Arresto dell’eroina No Tav Nicoletta Dosio: giovedì 2 gennaio presidio di solidarietà della sinistra e dei comunisti spezzini presso la stazione FS

7 gennaio 2020, by  
Archiviato in Appuntamenti, Partito, Primo piano

Giovedì 2 gennaio alle 17.30 presso la stazione FS della Spezia Centrale si terrà un presidio di tutte le forze comuniste e di sinistra in solidarietà per Nicoletta Dosio, attivista No Tav da ieri incarcerata a Torino per aver manifestato pacificamente nel 2012 di fronte a un casello autostradale.

E’ ingiustificabile la decisione di revocare la sospensione dell’ordine di carcerazione a Nicoletta che, ricordiamo, non ha chiesto nessuna misura alternativa al carcere. La Procura Generale di Torino ancora una volta dà dimostrazione dell’ossessione repressiva contro il movimento NoTav.
Nicoletta a 73 anni è stata condannata lo scorso novembre insieme ad altri 12 compagni: una professoressa di greco e latino della Val di Susa è considerata talmente pericolosa da revocare la sospensione dell’esecuzione di una condanna già palesemente abnorme. Chi conosce Nicoletta, e siamo in tante/i, sa bene che affronta anche questa prova con serenità e determinazione. Ma non per questo possiamo accettare questo arresto insensato.

Nicoletta è stata più volte a Spezia e con questa manifestazione tutta la sinistra spezzina vuole stringersi al fianco di questa piccola grande donna che sta compiendo un gesto di ribellione e di dignità eccezionale in difesa di una battaglia sacrosanta che coinvolge non solo la Valle di Susa ma tutta Italia.
E’ inaudito, intollerabile che Nicoletta, di cui tutti conoscono dignità, coerenza, animo pacifico sia stata tradotta in carcere. La sua unica colpa, imperdonabile, al pari di molti altri attivisti denunciati o arrestati nel corso di questi mesi e anni, è di essere irriducibilmente NoTav, di continuare ad anteporsi alla realizzazione di un’opera affaristica, inutile, dissipativa di colossali somme di denaro pubblico.

Chiediamo che sia restituita piena libertà a Nicoletta e a tutte le persone sottoposte ingiustamente a misure restrittive. La lotta contro il Tav non si fermerà. Meritano un grande ringraziamento i cittadini di Bussoleno che ieri sera hanno tentato di bloccare  l’auto dei carabinieri in strada dimostrando di quali valori di solidarietà sia testimonianza la resistenza popolare della Val di Susa contro un mega-affare devastante.

Rifondazione Comunista, federazione provinciale La Spezia

Partito Comunista Italiano Federazione della Spezia

Articolo 1 – Mdp La Spezia

Pianeta X La Spezia

Lombardi e Dosio: “Solidarietà al movimento No Tav dopo i fatti di Genova”

3 settembre 2014, by  
Archiviato in Dall'Italia, Partito, Primo piano

 

Esprimiamo la più assoluta solidarietà agli esponenti No tav che l’altra sera a Genova alla festa del Pd hanno manifesto il proprio dissenso davanti ai notabili del partito al governo.

Siamo contro la repressione della protesta e contro un’opera scandalosa e inutile, uno spreco di denaro che ingrassa i soliti poteri economici collusi, senza alcun beneficio per i cittadini.
Siamo per il diritto-dovere di contestare questo scempio, che nulla ha che vedere con la democrazia e con il bene comune.
Tali manifestazioni servono per ricordare all’opinione pubblica che il movimento No tav lotta per la giustizia sociale, contro gli abusi del potere poltico-economico a danno delle comunità locali e di tutti i cittadini italiani.

