Georgi Dimotrov: ennesima morte assurda
15 febbraio 2012, by admin
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Giorgi Dimotrov sarà un altro nome da ricordare, segno indelebile della nostra inciviltà. Un nome che ci ricorderà tanti aspetti, tanto dolorosi quanto imbarazzanti per un paese civile.
Ci ricorderà che il lavoro in questo Paese non è più un diritto ma una merce, come continuano a dirci i mantra del presidente Monti e ci ricorderà che morire sul lavoro non è un incidente ma una costante.
Ci ricorderà che un migrante quando viene in Italia non lo fa per delinquere ma per sopravvivere, fino a quando, lavorando, non morirà.
Giorgi ha concluso la sua agonia dopo un mese dall’esplosione di quel metanodotto di Tresana mentre ancora altri suoi colleghi italiani, sono in ospedale per quell’evento. Vogliamo ricordare Giorgi come tutti colori i quali perdono la vita durante l’esercizio di un loro diritto e continueremo a dire che, come comunità, dobbiamo vergognarci di non essere in grado di far rispettare il primo articolo della nostra Costituzione.
Vogliamo ricordarlo con la consapevolezza che tutti noi non dobbiamo solo spendere parole sentite, doverose, per un fatto drammatico. Dobbiamo avere il coraggio di denunciare ciò che non va, di dire che ciò non accade per caso, o per disgrazia, ma perchè il lavoro e la sicurezza sono ancora concepiti come costi, specie in un contesto dove impianti pericolosi evidentemente non hanno sufficienti garanzie per garantire la vita di chi ci lavora o di chi vive in prossimità.
Tutto ciò deve far riflettere chi demonizza sicurezza nei luoghi di lavoro, chi stigmatizza la possibilità di riconvertire economie rispettando ambiente e dignità di chi lavora. Siamo stanchi di dire che il campo dei diritti non è una categoria merceologica. Quante altre morti assurde lo devono dimostrare?
Federazione provinciale Rifondazione Comunista/Fds La Spezia
Cordoglio alla famiglia di Gheorghe Peteleu, colpito dall’ennesimo omicidio sul lavoro
11 giugno 2011, by admin
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Rifondazione Comunista/Fds La Spezia esprime profondo cordoglio e vicinanza alla famiglia di Gheorghe Peteleu, operaio quarantenne residente a Follo, rimasto ucciso da un camion mentre stava lavorando al porto di Carrara.
Ancora una vittima spezzina sui luoghi di lavoro, una giovane vita stroncata e una famiglia distrutta, anche se pochi ne hanno parlato fin’ora. “Forse perchè non era italiano” ha subito malignato qualcuno. Non non scendiamo in questa triste e assurda polemica. Ci limitiamo a denunciare quanto è successo nei giorni scorsi in consiglio comunale della Spezia.
Rifondazione ha agito immediatamente, proponendo al consiglio, il giorno dopo la tragedia, un minuto di silenzio per ricordare l’ennesimo omicidio sul lavoro, che solo nella giornata del 6 giugno scorso si è verificato ben sette volte in tutta Italia. Ma il consiglio non ha raccolto del tutto l’invito del consigliere Prc Edmondo Bucchioni perchè purtroppo, da parte della minoranza, si polemizzava sul termine omicidio e si chiedeva successivamente la conferenza dei capigruppo in cui si manifestava contrarietà alle espressioni dello stesso consigliere.
“Non si tratta di ennesima fatalità ma di ritmi di lavoro sempre più frenetici in barba alla sicurezza dei lavoratori. Per questo abbiamo l’ennesima vita sacrificale sull’altare del profitto capitalista” ha affermato Bucchioni.
Ma evidentemente l’argomento continua a non andare giù a molti, anche nel centrosinistra: “Di recente la terza commissione da me presieduta ha convocato il dottor Umberto Ricco, direttore della PSAL, branca dell’ASL che si occupa di sicurezza negli ambienti di lavoro” ha aggiunto lo stesso consigliere Prc.
