Seguendo questa logica la giunta su proposta dell’assessore leghista Sonia Viale ha approvato la delibera ad oggetto “Indagine di mercato: conferimento incarico esplorativo ad Alisa” che tradotto vuol dire che Alisa, l’Azienda Ligure Sanitaria della Regione Liguria, cercherà entro maggio dei privati interessati a tre ospedali liguri che nel corso degli anni sono già stati pesantemente ridimensionati: l’Ospedale Saint Charles di Bordighera, l’Osperale Santa Maria di Misericordia di Albenga e l’Ospedale San Giuseppe di Cairo Montenotte. A meno che i santi cui sono dedicati gli ospedali non intervengano, i tre nosocomi verranno (s)venduti.
Siamo contrari alla vendita dei tre presidi ospedalieri ai privati che, per loro stessa natura, trasformeranno la salute da diritto a merce, accentuando le differenze tra i cittadini che potranno rivolgersi al “privato” e quelli che non ne avranno la possibilità, si avrà una sanità di serie A e una di serie B. Noi non possiamo certo condividere questa impostazione.
Parallelamente viene depotenziata la sanità pubblica, penso ad esempio all’Ospedale San Paolo di Savona. Anni non facili per la sanità ligure, ma il problema come noto sono i migranti… spero si colga l’ironia.
Marco Ravera
Segretario Regionale di Rifondazione Comunista Liguria
Tags: alisa, Lega Nord, Liguria, ospedale, privatizzazione, ravera, rifondazione, salvini, sanità, toti, viale
Ormai da mesi il governo si ostina a portare avanti il proprio progetto di controriforma della scuola ignorando la voce degli studenti, dei genitori e degli insegnanti.
L’intervento del governo non solo disattende gran parte delle promesse fatta in materia di assunzione dei precari e di edilizia scolastica, ma realizza un progetto autoritario di aziendalizzazione del sistema scolastico tramite l’introduzione di figure dirigenziali più vicine a dei manager che a dei presidi. 
Non a caso un progetto tanto reazionario ha attirato le reazioni entusiaste dei maggiori responsabili dello sfascio dell’istruzione pubblica italiana a cominciare da Valentina Aprea e Maria Stella Gelmini che sottolineano la piena continuità tra la cosiddetta Buona Scuola e i provvedimenti della destra.
Altrettanto inammissibile è l’ennesimo ricatto a cui viene sottoposto il Parlamento al quale viene chiesto di approvare velocemente e senza modifiche il testo governativo perché in caso contrario verrebbero meno le assunzioni promesse (comunque molto inferiori al reale bisogno di personale del sistema scolastico italiano).
Per questo esprimo il pieno sostegno alla mobilitazione di oggi 5 maggio, giorno in cui è stato indetto lo sciopero unitario dei sindacati della scuola con manifestazione a Milano.
Inoltre saremo pronti a sostenere ogni mobilitazione finalizzata a ostacolare la creazione di una scuola sostanzialmente sottomessa ai privati e caratterizzata da un modello di valutazione punitivo.
Massimo Lombardi,
candidato al consiglio regionale della Liguria
Rete a Sinistra – Pastorino Presidente
Tags: 5 maggio, aprea, aziendalizzazione, controriforma, Gelmini, governo, insegnanti, lombardi, Parlamento, privatizzazione, protesta, renzi, rete a sinistra, Sciopero generale, scuola, studenti
Non sempre sono stato d’accordo con Claudio Montaldo. Ad esempio quando l’assessore regionale alla sanità, nonché vicepresidente della Regione Liguria, invitò la sinistra a superare l’impostazione ideologica e ad aprire ai privati nella sanità citando a modello il “caso Albenga” dove il reparto di ortopedia-protesica dell’ospedale pubblico è gestito appunto dai privati. Oppure quando pensò ai tagli che la sanità ligure ha subito, certo non solo per responsabilità sua, in questi anni. Ma in quest’occasione Claudio Montaldo ha assolutamente ragione.
