Ennesimo incidente al porto: attivare immediatamente il tavolo tecnico sulla sicurezza approvato oltre un anno fa
18 maggio 2011, by admin
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All’ennesimo incidente avvenuto questa mattina al porto della Spezia dove un operaio portuale è rimasto schiacciato da un muletto, ripetiamo, con la solita rabbia e indignazione, la più assoluta vicinanza ai parenti dell’infortunato, ricoverato d’urgenza all’ospedale S.Andrea dove rischia l’amputazione di una gamba.
Per pura combinanzione stavolta non parliamo di infortunio mortale ma l’incidente pone ancora una volta volta la questione della sicurezza sui luoghi di lavoro. Ogni volta che accade ci si allarma per qualche giorno, si sollecitano le istituzioni e parti sociali all’attenzione ma presto tutto cade nel dimenticatoio.
E’ ora di dire basta: oltre un anno fa è stato approvato dalle istituzioni locali un tavolo tecnico unico di coordinamento sulla sicurezza sul lavoro.
Chiediamo che sia immediatamente operativo e che faccia subito chiarezza a partire proprio dal mondo del porto spezzino dove i gravissimi incidenti ai lavoratori continuano a non arrestarsi.
Impatto ambientale e infortuni mortali: c’è un clima da “fronte del porto”
18 novembre 2010, by admin
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Riportiamo l’articolo tratto da Liberazione del 18 novembre 2010, di Sergio Olivieri – segretario PRC Liguria
La relazione tra il Porto e la città della Spezia è da anni assai difficile. Ai continui incrementi del numero dei container movimentati non corrispondono adeguate ricadute positive per la città per l’assenza nel territorio di attività di trasformazione delle merci che arrivano via mare che, una volta sbarcate, vengono inviate altrove per essere lavorate.
E dietro la fredda logica dei numeri c’è poi la tragica realtà degli infortuni mortali dei lavoratori, numerosi nel Porto della Spezia negli ultimi anni. Queste morti non sono casuali ma la conseguenza del clima da “fronte del porto” che si respira nei moli spezzini dove spesso si lavora in nero e in condizioni di sicurezza precarie. Guai ad alzare la testa: ci hanno provato nei mesi scorsi alcuni lavoratori e per questo sono stati licenziati.
Solo Rifondazione e la Cgil hanno preso le loro difese. Proprio qualche settimana fa, quando dopo l’ultimo incidente mortale Rifondazione ha organizzato un sit in davanti al Palazzo sede dell’Autorità Portuale ed ha denunciato tutto questo, esponenti di Cisl e Uil hanno prontamente replicato che in Porto tutto andava bene e c’è stato anche un documento con tanto di firme dei lavoratori a sostegno del padrone che aveva licenziato le “mele marce” (alcuni poi ci hanno fatto sapere che non hanno potuto sottrarsi dal mettere la propria firma!).
La Spezia poi è una città che si affaccia sul mare ma che, a causa delle servitù militari e delle attività portuali e industriali, non ha con il mare pressoché alcuna relazione se si eccettuano i 500 metri della passeggiata. Inoltre le attività portuali sono talmente a ridosso delle case da incidere in maniera molto negativa nella vita d’interi quartieri a causa dei rumori, delle polveri e del traffico di tir.
Per questa ragione l’approvazione del Piano Regolatore Portuale (Prp) nel 2001 è stata molto travagliata e l’intesa fu trovata grazie all’inserimento nel Prp delle opere di mitigazione ambientale prescritte dal ministero dell’Ambiente e dalla Regione, in primo luogo una fascia di rispetto tra i quartieri e le case la cui realizzazione avrebbe dovuto essere prioritaria rispetto alle altre opere previste.
A garanzia del rispetto dell’accordo è stato istituito un tavolo permanente di controllo sul rispetto delle prescrizioni di Via, nel quale sono rappresentati tutti i soggetti interessati, compresi i comitati dei cittadini, la circoscrizione e i sindacati. Le manovre per svuotare quest’accordo sono però in pieno svolgimento. Il tavolo permanente di controllo non è convocato da tempo e l’attuale Presidente dell’Autorità Portuale, Lorenzo Forcieri, ex senatore Pd e sottosegretario alla Difesa del Governo Prodi, si è dichiarato contrario a questo strumento. Inoltre in una recente riunione del Comitato Portuale è stata approvata una delibera nella quale la fascia di rispetto non è più al primo posto tra le opere da realizzare.
