24 febbraio 2010-2022: oggi omaggio a Giovanni Magliani, caduto sul lavoro alla Stazione FS. Prc presente anche alle 17 al presidio Cgil per dire stop al conflitto Russia-Ucraina
24 febbraio 2022, by admin
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Questo pomeriggio alle 16.30 una delegazione di Rifondazione Comunista spezzina sarà presente alla Stazione FS della Spezia Centrale per commemorare la morte di Giovanni Magliani, operaio delle ferrovie caduto il 24 febbraio 2010 in un tragico incidente avvenuto lungo il binario “Porta Arsenale”, lato ponte della Scorza.
Fu una morte assurda, come tutte quelle sul lavoro, che spezzò l’esistenza di un uomo di soli 53 anni, padre di famiglia e lavoratore irreprensibile, che amava profondamente il proprio mestiere dopo oltre trent’anni di servizio. La causa di appello per omicidio colposo è ancora pendente presso la corte di Appello di Genova, dopo l’assoluzione in primo grado per gli imputati perché “il fatto non costituisce reato”.
“Il progetto della bretella Ceparana-Santo Stefano deve essere fermato adesso”
19 gennaio 2022, by admin
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È degli ultimi giorni la notizia dell’ invio di una lettera da parte del presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti, e dell’assessore Giacomo Giampedrone, al ministro delle infrastrutture Giovannini, con la quale si richiede di avviare l’ iter amministrativo necessario per rendere definitivo il casello autostradale di Ceparana.
L’intervento di natura provvisoria resosi necessario dopo la caduta del ponte di Albiano ha evidentemente dimostrato la sua strategicità anche agli occhi di chi ci governa in Regione. Da tempo ribadiamo che un casello autostradale a Ceparana rappresenta una soluzione alternativa alla realizzazione della bretella Ceparana-Santo Stefano, come i fatti dimostrano un’alternativa utile alle persone e al territorio. Una volta ricostruito il ponte di Albiano sarà ancora più evidente la sua utilità nell’alleggerire il traffico.
Se il vero fine della bretella è portate un miglioramento viabilistico e non, come pensiamo, un estensione della “piana dei container” fino a Ceparana, questo è il momento giusto per bloccare l’opera. Da cronoprogramma a breve partirà il cantiere del lotto 1 della bretella, ovvero il ponte, e questo ora più che mai diventa incomprensibile visto che il casello a Ceparana con un più basso impatto ambientale eviterebbe di cementificare ulteriormente, di andare a compromettere ancora di più l’habitat fluviale e la biodiversità della zona, di rendere sempre meno vivibile il territorio per chi lo abita, inoltre consentirebbe di risparmiare grandi somme di denaro pubblico.
Rifondazione Comunista, federazione provinciale La Spezia
Jorfida (Rifondazione Comunista): “Legge Madia sul Corpo Forestale è incostituzionale e un disastro per l’ambiente”
24 agosto 2017, by admin
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Ora il Tar dell’Abruzzo ha rimesso alla Corte Costituzionale per manifesta incostituzionalità della Legge Madia la decisione finale. C’è ora da vigilare perché qualche esponente delle Istituzioni non faccia indebite pressioni su singoli componenti della Corte. I danni prodotti ai diritti degli addetti al Corpo Forestale dello Stato, all’ambiente e alle casse pubbliche da questa improvvida Legge sono già stati enormi in questo 2017. Evitiamo che si percuotano permanentemente nel futuro. Ce lo chiedono i e le forestali, l’ambiente, il paesaggio nonché le popolazioni già colpite dagli incendi.
Amministrative 2017, la Sinistra spezzina: “No ad alleanze col Pd. Si a una lista civica aperta alla Sinistra Pd”
18 luglio 2016, by admin
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In riferimento agli articoli di stampa dei giorni scorsi, relativi al tema delle alleanze in vista delle prossime elezioni amministrative, ci preme sottolineare quanto segue.