Massimo Lombardi,
segretario provinciale Prc La Spezia

Nicoletta Dosio,
Movimento No Tav Val di Susa

Nicoletta Dosio alla Spezia: “In Europa per continuare la nostra lotta”

La candidata alle elezioni europee con la lista “L’altra Europa con Tsipras” era alla Spezia: “Questa Europa non la vogliamo, vogliamo un mondo diverso”

 

Nicoletta Dosio, candidata nella circoscrizione nord-ovest alle elezioni europee con la lista “L’altra Europa con Tsipras”, ha fatto tappa alla Spezia. In mattinata ha incontrato i giornalisti al Distrò in Via Marsala e poi ha proseguito il tour nei dintorni spezzini: prima ha fatto visita ai Murati vivi di Marola, poi è stata alla Centrale Enel e a Pitelli. Dopo pranzo, durante il quale Nicoletta ha mangiato uno dei piatti più tipici del nostro territorio, la mesciua, è stata a Sarzana, e poi a Ortonovo. La visita nella provincia si concluderà questa sera alle 21 al Centro Allende, dove parteciperà all’iniziativa “Per un Europa dei Diritti”.
Nicoletta è un’attivista e volto storico del Movimento No Tav, impegnata nelle problematiche dell’ambiente, dell’istruzione e non solo. Figlia di operai, è stata insegnante di materie umanistiche dal 1973 al 2006. È protagonista della vita politica e sociale del territorio piemontese e ha partecipato a numerose lotte: contro il mega-elettrodotto “Grand-Ile Moncenisio-Piossasco”, che avrebbe sconvolto la Val di Susa; contro l’autostrada Torino-Bardonecchia e per l’apertura di un liceo scientifico pubblico nella zona della media Val di Susa, che ne era sprovvista. Ha solidarizzato con le lotte sindacali in varie fabbriche del territorio piemontese ed è stata una figura traino della lotta contro il nucleare e la privatizzazione dell’acqua. Da sempre impegnata contro le guerre, dalla Iugoslavia, all’Iraq, all’Afghanistan, si batte per il riconoscimento del diritto all’autodeterminazione del popolo palestinese.

Nell’incontro di questa mattina, non c’è stato bisogno di presentazioni. Nicoletta ha preso quasi subito la parola e come un fiume in piena ha raccontato ai presenti il motivo della sua candidatura, ha spiegato perché non si riconosce in questa Europa, ma ha anche dato speranza, la speranza di poterla cambiare. Tra i candidati ovviamente anche lo spezzino Stefano Sarti, operaio metalmeccanico della FIOM; Moni Ovadia, di famiglia ebraica, cantante, musicista ed editorialista; Curzio Maltese, editorialista de La Repubblica; Giuliana Sgrena, che ha collaborato con Rai News ed è stata inviata più volte in zone di guerra; Loredana Lipperini, di Radio3; Dijana Pavlovic, da sempre impegnata per cercare di migliorare la condizione dei rom. Questi sono solo alcuni dei candidati della circoscrizione nord-ovest della lista “L’altra Europa con Tsipras”.

“La nostra lista è composta da persone che rappresentano i vari aspetti di quella società che non si riconosce più in questa Europa – dice Nicoletta -. Questa è l’Europa del fiscal compact, delle banche e della guerra e non può essere né il mezzo né il fine per costruire un mondo diverso”. Nicoletta Dosio ritiene che l’Europa di Maastricht e anche quella del trattato di Lisbona, non sia nata per rispondere ai fini sociali o solidali, ma è nata esclusivamente per i fini economici del grande capitale. “Proprio per questo motivo – dice – non può rispondere ai bisogni reali delle persone, dei territori e del popolo. Noi questa Europa non la vogliamo, pensiamo non sia neanche riformabile e crediamo debba essere abbattuta a fondo affinché possa rinascere un’altra Europa, quella che non ha come fine gli interessi dei capitali. Oggi si garantisce libera circolazione ai capitali e alle merci mentre la si nega alle persone; questa è l’Europa delle privatizzazioni, dei patti di stabilità e della crisi voluta dal capitale e pagata dai popoli. Penso ci si debba battere  – prosegue – non per renderla democratica, ma per rompere la struttura e le compatibilità che la governano, in modo da ridare a tutti e a ciascuno voce, agibilità, diritti, dignità, uguaglianza e libertà vere e praticabili”.

