sulla pelle di una città che ha già sofferto fin troppo le conseguenze della guerra tra bande in atto da tempo all’interno del Partito Democratico.

 

Andrea Ornati e Emiliano Ceretti (Sinistra Italiana La Spezia)

Massimo Lombardi e Jacopo Ricciardi (Prc La Spezia)

Pierluigi Sommovigo e Matteo Bellegoni (Pcdi La Spezia)

Lorenzo Cimino e Michele Fiore (Possibile La Spezia)

Antonio Parrillo e Aldo Sebastiani (Sinistra dei Valori La Spezia)

Caso Cavarra-Biggini, Prc La Spezia: “Sarzana come Arcola, una vergogna unica. E l’Anpi tace”

18 novembre 2015, by  
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La prevista partecipazione del sindaco di Sarzana Cavarra al convegno in ricordo ministro fascista Biggini è solo l’ultima di una serie incredibile di leggerezze di cui il Pd è responsabile di fronte alla cittadinanza che amministra, dato che quasi tutti i sindaci della nostra provincia portano la targa “democratica”.
 
Una sempre più decisa deriva a destra, accompagnata da una spaventosa superficialità culturale, sono il risultato evidente di una enorme scollatura tra il partito (che non ha più minimamente a che fare col suo passato) e la società civile.
 
Di questa nuova “sensibilità” registrata da tempo,  il renzismo, di cui Cavarra, e non solo, è uno strenuo esponente, rappresenta la punta più “avanzata”. 
 
E’ uno scandalo che proprio Sarzana, città simbolo a livello nazionale della lotta al fascismo, la città citata da Sandro Pertini come esempio di lotta, la città dei gloriosi fatti del 21 luglio 1921, la città che ha dato i natali ai partigiani Paolino Ranieri e Luigi Fiori, si macchi di uno scempio simile.
 
Il grande compagno Luigi, scomparso da pochi mesi, griderebbe al cielo, e allo stesso Cavarra, la sua rabbia e indignazione. 
 
E ci meravigliamo anche dell’Anpi, che da troppo tempo tace su queste questioni, ormai quasi sempre all’ordine del giorno: ora basta, è ora di finirla e di rompere questo inaccettabile e complice mutismo.
 
Il caso di Sarzana fa il paio con la “gemella” Arcola, altro comune di grandi tradizioni antifasciste e fresca protagonista del caso-Bongiovanni, presidente della consulta giovani e consigliere di zona arcolano, appena espulso dal Pd per reiterate frasi fasciste e omofobe scritte su Facebook.
Ebbene, nell’ultimo consiglio comunale dello scorso lunedì sera, la mozione presentata da Rifondazione che chiedeva al sindaco Pd Orlandi e alla sua giunta di prendere le distanze dal suddetto Bongiovanni, è stata bocciata in toto dalla maggioranza consiliare arcolana, dopo aver addirittura ordinato la discussione a porte chiuse. 
 
Una maggioranza che ora si deve solo vergognare di fronte a questo ipocrita comportamento. 
 
Sarzana chiama Arcola: due sindaci, la stessa ipocrisia.
Rifondazione Comunista, federazione provinciale La Spezia

Ferrero: “La Grecia e le bugie interessate dell’Europa”

28 aprile 2015, by  
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Non riuscendo a comprare il governo greco o a piegarlo ai voleri della Troika, i poteri forti europei impersonati dalla Commissione e dall’Eurogruppo, stanno conducendo una campagna mediatica contro il governo greco teso a screditarlo. Se nella prima settimana dopo le elezioni tutti sono saltati sul carro di Tsipras, nelle settimane successive il refrain utilizzato da tutti i grandi giornali europei è stato duplice: i greci sono inaffidabili e incompetenti oppure i greci hanno ceduto alle richieste della Merkel. L’obiettivo è tanto semplice da risultare banale: screditare il governo greco agli occhi dei popoli europei in modo da cercare di evitare che Syriza ed in generale la proposta della sinistra di antiliberista possa diventare un punto di riferimento per chi vuole cambiare le cose.

