Masterplan Palmaria, Prc La Spezia: “No a svendite e a speculazioni sul patrimonio del nostro golfo”

22 febbraio 2020, by  
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La federazione spezzina di Rifondazione Comunista rimarca il giudizio complessivamente negativo in merito all’Accordo di Programma per la Valorizzazione dell’Isola Palmaria che verrà firmato il 20 febbraio presso il comune di Porto Venere.
Il percorso che ha portato alla definizione dell’accordo stesso, avviato tramite “protocollo di intesa” più di tre anni fa, transitato dalla stesura del masterplan curato dall’architetto Kipar e presentato la scorsa estate in comune, presenta diverse lacune che mortificano e compromettono il giusto concetto di riuso civile di beni dismessi dalla Marina Militare.
In particolare desta perplessità il riconoscimento di una “contropartita economica” per la MM a fronte dei beni dismessi dal demanio, beni da anni assolutamente non necessari alla difesa nazionale e lasciati degradare dalla Marina stessa per decenni. Tale contropartita consisterà, infatti, in interventi su beni che la MM non intende liberare, quali i bagni dei sottufficiali, dei dipendenti difesa e l’area del Terrizzo, per la quale anzi la MM stessa avrebbe avanzato proposte di riuso ricettivo e sportivo per un totale compreso tra i 260.000 euro minimi (nel caso, improbabile, che il comune non riesca a “piazzare” sul libero mercato nessun immobile tra quelli trasferiti) fino a 2.600.000 euro in caso di vendita totale dei beni.
In sostanza il comune si vedrà obbligato, per poter anche solo immaginare un riuso dei beni vincolati e monumentali (anch’essi fatiscenti e ora sottoutilizzati, quali il forte Palmaria/Batteria Cavour o la Batteria Semaforo, in passato già parzialmente utilizzata quale Centro di Educazione Ambientale) a cedere gran parte se non tutti i beni dismessi non vincolati, di fatto operando quale agente immobiliare, peraltro con “rischio di impresa” in caso di mancata vendita.
Incomprensibile anche la scelta di scorporare dal ragionamento del riassetto dell’isola la parte del Terrizzo, ovvero la più densa di funzioni attualmente (arrivo linee traghetti, punto di raccolta rifiuti, ormeggio residenti ecc.) dalla dismissione, che avrebbe dovuto essere invece uno dei “perni” del ragionamento. In generale si ha la sensazione che l’accordo stesso sia semplicemente un meccanismo avviato al fine di mettere rapidamente sul mercato una certa quantità di immobili, commercialmente appetibili, lasciando alla MM le funzioni (prettamente ludiche) residue ed ignorando completamente sia gli aspetti di salvaguardia naturalistica e culturale, sia le legittime aspirazioni di sviluppo e di lavoro che avrebbero potuto avviarsi per i residenti del comune.
Gli indirizzi contenuti masterplan (che è stato scelto dal tavolo di regia, tra una rosa di cinque proposte e di cui non si è mai potuto parlare in consiglio comunale se non a percorso concluso) pur non contestabili nella totalità, manifestano le stesse criticità. Si “apre” pesantemente un fronte di riuso agricolo che francamente non solo risulta poco credibile economicamente ma che sopratutto, ad oggi, non ha avuto nessun riscontro operativo nel territorio, né sotto il profilo formativo (corsi, iniziative di recupero terreni abbandonati o dismessi, creazione di coop locali) né infrastrutturale (sovvenzioni per recupero muri a secco, inserimento di frantoi, o cantine sociali).
Inoltre si ignora quasi totalmente la valenza storico-culturale delle fortificazioni presenti sull’isola, omettendo o sorvolando su alcune particolarità costruttive e lasciando per alcune di esse la sola “funzione ricettiva” quale indicazione d’uso e si mortifica la parte boschiva e naturalistica (oggi predominante sull’isola) che infarti viene in parte ridimensionata. Il tutto ha finito con trasformare una splendida opportunità (liberare aree dismesse e abbandonate) in un rischio. Noi diciamo con forza NO a svendite e a speculazioni travestite da valorizzazioni, ad accordi operati lontano dal territorio, a sviluppi e presenze turistiche a vantaggio di pochissimi ed “escludenti” nei riguardi dei normali cittadini. Chiediamo che vengano riconsiderate le priorità del futuro dell’isola, mettendo salvaguardia ambientale, riscoperta e valorizzazione storica dei manufatti sabaudi presenti, attenzione agli aspetti sociali ed economici dei residenti del comune di Porto Venere.
Rifondazione Comunista, federazione provinciale La Spezia

Massimo Lombardi (Rete a Sinistra): “400 euro ai disoccupati? Paita prende in giro la gente dopo dieci anni di governo del nulla”

16 maggio 2015, by  
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Dopo dieci anni di governo Burlando, dopo cinque anni di assessorato plenipotenziario della Paita, ora la Lella viene a prendere in giro i poveri e i disoccupati promettendo 400 euro nei volantini e nei manifesti elettorali.
 