La legge sui “primari” votata da Partito Democratico e dalla destra, infatti, non ridurrà le fughe dei pazienti fuori dalla Liguria, ma porterà all’aumento delle tariffe per le prestazioni dei primari visto che gli stessi non saranno più vincolati da tariffe fisse per visite ed esami. Questa legge rappresenta un “regalo elettorale” ai primari, un regalo che va nella direzione di una costante privatizzazione della sanità fortemente voluta da Matteo Renzi, un regalo che pagheranno i cittadini liguri, un regalo che rappresenta uno schiaffo ai lavoratori della sanità pubblica che hanno il contratto bloccato da anni.
Questa vicenda mette in luce una volta di più la deriva a destra del Pd.
Anche per questo insieme ad altri stiamo costruendo in Liguria e in Italia una Sinistra degna di questo nome.
Marco Ravera,
segretario regionale Rifondazione Comunista Liguria
Tags: assessore, destra, legge, Liguria, montaldo, Pd, primari, privatizzazione, ravera, regalo elettorale, rifondazione, sanità pubblica, vicepresidente
“Democratico per Federici è una contraddizione in termini e tra le mancanze di chi corre per il premio di peggior primo cittadino spezzino della storia repubblicana, c’è evidentemente la memoria“. Così esordisce il segretario provinciale di Rifondazione Comunista, Massimo Lombardi, in relazione alle accuse mosse dal sindaco spezzino al partito.
“
In realtà le insinuazioni di Federici sono solo l’ultimo disperato tentativo di mascherare i suoi fallimenti e quelli del Pd, nella gestione dei servizi pubblici alla Spezia. Eppure conosce bene le proposte fatte da Rifondazione in questi anni, contro la svendita del patrimonio pubblico, puntando su modelli concreti come Capannori (Rifiuti Zero) e Napoli (acqua pubblica) e chiedendo allo sfinimento un piano industriale di rilancio delle energie rinnovabili, di monitoraggio e di intervento sul dissesto idrogeologico della provincia. Tutte proposte che sono realizzabili, ma che hanno riscontrato la sordità e la miopia politica del Pd.
Invece abbiamo assistito in questi anni solo a progetti di smembramento e privatizzazione, che sicuramente manderanno a casa molti lavoratori dell’azienda. Ma è chiaro che un partito come il Pd, che sta dimostrando con le vicende nazionale la sua incapacità, è più propenso a stare dalla parte delle banche, piuttosto che con lavoratori e cittadini”.
“Poca lungimiranza politica da parte di Federici” – attacca Lombardi– “o opportunismo di chi non ha davanti altri mandati da sindaco, o utilitarismo come quello di chi ha usato la crisi Acam per i propri scopi politici in precedenza tanto da incensarli ancora nonostante i fallimenti, come Raffaelle Paita, che millantò presunti matrimoni salvifici con grandi multiutility come Hera definendolo il giorno più bello della propria vita. Non una parola da parte del Pd sulla vicenda dei derivati, mentre Rifondazione ha presentato un esposto alla Procura“.
“Non ci risulta che Federici abbia attaccato con la stessa violenza i suoi colleghi di partito, quelli che si sono permessi in questi anni di usare Acam come una mucca da mungere, stipulando contratti per la raccolta della “rumenta” in perdita per l’azienda stessa. Eppure li può trovare tutti nella direzione provinciale del Pd. Forse non si ricorda che Rifondazione dal 2008, a differenza del Pd, ha ritenuto doveroso far uscire esponenti dei partiti dalle aziende partecipate, proponendo comitati di controllo di cittadini e lavoratori. Ora Federici vorrebbe darci lezioni morali? Ma chi fa parte dello stesso partito che ha permesso di eleggere il “faraone” Bonanini al parlamento europeo non può certo dare lezioni morali a nessuno, tantomeno ha chi come Rifondazione ha da anni intrapreso una battaglia chiara“.