“Pur essendosi svolta, l’audizione non era ritentuta valida legalmente perchè il consigliere Martinelli faceva presente che in seconda convocazione, cioè quindici minuti dopo la prima, non vi era il numero legale, nonostante che appena due minuti dopo lo si era raggiunto e sorpassato abbondantemente. Mi domando se è consono da parte di un uomo attaccarsi in maniera così pignola ad un regolamento, visto il tema che andavamo a trattare“.
Sentenza Thyssenkrupp: “Giustizia è fatta, momento storico per i lavoratori: ora tutti i luoghi di lavoro siano posti in rigorosa sicurezza”
16 aprile 2011, by admin
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La sentenza di primo grado sulla strage della ThyssenKrupp appartiene alla storia della giurisprudenza italiana in materia di morti sul lavoro.
I giudici che hanno accolto le istanze del Pm Guariniello, che ha costituito un forte impiento accusatorio contro i veritci dell’azienda responsabile di quella orrenda mattanza, hanno stabilito che chi non ottempera alle norme per la sicurezza dei lavoratori e ne causa così la morte compie omicidio volontario e non più, “semplicemente” , colposo.
Ora non si potrà più parlare, ipocritamente, di morti bianche o di tragica fatalità. Le morti sul lavoro sono tutte un crimine e lo vogliamo ribadire da una delle province col più alto tasso di mortalità sui luoghi di lavoro come quella della Spezia.
D’ora in avanti tutti i luoghi di lavoro dovranno essere rigorosamente a norma, dalle fabbriche ai cantieri edili, dalle aree ferrovierie a quelle portuali: si ricordino tutti del sangue versato dagli oltre 1300 lavoratori che all’anno muoiono in Italia per gaudagnarsi da vivere.
Felici per la sentenza, noi della Fds della Spezia non dimentichiamo tutti quei ragazzi morti in quell’orribile rogo e sappiamo che nessuno potrà restituirli ai familiari.
Possiamo però gridare che giustizia è finalmente fatta, ma ci aguriamo e auspichiamo con forza che in sede di appello la sentenza non ne esca attenauta o, peggio, stravolta come spesso succede nel nostro martoriato Paese.
Un’altra tragedia sul lavoro nella nostra provincia. Istituzioni e società civili scuotano le proprie coscienze
2 aprile 2011, by admin
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Ieri mattina operaio elettricista di trent’anni, Federico Severino, ha trovato la morte sul lavoro a Sarzana, cadendo da una passerella sopra la stazione ferroviaria.
Federico è il primo nella nostra provincia nel 2011 ma è solo l’ultimo di una lista incredibile di giovani vite spezzate in ogni settore del mondo lavorativo locale e nazionale. La cosiddetta “piaga” delle morti bianche non solo non viene in alcun modo rimarginata ma, anzi, si contano ogni giorno sempre più vittime innocenti, che spesso muoiono per negligenza, superficialità e colpe scrivibili ad altri, in primo luogo a chi non ha alcuna intenzione di perdere tempo e denaro a tutelare l’incolumità dei lavoratori.
I mali del mondo del lavoro sono molteplici, ma la scia di sangue di saungue degli stessi lavoratori ne è l’effetto più devastante. Sta alle istituzioni e a tutta la società civile scuotere le coscienze dei cittadini perchè ognuno si informi che ogni giono in Italia si compie una vera e propria guerra civile. Siamo stanchi di dover parlare di un’altra disgrazia simile, che distrugge una famiglia, che spezza affetti, che lascia nello sbigottimento un’intera comunità.
Oltre alla vicinanza ai familiari del ragazzo in queste prime dolorosissime ore, la Federazione della Sinistra della Spezia vuole esprimere la sua rabbia e indignazione per quanto sta continuando ad accadere nel nostro territorio e non solo.
24 febbraio 2010- 24 febbraio 2011: ricordo di Giovanni Magliani
24 febbraio 2011, by admin
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Un anno fa alla Spezia moriva Giovanni Magliani, operaio e ferroviere. Caduto sul lavoro, aveva 53 anni ed era mio padre. Il suo corpo è rimasto schiacciato da un treno passeggeri in manovra, mentre usciva dall’ufficio “Tronco Lavori” della stazione della Spezia Centrale, uccidendolo all’istante.