Abbiamo apprezzato che, in vista delle elezioni amministrative del 2017, per la primissima volta, una parte del Pd abbia dimostrato di comprendere l’esigenza di una più marcata apertura alla società civile e ai partiti della Sinistra, proprio a partire dalla figura di candidato a sindaco, il quale dovrà essere figura slegata dalle beghe dei partiti a partire dal Pd, con radici e valori saldamente a Sinistra ma in grado di parlare a tutta la città, e rimettere in sintonia la cittadinanza con politica e istituzioni.
E’ evidente che serva una discontinuità, almeno per quanto attiene ad alcune questioni di rilievo come un ricorso alla partecipazione dei cittadini in forma sistematica e organizzata, la valorizzazione dei servizi pubblici locali e della loro gestione, la difesa del lavoro, dei lavoratori e dei loro diritti, l’adozione di strategie che rilancino il tessuto economico della città partendo dalle esigenze dei tanti e non dalle tasche e dagli interessi dei pochi.
Segnaliamo in ogni caso al ministro Orlando come la sua posizione, per quanto apprezzabile e meritevole di approfondimento e confronto, sia destinata a restare tristemente minoritaria nel Pd.
Non è affatto un caso, infatti, che la stessa segretaria provinciale così come altri noti esponenti di area paitiana (in testa, manco a dirlo, il sindaco nonché presidente della Provincia) abbiano già stoppato il tentativo del ministro preferendo proseguire nella linea erroneamente ritenuta “vincente”delle “primarie ad ogni costo” e del “candidato del Pd” che ha portato il partito di Renzi a collezionare sonore sconfitte.
E’ il segno tangibile delle schizofrenia e della totale impossibilità di dialogo con una parte, che i numeri hanno indicato essere ampiamente maggioritaria nella nostra Provincia, del Partito Democratico.
Invitiamo dunque tutta quella componente del Pd che (almeno a loro dire) guarda a Sinistra a rompere gli indugi, abbandonare comode appartenenze e mettersi, generosamente, a servizio della città.
Serve costruire un programma politico amministrativo a partire da una visione di città che sappia parlare anzitutto agli ultimi, agli esclusi e, soprattutto, guardi al presente e al futuro con progettualità e responsabilità al di fuori dei tristi e pericolosi interessi di parte.
In questo quadro ci siamo, con le nostre energie, idee e proposte.
Di contro non siamo interessati né ad “accordicchi” elettorali, da disconoscere il giorno dopo, né a primarie di coalizione o di partito nonché altri pasticci, da consumarsi sulla pelle di una città che ha già sofferto fin troppo le conseguenze della guerra tra bande in atto da tempo all’interno del Partito Democratico.
Andrea Ornati e Emiliano Ceretti (Sinistra Italiana La Spezia)
Massimo Lombardi e Jacopo Ricciardi (Prc La Spezia)
Pierluigi Sommovigo e Matteo Bellegoni (Pcdi La Spezia)
Lorenzo Cimino e Michele Fiore (Possibile La Spezia)
Antonio Parrillo e Aldo Sebastiani (Sinistra dei Valori La Spezia)
Caso Cavarra-Biggini, Prc La Spezia: “Sarzana come Arcola, una vergogna unica. E l’Anpi tace”
18 novembre 2015, by admin
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Ferrero: “La Grecia e le bugie interessate dell’Europa”
28 aprile 2015, by admin
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Non riuscendo a comprare il governo greco o a piegarlo ai voleri della Troika, i poteri forti europei impersonati dalla Commissione e dall’Eurogruppo, stanno conducendo una campagna mediatica contro il governo greco teso a screditarlo. Se nella prima settimana dopo le elezioni tutti sono saltati sul carro di Tsipras, nelle settimane successive il refrain utilizzato da tutti i grandi giornali europei è stato duplice: i greci sono inaffidabili e incompetenti oppure i greci hanno ceduto alle richieste della Merkel. L’obiettivo è tanto semplice da risultare banale: screditare il governo greco agli occhi dei popoli europei in modo da cercare di evitare che Syriza ed in generale la proposta della sinistra di antiliberista possa diventare un punto di riferimento per chi vuole cambiare le cose.
