Comunali Spezia, “Scegliere un candidato civico e un perimetro dell’alleanza chiaro. Assurdo voler battere Peracchini assieme a pezzi di centrodestra”

11 febbraio 2022, by  
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Dopo cinque anni di amministrazione di centrodestra, Spezia ha bisogno di una proposta alternativa che rimetta al centro i bisogni reali delle persone in un’ottica di sostenibilità, inclusività e solidarietà, aspetti sui quali è ormai evidente il fallimento dell’amministrazione Peracchini.
Poco e male è stato fatto per contrastare l’esclusione sociale le crescenti disuguaglianze. Ne è la dimostrazione la superficialità con la quale è stato affrontato un problema centrale come quello del diritto alla casa e all’abitare, mentre sono stati nulli gli interventi volti a migliorare la socialità e la qualità delle vita nei quartieri della città, ormai sempre più dimenticati e abbandonati a loro stessi. Per non dimenticare i temi del lavoro e della sanità, che sono in condizioni molto più deficitarie rispetto a cinque anni fa.
Su queste basi, l’obiettivo comune di sconfiggere Peracchini e tutto il fronte di centrodestra che lo ha sostenuto nel 2017, da Toti a Forza Italia, dalla Lega a Fratelli d’Italia, non è di certo in discussione. 
I problemi veri e, non di poco contro, emergono subito dopo. Parliamo del tema fondamentale del perimetro dell’alleanza (e quindi inevitabilmente del programma che ne può scaturire) e del nome di un candidato sindaco che riesca ad unirla. Ciò è causa di quello stallo che nel centrosinistra si trascina da mesi e che, in maniera o nell’altra, deve essere sbloccato al più presto.
Sul primo punto ci siamo da sempre espressi a favore di un’alleanza che riesca a coalizzare tutto il centrosinistra spezzino per sconfiggere le destre. Ma questa formazione ha pure l’obbligo di stare molto attenta ad imbarcare componenti che poco o nulla hanno a che fare con la propria sensibilità politica. Da molto tempo le forze riformiste stanno esponendo idee, sia a livello nazionale che locale, sempre più affini all’altra parte della barricata, quella che il centrosinistra intenderebbe sconfiggere. Ovvio che ci troviamo in un cortocircuito che ha del paradossale.
Siamo stati facili profeti nei mesi scorsi. Il tormentone regionale di questi ultimi giorni, scatenatosi dopo l’elezione del presidente della Repubblica, e che profila un veloce avvicinamento di Toti a Renzi, ne è la prova più lampante. Ci chiediamo, dunque, a che pro varrebbe lo sforzo comune per sconfiggere il centrodestra, se per vincere bisogna inglobarne una parte. Tanto varrebbe sostenere direttamente Peracchini. 
Ci auguriamo che il Partito Democratico si risolva al più presto sulla proposta di un candidato civico unitario che possa essere valutato assieme ai nomi già in campo da settimane. Per questo escludiamo l’ipotesi delle primarie, capaci solo di creare forti dissidi interni e di  escludere, di fatto, il necessario confronto con tutti gli alleati.
Un confronto che invece va allargato a tutte quelle realtà che da anni si occupano delle varie problematiche della città e con le quali Rifondazione intende continuare il proficuo dialogo intrapreso in questi anni.
 
Rifondazione Comunista, federazione provinciale La Spezia

Pastorino: “Vogliamo fermare il Pd, il Partito Della Regione”

2 maggio 2015, by  
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Il candidato di “Rete a Sinistra” attacca gli ex compagni e parla del malessere della base

Luca Pastorino, è il sindaco di Bogliasco, deputato, ex Pd, il partito da cui si è dimesso per dissensi sulla linea politica,  per candidarsi alle elezioni regionali in Liguria con “Rete a Sinistra” e una sua lista civica. 

Accusato, prima del segretario  del Pd di Genova, Alessandro Terrile, poi da quello ligure, Giovanni Lunardon,  di far perdere voti a Raffaella Paita  a favore di Giovanni Toti e del centrodestra, non ci sta e ribatte. Punto su punto.