Mentre trovava quel giorno una fine atroce, tutti noi che abbiamo avuto la fortuna di conoscerlo e di amarlo siamo morti un poco con lui. Questa è la prima, immensa sensazione che ho provato nell’istante in cui ho saputo della tragedia.
Una tragedia che non è solo personale o familiare, ma è purtroppo pubblica e addirittura “istituzionale”: Giovanni Magliani è stato, infatti, l’ennesimo lavoratore caduto in servizio in Italia. Così, con questo assurdo incidente, la nostra provincia inaugurava un tristissimo 2010, segnato da un elenco spaventoso di giovani vite strappate ai propri cari nel compimento del proprio dovere. Sembrano parole adatte a soldati in guerra. Mio padre e tutti gli altri ragazzi che come lui non ci sono più, in qualche modo lo erano: non nel senso militare, ma in quello “civile” del termine.
Sfido chiunque a darmi del retorico. Ha lavorato per trentasette anni, interrotti dalla disgrazia, di cui gli ultimi trentuno nelle Ferrovie dello Stato. Ha iniziato da ragazzino, a sedici anni, minando già il suo fisico in fabbrica prima di entrare in FS nel lontano 1979.
Torno al senso della parola “dovere” perché ha sempre lavorato con onestà, dedizione e grande amore per il suo lavoro, diritto e dovere per tutti, come mi ripeteva sempre.
Ha rispettato e onorato fino in fondo, da vero cittadino di questa Repubblica, la Repubblica stessa su cui è fondata, come recita il primo articolo della sua Costituzione.
“Ogni giorno si verificano ancora troppi incidenti sul lavoro, anche a causa di inammissibili superficialità e gravi negligenze” ha affermato il Presidente della Repubblica il 10 ottobre scorso.“E’ doveroso rendere omaggio alla memoria dei caduti sul lavoro ed esprimere viva solidarietà a quanti hanno sacrificato la propria salute e la propria integrità fisica, manifestando al contempo sentimenti di vicinanza alle loro famiglie e comunità”.
Consolano le alte affermazioni del capo dello Stato, ma la strage continua. In Italia, solo negli ultimi due anni, si contano millecinquanta caduti nel 2009, milleottanta nel 2010. Nel gennaio 2011 sono già ottanta. Se vogliamo realmente omaggiare questa moltitudine di morti e dei loro cari, vivi ma altrettanto straziati, dobbiamo riuscire tutti insieme ad andare oltre le parole e passare ai fatti.
Un pensiero va a tutti i familiari di questi caduti civili, uccisi nella loro semplicità, compiendo il semplice atto eroico di guadagnare il proprio pane onestamente, chi facendo il portuale, chi il muratore, chi il camionista. Per questo mi appello a tutte le istituzioni nazionali e locali affinché si faccia qualsiasi sforzo per evitare che altre simili sofferenze vengano vissute da altri. Basta morti sul lavoro, basta ingiustizie.
Ringrazio pubblicamente i Sindaci della Spezia e di Arcola, i rispettivi Consigli Comunali, il Prefetto e il Questore e a tutte le autorità che ci hanno dimostrato tanto calore e sensibilità in quei momenti terribili e nei giorni successivi.
Infine un personalissimo ringraziamento va ai colleghi del Secolo XIX, ai carissimi compagni di Rifondazione Comunista e Comunisti Italiani e alle tantissime persone che hanno avuto un pensiero per me e la mia famiglia, pur non conoscendo affatto Giovanni. La loro commozione e le loro lacrime non potrò mai dimenticarle.
