Outlet Brugnato, Prc La Spezia: “Lavoratori precari? Fummo i primi a denunciarlo”
25 gennaio 2017, by admin
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Riteniamo giusta e sacrosanta la presa di posizione della Cgil spezzina contro il clima di paura, lo sfruttamento e il pagamento tramite voucher all’interno del centro commerciale di Brugnato. Poco dopo l’alluvione del 2011 fummo i primi a denunciare cosa sarebbe successo: un ulteriore cementificazione del territorio e un lavoro precario all’interno dell’Outlet di Brugnato.
Allora fummo stigmatizzati come il partito del no, ci fu detto che l’outlet sarebbe stato occasione di sviluppo del territorio. Ora abbiamo la conferma che e’ invece l’ennesima situazione di sfruttamento indiscriminato dei lavoratori e di distruzione del territorio.
Lombardi: “Da sempre la vera Rifondazione Comunista è quella No Tav, per il lavoro, l’ambiente e i diritti sociali”
27 marzo 2014, by admin
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Per dissipare il pretestuoso e fuorviante interrogativo diffuso artatamente dalla Lista Ameglia Virtuosa -evidentemente ed unicamente a fini propagandistici- non sarebbe necessario redigere un comunicato stampa ma semplicemente ripercorre gli oltre vent’anni di storia nobile e prestigiosa del Nostro Partito, sia a livello locale che a livello provinciale spezzino, trovando una risposta scontata e rivoluzionaria nella sua verità: Rifondazione Comunista è da sempre quella No TAV, per l’ambiente e contro ogni nocività, per il lavoro ed i diritti dei lavoratori.
Da sempre abbiamo condotto iniziative dal basso per la tutela del territorio e dell’ambiente, battendosi in prima linea contro il partito trasversale degli affari e delle lobbies massoniche che mirava a trasformare il territorio della nostra Provincia alla bisogna o in ricettacolo di ogni sorta di rifiuto o in “città-cemento”, deturpando paesaggi naturali meravigliosi in nome del profitto e del business.
Siamo stati presenti in ogni vertenza socio-ambientale sul territorio spezzino, coniugando la lotta alla capacità istituzionalizzare le rivendicazioni: dalla storica mobilitazione popolare contro i fusti della Jolly Rosso, alla lotta contro il forno inceneritore di Arcola; in tutte le manifestazioni per ambientalizzare la centrale Enel, prima e dopo il referendum popolare, lottando oggi al fianco del Comitato “Spezia Via dal Carbone” – senza ostentare la nostra orgogliosa bandiera ma rinunciandovi per spirito di battaglia condivisa, quello che ci caratterizza sin dai tempi dello Spezia Anti G8 2001 e dello Spezia Social Forum 2002 – condividendone appieno ogni vertenza.
In completa solitudine politica, eccettuato il movimento anarchico, abbiamo manifestato contro i sommergibili nucleari nel Golfo; insieme ai comitati abbiamo agito contro il raddoppio del rigassificatore di Panigaglia, contro la costruzione dell’Outlet di Brugnato; abbiamo condiviso mille battaglie con Legambiente, dal WaterFront a Piazza Verdi, da Scalinata Cernaia alla mobilitazione contro le navi dei veleni; durante la drammatica alluvione (2011) abbiamo organizzato oltre 500 volontari, militanti della sinistra diffusa, strutturati nel gruppo Fasce Rosse, intervenuti per spalare il fango da Fiumaretta sino a Vernazza, passando per Borghetto Vara e Pignone, vigilando ed intervenendo sulle criticità post-alluvionali nelle Cinque Terre; abbiamo aderito alla campagna Stop al Consumo del Territorio nei fatti, come dimostrato dalla riduzione del 30 %, su nostra iniziativa, di progetti edificatori già approvati, ad Ortonovo, e siamo da sempre al fianco degli abitanti di Marola in lotta per abbattere il muro e ridare ai cittadini il mare.
Questa è la nostra unica modalità di azione e linea politica -nei fatti, non con le parole- chi afferma altro, dall’interno, si porta automaticamente fuori dalla linea politica nazionale e locale di Rifondazione Comunista, dall’esterno mistifica la realtà unicamente per bieche finalità elettoralistiche.
Massimo Lombardi
Segretario provinciale Rifondazione Comunista La Spezia
Domenichini: “Per l’alluvione solo lacrime da coccodrillo”
27 gennaio 2014, by admin
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Passati i disastri, digerita la retorica, smaltita la paura, prepariamoci all’ennesimo dissanguamento di soldi pubblici e ci risentiremo al prossimo allerta meteo. Dati alla mano il quadro ligure (ed italiano) è impressionante: una delle regioni italiane più antropizzate, nonostante l’80% del territorio sia a rischio idrogeologico, con oltre 3 milioni di mq suolo consumato per nuove residenze, oltre 2 milioni per altre destinazioni, arrivando al 6,3% del territorio cementificato, al netto dei condoni. Nonostante questi numeri da incubo l’edilizia è in una crisi senza precedenti.