A questo doppio binario non sfugge l’ultima – per ora – puntata della telenovela, quella sul ministro Varoufakis che – ci dicono le euroveline – sarebbe stato messo da parte per essere sostituito con il moderato Euclid Tsakalotos. Questa parolina “moderato” è il vero punto della campagna di disinformazione: il messaggio è che il governo greco sta cedendo alla Merkel ed entrano in campo i “moderati”. Chi conosce Euclid – dirigente dell’ala movimentista di Syriza e partecipante attivo ai vari social forum di questi anni – sa bene come questa affermazione sia completamente falsa. Il punto è molto semplice: la Commissione Europea e l’Eurogruppo stanno nascondendo dietro i contrasti con il ministro Varoufakis trasformato in personaggio folcloristico, una pratica dilatoria che punta a strozzare la Grecia attraverso un ricatto: soldi solo in cambio di privatizzazioni, libertà di licenziamento e ulteriore manomissione del sistema pensionistico. L’Unione Europea ha fatto in questi giorni polverone attorno a Varoufakis, cercando di far passare tempo e mettere la Grecia con le spalle al muro.

Il governo greco ha giustamente deciso di smascherare questo ricatto e di togliere ogni alibi ai poteri forti europei. Per questo ha dato vita ad una delegazione trattante più ampia, che ha lo stesso mandato politico di prima e che vede riconfermata la fiducia a Varoufakis quale ministro titolare delle trattative nell’eurogruppo. Sempre per togliere alibi agli avversari, il governo greco presenterà a stretto giro le riforme che intende fare. Vedremo nei prossimi giorni cosa risponderà la casta neoliberista europea – tra cui siede a pieno titolo Renzi e il suo governo – sapendo che entro la fine di giugno si arriverà al dunque sul punto fondamentale, quello del debito.

Il punto chiarissimo è infatti questo: oggi il governo greco vuole un accordo intermedio che permetta di impostare il lavoro e la trattativa per affrontare il tema centrale, quello del debito pubblico. Il debito pubblico greco – esploso grazie alle folli politiche imposte alla Grecia dalla Troika – e che ha travasato decine di miliardi dalle tasche dei greci a quelli degli speculatori, è infatti il vero nodo attorno a cui si gioca la partita. La posizione greca è chiarissima: il debito è ingestibile a livello nazionale e all’interno delle regole oggi applicate, occorre che il debito venga gestito dalla Bce a tasso di interesse zero, non solo per la Grecia ma per tutti i paesi europei. La proposta greca è quindi l’unica proposta sensata che sia in campo perché propone di togliere la gestione del debito pubblico dalle mani della speculazione e dei mercati per riportarlo ad una gestione pubblica, come avviene in tutto il resto del mondo: dagli Stati Uniti al Giappone per non fare che due esempi di paesi non in odore di bolscevismo. Non si dimentichi che Obama ha avuto in prestito in questi anni dalla Federal Reserve4.500 miliardi di dollari a tasso di interesse zero (avete letto bene, zero).

Per questo, invito i lettori a non farsi distrarre dalle veline dei nemici di classe – banchieri, speculatori, politici neoliberisti in generale – ma a costruire il consenso attorno alla proposta avanzata dal governo greco: i popoli la devono smettere di regalare i soldi agli speculatori attraverso gli interessi sul debito pubblico e i debiti devono essere gestiti dalla Bce, come succede in tutto il resto del mondo. La lotta non è tra popoli ma dei popoli contro gli speculatori e per questo la sovranità sulla moneta deve essere tolta alle banche private e posta al servizio dei popoli.

www.ilfattoquotidiano.it

 

Paolo Ferrero,

segretario nazionale Rifondazione Comunista – Sinistra Europea

Caso Sarzana-‘ndrangheta: “Cavarra, Paita e il Pd si rendano conto del problema invece di lanciare ridicoli spot elettorali”

17 marzo 2015, by  
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Quanto accaduto pochi giorni fa a Sarzana al convegno organizzato dalla Casa della Legalità ha a dir poco dell’incredibile.