Non è mancato poi un passaggio in merito alla Val Di Susa, dove sono iniziati i lavori della galleria di servizio per il Tav e Nicoletta illustra la drammatica situazione. “La zona del cantiere è una guarnigione armata, è occupata giornalmente da 500 uomini armati, tra polizia, carabinieri, guardia di finanza, ma anche l’esercito. Gli uomini, armati di strumenti da guerra, stanno accanto alla grande presa che sta bucando la montagna, e sta bucando uranio e amianto, materiale che viene poi sparso sul territorio. Questo viene contrabbandato come opportunità di lavoro, in realtà sta distruggendo ogni opportunità delle piccole opere socialmente utili, ma anche la salute dei lavoratori. La procura di Torino invece di sanzionare queste distruzioni ambientali che rendono inoltre il lavoro pericoloso, sanzionano noi, noi che invece lo difendiamo. Le carceri sono piene dei nostri compagni e tutti noi abbiamo sulle spalle denunce a non finire; i nostri avvocati, che ci difendono gratuitamente, hanno malamente diritto addirittura agli atti per poterci tutelare”.

Nicoletta va spesso a trovare i suoi compagni in carcere, e l’immagine da lei descritta è a di poco raccapricciante: “Le carceri a volte si aprono per risolvere le emergenze sociali. Sono entrata e ho visto che l’unica umanità che esiste nelle carceri è quella dei rapporti tra detenuti. Mentre per il resto, chi è povero in carcere non ha nulla. Ho visto anche un malato di leucemia che aspettava da tre mesi di entrare in ospedale; ho visto i bambini con le loro mamme, per lo più donne rom. I bambini infatti fino a tre anni possono stare in carcere con la mamma, ma il luogo riservato a loro era comunque desolante”.

Prima di chiudere Nicoletta Dosio ha anche voluto ricordare la questione relativa ai mezzi di trasporto ferroviario. “Attualmente la rete ferroviaria italiana è per più della metà ancora a binario unico – dice – e per quasi la metà ancora non elettrificata. Noi chiediamo che la ferrovia torni a essere pubblica, così come tutti i servizi essenziali alla persona e chiediamo sia sistemata per un reale collegamento tra i territori. Attualmente invece sta andando avanti il modello dell’alta velocità a costi proibitivi, e vengono eliminati i treni locali, e ultimamente anche gli intercity”.

Ma perché candidarsi alle elezioni europee, la Dosio lo dice alla fine, in quanto vede la sua candidatura come uno strumento in più a servizio dei conflitti sociali che stanno nascendo e che devono crescere. “La politica della banca centrale europea ha una sua logica ed è la logica del capitale – continua ancora la Dosio- attraverso il debito si stanno tagliando tutti i diritti, si sta privatizzando tutto ciò che era pubblico e si stanno abbassando i salari. Essere poveri è diventata una colpa. Se a livello europeo c’era un buon livello di vita, adesso tutto quanto si è abbassato verso il nulla. Contro tutto questo non c’è che una soluzione, quella di lottare. Andare in Europa, per noi non significa più andare nel palazzo e fare dei nomi. Non è più tempo di deleghe, è tempo che rinasca la lotta reale. Ci siamo candidati per portarla avanti, per avere uno strumento in più e non per cercare dei compromessi. Noi andremo in Europa non per portare la pace sociale, ma per aprire il conflitto”.

www.cittadellaspezia.it

Lombardi: “Da sempre la vera Rifondazione Comunista è quella No Tav, per il lavoro, l’ambiente e i diritti sociali”

27 marzo 2014, by  
Archiviato in Dalla Provincia, Partito, Primo piano

 

Per dissipare il pretestuoso e fuorviante interrogativo diffuso artatamente dalla Lista Ameglia Virtuosa -evidentemente ed unicamente a fini propagandistici- non sarebbe necessario redigere un comunicato stampa ma semplicemente ripercorre gli oltre vent’anni di storia nobile e prestigiosa del Nostro Partito, sia a livello locale che a livello provinciale spezzino, trovando una risposta scontata e rivoluzionaria nella sua verità: Rifondazione Comunista è da sempre quella No TAV, per l’ambiente e contro ogni nocività, per il lavoro ed i diritti dei lavoratori.