Spiega che aveva avvisato, lui come molti altri e prima delle primarie, che c’era molto malessere nella base del partito, senza essere ascoltato. Adesso, in compenso, commenta, “mi attaccano tutti. Vuol dire che la nostra è una proposta chiara e trasparente“. Far vincere il centrodestra? Buffo se chi accusa con il centrodestra  ha provato addirittura a allearsi. E sono gli stessi che sognano il “Pd”, Partito della Regione.
 
Onorevole Luca Pastorino, perché vuol far vincere il centrodestra?
Non è vero. Ma partiamo da una premessa, mi stanno attaccando un po’ tutti, si vede che la nostra è una proposta  chiara e trasparente che preoccupa molti. Per il resto si fa del vittimismo e si travisa la realtà e la storia dell’ultimo anno del Pd“.


 Che cosa dice questa storia?
 “Noi avevamo segnalato anche prima delle primarie, il disagio che si sentiva in giro. Niente. Il Pd, parafrasando quello che sta forse avvenendo a Roma, in Liguria ha cambiato rotta, in nome di un Partito della Regione. Senza contare le capriole con il centrodestra, saltate nella forma non nella sostanza“.

E lei che cosa spera? Di arrivare secondo?
Noi vogliamo vincere con l’unica proposta di centrosinistra che è in campo. Il malessere, il disamore è enorme, si vede nei circoli, da una campagna iscrizioni del Pd tendente al nulla, dal fatto che scopiazzano il nostro programma“.

Un 
esempio?

Il reddito di autonomia, o la riduzione dei compensi, nel nostro programma è tutto scritto  da tempo, e l’abolizione dei vitalizi interesserà anche i consiglieri di questa legislatura“.

 E poi?
Guardassero le loro liste,  piene di segretari di ogni tipo, è un come avere un congresso politico all’interno delle elezioni regionali“.

genova.repubblica.it

Pastorino: “Renzi nuovo ligure come Toti? Non sapevo fosse candidato, lo sfido volentieri”

15 aprile 2015, by  
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Mi sembra chiaro ormai che il candidato delle larghe intese alla presidenza della regione Liguria sia il premier Renzi. Il tour genovese di ieri e l’annuncio che tornerà più volte in Liguria per visitare le restanti province non lascia dubbio alcuno“. Lo dichiara Luca Pastorino, candidato alla presidenza della regione Liguria per Rete a Sinistra. 

Idee – “Come prima cosa vorrei dire a Renzi che accetto la sfida e rassicurarlo sul fatto che abbiamo voglia e idee per governare questa regione, ma vogliamo farlo a modo nostro, senza clientelismi e trasformismi, ma soprattutto senza il centrodestra al nostro fianco. Abbiamo tante idee da proporre e la prima riguarda proprio il governo della regione, perché oggi non è più sostenibile un consiglio regionale che costa più del doppio di una regione come le Marche che ha i nostri stessi abitanti. Allo stesso modo non è giustificabile che il compenso annuo di un consigliere regionale sia di 150 mila euro, quando l’indennità del sindaco di Genova è quasi la metà. Trasparenza e sobrietà è quello di cui ha bisogno la regione“. 

Vitalizi – “Proponiamo quindi l’abolizione di rimborsi e vitalizi e la riduzione di tutte le indennità. Un’anagrafe dei titolari di cariche pubbliche, invece, segnalerà currilcula, redditi, fedina penale, finanziamenti e spese particolareggiate per l’attività politica e potenziale conflitti d’interesse. E ancora, aprire la regione ai cittadini, dove gruppi riconosciuti possano interpellare le istituzioni su qualsiasi argomento“.

Primarie – “Offrendogli l’ospitalità che merita un presidente del consiglio, chiedo a Renzi un incontro pubblico, magari proprio a Bogliasco, il mio comune, per confrontarci e per raccontargli come sono andate le cose in Liguria, a partire dall’esito delle primarie, alle promesse non mantenute e alla strana idea di spostare il Pd a destra, lasciando sguarnita tutta la sinistra. A decidere chi ha ragione, fortunatamente, saranno le cittadine e i cittadini della Liguria. I residenti, diciamo” – conclude Pastorino.

www.genovapost.com

Liguria, Ravera e Ferrero: “Uscita Cofferati evidenzia la crisi del Pd e la frattura con il movimento dei lavoratori. Ora si apra il fronte della sinistra”

17 gennaio 2015, by  
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L’addio al Partito Democratico di Sergio Cofferati, figura di primaria rilevanza nazionale, rappresenta il punto di rottura di un Pd renziano ormai irriformabilmente votato a destra e all’interlocuzione privilegiata con quei settori che un tempo gli stessi Ds combattevano.