La stessa logica pare emergere anche sul progetto del nuovo water front e della restituzione alla città di una fascia di costa dismessa dalle attività portuali dove peraltro, secondo il masterplan approvato dal Comitato Portuale, dovrebbe essere realizzata la Stazione crocieristica. Per il nuovo water front c’è un progetto dell’architetto spagnolo Llavador i cui contenuti paiono intoccabili (alla faccia della progettazione partecipata tanto di moda). E quanto alla realizzazione delle opere del water front il Presidente dell’Autorità Portuale ha recentemente dichiarato che intenderebbe realizzarle senza gare d’appalto ma facendo ricorso a risorse interne!
Attorno alla realizzazione del nuovo water front si stanno già scatenando gli appetiti del locale “partito degli affari”, di quell’intreccio cioè d’interessi antisociali e speculativi che pervade potentati economici cittadini e vasti settori delle forze politiche di centrodestra e di centrosinistra. Alla Spezia Rifondazione Comunista e tutta la sinistra politica e sociale sono dunque chiamati a un impegno nel quale dovranno essere coniugati con intelligenza e determinazione i temi del lavoro, dell’ambiente e della trasparenza democratica.
Profondo cordoglio e rabbia per l’ennesimo omicidio bianco la porto: Roberto Mattioli, un’altra vittima di un sistema da cambiare
1 settembre 2010, by admin
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Ancora una tragedia sul lavoro alla Spezia, ancora un’altra morte a un lavoratore portuale.
Rifondazione Comunista spezzina è profondamente vicina ai familiari del povero Roberto Mattioli, che questa notte è rimasto schiacciato dal suo camion mentre lavorava nel terminal Ravano. Il nostro partito di nuovo vuole gridare la propria rabbia e indignazione per un’ennesima disgrazia che si doveva evitare e che non è un caso sia avvenuta proprio nel porto spezzino.
Abbiamo infatti denunciato più volte, anche durante l’estate e non solo a mezzo stampa, delle vergognose e ottocentesche condizioni di lavoro e di sicurezza in cui vivono (e muoiono) i nostri portuali. Abbiamo sostenuto e ricevuto molti di queli lavoratori che sono costretti a sopportare la frammentazione delle proprie categorie lavorative e dei contratti di lavoro, ad accettare orari e turni massacranti e a rischiare la propria pelle ogni giorno, mentre le grandi compagnie ingrassano e i terminal incrementano il giro dei container, come ampiamente documentato proprio sui giornali di oggi, macabra coincidenza.
I lavoratori sono le vittime di un sistema sempre più portato al profitto di pochi a scapito delle vite umane di molti e non c’è da meravigliarsi che quattro giorni fa il governo, per bocca del ministro Tremonti, ha giudicato la legge 626 sulla sicurezza dei lavoratori “un lusso che non possiamo permetterci”, minacciandone la sua abrogazione.
Da questa inqualificabile affermazione si capisce quello che rappresenta il lavoratore nella mentalità padronale del governo: un semplice numero, una cifra alla voce spese, e nulla più. Rifondazione Comunista chiede anzitutto rispetto delle vittime e dei loro familiari, ora vinti dal dolore, e alle istituzioni un’immediata verifica delle condizioni di sicurezza e lavorative di tutti i lavoratori del nostro porto.
E’ giunto davvero il momento di dire: Basta a queste indecenze, Basta a queste continue tragedie nella nostra provincia come altrove.
Rifondazione sempre al fianco dei portuali, fin dal primo momento
11 agosto 2010, by admin
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La lettera dei lavoratori portuali apparsa lo scorso 7 agosto sul Secolo XIX che chiama in causa Rifondazione Comunista spezzina ci permette un interessante spunto di riflessione e di denuncia politica rispetto alla delicatissima situazione lavorativa creatasi nel porto spezzino in termini di assenza di condizioni di sicurezza, turni e orari massacranti, straordinari non riconosciuti oltre al clima intimidatorio di ottocentesca memoria operato dalle aziende nei confronti di quei lavoratori che si sono permessi di avere un rapporto una comunicazione con Rifondazione Comunista.
Il lavoratore che più di tutti aveva reclamato per le pessime condizioni a cui sono sottoposti i portuali ha pagato in prima persona le vergognose ripicche padronali che animano il porto spezzino. Tale lavoratore licenziato ha subito ricevuto copertura legale dal compagno Massimo Lombardi e ci sono ottime possibilità che ottenga il reintegro nel proprio posto di lavoro. Rifondazione è stata la prima a dare voce ai portuali e ribadisce la sua continua presenza al loro fianco nelle lotte per i diritti, le condizioni di lavoro e la loro sicurezza.
