Coordinamento Scuola e Cultura Prc La Spezia: “Solidarietà ai tre studenti denunciati”
15 dicembre 2011, by admin
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“Apprendiamo dalla stampa con estremo stupore e parecchia indignazione la notizia dei tre studenti denunciati per manifestazione non autorizzata e interruzione di pubblico servizio in merito alla manifestazione del 7 ottobre“. Lo affermano i ragazzi del Coordinamento Scuola e Cultura di Rifondazione Comunista della Spezia.
“In un momento proseguono così delicato per il mondo studentesco” è fondamentale garantire il diritto a manifestare e ad esprimere il proprio dissenso verso una classe politica italiana sempre più cinica nei confronti di chi costituisce la parte più genuina di questo Paese” concludono i giovani spezzini di Rifondazione.
“Augurandoci maggiore sensibilità nei confronti di chi non vede un futuro e si accorge di una politica sempre più distante dai reali problemi del mondo giovanile, vogliamo esprimere la massima solidarietà ai tre studenti denunciati“.
Rifondazione Comunista La Spezia, Coordinamento Scuola e Cultura
Prc/Fds La Spezia: “Totale adesione allo sciopero di domani contro la vergogna della manovra Monti”
12 dicembre 2011, by admin
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Rifondazione Comunista/Fds La Spezia aderisce con forza allo sciopero indetto domani dai tre sindacati Cgil-Cisl-Uil contro l’iniqua e ingiusta manovra-Monti che un parlamento di meri esecutori si appresterà a votare con l’ennesimo voto di fiducia.
Esattamente come ha sempre fatto il precedente governo Berlusconi.
Una macelleria sociale inaudita che colpisce le classi più deboli del Paese a dispetto dei grandi evasori e ladri di stato, lasciati ovviamnete al riparo. Un colpo al cuore di lavoratori e pensionati costretti a sopportare sulla propria pelle il peso di un deficit finanziario creato dalla quella stessa classe economico-finanziaria che Monti incarna perfettamente e che è pronta a succhiare nuovamente il sangue alla popolazione.
Chiamiamo il mondo del lavoro e tutti i cittadini a manifestare domani sotto la prefettura per comunicare a chi ci governa che non possiamo accettare manovre che strozzano la nostra vita rendendola impossibile.
Per questo chiediamo immediatamente lo sciopero generale: sarà l’inizio di una lunga stagione di lotte, perchè sia chiaro a tutti che la crisi non la paghi sempre e solo la povera gente.
OPPOSIZIONE AL GOVERNO MONTI!
IN PIAZZA PER LO SCIOPERO GENERALE!
Rifondazione Comunista/Fds La Spezia
Lombardi: “Domani alla Perugia-Assisi, per la pace e i diritti umani di tutti”
24 settembre 2011, by admin
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“Pensiamo che occorra proseguire la mobilitazione dei popoli per il bando totale delle armi atomiche e per la drastica riduzione delle spese militari“ -afferma Lombardi- “La guerra permanente, infinita ed imperialista, continua ancora a mietere vittime civili e ad alimentare i giacimenti di odio in molte parti del mondo. Le spese militari hanno subito nell’ultimo decennio a livello mondiale un pesante innalzamento, sottraendo fondamentali risorse alla lotta alla fame, alle malattie curabili e all’analfabetismo.

Chiediamo che il nostro Paese ponga fine ai respingimenti arbitrari dei migranti e richiedenti asilo alle nostre frontiere, nel rispetto del diritto internazionale e della nostra Costituzione e come azione concreta per realizzare quella “fratellanza dei popoli” che Aldo Capitini considerava rimedio contro la guerra, la violenza, l’indifferenza.
Massimo Lombardi, responsabile movimenti Prc La Spezia
Lettera aperta a Giorgio Napolitano sulle privatizzazioni: “Presidente, non firmi”
19 settembre 2011, by admin
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di Alberto Lucarelli, Ugo Mattei, Luca Nivarra
Eccellentissimo Presidente Napolitano,
le scriviamo come giuristi che, dopo anni di impegno civile a favore di buone regole giuridiche a protezione dei beni comuni e per il buon governo del patrimonio pubblico, abbiamo redatto i quesiti referendari n. 1 (servizi pubblici locali) e 2 (tariffa per il servizio idrico integrato) cui, nella scorsa tornata referendaria di giugno, ha risposto sì la maggioranza assoluta degli elettori italiani.