Una rottura, quella dell’europarlamentare, che sembra riecheggiare, pur con delle differenze, quanto successo in Germania con Oskar Lafontaine o in Francia con Jean-Luc Mélenchon e che può aprire scenari inattesi fino a poche settimane fa, ovvero creare anche in Italia un fronte ampio della Sinistra facendo della Liguria un laboratorio politico nazionale. Un fronte unito e plurale su cui Rifondazione lavora da tempo. Una Syriza italiana.
 
Marco Ravera,
segretario regionale Rifondazione Comunista Liguria
 
 
Sergio Cofferati ha annunciato la sua uscita dal Pd. Nel salutare positivamente questa scelta e nel manifestare la mia solidarietà a Sergio Cofferati, mi pare giusto sottolineare come non si tratti solo di una fatto individuale ma di un fatto politico, che segue lo sciopero generale e segnala la crisi del Pd e la frattura tra questo e il movimento dei lavoratori. Con ogni evidenza il Pd di Renzi è irriformabile e non ha nulla a che vedere con la sinistra. Anche per questo è necessario costruire oggi in Italia una sinistra antiliberista che possa diventare il motore della costruzione dell’alternativa alle politiche di austerità. Oggi, a Bologna, siamo riuniti nell’assemblea de L’Altra Europa con Tsipras -che ha salutato con un applauso la notizia dell’uscita dal Pd di Cofferati- proprio per avanzare la proposta di costruire insieme una sinistra unita e alternativa al Pd e al neoliberismo.
 
Paolo Ferrero,
segretario nazionale Rifondazione Comunista

Lombardi: “Nessun accordo, pronti a creare la Sinistra Ligure Unita”

12 gennaio 2015, by  
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Il segretario punta all’unione di tutte le componenti per una sinistra plurale e alternativa, radicale e anticapitalista: “L’appoggio a Federici fa parte di un passato remoto morto e sepolto. Seguiamo i modelli di Front de Gauche e dell’Izquierda

Vuoi vedere che alla fine il voto che incorona Raffaella Paita non diventa il più clamoroso degli assist alla sempre più moribonda e sfilacciata sinistra d’opposizione? Sarebbe stato molto diverso se ieri fosse stato Sergio Cofferati a primeggiare, soprattutto per quella parte di elettorato di estrema sinistra che, pur non andando a votare, aveva visto nell’ex segretario della Cgil una soluzione più rispondente ai valori tradizionali della ‘gauche’ italica. Vuoi vedere che il malcontento di ieri si trasforma in un’alternativa alla Paita stessa alle prossime elezioni di maggio, attraverso una coalizione di sinistra che migliori e superi l’esperienza Tsipras, in un soggetto politico capace di essere punto di riferimento dell’altra sinistra, smarcatasi dalla Paita? Massimo Lombardi, segretario provinciale di Rifondazione Comunista, inizia da subito a tessere una tela intricata ma densa di possibilità, soprattutto se quella parte di Pd che ieri è uscita malconcia dalle Primarie, vorrà “affilare i coltelli” per dare battagli ‘dentro’ ma soprattutto ‘fuori’.

Segretario Lombardi, sorpreso di com’è andata?
L’esito delle primarie mi ha parzialmente sorpreso, pensavo infatti che Cofferati riuscisse ad avere la meglio, anche e soprattutto per il livello di notorietà che aveva come leader sindacale e la straordinaria capacità di mobilitazione connessa“.

Cosa pensa di quelli che, dichiaratamente di sinistra ma esterni al Pd, ieri sono andato a votare Cofferati?
Chi è esterno al Pd ma è andato a votare Cofferati intendeva favorire il rafforzamento del centro sinistra ed arginare la deriva a destra, operata con lo sdoganamento di ex fascisti ed il sostegno del partito trasversale degli affari che nulla centra con le idee ed i valori della sinistra“.