Abbiamo organizzato con loro assemblee nella nostra sede di via Lunigiana e, lo scorso giugno, i nostri consiglieri comunali Simona Cossu ed Edmondo Bucchioni hanno presentato una mozione che invitava il Sindaco a far luce su preoccupanti segnalazioni raccolte da alcuni lavoratori sulle loro condizioni nella movimentazione merci in Porto.
Ma tale mozione che non è stata approvata perché non votata dai consiglieri del Partito Democratico: è importante sottolinearlo, come avevamo allora prontamente denunciato a mezzo stampa.
Dopo il primo licenziamento ne sono seguiti altri quattro di carattere esclusivamente politico ed è lì che abbiamo contattato la Cgil, che ci ha chiesto di attendere per meglio vagliare la situazione e non esporre al rischio ulteriori lavoratori. D’accordo con la Cgil, Rifondazione ha lasciato volutamente spazio in prima persona all’organizzazione sindacale ma, ci teniamo a precisare, mai abbandonando i lavoratori e le loro vertenze.
Prova ne è stata l’iniziativa organizzata alla festa provinciale di Liberazione lo scorso luglio a Falconara di Lerici dove sono intervenuti tra gli altri lo stesso segretario Cgil Lorenzo Cimino, il sindaco della Spezia Massimo Federici e alcuni portuali spezzini. ll nostro impegno in loro difesa rimane forte e proprio in quest’ottica ribadiamo il nostro contrasto con la linea del Pd che in provincia ha preferito scegliere Confindustria, la nemica nuemro uno dei lavoratori e dei loro diritti, specie in questo periodo storico. Per questo la nostra uscita dalla giunta provinciale ha come elemento rafforzativo i problemi del lavoro in tutti i suoi aspetti, e non va dimenticato.
Rifondazione Comunista della Spezia agirà su tutti i canali possibili: da quello istituzionale a quello sindacale, ma anche utilizzando la mbilitazione e la lotta dei lavoratori e dei cittadini perché NEL PORTO TORNINO AD ESISTERE CONDIZIONI di LAVORO UMANE E LEGALI.
Chiara Bramanti
segretaria prov.le PRC La Spezia
Maurizio Fontana
responsabile prov.le Lavoro PRC La Spezia
Cossu: ”Caro Delfino, le tue argomentazioni sono pretestuose”
1 luglio 2010, by admin
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“Se l’obbiettivo del capogruppo del PD, come ha scritto nella sua risposta di ieri, era quello di tranquillizzarmi, con le sue dichiarazioni ha ottenuto esattamente l’effetto opposto“. Così esordisce Simona Cossu, capogruppo di Rifondazione comunista in consiglio comunale alla Spezia.
“Dire che il Pd non ha votato la nostra mozione perché superata (per la cronaca abbiamo tenuto ferma la mozione su richiesta dell’Amministrazione, peccato di ingenuità che non commetteremo più) ha dell’incredibile visto che il DDL approvato dal Governo il 16 Aprile conferma nella parti più preoccupanti (possibilità di dragaggio in contemporanea con operazioni di bonifica, possibilità che il PRG possa non essere conforme agli strumenti urbanistici vigenti, possibilità che il PRG contenga previsioni concernenti aree esterne necessarie allo sviluppo delle attività portuali, svuotamento del Comitato Portuale, indebolimento dei Comuni) la bozza di riforma sulla base della quale abbiamo preparato la nostra mozione. Quali ripercussioni ci potrebbero essere nel nostro territorio se il Parlamento approvasse il DDL così come votato dal Governo? “.
“Su questo avremmo voluto confrontarci, ma il PD ha scelto di eludere tali contenuti trincerandosi dietro un pretestuoso formalismo. Le argomentazioni sull’astensione all’ordine del giono sulle segnalazioni di gravi condizioni di lavoro all’interno del Porto – conclude Simona Cossu – sono ancora più pretestuose. É prassi inviare in Commissione solo Mozioni che se approvate comporterebbero un impegno per l’Amministrazione ( impegni di spesa, modifiche di regolamenti….), gli ordini del giorno non possono impegnare ma solo invitare, auspicare, il nostro infatti invitava il Sindaco a verificare le segnalazioni raccolte, dire che il Pd non l’ha votato per verificarne la fondatezza prima di assumere i provvedimenti necessari (?) è quasi divertente se non fosse per la gravità dell’argomento trattato“.