L’irruzione al dibattito di componenti delle famiglie indagate per ‘ndrangheta ha smascherato la stessa amministrazione comunale che da tempo sottovalutava o, peggio, negava pubblicamente l’insediamento del fenomeno mafioso nel sarzanese e nella Valdimagra.
Dopo questo avvenimento ci auguriamo che il sindaco Cavarra, il Partito Democratico spezzino e ligure (lo stesso che curiosamente esprime il ministro della Giustizia) e tutti i suoi amministratori locali e regionali si rendano finalmente conto della realtà in cui viviamo, realtà  che da anni è al centro della cronaca, delle indagini giudiziarie e giornalistiche, nonché dei rapporti delle commissioni parlamentari.
Insomma pare che tutti sapevano, tranne Cavarra e la sua giunta (di cui fa parte il segretario provinciale Pd Michelucci, già inebriato dall’odore di posto in regione al seguito della Paita).
Il sindaco e l’assessore regionale Paita farebbero bene a occuparsi meno di presunti e mirabolanti investimenti di Farinetti a Marinella o di ridicole promesse su futuri assessori-sceriffi con delega alla “legalità”più delle possibili infiltrazioni mafiose in un’area il cui famigerato progetto rappresenta, oltre a uno scempio ambientale, una mela troppo golosa per tanti.
Lo stesso Cavarra che ha lamentato pubblicamente i tagli del governo Renzi alle amministrazioni comunali nonostante la propaganda sul roseo futuro da sempre promesso dal rottamatore fiorentino, dovrebbe rendersi conto di quanto le chiacchiere stanno a zero, specie in un problema così grande come questo, presente non solo a Sarzana, ma in tutta la regione.
La federazione provinciale spezzina di Rifondazione Comunista esprime piena solidarietà al presidente della Casa della Legalità Cristian Abbondanza, che da anni con estremo coraggio compie un grande lavoro di informazione sul fenomeno mafioso, e alla moderatrice del dibattito Paola Settimini: la mafia si sconfigge anzitutto culturalmente, cioè riconoscendone la presenza, in secondo luogo togliendo ogni sua possibilità di arricchimento e attecchimento sul territorio, evitando inutili e faraonici progetti preda degli appetiti delle organizzazioni criminali.
Rifondazione Comunista, federazione provinciale La Spezia

Spezia, no alla vendita delle case popolari e caso nave delle bombe a Marola: approvate le due mozioni presentate da Rifondazione Comunista

20 gennaio 2015, by  
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Doppio successo di Rifondazione Comunista in consiglio comunale spezzino.

Ieri sera, lunedì 19 gennaio, sono state approvate due importanti mozioni presentate dal capogruppo Prc Edmondo Bucchioni.
La prima, che chiedeva il no alla vendita delle case popolari (Erp) contro il decreto del ministro Ncd Lupi dello scorso 16 ottobre, è passata con l’astensione di buona parte del Pd (voto contrario di Maurizio Ferraioli), l’astensione di Forza Italia ed il voto a favore del Movimento Cinque Stelle, Giulio Guerri e Pierluigi Sommovigo.
Da sottolineare come il Pd si sia nuovamente spaccato, dopo una lunga pausa chiesta per poter trovare una posizione comune, cosa che non è riuscita al gruppo di maggioranza.
Approvata invece all’unanimità la mozione urgente sul caso Marola e lo scarico delle bombe a grappolo dalla nave Bbc Houston, una questione che riguarda profondamente la sicurezza dei cittadini spezzini che vogliono vederci chiaro su quanto accade nell’arsenale militare affinché tali gravi casi di pericolosità per la salute pubblica non abbiano più a ripetersi.
Nell’esprimere grande soddisfazione per l’ottimo lavoro svolto dal compagno Bucchionialleghiamo il testo delle due mozioni approvate ieri dal consiglio comunale:

OGGETTO: MOZIONE URGENTE

Nella zona militare antistante Marola nei giorni scorsi è iniziata l’operazione di scarico delle bombe a grappolo dalla nave Bbc Houston per consentire lo smantellamento di queste munizioni che l’Italia, aderendo alla convenzione di Oslo, ha deciso di non impiegare più in operazioni belliche.

Stante le condizioni del tempo e l’ingrossarsi del mare dovuto a forti raffiche di vento libeccio, la nave ha strappato la boa di ormeggio andando ad urtare contro la scogliera.     

Ci sono volute parecchie ore per riprendere il controllo della situazione ed ormeggiare finalmente la nave al Molo Varicella.