Pentiti di non aver appoggiato la candidatura di Cofferati oppure l’esito delle elezioni apre una pagina nuova, quella che speravate?
Ritengo corretta la posizione adottata da Rifondazione Comunista a livello regionale, non eravamo interessati a personalismi ed a competizioni interne ad un altro partito. Come già dichiarato abbiamo certamente notato la differenza di posizioni politiche, non apprezzando minimamente aperture di credito a culture destrorse e pratiche di sistematica cementificazione e merceficazione del territorio”.

Un Pd spostato a destra, dice il suo segretario regionale, rende più o meno forte Rifondazione e tutti gli altri attori che vorranno unirsi in una ipotetica costellazione di sinistra?
E’ l’ora di rompere gli indugi e creare finalmente la Sinistra Ligure Unita, che si definisca tale ed agisca da sinistra. Basta con i tatticismi, le posizioni di equilibrismo, la moderazione per piacere a questo o a quello. Una sinistra che deve essere costruita dal basso e contemporaneamente dall’alto, che sappia riunire quelle compagne e quei compagni, da tempo divisi, non tramite un ennesimo effimero scatolone ma sulla condivisione di temi: la salvaguardia del territorio, la valorizzazione dei beni comuni, la difesa dei diritti dei lavoratori contro ogni sfruttamento, il diritto alla casa, la lotta alle mille fonti di nocività ed inquinamento. Progetti concreti da declinare insieme, nulla di precostituito nelle segreterie di partiti o associazioni, ma piattaforme progettuali condivise attraverso percorsi di democrazia partecipativa. Non vuole essere una sommatoria di sigle di partiti, associazioni, comitati ma un soggetto che parta dall’idea collettiva dell’agire politico, lontano dalla personalizzazione“.

La Ministra Pinotti ha ricordato che che “Ncd è alleato di governo”. Le fa paura che anche su scala regionale sia possibile una riproposizione dell’asse Renzi-Alfano?
La riproposizione dell’asse Renzi-Alfano ha trionfato in queste primarie, noi la contrasteremo con ogni mezzo lecito possibile. Scuotere le coscienze e risvegliare la passione del popolo della sinistra sarà la nostra sfida“.

Tanti vostri ex elettori vi contestano l’appoggio alla candidatura di Federici e temono un’alleanza in extremis a favore del candidato Pd alle regionali.
L’appoggio a Federici fa parte di un passato remoto morto e sepolto. Voglio rassicurare chi teme questo. Non faremo nessun tipo di accordo con il Pd. Anzi siamo già mobilitati per costruire una sinistra plurale e alternativa, radicale e anticapitalista, che sappia unire la salvaguardia del lavoro con la tutela dell’ambiente e della salute, inclusiva e aperta al contributo di tutte/i quelli che hanno il loro dna nei valori della Resistenza, dell’anifascismo, della Costituzione. Una Sinistra vera non sommatoria ma fronte popolare, seguendo il modello francese del Front de Gauche e dell’Izquierda spagnola. Ora più che mai c’è bisogno di Sinistra in Liguria“.

da www.cittadellaspezia.com

Primarie, Ravera: “Pd sempre più a destra. Pronti a creare un’alternativa”

12 gennaio 2015, by  
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Come avevamo previsto, decidendo di non partecipare, le primarie si sono rivelate uno scontro senza esclusione di colpi all’interno del Pd che ci consegnano un Partito Democratico sempre più spostato a destra sia per le posizioni politiche espresse sia per il voto esplicito di settori del centrodestra.
In questi mesi Rifondazione Comunista, invece, ha dialogato con forze, singoli e associazioni che si muovono a sinistra.

Oggi intende proseguire e rafforzare quel percorso per creare una proposta alternativa, diversa nei metodi e nei programmi, capace di coinvolgere sia quanti si sono sempre dichiarati contrari ad ogni rapporto col Pd sia quanti, pur recandosi ai seggi, non possono accettare la parole della ministra Pinotti che, nel ricordare che il “Nuovo CentroDestra è alleato di governo”, ha fatto intendere che sia possibile una riproposizione dell’asse Renzi-Alfano su scala regionale.
Rifondazione ha la possibilità di contribuire all’unione della sinistra ligure.