Da sempre abbiamo condotto iniziative dal basso per la tutela del territorio e dell’ambiente, battendosi in prima linea contro il partito trasversale degli affari e delle lobbies massoniche che mirava a trasformare il territorio della nostra Provincia alla bisogna o in ricettacolo di ogni sorta di rifiuto o in “città-cemento”, deturpando paesaggi naturali meravigliosi in nome del profitto e del business.

Siamo stati presenti in ogni vertenza socio-ambientale sul territorio spezzino, coniugando la lotta alla capacità istituzionalizzare le rivendicazioni: dalla storica mobilitazione popolare contro i fusti della Jolly Rosso, alla lotta contro il forno inceneritore di Arcola; in tutte le manifestazioni per ambientalizzare la centrale Enel, prima e dopo il referendum popolare, lottando oggi al fianco del Comitato “Spezia Via dal Carbone” – senza ostentare la nostra orgogliosa bandiera ma rinunciandovi per spirito di battaglia condivisa, quello che ci caratterizza sin dai tempi dello Spezia Anti G8 2001 e dello Spezia Social Forum 2002 – condividendone appieno ogni vertenza.

In completa solitudine politica, eccettuato il movimento anarchico, abbiamo manifestato contro i sommergibili nucleari nel Golfo; insieme ai comitati abbiamo agito contro il raddoppio del rigassificatore di Panigaglia, contro la costruzione dell’Outlet di Brugnato; abbiamo condiviso mille battaglie con Legambiente, dal WaterFront a Piazza Verdi, da Scalinata Cernaia alla mobilitazione contro le navi dei veleni; durante la drammatica alluvione (2011) abbiamo organizzato oltre 500 volontari, militanti della sinistra diffusa, strutturati nel gruppo Fasce Rosse, intervenuti per spalare il fango da Fiumaretta sino a Vernazza, passando per Borghetto Vara e Pignone, vigilando ed intervenendo sulle criticità post-alluvionali nelle Cinque Terre; abbiamo aderito alla campagna Stop al Consumo del Territorio nei fatti, come dimostrato dalla riduzione del 30 %, su nostra iniziativa, di progetti edificatori già approvati, ad Ortonovo, e siamo da sempre al fianco degli abitanti di Marola in lotta per abbattere il muro e ridare ai cittadini il mare.

Questa è la nostra unica modalità di azione e linea politica -nei fatti, non con le parole- chi afferma altro, dall’interno, si porta automaticamente fuori dalla linea politica nazionale e locale di Rifondazione Comunista, dall’esterno mistifica la realtà unicamente per bieche finalità elettoralistiche.


Massimo Lombardi

Segretario provinciale Rifondazione Comunista La Spezia

“Se non con Marta quando? Pd e Pdl strumentalizzano il decreto anti-femminicidio per reprimere il movimento no Tav”

17 agosto 2013, by  
Archiviato in Dall'Italia, Partito, Primo piano, Società

 

Un’ennesima vergogna da “larghe intese” si nasconde nel decreto legge anti-femminicidio licenziato dal governo lo scorso 8 agosto scorso e che passerà all’analisi del parlamento da martedì 20.

In un articolo nel decreto intitolato “Norme in materia di concorso delle forze armate nel controllo del territorio e per la realizzazione del corridoio Torino-Lione, nonchè in materia di istituti di pena militari” sono previsti inasprimenti contro chi da anni si oppone a uno dei più grandi scempi ambientali mai relizzati in Italia.