Da una parte i soliti ricatti sociali. Il lavoro, nonostante l’avanzata del cemento, non muove di una virgola il dato drammatico della disoccupazione giovanile nazionale, ben oltre il 40%. Poi c’è l’esigenza abitativa, usata come mannaia senza nessun dato concreto: solo nel capoluogo ligure sono censiti circa 1.500 sfratti e quasi 100mila case sfitte. Dall’altra parte i disastri, puntuali ad ogni allerta meteo, le cui responsabilità politiche sono chiarissime.
Nella provincia spezzina non si contano i comuni in cui non si ha nemmeno uno strumento urbanistico vigente, e chi ce l’ha lo usa per cementificazioni impressionanti, lasciando terreno all’abbandono. Comuni con piani di 30 anni fa che chiedono varianti per ulteriori costruzioni, da Monterosso a Sarzana. oppure progetti che, come spade di Damocle, stanno sulle nostre teste pronti a far danni. Senza scomodare Marinella, Botta, outlet, ci sono miriadi di distretti di trasformazioni che faranno fiorire altro cemento in tutta la provincia. Basta.
Alla responsabilità politica segue il danno culturale. I nostri partigiani dicevano “ogni 100 anni e 100 mesi i fiumi tornan a so paesi”, e con costruzioni ovunque i danni sono garantiti. Analisi faidate per giustificare disastri, creando i fantasmi che intralcerebbero il governismo che non governa, scaricando responsabilità ed incapacità su chi chiede, da anni, pianificazione e salvaguardia. Che interessi tutelano amministratori che chiedono indice fondiario ai boschi? Che monetizzano il suolo con oneri d’urbanizzazione? Che continuano nel processo d’abbandono e cementificazione?
Raccogliamo eredità pesanti di decenni ben oltre ragionevoli mediazioni, ed ora il conto è salato. Il dissesto, dal dopoguerra ad oggi, c’è costato oltre 200 miliardi di euro, soldi dei cittadini. Se si facesse prevenzione avremmo buona occupazione meno spese, invece il malgoverno alimenta una selva di somme urgenze e prassi amministrative sempre meno trasparenti, sempre più nocive.
In Liguria, la classe politica è maestra della dichiarazione post disastro e chi oggi porta questa responsabilità presume di essere il risolutore. Diceva quel tale che sottile è il “Signore, ma non malizioso”. Meno dichiarazioni e più fatti? Al senato passa di tutto, dalla vendita delle spiagge ai condoni mascherati, il ministero annuncia stop al consumo di territorio, ma al 2050, la regione rilancia un piano casa devastante. Piove e ci tocca leggere le lacrime di coccodrillo di senatori, ministri e assessori regionali. Serve un Piano di manutenzione e di salvaguardia del territorio (non straordinari), abolire la parola emergenza, bloccare nuove costruzioni, ritirare la proroga al piano casa. Priorità alla prevenzione. Subito. Il resto sono solo chiacchiere.
William Domenichini
Resp. Ambiente e benicomuni Prc La Spezia
Rifondazione a Paita e Vesco: “Stop a nuove edificazioni”
21 gennaio 2014, by admin
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“Outlet di Brugnato: territorio offeso e lavoratori traditi. Come volevasi dimostrare”
4 novembre 2013, by admin
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Rifondazione Comunista La Spezia
Fasce Rosse e Rifondazione Comunista La Spezia: “Il 25 ottobre 2011 è una data impressa nelle nostre menti e nei nostri cuori”
24 ottobre 2013, by admin
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Il 25 Ottobre 2011 è una data che nelle nostre menti e nei nostri cuori sarà indimenticabile.
L’alluvione che ha colpito la Provincia della Spezia da Ameglia a Borghetto a Brugnato a Cassana a Rocchetta a Vernazza a Monterosso ed in altri Comuni della Val di Vara, è stato un evento che ha messo in luce la fragilità di quel territorio tant’è che ogni volta, ed anche in questi giorni, che vi è un’ allerta i cittadini della Val di Vara e non solo stanno affacciati alla finestra tutta la notte sperando che quell’alluvione non si ripeta.
Noi di Rifondazione Comunista, con le Fasce Rosse, e insieme a tutti i volontari che sono intervenuti in quei mesi, vorremmo essere vicini a quella comunità ferita profondamente con la perdita di vite umane.
Ma abbiamo anche il piacere di ricordare il grande spirito di solidarietà e di umanità dei tanti volontari che abbiamo coordinato.