 

Marco Ravera
Segretario regionale di Rifondazione Comunista Liguria

Ravera (Prc Liguria): “Rifondazione non parteciperà alle primarie dell’11 gennaio”

31 dicembre 2014, by  
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Rifondazione Comunista, come noto, non parteciperà alle primarie sia perché con tutta evidenza non sono di coalizione, ma del Partito Democratico, sia perché le primarie vincolano alla partecipazione della coalizione medesima. La consultazione dell’11 gennaio, tuttavia, rappresenta un momento di partecipazione che merita il massimo rispetto, vorrei però soffermarmi su alcuni aspetti politico-programmatici per noi centrali troppo spesso assenti dai dibattiti di questi giorni incentrati più sui nomi che sui contenuti.

Le iniziative di lotta delle scorse settimane, dalla manifestazione nazionale della Cgil del 25 ottobre, alle manifestazioni della Fiom di Milano e di Napoli, allo “sciopero sociale“, allo sciopero generale del 12 dicembre indicano che nel mondo del lavoro stanno maturando le condizioni per una forte ripresa del conflitto sociale. Le mobilitazioni operaie dell’Ilva e dell’Agnesi, quelle dei lavoratori di Amt e della altre aziende del trasporto pubblico, la lotta dei lavoratori delle province indicano la centralità della questione del lavoro, cioè il diritto al lavoro, la lotta contro la precarietà e la disoccupazione e la costruzione di politiche industriali e del lavoro che, assumendo come centrale anche il tema dell’ambiente, traguardino il rilancio dell’economia ligure ed una prospettiva di uscita dalla crisi.
Non meno importante la sanità che investe circa i tre quarti del bilancio regionale. Pensiamo si debbano invertire le politiche che hanno portato al taglio di oltre 800 posti letto, al declassamento di sei Pronto soccorso a Punti di Primo intervento (emblematico il caso di Cairo Montenotte in Val Bormida), la chiusura di reparti, la chiusura dei Day Hospital diagnostici che hanno portato e stanno portando alle fughe di pazienti fuori regione che aumentano per un costo di alcune decine di milioni di euro l’anno e aumenteranno ulteriormente dopo il DL 38 del 4/3/2014 sulla sanità transfrontaliera. Queste politiche si possono invertire solo difendendo e rilanciando il ruolo della sanità pubblica arrestando il peggioramento dei servizi e la privatizzazione strisciante che è venuta avanti in questi anni.
La terza grande questione, purtroppo sempre di attualità, è la tutela del territorio dal rischio idrogeologico cioè la riaffermazione che l’unica grande opera della quale c’è bisogno è la manutenzione di un territorio fragile e ferito dalla cementificazione e che occorre impostare politiche virtuose centrate sulla drastica limitazione del consumo del suolo. La gronda di ponente e il cosiddetto “Terzo valico” (anche se poi sarebbe il sesto!) sono opere costose non prioritarie, fortemente impattanti sul territorio. Così come sono impattanti i porticcioli turistici in una regione già pesantemente cementificata. Se la giunta regionale ha bocciato i porti della Margonara e di Albenga rimangono ancora aperti altri interventi a forte impatto.
In tema di impatto ambientale, che colpisce direttamente la salute dei cittadini, rientra anche la “questione carbone”. La centrale di Genova verrà chiusa entro il 2017, a Vado Ligure e Quiliano i gruppi a carbone sono stati chiusi dalla magistratura, alla Spezia è sempre più forte la lotta di comitati e cittadini per far uscire la città da cinquanta anni di carbone. Pur in assenza di un Piano energetico nazionale la Regione ha un forte ruolo per uscire dal carbone tenendo assieme salute, ambiente e lavoro. Su questi temi siamo aperti al dialogo con quanti non si vogliono porre in continuità con le politiche del governo Renzi, con quanti vogliono dare alle lotte dei lavoratori e delle lavoratrici un riferimento e una rappresentanza politica.

 

Marco Ravera

Segretario regionale Rifondazione Comunista Liguria

Elezioni Provinciali: Prc e Sel danno vita a “L’Altra Spezia”

22 settembre 2014, by  
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No alle large intese, sì a dialogo con cittadini, associazioni, comitati

Le elezioni provinciali si avvicinano (si svolgeranno domenica 12 ottobre) e i vari movimenti politici presentano liste e candidati. Dopo il comunicato stampa diffuso qualche giorno fa in cui si smentiva l’appoggio di Rifondazione Comunista al sindaco spezzino Federici, oggi Massimo Lombardi (Prc) e Andrea Ornati (Sel) hanno presentato la lista con cui i due partiti di sinistra si presenteranno a questo appuntamento, “L’Altra Spezia“.