Riteniamo un autentico scandalo strumentalizzare una questione così drammatica come la violenza sulle donne per aumentare la repressione del dissenso sulla legittima lotta alla Tav Torino-Lione.

Un altro capolavoro firmato Letta e Berlusconi che si vorrebbe far passare nel più totale silenzio, complice la calura ferragostana e il relativo clima balneare di “agibilità politica”.

A collegamento delle due questioni aggiungiamo un fatto molto rilevante, naturalmente oscurato dalla stampa nazionale ma che sta “spopolando”, come si usa dire oggi, sui social network.

Pochi giorni fa c’è stata una forte mobilitazione in solidarietà a Marta Camposano, compagna pisana no Tav picchiata e molestata delle forze dell’ordine durante il fermo avvenuto dopo la passeggiata notturna in Val Susa il 19 luglio scorso alla quale hanno partecipato anche compagni dalla Spezia.

In seguito Marta è stata umiliata, violata e denigrata da un sindacato di polizia, da giornalisti e pure da un senatore della Repubblica, tal Stefano Esposito del Pd.

Lo slogan scelto per difendere Marta e per portare alla luce questo fatto gravissimo è stato “Se non per Marta quando”, con ovvio riferimento al movimento “Se non ora quando” che non ha detto una sola parola, tra l’omertà generale più assoluta. Ricordiamo che non esistono violenze sulle donne di serie A o di serie B: non vorremmo che il movimento intervenga solo in alcune circostanze, e solo quando fa comodo.

Per questo Rifondazione Comunista della Spezia aderisce all’appello in solidarietà a Marta chiedendo a chiunque di sottoscriverlo, sia personalmente che collettivamente, per esigere giustizia e farle sentire che non è sola ad affrontare l’arroganza di chi pensa di poterla continuare a offendere con tutto il potere personale e mediatico di cui dispone.

Alleghiamo una selezione di documenti utili alla comprensione di quello che sta accadendo e della campagna di solidarietà che vi invitiamo a sottoscrivere.

Marta ha bisogno di noi, adesso. Se non ora, quando? Se toccano una toccano tutte!

Per sottoscrivere l’appello occorre inviare una mail indicando NOME/COGNOME/CITTA’ all’indirizzo: senonconmarta@gmail.com

Le adesioni già raccolte sono centinaia ma intendiamo mantenere aperta la sottoscrizione perché crediamo che gli abusi di polizia non debbano passare sotto silenzio. Una prima presentazione dell’appello è reperibile qui http://www.youtube.com/watch?v=AdsV5wfbSbM e intendiamo continuare a raccogliere adesioni per sostenere in modo concreto il coraggio di Marta e la sua denuncia.

Invitiamo, chi non lo avesse già fatto, ad ascoltare e diffondere la testimonianza di Marta alla conferenza stampa seguita alle cariche della polizia in Val Susa del 19/07/2013  http://www.youtube.com/watch?v=NVUQ5natRj4

E’ già in rete una pagina facebook dove è stata aperta una campagna di raccolta foto per tutt* coloro che vogliano far sentire la loro vicinanza a Marta e ringraziarla per la sua coraggiosa denuncia. Si può trovare digitando https://www.facebook.com/#!/pages/Se-non-con-Marta-quando-Se-toccano-una-toccano-tutte/611101625590032

Un ottimo approfondimento che invitiamo a condividere è la lettera aperta di Simonetta Crisci e Laura Corradi alla Presidente della Camera dei Deputati Laura Boldrini e alla Ministra per l’integrazione Cecile Kyenge: http://www.infoaut.org/index.php/nodi/pisa/item/8587-se-la-violenza-machista-è-di-stato

La denuncia di Marta da voce a le tante storie di abusi ignorati e silenziati dai mass media.

CONDIVIDIAMOLA NOI! DIFFONDIAMOLA NOI!