Paolo Magliani
Profondo cordoglio ai familiari per l’ennesimo incidente sul lavoro, urge una seria riflessione sul gravissimo dissesto idrogeologico del nostro territorio
8 dicembre 2010, by admin
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La federazione spezzina di Rifondazione Comunista esprime forte cordoglio per l’ennesima morte sul lavoro avvenuta nella provincia spezzina con la scomparsa della poliziotta della stradale Maria Teresa Marcocci, travolta da un albero sulla strada della Ripa di Vezzano Ligure durante le operazioni di intervento dopo l’ennesima frana che ha colpito la stessa strada, che era stata da pochissime ore riaperta al traffico.
Un’altra giovane vita è stata spezzata nel compimento del proprio lavoro e il triste elenco di caduti in servizio nell’anno solare 2010 nel territorio spezzino si va terribilmente allungando. Siamo vicini ai familiari e ai colleghi della ragazza colpiti da questa incredibile disgrazia come i tantissimi altri lavoratori rimasti uccisi in Liguria e in Italia nel corso degli anni.
Ma questo incidente pone all’attenzione, per l’ennesima volta, il gravissimo problema dell’assetto idrogeologico del nostro territorio, ormai martoriato dalle frane, dagli allagamenti, dagli smottamenti, dalle alluvioni di ogni tipo. Occorre seriamente riflettere sul drastico consumo operato negli ultimi anni che, unito all’incuria e alle risorse economiche sempre più risicate degli enti locali per i tagli del governo, porta l’ambiente al totale degrado e la sicurezza delle persone sempre più a rischio.
Salvaguardare il territorio e le vite dei lavoratori è insindacabile compito di tutti gli enti, di qualsiasi livello e colore politico, altrimenti l’elenco delle vittime di cittadini e lavoratori sarà inevitabilmente destinato a salire. Per questo lasciano sgomenti le velleità di taluni amministratori di traforare i monti in nome della migliore viabilità e delle “grandi opere”.
C’è una sola grande opera da realizzare nel territorio e si chiama messa in sicurezza.
In piazza per non dimenticare, in piazza per fermare questo scempio
La federazione spezzina di Rifondazione Comunista aderisce con forza alla fiaccolata per la sicurezza sul lavoro indetta da CGIL-CISL-UIL per stasera alla Spezia, con partenza alle 21 da piazza Brin e conclusione in piazza Mentana dove interverrà il sindaco Massimo Federici.
Solo nel 2010 sono stati sette i morti tra i lavoratori caduti sul nostro territorio e gli spezzini caduti fuori provincia: Giovanni Magliani, Maurizio Cortesi, Francesco Ratti, Franco Devoto, Roberto Mattioli, Salvatore Iraci Sareri, Claudio Bonfante a cui si aggiungono i quattro del 2009: Giuliano Fenelli, Sandro Ferrari, Andrea Medici e Emiliano Gasparri.
Uomini di età, mestieri e vite diverse, ma tutti accomunati da un unico destino: lavorare per vivere e morire lavorando.
Con indignazione e rabbia Rifondazione Comunista, mentre una scandalosa classe politica continua a votare in parlamento mozioni salva-criminali, disinteressandosi totalmente dei gravissimi problemi che attanagliano il Paese, chiede ancora una volta con voce ferma a tutte le istituzioni di fermare in qualsiasi modo questa infinita emorragia di vite umane perchè non può esserci civiità in una società che miete i suoi cittadini sul posto di lavoro.
Un mondo del lavoro sempre più vituperato e calpestato ma su cui si fonda ancora la nostra, così tanto offesa, Costituzione.
A tutti gli spezzini facciamo appello ad essere presenti domani sera in piazza Brin, in onore di tutte le vittime sul lavoro cadute in Italia e dei loro parenti, vittime anch’essi di tale tremende ingiustizie perchè privati all’improvviso e in maniera violenta degli affetti più cari.
Fiaccolata contro gli omicidi bianchi
23 settembre 2010, by admin
Archiviato in Appuntamenti, Primo piano
Articolo 1: L’ITALIA E’ UNA REPUBBLICA FONDATA SUL SANGUE DEL LAVORO
LA SPEZIA: 11 MORTI IN 20 MESI: RIFONDAZIONE COMUNISTA ADERISCE ALLA FIACCOLATA DOMANI SERA PER LA SICUREZZA SUL LAVORO PROMOSSA DA CGIL, CISL E UIL
La federazione spezzina di Rifondazione Comunista aderisce con forza alla fiaccolata per la sicurezza sul lavoro indetta da CGIL-CISL-UIL per domani sera alla Spezia, con partenza alle 21 da piazza Brin e conclusione in piazza Mentana dove interverrà il sindaco Massimo Federici.
