Rifondazione per il No: oggi pomeriggio incontro pubblico con il presidente Anpi Liguria presso la sala Coop di via Saffi
24 novembre 2016, by admin
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Rifondazione Comunista, federazione provinciale La Spezia
Abolizione articolo 18, Ferrero: “Napolitano e Renzi per lo sfruttamento ottocentesco del lavoro. Subito sciopero generale”
23 settembre 2014, by admin
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Come in ogni passaggio delicato il presidente Napolitano si fa carico di sostenere le ragioni dei diktat europei e dei poteri forti: dopo i disastri di Monti ci vuole propinare i disastri di Renzi.
Quella di Napolitano e Renzi è una vera rivoluzione conservatrice, che in nome dell’innovazione e della modernità vuole ripristinare uno sfruttamento del lavoro di tipo ottocentesco, togliendo per legge ai giovani ogni speranza di poter avere un lavoro decente.
Questa rivoluzione conservatrice allarga le ingiustizie (invece che dare diritti a tutti i lavoratori, i diritti si tolgono a chi li ha), è del tutto evidente che la libertà di licenziamento indiscriminata, indebolendo il potere contrattuale dei lavoratori, determina la riduzione dei salari e quindi dei consumi.
Contro Napolitano e Renzi serve una dura opposizione, serve lo sciopero generale e la mobilitazione popolare perché a queste reiterate ingiustizie non si può che ribellarsi.
Paolo Ferrero,
segretario nazionale Rifondazione Comunista
Aldrovandi, al congresso Sap ovazione per agenti condannati. La madre di Federico: “Paura e ribrezzo”. Ferrero (Prc): “Schifosi, intervenga il governo”
2 maggio 2014, by admin
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Ben cinque minuti di applausi e ovazione per tre dei quattro agenti condannati in via definitiva per la morte di Federico Aldrovandi: Paolo Forlani, Luca Pollastri ed Enzo Pontani. E’ quanto accaduto nel pomeriggio di oggi, 29 aprile, durante il congresso nazionale del Sap, il sindacato autonomo di Polizia, in corso a Rimini.
I tre agenti presenti al congresso del Sap sono stati condannati dalla Corte di Cassazione il 21 giugno del 2012 per eccesso colposo in omicidio colposo a tre anni e sei mesi, tre anni dei quali coperti dall’indulto.
“Sono allibita, è una cosa terrificante. Non se quelle mani che applaudono mi fanno più paura o ribrezzo. Forse entrambe le cose”, sono le prime parole della mamma di Federico Aldrovandi, Patrizia Moretti.
“Come fanno i tutori dell’ordine – ha detto ancora la madre di Federico interpellata dall’AGI – ad applaudire questi agenti condannati? È una cosa terrificante”, le parole della donna che ha assicurato di rivolgersi al capo dello Stato Giorgio Napolitano per chiedergli se è possibile che in uno Stato succedano episodi simili.
“Nell’esprimere la mia solidarietà e quella dei compagni e delle compagne di Rifondazione Comunista a Patrizia, vorrei fare due considerazioni” – afferma Paolo Ferrero, segretario nazionale Prc- “Questo applauso ci dice che una parte della polizia è fatta da individui schifosi che applaudono chi ha ucciso a sangue freddo un diciottenne indifeso. Un applauso di questo tipo ce lo si potrebbe aspettare in una riunione della mafia, in una riunione di criminali, difficile immaginare come uomini e donne che dovrebbero garantire l’applicazione della legge possano applaudire chi ha ucciso a sangue freddo un ragazzo indifeso. In secondo luogo questo applauso ci dice che c’è un problema politico: una parte della polizia ha maturato un tale spirito di corpo da ritenersi in guerra con la società italiana, da considerare nemici coloro che stanno dall’altra parte. Non solo nelle manifestazioni, ma anche per strada. Questo pone un problema politico di prima grandezza perché parla della crisi verticale della democrazia. Di fronte a questo livello di degrado io non penso che occorra passare ad urlare ACAB. Non tutti i poliziotti sono espressione di questa sottocultura criminale e non ci possiamo permettere una situazione in cui ACAB diventi la realtà. Per questo il Ministro degli interni e il capo della polizia devono intervenire duramente. Cosa dicono Pansa e Alfano? Quell’applauso non è un fatto privato, è un atto politico e come tale deve essere punito. Per questo vorremmo sentire la voce di altri poliziotti, perché i primi nemici dei poliziotti democratici sono i poliziotti che applaudono gli assassini di un ragazzo di 18 anni.