Una propaganda vergognosa che genera in chi legge un misto di confusione, ilarità e rabbia.
 
Rete a Sinistra e Luca Pastorino hanno come primo punto di programma il reddito minimo garantito ai disoccupati, tutto quello a cui la giunta Burlando si ostinatamente rifiutata di voler fare in questi anni. Ma a due settimane dalle elezioni ecco che miracolosamente si promette ciò che è stato sempre negato.
 
La regione Liguria ha anche negato ogni forma di assistenza ai 150 lavoratori dei cantieri scuola lavoro che, dopo un oltre un anno e mezzo nei comuni dello spezzino, si sono visti ripetutamente chiudere le porte in faccia da esponenti della regione, provincia, deputati e senatori e ministri, tutti targati Pd, Paita compresa.
 
Ma in campagna  elettorale, oltre a sovraesporsi abusivamente sui palchi che non competono, la Paita continua imperterrita a canzonare gli elettori,sapendo benissimo che non c’è mai stata alcuna volontà politica di aiutare chi ha perso il proprio posto di lavoro, ma solo ricerca spasmodica di voti nel timore di un possibile tonfo alle urne. Forse Ella si crede che i cittadini non abbiano memoria?
 
 
Massimo Lombardi,
 
candidato al consiglio regionale della Liguria 
 
Rete a Sinistra – Pastorino Presidente

Elezioni provinciali, Lombardi: “No incondizionato a Federici. Si a una lista aperta per proteggere ambiente, acqua pubblica e lavoro”

13 settembre 2014, by  
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Smentisco categoricamente le indiscrezioni apparse sulla stampa di oggi che danno per certa la nostra alleanza nel centrosinistra alle elezioni provinciali, addirittura indicando possibili nostri candidati in appoggio a Massimo Federici.

Un’ipotesi poco probabile, per svariati motivi:

1) E’ difficile che Rifondazione faccia parte di una coalizione a senso unico, con un Pd che, grazie all’inconcepibile legge elettorale voluta da Renzi, sarà matematicamente, prima ancora di giocare, il padrone in della partita.

2) da oltre un mese lo stesso Pd spezzino parla esclusivamente di nomi e poltrone ma mai di contenuti politici e programmatici, quelli che riguardano la futura gestione del territorio provinciale e che dovrebbero stare al centro del dibattito.

3) Rifondazione non potrà in alcun modo sostenere la candidatura di Massimo Federici, che abbiamo pubblicamente sfiduciato più di due anni fa e contro il quale stiamo facendo opposizione senza sconti in consiglio comunale. Lo stesso Federici che ha negato da sempre il confronto su tutti i temi, che ha isolato ogni voce sgradita, come potrebbe ora pretendere il nostro appoggio??

Inoltre riteniamo profondamente ingiusta la strumentalizzazione di Veruschka Fedi, la nostra consigliera di Lerici, che un anno esatto fa è stata incredibilmente estromessa dalla giunta del sindaco Caluri, senza alcuna spiegazione plausibile.

Verusckha è una combattente, una delle nostre migliori compagne, e non accettiamo che il suo nome venga dato in pasto senza alcun motivo, se non per il gusto di bruciarla.

Noi lanciamo un appello oltre ogni steccato di partito a tutte quelle forze e a quei singoli consiglieri interessati a discutere dei tre temi fondamentali per il nostro territorio: difesa del lavoro, difesa dell’acqua pubblica, difesa del suolo e dell’ambiente, contro la cementificazione selvaggia, la privatizzazione dell’acqua e la perdita dei dirittti dei lavoratori. Su tali tematiche siamo pronti ad ascoltare in un confronto aperto, a partire dalla Val di Vara fino alle altre zone della provincia spezzina.
A mio avviso il segno di speranza e riscossa ottenuto dalla Sinistra alle elezioni europee lo scorso 25 maggio con la lista Tsipras deve essere un’indicazione importante per il futuro. C’è una consistente parte di cittadini, quella che contro tutti i pronostici ha permesso di superare lo sbarramento del 4% eleggendo tre parlamentari europei dopo anni di sconfitte elettorali, che non può essere immediatamente delusa. La gente non capirebbe, e ne avrebbe piena ragione. Per questo stiamo lavorando, come già pubblicamente annunciato, ad una lista alternativa. La strada è dura, “grazie” alla legge Del Rio, ma noi ci proveremo fino all’ultimo.

Massimo Lombardi,
segretario provinciale Prc La Spezia

Chiusura delle scuole della Serra e Tellaro, Novelli (Prc Lerici): “La pagina più nera per il comune”

24 gennaio 2014, by  
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Si registra la pagina più nera della politica lericina. La giunta Caluri, sentenziando la chiusura definitiva della scuola di Tellaro e quella prossima della Serra, ha definitivamente e in modo incontrovertibile tradito il programma elettorale e quei cittadini che sulla base di esso gli hanno dato il voto. In modo arrogante e poco lungimirante il sindaco ha comunicato la chiusura delle scuole nei borghi della Serra e di Tellaro e il trasferimento del tempo pieno a pugliola senza aver avuto alcun riguardo a nessuna delle istanze sollevate dai suoi cittadini e al grido di allarme lanciato dai borghi.