Solo nel 2010 sono stati sette i morti tra i lavoratori caduti sul nostro territorio e caduti fuori provincia: Giovanni Magliani, Maurizio Cortesi, Francesco Ratti, Franco Devoto, Roberto Mattioli, Salvatore Iraci Sareri, Claudio Bonfante a cui si aggiungono i quattro del 2009: Giuliano Fenelli, Sandro Ferrari, Andrea Medici e Emiliano Gasparri.
Uomini di età, mestieri e vite diverse, ma tutti accomunati da un unico destino: lavorare per vivere e morire lavorando.
Con indignazione e rabbia Rifondazione Comunista, mentre una scandalosa classe politica continua a votare in parlamento mozioni salva-criminali, disinteressandosi totalmente dei gravissimi problemi che attanagliano il Paese, chiede ancora una volta con voce ferma a tutte le istituzioni di fermare in qualsiasi modo questa infinita emorragia di vite umane perché non può esserci civiità in una società che miete i suoi cittadini sul posto di lavoro.
Un mondo del lavoro sempre più vituperato e calpestato ma su cui si fonda ancora la nostra, così tanto offesa, Costituzione.
A tutti gli spezzini facciamo appello ad essere presenti domani sera in piazza Brin, in onore di tutte le vittime sul lavoro cadute in Italia e dei loro parenti, vittime anch’essi di tale tremende ingiustizie perchè privati all’improvviso e in maniera violenta degli affetti più cari.
RIFONDAZIONE COMUNISTA, FEDERAZIONE PROVINCIALE DELLA SPEZIA
Chiudere gli occhi non salverà la vita ai lavoratori
3 settembre 2010, by admin
Archiviato in Istituzioni, Lavoro, Primo piano
Rifondazione comunista aveva denunciato tre mesi fa le condizioni di lavoro nel porto spezzino ma il consiglio comunale della Spezia ha fatto finta di niente
Il Gruppo Consiliare comunale di Rifondazione Comunista della Spezia esprime cordoglio e solidarietà alla famiglia della vittima di questo ennesimo incidente sul lavoro al porto spezzino. Il rammarico per questa morte è fortissimo, così come la consapevolezza che le Istituzioni, a partire dal nostro Consiglio Comunale, sottovalutano la gravità delle condizioni dei lavoratori portuali.
Solo due mesi fa il nostro gruppo aveva presentato un ordine del giorno in cui si denunciavano condizioni di lavoro, in particolare degli addetti alla movimentazione merci, di grave rischio e si chiedeva al Sindaco di approfondire tali tematiche. Purtroppo grazie al voto contrario del PDL e all’astensione del Partito Democratico l’ordine del giorno veniva respinto. Siamo coscienti che probabilmente anche con la sua approvazione non si sarebbe evitata questa tragedia, ma di certo avremmo potuto dare ai lavoratori del Porto almeno la dimostrazione di interesse alle loro problematiche e poteva essere l’occasione per iniziare un percorso di controllo e di denuncia capace di incidere nella realtà lavorativa di tutte queste persone.
Alla ripresa dei lavori del Consiglio Comunale il nostro gruppo lavorerà affinché questo tema sia affrontato con l’ urgenza che merita. Riteniamo prioritario che si riunisca subito la Commissione lavoro per procedere all’audizione del Presidente dell’Autorità Portuale e dell’Assessore Pollio per capire quali sono le iniziative che intendono prendere. Ad oggi abbiamo un nuovo Presidente dell’Autorità Portuale, ma il modo di agire è vecchio e conosciuto: attenzione esclusiva alla produttività a discapito delle problematiche del lavoro e del territorio. Questa situazione non è più tollerabile.