La sentenza Dell’Utri: “Berlusconi pagava Cosa nostra”
7 settembre 2013, by admin
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Qualcosa di torbido e di inquietante sta accadendo sotto il cielo d’Italia se il dispositivo della sentenza di appello che ha condannato Marcello Dell’Utri a sette anni di carcere e prova l’esistenza del patto che ha legato a doppia mandata Silvio Berlusconi a Cosa nostra non suscita una definitiva ondata di rigetto, politico e morale, verso il capo del Pdl e verso i suoi accoliti. Ieri abbiamo pubblicato gli stralci, davvero impressionanti, del giudizio che racconta “la genesi del rapporto che ha legato l’imprenditore alla mafia”, attraverso un accordo, stipulato grazie alla mediazione di Dell’Utri, fondato sulla “garanzia della protezione personale a Berlusconi tramite l’esborso di somme di denaro che quest’ultimo ha versato a Cosa nostra, consentendo che l’associazione mafiosa rafforzasse e consolidasse il proprio potere”. Eppure, il purulento gioco politico continua come se niente fosse.
Giorgio Napolitano fa novene perché la sua creatura, il governo delle ‘larghe intese’ continui il suo cammino, perché “l’insorgere di una crisi precipiterebbe il paese in gravissimi rischi”. Dunque il Presidente – si dice in ambienti del Colle – “conserva fiducia nelle dichiarazioni di Berlusconi in base alle quali il governo continua ad avere il suo sostegno”. La partnership con l’uomo di cui si è dimostrata l’organica collusione con il potere mafioso non costituisce dunque alcun problema, non rappresenta alcun rischio per il Paese e la “fiducia” nelle sue dichiarazioni non viene minimamente scossa. E il Pd? Continuerà ancora a coltivare l’illusione di un Pdl affrancato dalla morsa del padrone che lo tiene in pugno? E coloro che non hanno mai smesso di architettare astrusi marchingegni giuridici capaci di regalare al mafioso di Arcore un salvacondotto continueranno nelle loro sconce trame?
Ecco, se il sistema politico italiano è capace di digerire anche questo immondezzaio, vuol dire che l’Italia è davvero esposta ad una crisi democratica che può portare a conseguenze drammatiche. All’Italia è già toccato passare attraverso momenti come questo. O c’è una reazione, un sussulto, qui ed ora, oppure la destra che fino a poco tempo fa veniva definita come “impresentabile” e data per morta passerà come uno schiacciasassi sulle chiacchiere di un centrosinistra invertebrato e incapace di tutto. Allora saranno guai. Più seri di quanto si immagini.
Dino Greco
liberazione.it
“Le dichiarazioni di Federici su Rodotà: un insulto ai 100.000 spezzini che hanno votato per i beni comuni”
23 aprile 2013, by admin
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“Oggi alle 18.30 presidio in piazza Beverini contro il golpe bianco del Quirinale”
20 aprile 2013, by admin
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NO ALL’INCIUCIO
NO ALLA RIELEZIONE DI NAPOLITANO
NO AL GOVERNO BERSANI E BERLUSCONI
SI ALLA ELEZIONE DI RODOTA’ PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
Il circolo di Rifondazione Comunista “Tina Modotti” della Spezia organizza per questo pomeriggio alle 18.30 in piazza Beverini un presidio di protesta contro l’incredibile scelta di rieleggere Napolitano presidente della Repubblica.
Dopo i pasticci dei giorni scorsi, stamattina Berlusconi e Bersani, i responsabili principali di questo disastro, hanno chiesto a Napolitano di ricandidarsi, cosa che ovviamente Napolitano ha prontamente fatto. Questo inciucio è il preludio di un governo di PD e PDL che proseguirebbe le deleterie politiche antisociali di Monti e produrrebbe una manomissione della Costituzione. Sarebbe la vittoria dei poteri forti, di quelli stessi che nel novembre 2011 hanno imposto Monti presidente del Consiglio e ne abbiamo visto le conseguenze. Hanno commissariato l’Italia e stanno facendo un vero e proprio golpe bianco. Invitiamo tutti i cittadini a scendere in piazza, a Roma davanti a Montecitorio, nelle diverse città davanti alle prefetture o in luoghi centrali. Per protestare contro la rielezione di Napolitano, contro il governissimo e le sue politiche antipopolari, per Rodotà Presidente.