A questo doppio binario non sfugge l’ultima – per ora – puntata della telenovela, quella sul ministro Varoufakis che – ci dicono le euroveline – sarebbe stato messo da parte per essere sostituito con il moderato Euclid Tsakalotos. Questa parolina “moderato” è il vero punto della campagna di disinformazione: il messaggio è che il governo greco sta cedendo alla Merkel ed entrano in campo i “moderati”. Chi conosce Euclid – dirigente dell’ala movimentista di Syriza e partecipante attivo ai vari social forum di questi anni – sa bene come questa affermazione sia completamente falsa. Il punto è molto semplice: la Commissione Europea e l’Eurogruppo stanno nascondendo dietro i contrasti con il ministro Varoufakis trasformato in personaggio folcloristico, una pratica dilatoria che punta a strozzare la Grecia attraverso un ricatto: soldi solo in cambio di privatizzazioni, libertà di licenziamento e ulteriore manomissione del sistema pensionistico. L’Unione Europea ha fatto in questi giorni polverone attorno a Varoufakis, cercando di far passare tempo e mettere la Grecia con le spalle al muro.
Il governo greco ha giustamente deciso di smascherare questo ricatto e di togliere ogni alibi ai poteri forti europei. Per questo ha dato vita ad una delegazione trattante più ampia, che ha lo stesso mandato politico di prima e che vede riconfermata la fiducia a Varoufakis quale ministro titolare delle trattative nell’eurogruppo. Sempre per togliere alibi agli avversari, il governo greco presenterà a stretto giro le riforme che intende fare. Vedremo nei prossimi giorni cosa risponderà la casta neoliberista europea – tra cui siede a pieno titolo Renzi e il suo governo – sapendo che entro la fine di giugno si arriverà al dunque sul punto fondamentale, quello del debito.
Il punto chiarissimo è infatti questo: oggi il governo greco vuole un accordo intermedio che permetta di impostare il lavoro e la trattativa per affrontare il tema centrale, quello del debito pubblico. Il debito pubblico greco – esploso grazie alle folli politiche imposte alla Grecia dalla Troika – e che ha travasato decine di miliardi dalle tasche dei greci a quelli degli speculatori, è infatti il vero nodo attorno a cui si gioca la partita. La posizione greca è chiarissima: il debito è ingestibile a livello nazionale e all’interno delle regole oggi applicate, occorre che il debito venga gestito dalla Bce a tasso di interesse zero, non solo per la Grecia ma per tutti i paesi europei. La proposta greca è quindi l’unica proposta sensata che sia in campo perché propone di togliere la gestione del debito pubblico dalle mani della speculazione e dei mercati per riportarlo ad una gestione pubblica, come avviene in tutto il resto del mondo: dagli Stati Uniti al Giappone per non fare che due esempi di paesi non in odore di bolscevismo. Non si dimentichi che Obama ha avuto in prestito in questi anni dalla Federal Reserve4.500 miliardi di dollari a tasso di interesse zero (avete letto bene, zero).
Per questo, invito i lettori a non farsi distrarre dalle veline dei nemici di classe – banchieri, speculatori, politici neoliberisti in generale – ma a costruire il consenso attorno alla proposta avanzata dal governo greco: i popoli la devono smettere di regalare i soldi agli speculatori attraverso gli interessi sul debito pubblico e i debiti devono essere gestiti dalla Bce, come succede in tutto il resto del mondo. La lotta non è tra popoli ma dei popoli contro gli speculatori e per questo la sovranità sulla moneta deve essere tolta alle banche private e posta al servizio dei popoli.
www.ilfattoquotidiano.it
Paolo Ferrero,
segretario nazionale Rifondazione Comunista – Sinistra Europea
Caso Sarzana-‘ndrangheta: “Cavarra, Paita e il Pd si rendano conto del problema invece di lanciare ridicoli spot elettorali”
17 marzo 2015, by admin
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Quanto accaduto pochi giorni fa a Sarzana al convegno organizzato dalla Casa della Legalità ha a dir poco dell’incredibile.