Per questo invitiamo Forcieri a rispettare il Piano regolatore Portuale, chiediamo delle scelte immediate e convincenti sulla fascia di rispetto, chiediamo che sia riunito il tavolo permanente e che le decisioni in materia Portuale siano partecipate e condivise, chiediamo maggiore vigilanza sull’applicazione del contratto unico dei Porti, chiediamo che sia diminuito l’utilizzo di contratti precari e atipici. Riteniamo che queste siano le basi minime per avere un’integrazione tra Porto e città capace di soddisfare le esigenze di tutti.
Giovedì 2 settembre alle 10.30 presidio di protesta davanti all’Autorità Portuale
1 settembre 2010, by admin
Archiviato in Appuntamenti, Primo piano
Le affermazioni dell’assessore provinciale spezzino al lavoro Ettore Antonelli, riguardo alla morte in porto del camionista parmense Roberto Mattioli, rivelano nettamente le posizioni padronali che lo stesso assessore rappresenta e svelano le carte sulla natura stessa di Confindustria, inopinatamente al governo di centrosinistra della provincia per scelta monocratica del presidente Fiasella. Inutile dire che avevamo ragione a porre le più grosse pregiudiziali politiche sulla figura dell’assessore Antonelli, impossibilitato per il suo ruolo di imprenditore a stare dalla parte dei lavoratori. Questa terribile dichiarazione ne è la conferma.
E’ vergonoso accusare l’autotrasportatore deceduto di “troppa confidenza con i mezzi” che porta poi inevitabilmente all’incidente mortale.
Le responsabilità di una morte sul lavoro sono sempre, e ribadiamo sempre, dovute alle condizioni di lavoro a cui i portuali sono sottoposti: i turni massacranti, gli orari di lavoro impossibili, i contratti loro imposti che permettono maggior guadagno a solo maggior volume di lavoro svolto, tutti fattori che stressano e sfiniscono il lavoratore portandolo alla stanchezza, all’ansia, alla minor concentrazione, all’errore.
Va rivisto e cambiato tutto. Bisogna tornare a mettere al centro ogni lavoratore, non i profitti sfrenati delle compagnie portuali: a maggior produzione e maggior movimento di merci in porto, come pomposamente dichiarato dall’Autorità Portuale, corrisponde un’arretratezza totale dal punto di vista dei diritti del lavoratore, a partire da quello della sua sicurezza personale. Occorre ribadire che il porto non è una zona franca ma uno spazio pubblico, dove vigono le leggi dello stato e il codice della strada il quale non solo dai mezzi di trasporto motorizzati, ma anche dagli altri mezzi come le ralle (ancora più pericolose per la salute del lavoratore) deve essere rispettato.
La Federazione della Sinistra spezzina chiede alle autorità cittadine, in particolare al sindaco e al prefetto della Spezia che attivino le forze dell’ordine per severi controlli sulle ore di guida degli autotrasportatori da effettuare non solo nell’area portuale ma anche nelle vicine strade di accesso al porto. Al sindaco e al prefetto chiediamo un incontro specifico sul tema per far si che ogni mese venga fatto il punto della situazione sicurezza nel porto.
La FDS chiede all’Ispettorato del Lavoro i controlli sugli orari e sui contratti di lavoro e alle ASL verifiche più assidue sulla sicurezza generale di tutti lavoratori portuali e sui mezzi degli operatori, specialmente le gru. Ci chiediamo inoltre che fine abbia fatto il coordinamento provinciale sulla sicurezza nei luoghi di lavoro voluto dalle istituzioni e sottolineiamo che deve ancora essere applicato nella sua totalità, a causa delle forti pressioni delle imprese terminaliste, il protocollo d’intesa per la salute e la sicurezza nel porto spezzino firmato in prefettura da tutte le parti sociali.
Per sensibilizzare le autorità e la cittadinanza su questi fondamentali la Federazione della Sinistra della Spezia organizza per domani mattina, giovedì 2 settembre alle ore 10.30, un presidio di protesta davanti alla sede dell’Autorità Portuale spezzina.