L’Altra Spezia” spiega Ornati, “è sostenuta anche anche consiglieri comunali appartenenti a liste civiche indipendenti. E’ un movimento che si contrappone al Pd per ciò che riguarda i contenuti: punta soprattutto sull’ambiente, dato che il dissesto idrogeologico è uno dei maggiori problemi della nostra provincia. Altri temi importanti sono il lavoro e la scuola. Tuttavia il giudizio del coordinatore provinciale di Sel su queste elezioni è negativo, perché “manca il voto dei cittadini”. Proprio a questa affermazione si aggancia il segretario di Rifondazione, Massimo Lombardi, che parla di “elezione monca, perché di secondo livello“.

Infatti votano solo i consiglieri e i sindaci della Provincia e questo porta a un “voto ponderale“, per cui (ad esempio) il voto di un consigliere comunale di Pignone vale solo lo 0,04%. “Per noi anche avere un consigliere sarebbe una vittoria” dice Lombardi, che aggiunge “la nostra non è solo una lotta contro il Pd, perché sarebbe riduttivo. Noi vogliamo aprire il dialogo con le associazioni, i comitati, i cittadini. Tutto ciò che questo Pd non sta offrendo”. E per questo motivo “L’Altra Spezia” non finirà con queste elezioni provinciali. Si era parlato di una candidatura di Giulio Guerri (“Per la nostra città”), ma il consigliere spezzino ha deciso di rifiutare (pur dando l’appoggio alla lista) per far sì che “L’Altra Spezia” fosse una lista unitaria.

E per elezioni regionali? Entrambi i partiti stanno ancora definendo linee programmatiche, candidature e alleanze, l’unica notizia certa è che Prc non parteciperà alle primarie del centrosinistra. Infine, una battuta di Jacopo Ricciardi, che si dice dispiaciuto per non avere in lista il Pdci, che sosterrà il Partito Democratico“.

Ecco i candidati de “L’Altra Spezia”:

Edmondo Bucchioni (Prc La Spezia)
Salvatore Romeo (Prc Arcola)
Paolo Zanetti (Sel Sarzana)
Pierangelo Rosi (Indipendente, Brugnato)
Sara Pellegrotti (Indipendente, Pignone)

www.laspeziaoggi.it

Lombardi: “A Lerici sarà opposizione durissima, Caluri fa i conti senza l’oste”

18 settembre 2013, by  
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Rifondazione Comunista spezzina smentisce categoricamente le affermazioni di ieri del sindaco di Lerici Marco Caluri rispetto alla nostra posizione politica dopo l’improvvisa e immotivata cacciata dalla giunta della nostra assessore Verusckha Fedi avvenuta il 6 settembre scorso.

Incredibile come Caluri possa pensare che il nostro partito resti nella maggioranza dei centrosinistra dopo il trattamento assolutamente irriguardoso avuto nei nostri confronti, sul piano personale e, soprattutto, su quello politico.

L’estromissione dalla giunta della compagna Fedi, figura molto popolare nel comune di Lerici viste le precedenti esperienze amministrative, resta una ferita aperta che non può rimarginarsi a breve termine se non con un azzeramento totale della giunta e un vero contronto politico col sindaco e le forze di maggioranza.

Confronto che è assolutamente mancato nei mesi precedenti, che avevamo più volte richiesto e che ora pare decisamente tardivo effettuare.

Vogliamo ricordare che la nostra è stata una presenza leale nella magggioranza di Caluri, all’insegna della realizzazione di quel programma elettorale condiviso da tutte le forze della coalizione e per il quale abbiamo partecipato alle primarie del centrosinistra nel febbraio 2012 proprio con la stessa Fedi, che ottenne un ottimo risultato in temine di preferenze.