Si sono vissuti momenti di paura per tutti gli addetti all’operazione e per la popolazione di Marola. Visto quanto accaduto si chiede al sindaco e all’amministrazione comunale che si facciano interpreti anche nei confronti dell’Unità Territoriale di Governo, perché le operazioni di scarico degli ordigni siano monitorate e seguite con maggior rigore, predisponendo una continua vigilanza di sicurezza in modo da evitare qualsiasi tipo di imprevisti che implichino il rischio per tale porzione di mare e il relativo quartiere circostante.

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PREMESSO CHE

lo scorso 16 ottobre la conferenza Stato-Regioni-Comuni ha dato il via libera al decreto Lupi per la vendita del patrimonio pubblico, compresa la vendita all’asta delle case popolari.

Atto gravissimo, che lede il diritto alla casa per le tante persone che non possono permettersela, un numero purtroppo in forte aumento a causa della dilagante crisi economica.

La casa infatti è un diritto fondamentale e l’istituzione dell’edilizia popolare è uno strumento di garanzia di coesione e di giustizia sociale.

CONSIDERATO 

  • che tale decreto darà il via libera a speculazioni immobiliari a danno della collettività e a vantaggio di chi potrà investire su costruzioni realizzate con soldi pubblici.

  • che ciò è tanto più ingiusto ed inaccettabile in quanto la gran parte del patrimonio di edilizia pubblica è stato costruito con i fondi i Gescal (acronimo di GEStione CAse per i Lavoratori) il cui finanziamento derivava dai prelievi effettuati direttamente sulle retribuzioni dei lavoratori dipendenti pubblici e privati. Pertanto un fondo destinato alla costruzione ed alla assegnazione di case ai lavoratori, (operante dal 1963 al 1992)

  • che Il patrimonio interessato dall’alienazione è quello costituito dagli alloggi di proprietà di Iacp, Comuni ed enti pubblici e quindi Si tratta di un  provvedimento incostituzionale in quanto lo Stato non può imporre norme su un patrimonio non suo ma proprietà di regioni ed enti locali che, sulla base della Costituzione, hanno nel campo dell’edilizia residenziale pubblica una competenza esclusiva.

  • che la messa all’asta degli alloggi popolari al prezzo di mercato metterebbe gli assegnatari in una situazione di precarietà assoluta, dato che la stragrande maggioranza, non ha redditi per poter di competere. Tanto più in un Paese dove gli sfratti per morosità (oltre 200 mila negli ultimi 3 anni), sono diventati una vera questione nazionale che andrebbe affrontata con politiche di inclusione sociale e non come opportunità di far cassa.

  • che secondo l’analisi realizzata dall’istituto di ricerca dell’Anci, l’Italia si attesterebbe tra le ultime posizioni a livello di edilizia residenziale pubblica in Europa, segnando quota 4% a fronte di una media comunitaria del 20 % e rispetto al 36% totalizzato dall’Olanda e al 22% dell’Inghilterra.
  • che l’assegnazione delle case popolari fu concepita innanzitutto come servizio di assistenza a tutela delle fasce sociali più deboli, e quindi come politica di tipo “assistenziale allo scopo di ridurre gli svantaggi di individui o famiglie nell’accesso ad un’abitazione funzionale, salubre e sicura.

Per quanto sopra il sottoscritto Consigliere Comunale

Impegna

Il Sindaco, l’Amministrazione ed il Consiglio Comunale

  • a dire No alla vendita all’asta delle case popolari e comunali
  • a chiedere alla Regione di intervenire dichiarando irricevibile questo schema di decreto, che interviene su materie che la Costituzione assegna alla esclusiva competenza regionale.
  • a chiedere al Governo e Regione di farsi carico dell’emergenza abitativa con finanziamenti adeguati in particolare per il recupero del consistente patrimonio pubblico che versa in condizioni di fatiscenza al fine di poter essere assegnato

F.to

Il capogrupo Prc Edmondo Bucchioni

Rifondazione Comunista, federazione provinciale La Spezia

Senternza Eternit: “Solidarietà alle vittime di amianto, il parlamento è l’unico responsabile di questa ingiustizia. Il ministro Orlando intervenga sul caso”

26 novembre 2014, by  
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Rifondazione Comunista della Spezia si unisce al dolore dei parenti delle tantissime vittime di amianto a cui la corte di Cassazione ha negato, causa l’infame prescizione, il risarcimento e la giusta punizione ai responsabili di una delle più grosse stragi sul lavoro mai accadute in Italia.