Rifondazione Comunista, federazione provinciale La Spezia

Di seguito il testo dell’appello:

Con Marta, donna No Tav

Nella notte di venerdì 19 luglio, centinaia di uomini e donne No Tav cercano di avvicinarsi alle recinzioni che espropriano una parte della Val Susa: terra di boschi e lavande, terra che dovrebbe dare frutti, terra che uomini e donne hanno vissuto e rispettato. Terra di lotte partigiane, sentieri che hanno visto combattere, e vincere, contro i nazisti. Ma quella terra ora è deserto, ruspe che scavano e abbattono, recinti e check point, gas che avvelenano, con le popolazioni civili, i loro campi e le loro vigne.

Una terra strappata al presente in nome di un “progresso” che avvelena le vite delle donne e degli uomini, impegnato a distruggere i valori e la dignità delle comunità. Un salto indietro nella storia.

Venerdì 19 luglio uomini e donne No Tav si avvicinano nel buio per battere sulle reti e gridare: “mia nonna partigiana me l’ha insegnato, tagliare le reti non è reato”.

Qualcosa è accaduto, venerdì notte, in Val Susa. Centinaia di agenti, esercito armato e attrezzato per la guerra, hanno assalito quegli uomini e quelle donne armati di torce e limoni e bottiglie d’acqua. Hanno chiuso loro ogni via d’uscita e, novella Diaz, hanno operato una mattanza. I più giovani, come testimoniano gli anziani della valle, hanno cercato di proteggere una via d’uscita ai più deboli, consentendoli di arrampicarsi sulla montagna, fuori dai sentieri chiusi dalle “forze dell’ordine”. Hanno pagato un prezzo altissimo, 63 feriti, 2 fermati, 7 arrestati.

Una nostra amica, Marta, 33 anni, pisana, viene fermata, colpita alle spalle durante la fuga. La sua testimonianza racconta le manganellate alla schiena mentre è schiacciata per terra dagli scarponi di agenti di cui non riesce neanche a vedere il volto. La notte è satura di gas e lei non è protetta da maschere, a differenza degli agenti. La trascinano in due, uno le stringe il collo, dell’altro restano sul suo braccio le impronte livide della stretta. La trascinano mentre altri intervengono. Uno alza il manganello e le spacca la bocca (6 punti esterni, 2 interni), altri le palpeggiano il seno e il pube. E’ un coro di insulti, un gridare “puttana”. Sanguinante la portano dentro il cantiere, gli insulti e gli sputi continuano, ci sono i magistrati e anche una donna poliziotto che non porta conforto ma altri sputi e insulti e molestie verbali.

Un medico di polizia raccomanda il ricovero immediato in Pronto Soccorso. Passeranno quattro ore. Quattro ore di sangue sul volto e sputi e insulti al suo essere donna.

Dal Pronto Soccorso la rilasceranno indagata a piede libero. Non è il caso di farla vedere a un giudice.

Ma la Diaz di Marta non è finita. Non è bastato il pestaggio, non sono bastate le violazioni al suo corpo di donna, non sono stati sufficiente “lezione” gli insulti e gli sputi e il ritardo nei soccorsi.

Marta non è stata zitta. Ha alzato la faccia ferita, è andata davanti alla stampa e ha osato raccontare.

Lei, l’unica dei fermati di quella notte d’inferno che poteva parlare.

E allora la caccia alle streghe riparte. Come donne conosciamo i toni e i modi e la violenza profonda di chi ti umilia e viola e insulta un’altra volta. Ed ecco spuntare l’UGL, sindacato di destra, a chiedere per Marta punizioni esemplari. Ed ecco un senatore della Repubblica, Stefano Esposito, Partito Democratico, divertirsi a twittare che Marta è bugiarda, che le manganellate giuste che ha preso se l’è cercate con la sua “guerra allo Stato” e che certo nessuna molestia c’è stata. Una follia di machismo, una banale arcaica prepotenza sulle donne umiliate e su Marta violata che si permette ancora di ribadire, dalle frequenze di una radio nazionale.