Registriamo l’inutilità della spesa sostenuta per il sondaggio (ma quale percorso partecipato!!!!), affidato alla Lindbergh che peraltro ha fornito esclusivamente dati che l’amministrazione già aveva, tanto da far sorgere il dubbio che tutto fosse già deciso e che ancora una volta si sia cercato solo un alibi per giustificare la decisione assunta, che guarda caso salvaguarda Lerici, San Terenzo e Pugliola.

Una cosa è certa, però: questa volta il Sindaco e la sua Giunta una responsabilità se la sono assunta, quella di aver abbandonato le frazioni più piccole, di aver ignorato i loro bisogni e le loro legittime aspettative, di aver probabilmente determinato con una scelta così scellerata, l’ulteriore diminuzione dei bambini nelle nostre scuole. 

Dal comunicato stampa dell’Amministrazione sulla riorganizzazione dei plessi, si deduce inoltre che il prossimo anno a Pugliola vi sarà solo la classe primaria del tempo pieno, venendo meno la classe tradizionale.

In questo modo si passerà da 4 prime a 3 su tutto il territorio. La salvaguardia dei posti di lavoro non interessa a nessuno?


Stefania Novelli

Segretaria circolo Prc “Lucio Libertini” Lerici

Lombardi: “A Lerici sarà opposizione durissima, Caluri fa i conti senza l’oste”

18 settembre 2013, by  
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Rifondazione Comunista spezzina smentisce categoricamente le affermazioni di ieri del sindaco di Lerici Marco Caluri rispetto alla nostra posizione politica dopo l’improvvisa e immotivata cacciata dalla giunta della nostra assessore Verusckha Fedi avvenuta il 6 settembre scorso.

Incredibile come Caluri possa pensare che il nostro partito resti nella maggioranza dei centrosinistra dopo il trattamento assolutamente irriguardoso avuto nei nostri confronti, sul piano personale e, soprattutto, su quello politico.

L’estromissione dalla giunta della compagna Fedi, figura molto popolare nel comune di Lerici viste le precedenti esperienze amministrative, resta una ferita aperta che non può rimarginarsi a breve termine se non con un azzeramento totale della giunta e un vero contronto politico col sindaco e le forze di maggioranza.

Confronto che è assolutamente mancato nei mesi precedenti, che avevamo più volte richiesto e che ora pare decisamente tardivo effettuare.

Vogliamo ricordare che la nostra è stata una presenza leale nella magggioranza di Caluri, all’insegna della realizzazione di quel programma elettorale condiviso da tutte le forze della coalizione e per il quale abbiamo partecipato alle primarie del centrosinistra nel febbraio 2012 proprio con la stessa Fedi, che ottenne un ottimo risultato in temine di preferenze.

E, dato che il programma prevedeva “una scuola in ogni frazione”, la decisione del sindaco di chiudere la scuola di Tellaro, argomento adottato come “casus belli” per il rimpasto, ci ha visto e ci vedrà ancora assolutamente contrari: casomai è il sindaco Caluri ad essere contro il suo stesso programma. Non si può avere alleati politici, utlizzarli per motivi elettorali e poi cacciarli alla prima seria divergenza. La democrazia e la politica sono fatte anche di queste cose: il confronto e anche lo scontro sono il loro sale, è bene saperlo.

Come già correttamente pronunciato da altre forze politiche lericine, l’assessore Fedi è stata esautorata per un mero regolamento di conti all’interno del Pd, che con questa operazione ora guida una giunta monocolore nella speranza di aver “zittito” alcuni propri esponenti troppo critici in questo anno e mezzo di attività consiliare.

La compagna Fedi, in qualità di consigliera comunale, è pronta ad un’opposizione durissima alla maggioranza di Caluri, che ora non avrà più alibi nell’affontare gli innumerevoli gravi problemi che sorgono nel comune lericino.

Il Partito Democratico sappia che Rifondazione non potrà più tollerare simili comportamenti autoritari e ingiustificati da parte dei propri sindaci che godono, grazie alla riforma della costituzione del 2000 voluta dall’allora Ds, di un potere esagerato e spesso fuori controllo.

Tali episodi, che oramai tendono a ripetersi troppo spesso, non potranno non essere presi in considerazione in vista della prossima tornata elettorale amministrativa, che nella nostra provincia porterà al voto una ventina di comuni nel 2014.