Una strage che è iniziata da decenni e che continua tutt’ora, anche nella nostra provincia, dove le morti per mesiotelioma e asbestosi sono all’ordine del giorno.

Putroppo tutto questo è un esclusivo problema politico e non di giustizia, come si vuole credere.

Infatti laddove esitono leggi atte a favorire chi compie il crimine e non a difendere le vittime e l’intero popolo italiano (in nome del quale la Giustizia dovrebbe essere amministrata secondo Costituzione) il parlamento, adibito a scriverle, ne è l’unico responsabile.

Così mentre si continua a morire di amianto, la fa franca chi si è arricchito in maniera smisurata sulla pelle della gente e tutto ciò è intollerabile e disgustoso.

Contrariamente alle apparenze, il problema non è giudiziale ma esclusivamente politico.

Peccatoc he questa politica, come nel vergognoso caso Cucchi, al di la delle ipocrite dichiarazioni di facciata, si guarderà bene dal fare ciò che è stata deputata a fare, ossia produrre leggi che tutelino la collettività e che colpiscano inesorabilmente gli autori di tali crimini.

Rifondazione spezzina, nel ribadire vicinanza e solidarietà alle associazioni delle vittime, fa un appelllo al nostro concittadino, il ministro guardasigilli Orlando, affinchè intervenga nel merito per realizzare una legge che cancelli questa prescrizione, in modo che personaggi come Schmidheiny paghino una volta per tutte per le morti che hanno causato.

 Rifondazione Comunista, federazione provinciale La Spezia

“Disastro Liguria, fine di Burlando & soci: da Gabrielli e Galletti la condanna del cemento. Ora basta lacrime di coccodrillo”

12 novembre 2014, by  
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Le dichiarazioni del capo della protezione civile Gabrielli e quelle del ministro dell’ambiente Galletti squarciano (in parte) il velo d’ipocrisa che puntualmente emerge nella nostra regione ad ogni disastro alluvionale, oramai una piena costante di stagione.

Finalmente ascoltiamo parole chiare da parte dei massimi organi dello stato: il fallimento della politica del cemento ha portato solo disastri su disastri.

Le ultime vittime dell’entroterra chiavarese gridano ancora vendetta. Così come il popolo di Carrara e quello di Ortonovo, ancora una volta in ginocchio. Ai nostri vicini va tutta la nostra solidarietà, che però può fare ben poco.

Sono stati anni di politche del territorio e delle infrastrutture scellerate. In Liguria Burlando e soci se ne devono assumere una piena responsabilità.

Gabrielli ribadisce ciò che noi affermiamo da anni, citando come esempio proprio un caso spezzino: l’outlet di Brugnato, una violenza alla natura nel nome del business delle ruspe, un mostro costruito in zona esondabile, dove solo tre anni fa l’acqua aveva fatto irruzione con la sua forza straripante. Ma quando eravamo noi (e pochissimi altri) ad opporci, venivamo infamati, in primis dal sindaco, come “nemici del del lavoro e del territorio”.  

Intanto anche in Val di Magra, ad Arcola, è previsto un nuovo centro commerciale in zona a alto rischio idrogeologico: “il cantiere è fermo perchè manca una parte di argine, ma si riaprirà una volta realizzato”, ha candidamente affermato di recente il sindaco Orlandi sulla stampa.

Dunque parole, parole, parole e niente fatti concreti, tutt’altro. Quelle del ministro Galletti (“basta condoni edilizi“) sarebbero molto importanti, ma sanno di lacrime di coccodrillo perchè c’è il sospetto che resteranno tali. Le istituzioni, dal governo ai comuni, dalle regioni alle province, devono smetterla di obbedire agli enormi interessi economici privati scavalcando la salute dell’ambiente e dei cittadini salvo poi rimpallarsi le colpe ad ogni tragedia compiuta.

Nella nostra regione, dove da mesi si battibecca per la successione a Burlando, si cambierà il nome alla guida purchè nulla cambi.

E’ necessario un radicale cambiamento culturale oltre che politico, affinchè il prossimo presidente non sia figlio della solita ipocrisia.

Mentre la Liguria (e il resto d’Italia) continuerà a finire sotto il fango e i detriti. Come al solito.

Rifondazione Comunista, federazione provinciale La Spezia

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