NOI SIAMO CONTRARI A QUESTO INCIUCIO E CHIEDIAMO AI PARLAMENTARI DI ELEGGERE STEFANO RODOTA’ PRESIDENTE DELLLA REPUBBLICA.
Proponiamo a tutti gli uomini e le donne di sinistra di costruire insieme adesso, una forza unitaria della sinistra, fuori e contro questi poteri forti che hanno sequestrato il paese, centro destra e centro sinistra.
Rifondazione Comunista La Spezia
Massimo Lombardi: “La tragedia dell’Emilia Romagna è anche la tragedia dei morti sul lavoro”
30 maggio 2012, by admin
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Almeno dieci operai caduti, rispediti a lavorare nonostante il pericolo sismico e sotto capannoni che si sono dimostrati inadeguati a proteggerli: è il prezzo più altro di sangue che il territorio emiliano ha pagato in termini di vite umane. Quei capannoni che hanno spezzato l’esistenza di quei ragazzi, molti dei quali immigrati, lasciano il terribile messaggio di quanto sia considerata la vita umana di chi lavora in Italia.
E lo vogliamo sottolineare proprio oggi, a 24 ore dalla seconda tragica ondata sismica, mentre il Senato sta bellamente approvando in maniera bipartizan la cosiddetta “riforma” del lavoro Monti-Fornero, che estenderà la libertà di licenziamento e aumenterà dunque quella precarietà, anche esistenziale, che contribuisce senza ogni sorta di dubbio a mettere ulteriormente in pericolo la vita del lavoratore.
Caro presidente Napolitano, più che la parata della Repubblica, vorremmo che la Repubblica stessa tuteli la vita della propria gente, come scritto nella sua Costituzione, specialmente di chi lavora e nel lavoro trova, troppo spesso, la morte.
Giù le mani dall’articolo 18!!
Massimo Lombardi
Segretario provinciale Prc/Fds La Spezia
Finanziaria. Landini (Fiom): “Ci appelliamo a tutte le forze politiche per lo stralcio dell’Art. 8. Chiediamo al Presidente Napolitano di non firmare la legge”
19 settembre 2011, by admin
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“L’Art. 8 della Finanziaria è un attentato ai diritti delle lavoratrici e dei lavoratori perché consente ai contratti aziendali o territoriali di derogare ai Ccnl e alle leggi.”
“E’ un tentativo eversivo di sconvolgimento del diritto del lavoro e della nostra Costituzione.”
“Si arriva al paradosso che alla Fiat, condannata per comportamento antisindacale dal tribunale di Torino, il Governo regala una legge su misura che sancisce la validità retroattiva di tali comportamenti e di tali accordi.”
“L’Art. 8 presenta anche diversi aspetti di incostituzionalità e per questo è necessario che venga stralciato e non sia convertito in legge.”
“Ci rivolgiamo a tutte le forze politiche affinché sostengano in Parlamento e nel Paese tale posizione.”
“Ci rivolgiamo al Presidente della Repubblica affinché, in quanto garante della nostra Carta Costituzionale, non firmi una legge in contrasto con i principi costituzionali.”
Fiom-Cgil/Ufficio stampa
Grazie Presidente!
31 marzo 2010, by admin
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Napolitano non firma la legge volute dal Governo per ridurre le tutele dei lavoratori. Sergio Olivieri: “Grazie Presidente!”
L’attacco allo Statuto dei lavoratori, portato avanti dal Governo non passa.
Il Presidente Napolitano ha rifiutato di firmare la legge varata dal Governo e l’ha rinviata alle Camere: un’esplicita bocciatura di un provvedimento, fortemente voluto dal Ministro Sacconi e da Confindustria, che Rifondazione e la Federazione della sinistra hanno subito denunciato come incostituzionale perché avrebbe ridotto le tutele e le garanzie per i lavoratori previste dalla Costituzione e dallo Statuto dei lavoratori.