Massimo Lombardi

segretario provinciale Rifondazione Comunista La Spezia

Caso Lerici, Rifondazione: “Il consigliere Fiore non accetti il posto in giunta, costruiamo insieme un gruppo unitario”

9 settembre 2013, by  
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La possibile entrata in giunta di Lerici del consigliere comunale Michele Fiore sarebbe incomprensibile in considerazione delle distanze manifestate in questo periodo dallo stesso Fiore, a meno di non considerarle strumentali al raggiungimento dell’obbiettivo personale e nel maldestro tentativo di zittire chi esprime il proprio legittimo dissenso.

Quella che doveva essere un’amministrazione innovativa, che puntasse alla trasparenza del dibattito ed alla partecipazione dei cittadini alle decisioni più rilevanti, si è rivelata assolutamente inconsistente, se non addirittura un bieco ritorno alla vecchia idea della politica, quella dell’emarginazione della critica e dello zittire i dissensi con scambi di poltrone.

Rifondazione continuerà nelle battaglie politiche finora sostenute, sia fuori che dentro il consiglio comunale, responsabilmente con l’impegno programmatico assunto.

Da oggi il sindaco Caluri dovrà fare i conti con strenui guardiani del programma elettorale, di cui evidenzieremo, come abbiamo fatto fin’ora, le inadempienze, chiedendo conto dei progetti che abbiamo messo in campo, consapevoli che questa realtà politica è insufficiente per le esigenze della comunità lericina, ed adoperandoci per costruire un ampio settore di che condivida con noi le problematiche poste in maggioranza, con cui auspichiamo di costituire un gruppo unitario.

Rifondazione Comunista

Circolo “Lucio Libertini” Lerici

Spezia, Rifondazione Comunista lascia la maggioranza: “Federici e il Pd hanno tradito il programma”

5 aprile 2013, by  
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Rifondazione Comunista della Spezia, rappresentata in consiglio da Simona Cossu in qualità di capogruppo della Federazione della Sinistra, esce dalla maggioranza di centrosinistra della città.La decisione, ad opera del comitato politico federale del partito riunitosi lo scorso 20 marzo, è stata annunciata questa mattina presso la sala stampa del comune capoluogo alla presenza della stessa Cossu, del segretario provinciale Massimo Lombardi, dei rappresentanti della segreteria e dei circoli spezzini del Prc. Ai giornalisti e alla cittadinanza è stato presentato il “libro nero” dell’amministrazione Federici, un lungo elenco di mancanze e di “tradimenti” al programma stilato nemmeno un anno fa dalla coalizione risultata vincente alle elezioni del maggio 2012. Una situazione divenuta oramai intollerabile.Acam, porto e nuovo ospedale del Felettino sono i principali nodi di divergenza nell’azione di governo della città nel quale Rifondazione lamenta un’assoluta assenza di confronto.

Su Acam, oramai fallita, nessun impegno è stato preso per costruire un vero piano industriale capace di poter rilanciare le attività del gruppo, nessuna volontà di ricapitalizzazione e nessun impegno di fare rispettare ai comuni il loro ruolo di soci ed azionisti. L’unica volontà emersa è quella di mantenersi proni ai diktat degli istituti di credito, dalla privatizzazione alla liquidazione dei servizi. Nonostante il referendum del 2011, i programmi elettorali chiari su questi punti e le buone intenzioni espresse (a parole), assistiamo di fatto allo smantellamento dei servizi.

A questo va aggiunto il trattamento cui sono sottoposti i lavoratori, la vergogna del referendum aziendale sui contratti di solidarietà in “stile Marchionne” e la cassa integrazione che impoverisce gli stessi lavoratori peggiorando seriamente i servizi per i cittadini. Sono anni che Rifondazione cerca di proporre alternative a queste decisioni scellerate senzamai essere stati presi in considerazione ma, anzi, a tratti derisi e tenuti costantemente all’oscuro delle scelte intraprese.

Anche sul porto nulla è stato fatto. L’attuazione del Prp è un miraggio. Ad oggi non esiste ancora un progetto sulla fascia di rispetto, opera essenziale al fine di mitigare i disagi delle lavorazioni portuali nei quartieri del Levante cittadino. Sul waterfront la restituzione di Calata Paita alla città è stata trasformata dalla possibilità per i cittadini di riappropriarsi di importanti spazi a mare, alla prospettiva di una gigantesca colata di cemento che prevede la costruzione di sei palazzi e due grattacieli. Rifondazione Comunista è per lo stop al consumo del territorio rigettando completamente questa ipotesi fino a quando il progetto di Llavador non sarà cestinato.

La vicenda della concessione Contship, un procedimento privo di trasparenza adeguata e nel quale si evidenziano possibili figure sintomatiche dell’eccesso di potere, che consegna il porto per cinquantatre anni a tale società instaurando un monopolio assurdo, e la ventilata riconferma a Presidente dell’Autorità Portuale di Lorenzo Forcieri, dimostratosi incapace di applicare il Prp e autoreferenziale nell’esercizio del proprio mandato, sono altre due questioni di gravità inaudita.