E, dato che il programma prevedeva “una scuola in ogni frazione”, la decisione del sindaco di chiudere la scuola di Tellaro, argomento adottato come “casus belli” per il rimpasto, ci ha visto e ci vedrà ancora assolutamente contrari: casomai è il sindaco Caluri ad essere contro il suo stesso programma. Non si può avere alleati politici, utlizzarli per motivi elettorali e poi cacciarli alla prima seria divergenza. La democrazia e la politica sono fatte anche di queste cose: il confronto e anche lo scontro sono il loro sale, è bene saperlo.

Come già correttamente pronunciato da altre forze politiche lericine, l’assessore Fedi è stata esautorata per un mero regolamento di conti all’interno del Pd, che con questa operazione ora guida una giunta monocolore nella speranza di aver “zittito” alcuni propri esponenti troppo critici in questo anno e mezzo di attività consiliare.

La compagna Fedi, in qualità di consigliera comunale, è pronta ad un’opposizione durissima alla maggioranza di Caluri, che ora non avrà più alibi nell’affontare gli innumerevoli gravi problemi che sorgono nel comune lericino.

Il Partito Democratico sappia che Rifondazione non potrà più tollerare simili comportamenti autoritari e ingiustificati da parte dei propri sindaci che godono, grazie alla riforma della costituzione del 2000 voluta dall’allora Ds, di un potere esagerato e spesso fuori controllo.

Tali episodi, che oramai tendono a ripetersi troppo spesso, non potranno non essere presi in considerazione in vista della prossima tornata elettorale amministrativa, che nella nostra provincia porterà al voto una ventina di comuni nel 2014.

Massimo Lombardi

segretario provinciale Rifondazione Comunista La Spezia

Primarie Pd, Olivieri (Rifondazione Comunista): “Un appello che non mi ha convinto”

30 novembre 2012, by  
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Ho letto con attenzione l’appello per il voto a Bersani promosso da dirigenti del Pdci spezzino e ligure e da alcuni compagni impegnati a diversi livelli nelle strutture della Cgil. I firmatari dell’appello invitano “i compagni della sinistra, giustamente critici nei confronti del Pd” a riflettere e ad andare a votare per evitare che alle Primarie vinca Renzi. Devo dire che l’appello non mi ha convinto. Secondo i firmatari dell’appello, un’eventuale vittoria di Renzi toglierebbe ai lavoratori “la speranza di porre rimedio agli odiosi provvedimenti di Monti e Berlusconi”, dando ad intendere che invece se vincesse Bersani verrebbero rivisti. In realtà Bersani ha più volte detto chiaramente che un suo eventuale governo sarebbe “in continuità con la linea del rigore di Monti”.

Non c’è quindi nessuna ragione per illudere gli altri e per illudere se stessi: Bersani non toccherà gli “odiosi provvedimenti” che lui stesso ha condiviso e votato in Parlamento; non toccherà insomma l’innalzamento dell’età pensionabile, l’Imu, la manomissione dell’art. 18 e le altre porcate della Fornero, il pareggio di bilancio in Costituzione, il fiscal compact, la spending review ecc. Del resto la Carta d’intenti sottoscritta anche da Bersani è chiara: il prossimo governo sarà fedele agli impegni internazionali (cioè obbedirà agli ordini della Troika) e se a qualche parlamentare venisse in mente di disturbare il manovratore non potrà farlo perché dovrà adeguarsi al parere della maggioranza dei parlamentari del centrosinistra, che saranno del Pd. Tutto scritto e sottoscritto, nero su bianco. Lo stesso argomento secondo il quale bisogna votare Bersani perché Renzi è “peggio” è ormai frusto. Sono vent’anni che la sinistra – “radicale” o comunista, chiamatela come vi pare – vota per il “meno peggio” e per impedire che vinca “il peggio”. 

A forza di votare il “meno peggio” abbiamo finito per non essere più capiti da nessuno e per perdere la “nostra gente”. Lo dico, sia chiaro, assumendomi il mio carico di responsabilità poiché da dirigente di Rifondazione Comunista ho anch’io condiviso quelle scelte. Penso che questa volta alle prossime elezioni occorra proporre una lista unitaria della sinistra, alternativa anche al Pd, che faccia valere le ragioni dei lavoratori e della povera gente. C’è un’alternativa al solito “tapparsi il naso” e votare per il “meno peggio”: essere se stessi. Con orgoglio.

Sergio Olivieri, ex deputato di Rifondazione Comunista

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