Come donne non possiamo tacere. Non possiamo tollerare che la terra, gli uomini e le donne continuino ad essere violati. Non possiamo più sopportare che la vita e i bisogni di tutte e di tutti siano travolti dall’arroganza dei pochi che su questo possono lucrare. Un arroganza che si crede onnipotente, che pensa di poter travolgere i corpi e le vite delle donne e degli uomini, con la violenza delle armi, prima, con quella degli insulti e della denigrazione e delle menzogne, poi.

Per Marta e i feriti della Val Susa esigiamo giustizia.

Per le donne violate esigiamo rispetto. Se il carnefice è pagato dallo Stato ne esigiamo di più.

http://www.infoaut.org/index.php/nodi/pisa/item/8589-con-marta-donna-no-tav

Solidarietà a Luca Abbà e ai No Tav Val di Susa. Oggi alle 17.30 alla Spezia presidio in Corso Cavour

27 febbraio 2012, by  
Archiviato in Appuntamenti, Dall'Italia, Primo piano

 

Oggi pomeriggio alle 17.30, presso il banchetto permanente della Federazione della Sinistra della Spezia in Corso Cavour angolo via Rattazzi, è indetto un presidio di solidarietà per Luca Abbà, leader No Tav in gravissime condizioni al Cto di Torino dopo la caduta da un traliccio mentre stava manifestando questa mattina contro gli espropri dei terreni del cantiere della Torino-Lione.

La nostra piena solidarietà al movimento, testimoniata dalla presenza di una delegazione da Spezia alla grande manifestazione di sabato scorso in Val di Susa, si unisce in queste drammatiche ore alla vicinanza a Luca , sospeso tra la vita e la morte.

La lotta di Luca e dei no Tav è la lotta contro l’ennesima ingiustizia di stato che, nel nome degli degli enormi profitti di pochi, si guarda bene dal salvaguardare al vita degli abitanti e dell’intero escosistema. E’ la lotta di tutti noi: Siamo tutti No Tav. Per questo chiamiamo a raccolta tutta la società civile oggi alle 17.30, in contemporanea con tutte le piazze dItalia.
Nelll’occasione sarà indetta una conferenza stampa della Fds per spiegare le ragioni della protesta.

Federazione della Sinistra La Spezia 

Da Genova alla Val Susa: domenica 19 febbraio assemblea pubblica sulla repressione di stato con Haidi Giuliani e Nicoletta Dosio

16 febbraio 2012, by  
Archiviato in Appuntamenti, Partito, Primo piano

Si svolgerà domenica 19 febbraio alle ore 17 nella sala “Aldo Lombardi” della Federazione spezzina di Rifondazione Comunista in via Lunigiana 545 l’assemblea pubblica dal titolo Da Genova alla Val Susa la repressione continua“.

Al dibattito saranno presenti Italo di Sabato (Osservatorio Nazionale Sulla Repressione), Haidi Giuliani (Mamma di Carlo Giuliani, già senatrice Prc) e Nicoletta Dosio (Comitato No Tav Valdisusa). Coordinerà il segretario provinciale Prc/Fds Massimo Lombardi.

L’incontro -dichiara Ricciardi- è stato organizzato in vista della manifestazione nazionale in Val Di Susa di sabato 25 febbraio alla quale una nostra delegazione prenderà parte.
Saremo in Val di Susa per chiedere la libertà delle compagne e dei compagni in carcere, perchè gli arresti avvenuti sono l’ennesimo tentativo di ridurre il movimento No Tav ad un problema di ordine pubblico al fine di dividerlo e delegittimarlo. È l’ennesimo punto di continuità tra il governo Berlusconi e il governo Monti: non si riconoscono le ragioni di chi protesta, non si tratta, ma si agisce militarmente, si determina un clima di tensione e poi si processa sulla base degli scontri che avvengono.
Jacopo Ricciardi, resp. Osservatorio sulla Repressione Prc/Fds La Spezia

Olivieri: “Senatore Grillo, ma l’Abruzzo non ha insegnato niente?”