L’ultima “perla” in termini temporali è quella del futuro nuovo ospedale del Felettino. Le dichiarazioni sulla stampa del presidente Burlando sono in totale controtendenza con tutto quello che Federici ha promesso in campagna elettorale, in primo luogo la realizzazione di un ospedale con soli soldi pubblici. Il presidente della regione ha invece dichiarato che mancano all’appello 25 milioni di euro che dovranno essere reperiti da fondi privati, magari attraverso una fondazione che prosuegui il clientelismo dilagante che persevera in città.

Ma la cosa più grave sono i dubbi sul Dea di secondo livello. In tutte le discussioni in consiglio comunale il sindaco ha garantito che non vi fosse alcun problema a riguardo. Oggi leggiamo che il nostro bacino d’utenza non è sufficiente a giustificare tale struttura. Una bugia gigantesca. Federici ha sempre affermato che se non si fossero trovate le risorse pubbliche per la costruzione del nuovo ospedale con un dea di secondo livello, si sarebbe dimesso. Ma dopo le esternazioni di Burlando non abbiamo avuto nessuna presa di posizione.

Infine il metodo adottato dal sindaco descrive una totale mancanza di rispetto nei confronti di una forza politica che ha contribuito in modo importante alla sua rielezione.

In undici mesi, nonostante le pesanti polemiche all’interno della maggioranza, Federici non ha ritenuto di dover riunire le componenti politiche che lo hanno sostenuto e nemmeno di dover telefonare al segretario provinciale di Rifondazione o ad altri membri della segreteria.

La maggioranza si è riunita soltanto una volta a fronte delle gravi emergenze che affliggono il nostro territorio, e l’ordine del giorno di questa unica riunione ha riguardato i rapporti del gruppo della Federazione della Sinistra con la stampa.Queste sono solo alcune gravi questioni sul quale vi è una netta contrapposizione tra Rifondazione e centrosinistra spezzino. Ci corre l’obbligo di rimarcare anche la gravità delle affermazioni del sindaco in merito alle nostre critiche, accusandoci di essere in “cerca di posti”. Affermazioni arroganti, inaccettabili peraltro mai smentite dalla dirigenza provinciale del Pd.

Rifondazione Comunista, federazione provinciale La Spezia

 

Cossu sullo strappo: “Con il Pd non c’è più discussione”

 

Sancito l’addio dei comunisti alla maggioranza consiliare. Lombardi: “Non si può prendere le decisioni e poi comuncarlo, ci vuole democrazia partecipata. Nessuna alleanza con il M5S”.

La Spezia – “L’amministrazione Federici ormai ha preso una piega dispotica, in cui il dissenso o anche solo il confronto sono vietati”. Le Federazione della sinistra esce dalla maggioranza in consiglio comunale, e lo fa sbattendo la porta. La capogruppo Simona Cossu ha parole dure per il sindaco e il Partito democratico, rei, secondo i comunisti, di averli estromessi sistematicamente dalle decisioni importanti nonostante gli accordi pre-elettorali. L’addio è quindi un approdo inevitabile, e arriva a poche settimane da un’elezione generale a dir poco disastrosa per la lista Ingroia.
“I punti fondamentali di attrito sono Acam e il porto, ma in generale mai una volta ci siamo riuniti all’interno della maggioranza per discutere questioni che erano importanti. Il messaggio che il sindaco manda alla città è del tenore: lasciate lavorare il manovratore, e non contestate le decisioni”.”In questa città c’è una classa dirigente che davanti alla crisi sociale si dimostra priva di idee. Non esiste un progetto di sviluppo capace di dare prospettive, e nel frattempo all’interno del Pd si assiste ad una guerra tra bande, con l’uso delle istituzioni come arma in mano ai dirigenti. Ora ci sarà il bilancio e vedrete che sarà costruito in maniera scomposta dai vari uffici, già Federici mi ha anticipato che non ci sono i fondi per coprire tutti i servizi”. Sui prossimi scenari, il segretario provinciale Massimo Lombardi esclude qualsiasi ipotesi di alleanza con il Movimento 5 Stelle. “Possiamo essere d’accordo su alcuni punti, ma di alleanze non si parla”. Eppure è quello uno degli aspetti più interessanti da tenere presente per il futuro. Prc e Comunisti Italiani si ripropongono di aprire alle associazioni e ai comitati, che sempre di più guardano alla creatura di Beppe Grillo che, nonostante le tensioni interne a livello parlamentare, alla Spezia può vantare una “verginità” che è presupposto forte se si vuole strizzare l’occhio ad una certa società civile.”Siamo consapevoli di aver dato il via ad un momento epocale – dice Lombardi – e si tratta di una decisione sofferta. Ma non si tratta di un capriccio, lo dimostra il fatto che il partito ha votato l’uscita in maniera compatta con tutti i circoli del territorio. Sappiamo che questo comporta tutta una serie di rotture a livello locale, a cui probabilmente seguirà la fine anche a livello nazionale di quella forma con cui ci eravamo presentati alle ultime amministrative non solo alla Spezia. Ma è cambiato il progetto di città, ci siamo allontanati da un programma che era frutto di decine di ore di mediazione, e ci sentiamo ormai estromessi da ogni elaborazione delle scete strategiche”.
Troppe decisioni calate dall’alto, poce partecipazione: è questo il punto su cui si sofferma il segretario. “Nessun tema è stato declinato in questa maniera, ma mai come in questo momento abbiamo bisogno di democrazia partecipata. Non si può imporre delle scelte e poi spiegarle: si deve partire dai cittadini, dai sindacati, dai comitati e dalle associazioni”.