“L’alchimia irresponsabile di Federici e del Pd – conclude Lombardi – è nascondere che è, alla fine del suo mandato, quelle che ancora una volta millanta come soluzioni salvifiche decreteranno la morte del futuro dell’azienda ed il licenziamento di molti lavoratori e per nascondere questo il primo cittadino del capoluogo crede di poterci zittire con pretestuosi argomenti“.
Massimo Lombardi
Segretario provinciale Prc La Spezia
Tags: ACAM, Acqua pubblica, Bonanini, Capannori, Federici, Hera, lombardi, paita, Pd, privatizzazione, Rifiuti Zero, rifondazione, servizio pubblico, sindaco, spezia
E’ sconcertante il balletto intrapreso dal sindaco Federici, attorniato dal silenzio assoluto dei sindaci del Pd di tutta la provincia.
Ancora una volta infatti si tenta di risolvere i problemi di Acam con gli stessi metodi con cui si sono creati i problemi ormai arcinoti.
Rifondazione esprime ancora una volta lo sdegno e la propria contrarietà alla privatizzazione dei servizi, in particolar modo alla cessione dei rami d’azienda Ambiente (rifiuti), Gas e Clienti.
Una scelta folle che evidenzia soprattutto la mancanza di responsabilità di sindaci che fino ad oggi hanno usato Acam come un bancomat, sostanziando contratti in perdita per l’azienda. Se di responsabilità il Pd vuol parlare, imponga ai suoi sindaci di mettere nero su bianco un piano di rientro dei contratti in perdita, si uniscano al nostro esposto sulla vicenda dei derivati che hanno causato milioni di euro di perdita e accolgano le nostre proposte di rilancio industriale di Acam.
Tutto il resto è mera propaganda sulle spalle dei lavoratori e dei cittadini spezzini.
Rifondazione Comunista La Spezia
Rifondazione Comunista La Spezia esprime solidarietà ai lavoratori del Gruppo ACAM in sciopero oggi in difesa dell’occupazione e dei diritti dei lavoratori.
Rifondazione non condivide lo smembramento del Gruppo ACAM e in particolare manifesta la propria contrarietà alla vendita totale di ACAMGas ed all’ingresso di un socio privato in ACAM Ambiente. Vendere totalmente il settore del gas significa, per i comuni spezzini, rinunciare a un gioiello societario che ogni anno è in grado di distribuire sul territorio oltre 8 milioni di euro in termini di risorse ai comuni e di investimenti.
Ricordiamo che, grazie ad ACAM Gas, ogni anno vengono realizzati importanti investimenti sul territorio che consentono di dare lavoro a ditte del territorio stesso.
Si tenga presente, inoltre, che in ACAM Gas lavorano molti dipendenti rispetto ai quali non vi è alcuna certezza nel futuro in caso di vendita: né per quanto concerne la tenuta dei livelli occupazionali, né per quanto concerne i loro diritti (contratto, organizzazione del lavoro ecc.).
La vendita del gas non è certo quanti milioni porterà, sicuramente molti meno rispetto a quelli che vengono sbandierati: sicuramente l’incasso non sarà sufficiente a ripagare il debito e altrettanto sicuramente questa società, una volta venduta, perderà ogni legame sociale col territorio spezzino.
Gli stessi ragionamenti valgono per ACAM Ambiente.
Anche in questo caso la privatizzazione finirebbe per snaturare le finalità di ACAM Ambiente ed i primi a risentirne sarebbero sicuramente i lavoratori con il rischio di riduzioni occupazionali, peggioramento dei trattamenti contrattuali ecc.
Il problema di ACAM Ambiente e del suo disavanzo non è risolvibile con la privatizzazione, ma con la chiusura del ciclo rifiuti sul territorio spezzino per il quale basterebbe rispettare il piano provinciale dei rifiuti attualmente in vigore e traguardare le migliori strategie di gestione che valorizzino le materie seconde e nuovi settori di investimento (riuso, riparazione, ecc.).
Questo riporterebbe i conti in ordine senza obbligo di svendite ai privati.