29 ottobre 2011, by  
Archiviato in Partito, Primo piano

Leggo con sconcerto le dichiarazioni del Sen. Grillo del Pdl che propone l’avvio di una sorta di project financing, cioè l’attivazione dei privati, per la ricostruzione delle zone alluvionate nello spezzino.

Secondo la proposta di Grillo, i privati potrebbero essere pagati “in natura”, cioè con parte del patrimonio pubblico che il Governo intenderebbe dismettere. Il sen. Grillo fa esplicito riferimento ai beni della Marina Militare presenti nel nostro territorio che, invece che essere restituiti alla nostra comunità, verrebbero privatizzati.

In questo modo la ricostruzione diventerebbe l’occasione per nuove speculazioni: questa proposta fa venire in mente quegli imprenditori senza scrupoli che poche ore dopo il terremoto pensavano già a come lucrare sulla tragedia. Possibile che l’Abruzzo non abbia insegnato nulla? E’ possibile che nemmeno questa tragedia abbia fatto capire che bisogna abbandonare per sempre le logiche della cementificazione e della privatizzazione del territorio che hanno amplificato gli effetti di questo disastro?

E non ci racconti la frottola, Sen. Grillo, che non ci sono i soldi: invece che regalare ai soliti noti miliardi e miliardi per opere inutili e dannose come il Ponte sullo Stretto e l’Alta Velocità in Val di Susa, questi soldi potrebbero essere ben spesi nella ricostruzione delle zone colpite da quelle da calamità che si fa fatica a chiamare “naturali” e nella manutenzione del territorio.
Ne guadagnerebbero non solo la nostra comunità, ma anche la moralità di questo Paese.

Sergio Olivieri
Segretario regionale Rifondazione Comunista/Federazione della sinistra della Liguria

Solidarietà al popolo No Tav della Val di Susa. Violenza e repressione di stato come a Genova 2001

28 giugno 2011, by  
Archiviato in Dall'Italia, Primo piano

Quanto successo in questi giorni in Val di Susa è una riedizione di Genova 2001, di cui tra poco “festeggeremo” il decennale. Lo stato di polizia con i manganelli e i lacrimogeni che “convince” una popolazione imbufalita per uno scempio ambientale senza precedenti solo per favorire la solita cricca di affari e politica che c’è dietro all’enorme torta dei lavori per la Tav.

Lavori doppiamente ipocriti perchè i trasporti merci e persone su ferro, invece che aumentare, sono drasticamente in diminuzione in quanto vince la potente lobby del trasporto su gomma. Nonostante questo è necessario sventrare una valle, nel nome di quell’Unione Europea sempre più unione di business ed interessi di banche e multinazionali che di quelli della sua popolazione.

L’impatto ambientale sugli abitanti della Val di Susa sarà incredibile per un’opera mastodontica, inutile e dai tempi di realizzazione di almeno 25 anni. Se ci si aggiungono le manganellate e la violenza su ordine di Roma a chi civilmente, ma fermamente, protesta da oltre un mese contro le ruspe, avviene l’ennesima prevaricazione della forza di stato.

A quando un Paese che ascolta e non manganella i suoi cittadini? A quando uno stato che non reprime ma recepisce le loro istanze?? A quando un’azione del governo che faccia gli interessi dei suoi abitanti senza trattarli come sudditi??

Rifondazione Comunista/Fds della Spezia è vicina ai compagni piemontesi e alla popolazione di Chiomonte e Bussoleno impegnata in questi giorni nella lotta impari contro la polizia di Maroni con cui solidarizzano esponenti “di centrosinistra” come Casini.

La Val Susa, come tutti i patrimoni ambientali italiani, sono beni comuni da difendere a tutti i costi, contro qualsiasi interesse affaristico. E la voce della protesta e del dissenso del popolo italiano, come hanno insegnato le ultime elezioni amministrative e i referendum, non si farà piegare.