Domenichini: “Enel, Acam, porto e Atc i nodi dolenti”

Da ora in poi il voto sarà calibrato provvedimento per provvedimento. Cossu “Su Acam sono i grillini ad averci copiato”.

La Spezia – “Ribadiamo il carattere estremamente politico di questa scelta, siam l’unica forza che ha avuto il coraggio di dire che è stato tradito un patto di governo della città e della provincia tutta”. Il responsabile ambiente di Rifondazione comunista William Domenichini spiega così l’abbandono della maggioranza in consiglio comunale alla Spezia.
“Non è vero che non c’è un’alternativa, noi non passiamo all’opposizione per dire dei ‘no’. Su Acam abbiamo vissuto una storia in cui le nostre proposte sono sempre state respinte, e poi siamo stati tacciati di irresponsabilità quando noi abbiamo rigettato le privatizzazioni e le misure che gravano sui dipendenti”. E i temi legati all’ambiente sembrano essere quelli su cui maggiormente si è consumato lo strappo: “Su Enel e sull’Aia serve un’analisi che vada in profondità, noi abbiamo sempre voluto porre la ospettiva di una riconversione. Sul porto c’è una concessione cinquantennale fatta ad un privato: una questione che ricade anche su Porto Venere e Lerici. Per quel che riguarda Acam parliamo di un tema che coinvolge tutta la provincia. E poi Atc: possibile che non ci sia un punto comune sul bacino unico?”.
“Da ora in poi decideremo volta per volta e tema per tema – annuncia Cossu – e faremo molte proposte alternative. Se per esempio ci si chiede di salvare Acam siamo con chiunque. Anche con i grillini? Certo, ma questo si dovrebbe chiedere a loro visto che hanno portato un provvedimento copiato dal nostro…”
Rifondazione all’attacco di Federici e PD: “Sarà opposizione dura, basta con il dispotismo”

LA SPEZIA – “Basta con la gestione dispotica del Comune da parte di Federici. E i dirigenti del PD devono smetterla di usare le Istituzioni per le loro guerre tra bande”. Non le manda a dire la Consigliera Comunale di Rifondazione Comunista Simona Cossu.  Il giorno dopo l’annuncio ufficiale dell’uscita dalla maggioranza, tutto lo stato maggiore di Via Lunigiana si presenta ai giornalisti per spiegare le motivazioni di uno “strappo” che era nell’aria da tempo.

Forse addirittura prima delle elezioni amministrative che hanno visto il rinnovo del mandato a Federici al primo turno. Rifondazione fece la scelta, a quel tempo insieme ai Comunisti Italiani, di sostenere il secondo mandato del sindaco, con l’intento, dichiarato al proprio elettorato, di contribuire a “spostare a sinistra” il baricentro della coalizione di centrosinistra e poi del governo della città.

Sembra passato un secolo, invece che pochi mesi. La Federazione della Sinistra non c’è più, travolta dalla sconfitta elettorale alle politiche. Dopo l’azzeramento dei vertici nazionali, quello che rimane di Rifondazione Comunista, una storia iniziata subito dopo la svolta della Bolognina di Occhetto ed attraversata da alterne vicende, e fortune, si sta giocando tutto a livello territoriale.

E qui alla Spezia, il gruppo dirigente, proveniente quasi a metà dall’ex DP e dai “lombardiani” del Partito Comunista, negli ultimi anni ha spesso dimostrato una certa “insofferenza” per l’alleanza con il centrosinistra. Tanto che in molte occasioni, già nella precedente legislatura targata Federici, la cronaca delle sedute del Consiglio Comunale ha riportato da Rifondazione più critiche e distinguo che sostegni alle linee programmatiche della maggioranza. A partire dalle questioni più “sensibili”, come ACAM, Porto, Enel.

Differenziazioni che negli ultimi mesi sono diventate vere e proprie proposte alternative, con in più la scelta di Rifondazione di offrire sponda politica palese a movimenti cittadini che in precedenza erano rimasti più su un piano di interlocuzione, vedi Cernaia e Piazza Verdi.  Un motivo in più di critica, secondo Rifondazione, di una gestione verticistica di Federici, accusato di “calare le decisioni dall’alto”, senza confrontarsi con i comitati e le associazioni.