Spezia, no alla vendita delle case popolari e caso nave delle bombe a Marola: approvate le due mozioni presentate da Rifondazione Comunista
20 gennaio 2015, by admin
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Doppio successo di Rifondazione Comunista in consiglio comunale spezzino.
OGGETTO: MOZIONE URGENTE
Nella zona militare antistante Marola nei giorni scorsi è iniziata l’operazione di scarico delle bombe a grappolo dalla nave Bbc Houston per consentire lo smantellamento di queste munizioni che l’Italia, aderendo alla convenzione di Oslo, ha deciso di non impiegare più in operazioni belliche.
Stante le condizioni del tempo e l’ingrossarsi del mare dovuto a forti raffiche di vento libeccio, la nave ha strappato la boa di ormeggio andando ad urtare contro la scogliera.
Ci sono volute parecchie ore per riprendere il controllo della situazione ed ormeggiare finalmente la nave al Molo Varicella.
Si sono vissuti momenti di paura per tutti gli addetti all’operazione e per la popolazione di Marola. Visto quanto accaduto si chiede al sindaco e all’amministrazione comunale che si facciano interpreti anche nei confronti dell’Unità Territoriale di Governo, perché le operazioni di scarico degli ordigni siano monitorate e seguite con maggior rigore, predisponendo una continua vigilanza di sicurezza in modo da evitare qualsiasi tipo di imprevisti che implichino il rischio per tale porzione di mare e il relativo quartiere circostante.
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PREMESSO CHE
lo scorso 16 ottobre la conferenza Stato-Regioni-Comuni ha dato il via libera al decreto Lupi per la vendita del patrimonio pubblico, compresa la vendita all’asta delle case popolari.
Atto gravissimo, che lede il diritto alla casa per le tante persone che non possono permettersela, un numero purtroppo in forte aumento a causa della dilagante crisi economica.
La casa infatti è un diritto fondamentale e l’istituzione dell’edilizia popolare è uno strumento di garanzia di coesione e di giustizia sociale.
CONSIDERATO
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che tale decreto darà il via libera a speculazioni immobiliari a danno della collettività e a vantaggio di chi potrà investire su costruzioni realizzate con soldi pubblici.
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che ciò è tanto più ingiusto ed inaccettabile in quanto la gran parte del patrimonio di edilizia pubblica è stato costruito con i fondi i Gescal (acronimo di GEStione CAse per i Lavoratori) il cui finanziamento derivava dai prelievi effettuati direttamente sulle retribuzioni dei lavoratori dipendenti pubblici e privati. Pertanto un fondo destinato alla costruzione ed alla assegnazione di case ai lavoratori, (operante dal 1963 al 1992)
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che Il patrimonio interessato dall’alienazione è quello costituito dagli alloggi di proprietà di Iacp, Comuni ed enti pubblici e quindi Si tratta di un provvedimento incostituzionale in quanto lo Stato non può imporre norme su un patrimonio non suo ma proprietà di regioni ed enti locali che, sulla base della Costituzione, hanno nel campo dell’edilizia residenziale pubblica una competenza esclusiva.
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che la messa all’asta degli alloggi popolari al prezzo di mercato metterebbe gli assegnatari in una situazione di precarietà assoluta, dato che la stragrande maggioranza, non ha redditi per poter di competere. Tanto più in un Paese dove gli sfratti per morosità (oltre 200 mila negli ultimi 3 anni), sono diventati una vera questione nazionale che andrebbe affrontata con politiche di inclusione sociale e non come opportunità di far cassa.
- che secondo l’analisi realizzata dall’istituto di ricerca dell’Anci, l’Italia si attesterebbe tra le ultime posizioni a livello di edilizia residenziale pubblica in Europa, segnando quota 4% a fronte di una media comunitaria del 20 % e rispetto al 36% totalizzato dall’Olanda e al 22% dell’Inghilterra.
- che l’assegnazione delle case popolari fu concepita innanzitutto come servizio di assistenza a tutela delle fasce sociali più deboli, e quindi come politica di tipo “assistenziale allo scopo di ridurre gli svantaggi di individui o famiglie nell’accesso ad un’abitazione funzionale, salubre e sicura.