Il nostro intendimento era quello di arrestare, attraverso un pronunciamento diretto del popolo, nelle forme e nei limiti di cui all’art. 75 della Costituzione, il protrarsi di una logica di privatizzazione ideologica e dannosa per l’ interesse comune anche all’ indomani della drammatica crisi finanziaria iniziata nel 2008.
Tramite il nostro pacchetto referendario volevamo aprire un grande dibattito politico nel nostro paese, teso a ricordare che la crisi non è stata causata dal pubblico ma dagli eccessi di libertà privata. Volevamo denunciare l’irrazionalità di una posizione politica che, lungi dal riequilibrare i rapporti fra pubblico e privato dopo vent’anni di pensiero unico, ulteriormente indeboliva il settore pubblico spingendolo a dismettere risorse che, se ben gestite, avrebbero potuto restituirgli la forza, l’autorevolezza ed il prestigio necessario per governare una crisi drammatica.
Negli scorsi mesi abbiamo lottato, con i mezzi del diritto e della politica democratica, insieme a moltissime persone, per scongiurare i diversi tentativi di impedire al popolo di pronunciarsi. All’indomani del 13 giugno siamo stati soddisfatti per aver contribuito a compiere una buona azione civile per il nostro paese. Quasi due mesi dopo, a fronte di dati sul debito pubblico italiano che non sono sostanzialmente variati nell’ultimo decennio (nonostante l’avvenuta dismissione di quote ingentissime del patrimonio pubblico) nel paese è stato creato un clima da emergenza finale. L’andamento della borsa e della finanza (ancora una volta settore privato) e manovre speculative volte ad attaccare un settore pubblico ulteriormente indebolito dallo sforzo ingentissimo di salvare il settore finanziario dalla crisi, hanno provocato un clima di panico che ancor oggi si protrae.
Al di là delle diverse valutazioni sulla fondatezza di tali allarmi, è certo che ingenti porzioni del Decreto, redatto in fretta e furia a Ferragosto, in particolare l’art. 4 denominato «adeguamento dei servizi pubblici locali al referendum popolare e alla normativa dell’Unione Europea», presentano prima facie tratti di incostituzionalità, confessati in modo privo di precedenti nel nostro sistema delle fonti, dall’annunciata modifica dell’art. 41 della Costituzione contenuta nello stesso decreto.
Tale incostituzionalità risulta in particolare dall’espressa e diretta contrarietà del decreto di Ferragosto (ora convertito con la fiducia) rispetto alla volontà popolare espressa appena due mesi fa con il voto referendario che, come dichiarato dalla Corte Costituzionale nella sentenza 23 del 2011, non era affatto limitato all’acqua ma coinvolgeva l’intero settore dei servizi pubblici di interesse generale.
Nei giorni immediatamente successivi all’emanazione del Decreto abbiamo dato vita, con i nostri limitatissimi mezzi, ad una raccolta di firme su un appello on line dei giuristi estensori dei quesiti referendari intitolato «La manovra di ferragosto è incostituzionale», cui hanno aderito esponenti illustri della società civile e politica e migliaia di cittadini indignati per l’ennesimo tentativo di scippo del voto referendario.
Con questa lettera ci permettiamo di farle pervenire l’elenco di tali firmatari. Le rivolgiamo inoltre un appello, come Supremo Garante della Costituzione, a considerare il fatto che da anni i conti pubblici italiani non sono in buone condizioni (le alleghiamo due pubblicazioni del lavoro da noi svolto in passato) e che la fretta di privatizzare e liberalizzare ulteriormente l’economia al di fuori da una struttura di principii giuridici solidi e condivisi, lungi da fare l’interesse del popolo italiano soccorre quello degli speculatori internazionali che hanno generato la crisi.
Illustrissimo Presidente, anche in considerazione del fatto che il voto di fiducia ha impedito la necessaria discussione parlamentare, la invitiamo a non promulgare l’art 4 del decreto di Ferragosto. La Sua autorevolezza contribuirebbe così, stralciando provvedimenti che certo non possono esser presi in emergenza e senza largo accordo politico, ad aprire finalmente un dibattito sulla vera priorità istituzionale e riforma strutturale necessaria in questo paese: la ricostruzione di un settore pubblico forte, autorevole, decentrato e democratico.
Da “Il Manifesto” del 15/09/2011