“C’è bisogno di vera democrazia partecipata- ha detto questa mattina in conferenza stampa il Segretario Provinciale Massimo Lombardi- l’uscita dalla maggioranza è una decisione sofferta, un momento epocale della storia del nostro partito che ha sempre governato la città; una decisione nata da tutti i nostri circoli, un percorso di coerenza politica. Il progetto di città di Federici è cambiato, si è allontanato da un programma condiviso in decine di ore di negoziazioni. Sono mutati profondamente gli assetti che avevano determinato l’alleanza alle amministrative. “

“Dopo le elezioni, mai una volta ci siamo riuniti come maggioranza, nonostante le nostre molteplici richieste- ha continuato la Cossu-questo la dice lunga sulla piega dispotica che ha preso l’amministrazione della città; gli slogan di Federici sono “vietato contestare e lasciate lavorare il manovratore”, qualsiasi critica lo offende. Un esempio eclatante sono le nomine nelle società partecipate e negli enti, senza la minima trasparenza. Le nostre sono sempre state critiche sui contenuti, come su ACAM e il porto, esempi di come la classe dirigente di questa città sia priva di idee e di come il partito Democratico utilizza le istituzioni e le aziende pubbliche.”

Stessa intransigenza nelle parole di William Domenichini, responsabile ambiente: “Rivendichiamo il carattere politico della nostra scelta, si è rotto un patto di governo su temi come il porto, con la concessione pluriennale a un monopolista, una privatizzazione mascherata.  Non vogliamo essere autoreferenziali, ma costruire un nuovo percorso di aggregazione delle forze sociali, per la difesa dei beni comuni e delle fasce più deboli, cogliendo il malessere manifestato alle ultime elezioni politiche.”

E’ chiaro che l’uscita di Rifondazione non potrà provocare sconquassi nella maggioranza di Federici, numericamente ancora ben salda; l’opposizione dei “rifondaroli”, più che in Consiglio Comunale, dove in qualche caso potrà incontrare sponde nei Grillini e in Guerri, dovrà giocarsi molto extra palazzo, sul piano del conflitto sociale, e in solitudine, dato che per Comunisti Italiani e SEL l’accusa di “subalternità al PD” non è solo accennata.  “E’ anche colpa loro se l’asse politico di questa maggioranza si è spostato- hanno concluso i dirigenti di Rifondazione- ora in Consiglio Comunale sarà battaglia su bilancio: le risorse devono andare tutte a sostegno di chi soffre la crisi. Faremo un’opposizione dura, ricorrendo anche all’ostruzionismo se sarà necessario.”

Prc/Fds La Spezia: “Successo dell’inchiesta sociale, il programma del centrosinistra non potrà prescindere dall’esito dei questionari”

29 febbraio 2012, by  
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“Migliaia di questionari distribuiti, tantissimi cittadini e molti confronti diretti tra la gente, in città”.

Rifondazione Comunista/Fds fa un primo bilancio dell’iniziativa politica delle “urne rosse”, il banchetto permanente tenuto in Corso Cavour alla Spezia: “l’inchiesta sociale continuerà nei quartieri spezzini con la compilazione del questionario di 14 domande per chiedere ai cittadini quali sono le priorità sulla base delle questioni più importanti: ambiente, lavoro, economia, rapporti sociali. Nei prossimi giorni comunicheremo il calendario della “carovana delle idee“: da Marola al Favaro, da Canaletto a Pegazzano, un importante percorso di partecipazione e condivisione dal basso. Un lavoro di inchiesta che sarà il nostro metro di confronto con le altre forze politiche del centrosinistra e che riteniamo non proseguibile prima di aver concluso il nostro percorso di ascolto della città.

C’è chi si sta sperticando nelle acrobazie tattiche per sapere che fare da grande” -prosegue la nota- “noi abbiamo scelto di confrontare le nostre idee con la gente, in modo aperto e senza populismi ma coscienti che il confronto parte dalla nostra elaborazione politica e dalle battaglie sostenute nell’attuale amministrazione della città, che va dalla difesa dei beni comuni alla visione di uno sviluppo compatibile con le esigenze di vita degli spezzini.

Allo stesso tempo è inaccettabile assistere alle lezioncine del centrodestra” -proseguono dalla Federazione della Sinistra “dopo 15 anni di mal governo di questo Paese, tra nani e ballerine, ora tocca allo spettacolo fantasioso in salsa spezzina, a partire dalle dichiarazioni della candidata in pectore Chiarandini che da già la cifra del bassissimo livello politico. Si vuole infatti denigrare il voto di 27 milioni di italiani che hanno deciso di mantenere pubblici i servizi locali, così come si fa già spregio di elementi basilari per la vita democratica come la partecipazione, motore essenziale per trasformare la città, fino all’indecente strumentalizzazione del ricatto occupazionale.