Simona Cossu
Capogruppo PRC in Consiglio Comunale
Simona Cossu: ”Anche in Comune il PD si sposta a destra”
29 giugno 2010, by admin
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Nella seduta di ieri sera del Consiglio Comunale si è palesata una situazione di difficoltà della maggioranza che ormai rischia di essere cronica.
All’ordine del giorno c’era in discussione una mozione presentata dal nostro Gruppo Consigliare che evidenziava tutte le criticità della proposta di riforma della legge sui porti, se in Parlamento non vi saranno modifiche essenziali a questo disegno di legge, il rapporto tra città e Porto Commerciale sarà ancora più problematico rispetto all’oggi.
La nostra mozione non è stata approvata grazie all’astensione del Partito Democratico, è stato approvato, invece, un ordine del giorno che nulla dice sulla possibilità, prevista in questo disegno di legge, di fare operazioni di dragaggio in contemporanea con le bonifiche, nulla dice contro il fatto che il Piano Regolatore Portuale non deve più essere conforme agli strumenti urbanistici vigenti, nulla dice contro il fatto che il PRG potrà contenere previsioni concernenti,altresì, aree esterne necessarie allo sviluppo delle attività portuali.
Ritengo preoccupante che il PD non abbia voluto esprimersi su temi così importanti per la nostra città, essendo evidentemente d’accordo con le modifiche che introdurrà questa legge del Governo Berlusconi.
Abbiamo poi presentato un ordine del giorno collegato alla mozione, che invitava il Sindaco a far luce su preoccupanti segnalazioni raccolte da alcuni lavoratori sulle loro condizioni nella movimentazione merci in Porto.
Le segnalazioni contenute all’interno dell’Odg se confermate sarebbero di una gravità assoluta, sopratutto per quanto concerne gli aspetti relativi alla sicurezza, ritengo quindi vergognoso che il Partito Democratico non si sia sentito in dovere di farsi carico di ulteriori verifiche e abbia invece deciso di astenersi, pregiudicando così l’approvazione del documento.
Auspico che il Sindaco dimostri maggiore sensibilità del Gruppo Consigliare del Pd e voglia comunque approfondire quanto segnalato.
Simona Cossu
Capogruppo in Consiglio Comunale, PRC
Allarmanti condizioni dei lavoratori del porto spezzino
21 maggio 2010, by admin
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Il Porto della Spezia dal punto di vista dei traffici è il secondo porto d’Italia, superato soltanto da Genova. Nel primo trimestre 2010 si sono consolidati i positivi segnali di ripresa dei traffici nel porto della Spezia: da gennaio a marzo sono stati infatti movimentati un totale di 276.773 contenitori (TEU), con un incremento dell’11,6% rispetto al 2009. I contenitori in import sono stati 138.082 TEU (+10,5%) mentre quelli in export 138.691 (+12,3%). Sul Porto spezzino sono previsti importanti investimenti sia dal Piano Triennale (370 milioni di euro di investimenti) sia dal progetto di Water Front.
Gli importanti risultati economici e le altrettanto significative prospettive di sviluppo – anche occupazionale – non devono tuttavia portare la comunità spezzina ed in particolare i livelli istituzionali competente ad abbassare la guardia nei confronti delle attuali condizioni di lavoro esistenti nel Porto a partire dalle condizioni di sicurezza.
In particolare segnaliamo, nel caso di alcune ditte:
- il mancato rispetto di quanto previsto dai contratti di lavoro sul lavoro notturno e festivo;
- la mancanza di una adeguata programmazione dei turni di lavoro che in molti casi vengono addirittura comunicati al lavoratore il giorno prima;
- la mancanza di un sistema elettronico di timbrature quale elemento di garanzia circa l’effettività delle ore di prestazioni lavorative anche ai fini della determinazione dello stipendio mensile;
- la mancanza di corrispondenza tra le ore effettivamente lavorate e quelle pagate (ovviamente con retribuzioni inferiori rispetto alle ore effettivamente lavorate);
- l’organizzazione del lavoro su tre turni, anziché su quattro come fanno altri operatori (tra cui la stessa Contship) comporta orari di lavoro molto pesanti (7 – 16; 16 – 1; 1 – 7) con possibili conseguenze sulla condizioni di sicurezza in cui si svolgono le operazioni di trasporto delle merci;
- un eccessivo ricorso ad ore di lavoro straordinario tali da determinare turni di lavoro anche fino a 12 ore giornaliere; anche in questo caso con possibili conseguenze sulla condizioni di sicurezza in cui si svolgono le operazioni di trasporto delle merci;
- condizioni di carico dei container sui rimorchi dei camion in condizioni di scarsa sicurezza per tutti i lavoratori coinvolti (es, scarico diretto del container sul rimorchio con presenza di lavoratori attorno al rimorchio stesso);
- mancata applicazione delle pause per i lavoratori;
Tali segnalazioni, soprattutto per quanto concerne gli aspetti relativi alla sicurezza appaiono di particolare gravità anche alla luce di recenti eventi drammatici avvenuti in aree portuali comprese quella della Spezia.