Occorre adesso una forte ed unitaria mobilitazione delle forze politiche dell’opposizione parlamentare e non e del movimento sindacale affinchè questa legge vergognosa venga definitivamente ritirata.
Sergio Olivieri
Segretario Regionale di Rifondazione Comunista
Sudamerica, Italia: el Pueblo de la Libertad
6 marzo 2010, by admin
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Sergio Olivieri: «Decreto Berlusconi-Napolitano. Un insulto alle regole della democrazia»
Come in una repubblica delle banane, le inadempienze, gli errori e gli illeciti commessi dal centrodestra nella presentazione delle liste in Lombardia e nel Lazio vengono cancellati dal Governo per decreto. Che in Italia non tutti i cittadini fossero uguali di fronte alla Legge e che ci fosse anzi qualcuno – in primis il Presidente del Consiglio – più uguale degli atri, ce ne eravamo accorti da tempo.
Adesso scopriamo che nemmeno le leggi elettorali sono uguali per tutti. La democrazia nel nostro Paese subisce oggi un altro duro colpo. Avvilisce che lo stesso Presidente della Repubblica, con la sua firma al decreto, abbia avvallato tutto questo.
Mi rivolgo a tutte le forze democratiche della Liguria affinchè, fin alle prossime ore, facciano sentire unitariamente la loro voce.
Sergio Olivieri
Federazione della sinistra e Segretario regionale di Rifondazione Comunista
Aggiungiamo alla nota del segretario Olivieri, alcune riflessioni estrapolate da “Piovono Rane”, il blog di Alessandro Gilioli.
Non è vero che in Italia non c’è più la legge. Anzi: da oggi in Italia c’è una legge chiara, semplice, onnivalente e priva di ogni ipocrisia. E’ la legge del più forte. Quello che è successo nella settimana che si va chiudendo, l’ho detto fino alla noia, trascende di molto le poltrone dei governatori. Perché quello che è successo è stata una puntata importante di un confronto che dura da decine di secoli, in tutte le civiltà. Dove l’aspirazione etica e filosofica a fare norme «uguali per tutti» – a prescindere dai rapporti di forza nella società – si è sempre scontrata con gli interessi e le arroganze dei più forti, dei più ricchi, dei più potenti. A questo serve – servirebbe – la legge: a garantire i diritti dei più deboli. A contenere la tracimazione della volontà di comando assoluto dei più forti. A riequilibrare una società quel tanto che basta a garantire la convivenza civile. Quello che è successo ieri dimostra che in Italia non è più così. Che il nostro salto indietro non è di decenni, ma di secoli: basta essere i più forti, avere il potere, e le leggi non contano più niente. Sono un orpello, anzi una formalità. Quello che conta è la sostanza. E la sostanza è che comanda il più forte.
Altro che Polverini, altro che Formigoni: questa è la fine di un patto civile e sociale. E’ un insegnamento violento e diretto, è una lezione di diseducazione civica che autorizza chiunque alla violazione delle regole – quelle formalità – purché si abbia la forza (un patrimonio? un mitra? uno zio ministro?) per poter imporre se stessi. La pizza che non avrei mai voluto vincere me la dovrà offrire Antonio Crea, con il quale meno di 24 ore fa ho scommesso via Facebook che l’avrebbero fatto, il decreto. Di solito sono un ottimista: ma conosco da troppo tempo la subcultura di chi, se perde una partita di Champions League, esce dal campo con la scusa che un riflettore non funziona bene. E oggi è successa la stessa cosa, con quella che Civati definisce la più ad personam di tutte le leggi ad personam, studiata a tavolino per riammettere due liste che non erano legali.
Ora siamo un po’ più in Sudamerica e un po’ meno in Europa. E – ancora una volta – il problema non sono né Polverini né Formigoni, ma lo sghignazzare prepotente sulle regole, la logica violenta per cui vince chi ha più muscoli e non chi ha ragione, insomma la gigantesca lezione di diseducazione civile in cui si sono performati. Che ci facessero schifo lo sapevamo già. Adesso è ora che comincino a farsi schifo da soli.
Leggete anche: Berlusconi crea una ley a la medida de su partido
Tabucchi: “Napolitano garante di Berlusconi, non della Costituzione” (AUDIO)