Per l’intero Gruppo ACAM
serve un Piano Industriale serio
cosa che noi chiediamo da anni, che assegni ad ogni settore obiettivi di prospettiva industriale per l’azienda e che difenda fino in fondo i livelli occupazionali. Per questo i Comuni non devono più “usare” la loro azienda, ma devono valorizzarla anche attraverso adeguate risorse economiche.
ACAM è BENE COMUNE
In questi anni ne abbiamo sentite di tutti i colori: da colossi privati con soci con sedi legali alle Isole Cayman, a partenariati con presunti imprenditori locali, passando per piani industriali fantasma.
Sosteniamo con forza lo sciopero dei lavoratorie delle lavoratrici di ACAM e rilanciamo poche cose, ma chiare, ragionevoli ed imprescindibili per la salvezza della più importante azienda del territorio.
CONTROogni speculazionepolitica, l’ipotesi spacchettamento del gruppo, la svendita di ACAM Gas e Clienti e il ricatto degli istituti di credito.
PERla tutela di tutti i lavoratori e un piano industriale che costituisca una municipalizzata che rispetti il risultato referendario del 12 e13 giugno 2011, che rispetti ed attui il Piano provinciale dei Rifiuti e che adotti la strategia Rifiuti Zero.
PERun investimento serio e lungimirante sul settore energetico con lo sviluppo di fonti rinnovabili, che utilizzi le competenze del gruppo per affrontare la questione del dissesto idrogeologico.
Rifondazione Comunista, federazione provinciale La Spezia
Tags: ACAM, Acqua, Ambiente, GAS, La Spezia, lavoratori, piano industriale, piano provinciale rifiuti, privatizzazione, rifiuti, Rifiuti Zero, rifondazione, sciopero
Leggo sulla stampa di un sindaco contro i “teppisti” di Portovenere.
Rimango basito e mi chiedo: che strano paese è diventato Portovenere? (Inteso in senso lato, in quanto Le Grazie e Fezzano non fanno differenza).
Un paese dove bambini che giocano a palla, ma anche fossero ragazzi o perché no anche adulti, disturbano a tal punto da essere definiti teppisti dal primo cittadino, a tal punto da chiedere l’intervento di una task force di forze dell’ordine e persino annunciando l’interessamento del Prefetto.
Un paese dove tutto disturba: disturba il vociare scherzoso dei turisti, disturba la birra bevuta con gli amici, disturba la grigliata improvvisata sulla calata, disturba la musica che allieta le serate d’estate, disturba tutto.
Un paese dove però non disturba affatto la speculazione edilizia, non disturba l’abbandono ed il degrado in cui versano giardini e spazi pubblici, non disturba la cementificazione in riva al mare o sulla collina.
Un paese dove non disturba affatto la privatizzazione del mare con l’invasione di pontili e posti barca, non disturba l’abbandono in cui versano le esigue spiagge, non disturba la concessione a privati di spazi ed aree pubbliche a favore di pochi e a discapito della comunità (ultimo evento la concessione a privati della nuova banchina portuale delle Grazie).
Un paese dove non disturba la carenza di spazi e strutture per i giovani così come per gli anziani, non disturba la carenza di servizi offerti a cittadini ed ospiti che inesorabilmente migrano verso altri lidi.
Meglio allora, anche in estate, la triste e lugubre, seppur romantica, visione di una Portovenere morta, città fantasma, quasi completamente disabitata?
Io penso di no.
Penso che sia necessario riappropriarsi degli spazi pubblici e del loro uso collettivo: ben vengano ragazzi a giocare a palla, nonni a giocare a carte, pittori, cantanti di strada, aree ristoro, feste e grigliate all’aperto. D’altro canto si chieda il sindaco: quali spazi liberi e gratuiti hanno i ragazzi a Portovenere per giocare? Di quali strutture sportive, di svago o divertimento è dotato il nostro comune?
Credo che teppisti e delinquenti siano impegnati in altre attività più lucrose del semplice giocare a palla in calata o in spiaggia, e credo che le forze dell’ordine abbiano impegni più importanti dell’emulare la figura dei Carabinieri di Collodi nelle avventure di Pinocchio.