Per quanto sopra il sottoscritto Consigliere Comunale
Impegna
Il Sindaco, l’Amministrazione ed il Consiglio Comunale
- a dire No alla vendita all’asta delle case popolari e comunali
- a chiedere alla Regione di intervenire dichiarando irricevibile questo schema di decreto, che interviene su materie che la Costituzione assegna alla esclusiva competenza regionale.
- a chiedere al Governo e Regione di farsi carico dell’emergenza abitativa con finanziamenti adeguati in particolare per il recupero del consistente patrimonio pubblico che versa in condizioni di fatiscenza al fine di poter essere assegnato
F.to
Il capogrupo Prc Edmondo Bucchioni
Senternza Eternit: “Solidarietà alle vittime di amianto, il parlamento è l’unico responsabile di questa ingiustizia. Il ministro Orlando intervenga sul caso”
26 novembre 2014, by admin
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Una strage che è iniziata da decenni e che continua tutt’ora, anche nella nostra provincia, dove le morti per mesiotelioma e asbestosi sono all’ordine del giorno.
Infatti laddove esitono leggi atte a favorire chi compie il crimine e non a difendere le vittime e l’intero popolo italiano (in nome del quale la Giustizia dovrebbe essere amministrata secondo Costituzione) il parlamento, adibito a scriverle, ne è l’unico responsabile.
Contrariamente alle apparenze, il problema non è giudiziale ma esclusivamente politico.
Peccatoc he questa politica, come nel vergognoso caso Cucchi, al di la delle ipocrite dichiarazioni di facciata, si guarderà bene dal fare ciò che è stata deputata a fare, ossia produrre leggi che tutelino la collettività e che colpiscano inesorabilmente gli autori di tali crimini.
“Disastro Liguria, fine di Burlando & soci: da Gabrielli e Galletti la condanna del cemento. Ora basta lacrime di coccodrillo”
12 novembre 2014, by admin
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Le dichiarazioni del capo della protezione civile Gabrielli e quelle del ministro dell’ambiente Galletti squarciano (in parte) il velo d’ipocrisa che puntualmente emerge nella nostra regione ad ogni disastro alluvionale, oramai una piena costante di stagione.
Finalmente ascoltiamo parole chiare da parte dei massimi organi dello stato: il fallimento della politica del cemento ha portato solo disastri su disastri.
Le ultime vittime dell’entroterra chiavarese gridano ancora vendetta. Così come il popolo di Carrara e quello di Ortonovo, ancora una volta in ginocchio. Ai nostri vicini va tutta la nostra solidarietà, che però può fare ben poco.
Sono stati anni di politche del territorio e delle infrastrutture scellerate. In Liguria Burlando e soci se ne devono assumere una piena responsabilità.
Gabrielli ribadisce ciò che noi affermiamo da anni, citando come esempio proprio un caso spezzino: l’outlet di Brugnato, una violenza alla natura nel nome del business delle ruspe, un mostro costruito in zona esondabile, dove solo tre anni fa l’acqua aveva fatto irruzione con la sua forza straripante. Ma quando eravamo noi (e pochissimi altri) ad opporci, venivamo infamati, in primis dal sindaco, come “nemici del del lavoro e del territorio”.
Intanto anche in Val di Magra, ad Arcola, è previsto un nuovo centro commerciale in zona a alto rischio idrogeologico: “il cantiere è fermo perchè manca una parte di argine, ma si riaprirà una volta realizzato”, ha candidamente affermato di recente il sindaco Orlandi sulla stampa.
Nella nostra regione, dove da mesi si battibecca per la successione a Burlando, si cambierà il nome alla guida purchè nulla cambi.
E’ necessario un radicale cambiamento culturale oltre che politico, affinchè il prossimo presidente non sia figlio della solita ipocrisia.
Mentre la Liguria (e il resto d’Italia) continuerà a finire sotto il fango e i detriti. Come al solito.
Rifondazione Comunista, federazione provinciale La Spezia