Il nostro compito oggi è quello di cercare di dare continuità a quel percorso facendo tesoro dell’esperienza acquisita, ricostruendo così un protagonismo sociale che intreccia la questione di classe col rafforzamento dei legami tra le persone e la costruzione di comunità solidali che contrastino ’l’individualismo e la solitudine come fatto culturale e concreto del modello capitalistico.
Quella tragedia ha dimostratoche è impensabile continuare a operare scelte nella logica dell’urbanistica contratta, senza coniugare con saggezza le necessità economiche di una comunità con gli equilibri ambientali del territorio.
Le politiche cementificatorie hanno fallito consentendo la distruzione del territorio: smettiamola con gli accanimenti terapeutici, occorre pianificare un modello economico compatibile.
Purtroppo l’outlet di Brugnato sta andando avanti con il ricatto dei posti di lavoro, anche questo è un film già visto.
Posti di lavoro precari a contratto che metteranno in luce tutte le responsabilità di chi ha voluto quella cementificazione.
Ormai tutti abbiamo toccato con mano che l’unico patrimonio che ci resta è il territorio e la sua difesa, questo si che creerebbe posti di lavoro e invertirebbe il senso di marcia creando uno spirito di responsabilità civile lontano dalle speculazioni del cemento.
Ecco, è così che vogliamo ricordare quel 25 Ottobre del 2011.
Partito della Rifondazione Comunista
“Sulla gestione del territorio il ministro Orlando sbaglia obbiettivi”
25 maggio 2013, by admin
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“Quinta alluvione in tre anni, anche il Progetto Marinella è morto e sepolto”
19 novembre 2012, by admin
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Allagamenti, evacuazioni, disastri. Le lezioni nella nostra provincia non servono e gli amministratori del territorio continuano ad eludere o rimpallarsi responsabilità. I cittadini devono essere consapevoli che le responsabilità sono chiare ed albergano in quegli amministratori che devono fare e non fanno nulla per ridare dignità a questo territorio. Nessuna pianificazione di salvaguardia, nessuna programmazione di presidio dei territori, nessun incentivo alla riconversione agricola, ma continui permessi di costruire e piani urbanistici dello scorso secolo!
“L’outlet di Brugnato è solo speculazione, nessun sviluppo per il territorio”
14 novembre 2012, by admin
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Rifondazione Comunista, federazione provinciale La Spezia
Andrea Licari, coordinatore circolo cultura, ambiente e territorio Val di Vara
Cossu: “No all’outlet di Brugnato, si alla riconversione della nostra economia, Sel ci ha voltato le spalle”
2 ottobre 2012, by admin
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“Il nostro no all’outlet di Brugnato non è per nulla una battaglia di posizione, ma un no convinto ad ulteriori operazioni speculative sul nostro territorio, dove i lavoratori non sono certo tutelati, ma usati nel logoro e stantio ricatto occupazionale“. Così la consigliera comunale spezzina Simona Cossu commenta il consiglio comunale in cui si è discusso di commercio, dopo aver presentato un documento autonomo dalla maggioranza.
“Abbiamo ritenuto che il documento presentato dalla maggioranza, seppur condivisibile in molte sue parti, non fosse sufficientemente adeguato al tema. Sia chiaro che dire no all’outlet oggi significa prendere atto che occorre un modo nuovo di pensare al progresso del nostro territorio e quindi iniziamo a fare proposte diverse da nuovi caselli autostradali, parcheggi interrati, nuovi centri commerciali, o ampliamenti di quelli esistenti, come il Centroluna. A Romito l’area del nuovo centro commerciale è ancora sotto sequestro, e la magistratura sta indagando sull’outlet. Facciamoci qualche domanda in più“.
“Per questo non vogliamo limitarci a denunciare la cementificazione selvaggia del nostro territorio, per costruire cattedrali nel deserto – prosegue Simona Cossu – ma occorre rilanciare con proposte concrete, a partire da incentivazioni dell’agricoltura locale, a strutturare filieri corte di prodotti di varia natura e non ultimo a sostenere e favorire lo sviluppo del commercio equosolidale. Certo dispiace che questa visione ce l’abbia solo la Federazione della Sinistra, e dispiace che Sel non abbia appoggiato il nostro documento. Il voto contrario di Sel non è solo una questione politica che già desterebbe non poche preoccupazioni, ma ha consentito di respingere il nostro documento da parte del Consiglio comunale spezzino.
“Il documento da noi presentato non si limitava a bocciare l’outlet di Brugnato, ma aveva il fine di proporre un nuovo modello di sviluppo del commercio nella nostra provincia- conclude Simona Cossu – per questo impegnava il Sindaco a pronunciarsi anche contro l’ampliamento del Centroluna di Sarzana. Questo è il motivo per cui il Pd ha votato contro, ora prendiamo atto che anche Sel è a favore dell’ampliamento proposto.”
Simona Cossu, consigliera comunale Prc La Spezia
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