Infine il vero tema su cui nessuno si confronta è il lavoro e la sua qualità” -conclude il Prc/Fds- “siamo e resteremo sostenitori di percorsi di partecipazione e trasparenza per condividere le scelte strategiche del territorio, a cominciare dalla riconversione degli impianti esistenti e dalla piaga del lavoro nero. Abbiamo visto l’utilizzo massiccio di amianto. Quante furono le voci indignate che denunciarono la presenza della fibra killer? Quanti ebbero il coraggio di dire basta? Abbiamo il dovere morale di pensare ad un futuro migliore di questo. Spezia ha inoltre una percentuale altissima di lavoro irregolare, com’è emerso dal rapporto dell’Ispettorato del Lavoro. Una condizione insostenibile per moltissimi lavoratori già vessati dalla sciagura del precariato che la politica deve combattere e sconfiggere“.

Federazione della Sinistra La Spezia

Primarie Lerici: Veruschka Fedi candidata con un “Programma per il Buon Vivere”

 

Veruschka Fedi parteciperà alle primarie del centrosinistra per il candidato a sindaco di Lerici.

L’attuale assessore Prc all’ambiente ha accettato tale candidatura a seguito dell’appello promosso dalla società civile lericina per un programma partecipato che ponga al centro lo stop al consumo del territorioe un nuovo modello economico di società fondato sulrispetto dell’ambiente e della green economy.

L’appello potrà essere sottoscritto da tutti i cittadini nell’iniziativa pubblica di presentazione che si terrà sabato pomeriggio alle 14.45 nella piazza Brusacà di San Terenzo.

Di seguito il testo dell’appello:

Nello slogan “un altro mondo è possibile” persone diverse, credendoci, si sono impegnate in questi anni mettendo capacità, professionalità e tempo, per costruirlo, impegnandosi nelle associazioni ambientaliste, nel commercio equo-solidale, nei gruppi di acquisto, nella politica.

Oggi, di fronte alle imminenti primarie del centrosinistra, convinti che finalmente il vecchio modo di concepire la politica è definitivamente scomparso lasciando spazio alla partecipazione, le stesse persone hanno sentito il bisogno di unirsi e condividere un Programma unitario, che non sarà una semplice delega, ma un progetto su cui continuare a lavorare ed impegnarsi nella sua attuazione oltre la scadenza elettorale.

Per questo hanno deciso di sostenere e di scrivere assieme questo programma con Veruschka Fedi, che ha accettato di sostenere con la propria persona questa sfida. I cambiamenti climatici che hanno colpito la nostra provincia, senza risparmiare il territorio lericino, visto il suo ripetersi ciclicamente con maggiore o minore intensità non possono più esser considerati eccezionali, ma conseguenze di un Sistema sbagliato che occorre contrastare investendo in manutenzione del territorio, bisogna quindi iniziare ad ipotizzare ed attuare un modello economico locale basato sulla valorizzazione e la difesa del suolo e non dello sfruttamento e sarà proprio il PUC, la cui scadenza cade proprio nel 2012, la prima sfida su cui impegnare tutte le forze e tutte le risorse.

Un programma che parta anche dall’attuazione di quella green-economy in cui hanno creduto i cosiddetti Comuni virtuosi da cui attingere a piene mani: energie rinnovabili, riduzione riuso e riciclo dei rifiuti, risparmio di risorse, recupero e ristrutturazione, mobilità alternativa, passando per la Democrazia partecipata nelle decisioni che riguardano la collettività.

C’è una politica distante dai cittadini, autoreferenziale, incapace di affrontare le sfide importanti che stiamo vivendo come Paese Italia, che va ad accrescere il divario tra la politica tradizionale e la popolazione, che genera soltanto scontro sociale e fenomeni di anti-politica. Bisogna ripartire ponendo nuovamente l’uomo e la comunità al centro degli interessi, dalle micro alle macro aree, cercando di ridurre sempre le disparità sociali e le ingiustizie, un programma utopistico? Forse, ma basta crederci. Verusckha Fedi e il suo gruppo l’hanno già fatto.

Rifondazione Comunista, circolo “Lucio Libertini” Lerici

Massimo Guadagni nuovo segretario del circolo di Ortonovo: “Riduzione edificabilità e tutela dei deboli al centro del programma”

10 dicembre 2011, by  
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Novità ai vertici di Rifondazione ad Ortonovo. Danila Cucurnia non è più segretaria e al suo posto adesso c’è Massimo Guadagni.

Il nuovo direttivo del circolo ortonovese di Rc è ora formato da Massimo Guadagni, Danila Cucurnia, Roberto Bedini, Massimo Marcesini, Massimo Parducci, Alberto Biselli e Alessio Menconi.

In quella che forse è la sua prima nota da segretario, Guadagni scrive che «ad Ortonovo per le comunali niente è ancora stabilito, a noi interessa il programma. Siamo per la revisione del puc, una forte riduzione dell’edificabilità e un forte investimento sulla manutenzione geologica. E vogliamo tutelare i deboli».

Circolo “Silvio Marcesini”

Rifondazione Comunista di Ortonovo

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