“Disastro Liguria, fine di Burlando & soci: da Gabrielli e Galletti la condanna del cemento. Ora basta lacrime di coccodrillo”

12 novembre 2014, by  
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Le dichiarazioni del capo della protezione civile Gabrielli e quelle del ministro dell’ambiente Galletti squarciano (in parte) il velo d’ipocrisa che puntualmente emerge nella nostra regione ad ogni disastro alluvionale, oramai una piena costante di stagione.

Finalmente ascoltiamo parole chiare da parte dei massimi organi dello stato: il fallimento della politica del cemento ha portato solo disastri su disastri.

Le ultime vittime dell’entroterra chiavarese gridano ancora vendetta. Così come il popolo di Carrara e quello di Ortonovo, ancora una volta in ginocchio. Ai nostri vicini va tutta la nostra solidarietà, che però può fare ben poco.

Sono stati anni di politche del territorio e delle infrastrutture scellerate. In Liguria Burlando e soci se ne devono assumere una piena responsabilità.

Gabrielli ribadisce ciò che noi affermiamo da anni, citando come esempio proprio un caso spezzino: l’outlet di Brugnato, una violenza alla natura nel nome del business delle ruspe, un mostro costruito in zona esondabile, dove solo tre anni fa l’acqua aveva fatto irruzione con la sua forza straripante. Ma quando eravamo noi (e pochissimi altri) ad opporci, venivamo infamati, in primis dal sindaco, come “nemici del del lavoro e del territorio”.  

Intanto anche in Val di Magra, ad Arcola, è previsto un nuovo centro commerciale in zona a alto rischio idrogeologico: “il cantiere è fermo perchè manca una parte di argine, ma si riaprirà una volta realizzato”, ha candidamente affermato di recente il sindaco Orlandi sulla stampa.

Dunque parole, parole, parole e niente fatti concreti, tutt’altro. Quelle del ministro Galletti (“basta condoni edilizi“) sarebbero molto importanti, ma sanno di lacrime di coccodrillo perchè c’è il sospetto che resteranno tali. Le istituzioni, dal governo ai comuni, dalle regioni alle province, devono smetterla di obbedire agli enormi interessi economici privati scavalcando la salute dell’ambiente e dei cittadini salvo poi rimpallarsi le colpe ad ogni tragedia compiuta.

Nella nostra regione, dove da mesi si battibecca per la successione a Burlando, si cambierà il nome alla guida purchè nulla cambi.

E’ necessario un radicale cambiamento culturale oltre che politico, affinchè il prossimo presidente non sia figlio della solita ipocrisia.

Mentre la Liguria (e il resto d’Italia) continuerà a finire sotto il fango e i detriti. Come al solito.

Rifondazione Comunista, federazione provinciale La Spezia

Inchiesta outlet Brugnato, Prc La Spezia: “Bene intervento della magistratura, la politica eviti un altro scempio economico/ambientale”

16 agosto 2012, by  
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L’apertura dell’inchiesta della procura spezzina riguardo l’area dove dovrebbe sorgere l’outlet di Brugnato conferma che le tesi espresse da Rifondazione Comunista sull’assoluta inutilità dell’opera e della sua pericolosità per l’ambiente circostante sono del tutto fondate.

Ribadiamo che l’outlet Shopinn sarebbe totalmente dannoso per la comunità, soprattutto dal punto di vista del tanto decantato “aumento dei posti di lavoro” che i promotori strumentalizzano senza ritegno, per non parlare  dell’ennesimo scempio ambientale, in un territorio già gravato da progetti tanto faraonici quanto inutili e dalla spada di Damocle del dissesto idrogeologico.
L’outlet è figlio di un modello economico oramai antiquato e superato, che genera opportunità di lavoro solo a breve termine e comunque precario, come dimostrato dal nuovo centro commerciale spezzino de “Le Terrazze”, aperto da soli otto mesi e già non in floride condizioni, specie per i lavoratori.La nostra provincia e stata ampiamente sovraccaricata di centri commerciali e violentata ripetutamente nel consumo cementifero e speculativo del suo suolo, a danno della sua vocazione agricola e boschiva.

Non abbiamo bisogno di un outlet sulle sponde del Vara, così come del centro commerciale di Romito di Arcola, altro assurdo cantiere, questa volta sulla riva del Magra, dove anche qui la magistratura è per fortuna intervenuta per bloccare i lavori.Ma al di la degli interventi dell’autorità giudiziaria, è la politica a dover cambiare direzione, nel rispetto anzitutto della natura e dell’uomo e non del mero profitto economico di pochi.


Rifondazione Comunista, federazione provinciale La Spezia