AL FIANCO DEI LAVORATORI PORTUALI SPEZZINI, PIU’ SICUREZZA E DIRITTI SUL LUOGO DI LAVORO!
Maurizio Fontana
Resp. politiche del Lavoro
Rifondazione Comunista La Spezia
Ma la centrale ENEL non doveva essere dismessa?
4 febbraio 2010, by admin
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L’accordo di “ambientalizzazione” del porto, stipulato dall’autorità portuale e dall’ENEL, la dice lunga sulle modalità decisionali che si stanno intraprendendo alla Spezia. Rifondazione Comunista è fortemente allarmata rispetto alla deliberazione di scelte strategiche per la città da parte di organi come l’autorità portuale, che non rispondono ai cittadini.
La nostra riflessione parte dall’accordo programmatico che ha portato all’elezione del sindaco Federici, che aveva specificatamente in essere la dismissione della centrale ENEL della Spezia. Ciò pare superato da tempo in virtù degli investimenti fatti dall’azienda ma rimane un punto politico importante: è insostenibile affrontare mutamenti radicali della gestione del nostro territorio esautorando i percorsi democratici ed istituzionali, coinvolgendo la maggioranza politica in una discussione che segni un percorso condiviso e costruttivo.
Le nostre perplessità non sono solitarie viste le dichiarazioni caute dell’assessore Ruocco, ciononostante Rifondazione Comunista ritiene da tempo che la presenza dell’ENEL sia fortemente ingombrante: lo dice un referendum popolare, lo dice un accordo programmatico, lo segnala la spada di damocle che potrebbe diventare se qualcuno volesse bruciare al suo interno anche i rifiuti.
Riteniamo quindi che il risarcimento che l’ex-azienda elettrica di Stato deve ai cittadini sia ben più sostanzioso delle straordinarie opportunità paventate dall’accordo che Forcieri ha concordato.
Lo sanno i cittadini del levante spezzino.
Ritorno al Nucleare… e le scorie?
1 febbraio 2010, by admin
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Di nuovo ombre sul “porto delle nebbie“? Rifondazione comunista chiederà impegni alle istituzioni
Negli anni ’90 furono accertati traffici di rifiuti nel porto spezzino, ieri il pentito dell’n’drangheta Francesco Fonti dichiarava la presenza di relitti a perdere, affondati per far sparire i loro carichi velenosi, anche nel mare antistante La Spezia. Oggi si riparla di traffici di scorie nucleari in Liguria, alla Spezia.
La notizia resa nota dal giornalista Gianni Lannes è inquietante: sono stati fotografati da lui stesso mezzi all’opera, nella centrale nucleare di Caorso in provincia di Piacenza, per gli smaltimenti connessi alla dismissione della più grande centrale nucleare italiana. Tali mezzi sarebbero poi giunti alla Spezia.
Ancora una volta La Spezia al centro dei traffici di rifiuti? Non possiamo dimenticare che La Spezia fu teatro di una delle più grandi vergogne italiane come la discarica di Pitelli, un sito in cui fu stoccato di tutto e di più, in barba ai cittadini e per speculare avidamente sulla loro pelle.
Certo non può mancare una riflessione politica responsabile sul tema del nucleare, tema che pensavamo tutti aver seriamente archiviato con il referendum abrogativo dell’87. Tuttavia il governo Berlusconi, e questo centrodestra incapace di elaborare proposte svincolate dalle connivenze con i poteri forti del paese, ci ripropongono questa scelleratezza: come sui rifiuti, altre nocività a carico della salute della gente.
Bene hanno fatto Legambiente e Coordinamento dei comitati spezzini a denunciare la gravità della situazione. Rifondazione comunista raccoglierà questi appelli per chiedere che le istituzioni spezzine siano in prima linea nel chiedere chiarimenti, che si facciano immediatamente protagoniste per la ricerca della verità.