Caro sindaco, si preoccupi di questioni ben più importanti di qualche pallonata e qualche vetro rotto, pensi allo sviluppo e al progresso delle nostre comunità e del nostro territorio sempre più degradato ambientalmente e culturalmente.
Fabio Carassale
Rifondazione Comunista, Circolo “Lucio Mori” Portovenere
Tags: bambini, banchina, comune, fezzano, giardini pubblici, Le Grazie, portovenere, prefetto, privatizzazione, rifondazione, sindaco, spazi pubblici, speculazione edilizia
In merito alla discussione in Consiglio Comunale sulla trasformazione dell’Azienda Speciale siamo amareggiati per la mancata partecipazione al dibattito del maggior gruppo d’opposizione.
Riteniamo, infatti, che tutti i cittadini abbiano il diritto di conoscere la posizione di chi li rappresenta attraverso il confronto politico che, grazie alla democraticità dello strumento elettorale, non può che avvenire che nelle apposite sedi istituzionali.
Non è accettabile che tale confronto venga sostituito dalla più comoda strada degli attacchi a mezzo stampa o delle battaglie legali: è del tutto evidente come l’elaborazione del lutto dopo la sconfitta elettorale sia in una fase che lascia ben poco spazio alla capacità di formulare proposte politiche che non siano la denigrazione dell’avversario.
La responsabilità di avallare l’imposizione legislativa del peggior governo dell’Italia repubblicana, quello dell’annullazione del dissenso e dei diritti di lavoratori, studenti, pensionati, quello che attacca ogni giorno lo stato sociale per arricchire gli evasori, quello della privatizzazione selvaggia, dunque, è toccata alla nostra amministrazione di centro-sinistra.
Abbiamo cercato di recepire una normativa che permetta all’Azienda Speciale, che per anni ha offerto sia servizi economici addirittura migliori del privato che importanti livelli occupazionali, di trasformarsi in un nuovo soggetto sul quale avere il controllo massimo previsto dalla legge, il 60%.
Sappiamo che il centro-destra avrebbe voluto la cessione totale al privato: noi siamo contrari perché valutiamo strategicamente importante avere il controllo su servizi così importanti per la collettività, ma anche perché conosciamo gli effetti negativi che hanno avuto le privatizzazioni dei servizi pubblici nel nostro Paese, così come quella attualmente in corso sull’acqua.
Ci limitiamo qui a semplici considerazioni sul metodo della discussione in Consiglio Comunale, consapevoli che una pratica così complessa, di forte impatto socio-economico, di potenziale cambiamento del fronte a mare e di progettualità trasversale necessita del contributo di tutte le forze politiche, e non di un chiacchiericcio di basso livello ideologico.
Siamo fiduciosi che nel paese, nelle forze politiche e nelle associazione di categoria ci siano soggetti che vorranno portare il loro contributo propositivo al momento della costituzione della società.
Olivia Canzio, Rifondazione Comunista
Capogruppo di Maggioranza – Comune di Levanto
La campagna pubblica di Rifondazione comunista e della Federazione della sinistra della Spezia per la modifica degli statuti comunali con l’inserimento della definizione dell’acqua bene comune universale privo di rilevanza economica ha coperto ad oggi i comuni di Arcola, Castelnuovo Magra, Follo, Lerici, Levanto, Ortonovo, Santo Stefano Magra e Vezzano Ligure. A questi si aggiunge Sarzana, grazie al lavoro dei compagni di Sel, e alcuni comuni della Val di Vara che, nell’incontro tenuto un mese fa a Torza di Maissana con Rifondazione Comunista, avevano manifestato l’intenzione di procedere alle modifiche (Calice al Cornoviglio, Sesta Godano, Varese Ligure, Rocchetta Vara, Maissana e Riccò del Golfo).
Si tratterebbe quindi di ben 14 comuni che nel territorio spezzino hanno deciso di assumere un impegno politico di enorme rilevanza, definendo nei consigli comunali un impegno per tutti i cittadini: l’acqua non è merce.
A questo percorso va aggiunto il lavoro estenuante e costante del gruppo consiliare di Rifondazione Comunista in consiglio comunale alla Spezia, che da anni chiede che, in ogni eventuale operazione di aggregazione della società Acam, venga escluso la gestione del ciclo idrico.
Concetto che è stato ribadito ora più che mai, a pochi mesi dal referendum sull’acqua previsto nella primavera 2011: il gruppo ha chiesto in Consiglio di non procedere ad alcuna aggregazione del servizio idrico integrato per rispetto della volontà dei quel milione e quattrocentomila cittadini che hanno firmato per il referendum, oltre che per una doverosa attesa del responso degli italiani.
La novità strategica nel panorama politico spezzino è certamente rappresentata dalla posizione di Sel, che se venisse confermata aprirebbe un serio problema nelle maggioranze del 90% dei comuni sopracitati.
Insomma, c’è una comunità politica e civica che non intende star a guardare la privatizzazione dell’acqua alla Spezia. Lo confermano le migliaia di firme ai banchetti del referendum sull’acqua che chiedono la moratoria per il decreto Ronchi, lo confermano le centinaia di firme già tradite dalla mancata modifica statutaria alla Spezia.
L’indignazione popolare non è stata sufficiente a bloccare, per ora, il processo di privatizzazione dell’acqua. Rifondazione comunista, che da sempre si batte in favore dell’acqua come bene comune, per una gestione pubblica e contro ogni tentativo di privatizzazione, non si fermerà di fronte alle decisioni prese da Berlusconi, impartite dalle multinazionali dell’acqua e da qualche spregiudicato speculatore.
La mobilitazione dal basso, che abbiamo visto crescere negli ultimi mesi insieme alla consapevolezza della posta in palio, deve proseguire e l’acqua deve essere sottratta alle logiche mercantili fatte a scapito della collettività.
La giunta regionale ligure, su proposta del nostro dell’Assessore all’Ambiente Franco Zunino, ha fatto ricorso alla Corte Costituzionale contro il decreto legge 135 che prevede, all’art. 15, ulteriori e decisive spinte privatizzazione dei servizi pubblici locali tra cui anche il servizio idrico. Una scelta importante, fortemente voluta dal nostro partito, che ha una grande rilevanza politica: la Regione Liguria con questo atto dice un chiaro no alla privatizzazione di un bene comune essenziale come l’acqua, che per la Regione deve essere sottratto alla logica del profitto.
Una vittoria importante per chi, dentro e fuori le istituzioni, lotta per affermare che l’acqua non è una merce, una battaglia di civiltà andata a buon fine grazie alla presenza di Rifondazione Comunista. Ma questa battaglia sta continuando anche nei consigli comunali della provincia spezzina in cui siamo presenti, con la presentazione di mozioni consiliari in cui chiediamo che il servizio idrico integrato venga dichiarato pubblico e privo di rilevanza economica.
Ecco perchè aderiamo con convinzione all’appello lanciato dal Forum italiano dei movimenti per l’acqua, costruendo e partecipando alla grande manifestazione che si terrà il 20 marzo a Roma. Dopo il 5 dicembre 2009, con la splendida partecipazione al No BDay, Rifondazione comunista rilancia un appello a tutte le realtà associative, a tutti i movimenti, a tutti i cittadini mettendo a disposizione le proprie strutture per il prosieguo di questa importante battaglia, per l’organizzazione della manifestazione del 20 marzo, in prima linea per bloccare ogni ipotesi di privatizzazione, insieme a tutte le forze politiche e sociali che condividono il percorso referendario, che partirà dal mese di aprile.
in prima linea per bloccare ogni ipotesi di privatizzazione, insieme alle altre forze politiche e sociali che condividono il percorso referendario
Tags: 20 marzo 2009, acqua bene comune, art. 15, Corte Costituzionale, Forum italiano dei movimenti per l’acqua, Franco Zunino, La Spezia, Legge 135/09, No BDay, privatizzazione, privatizzazione dell'acqua, privo di rilevanza economica, servizio idrico, statuto comunale