“Solidarietà alla Casa delle donne di Pisa sgomberata dalle forze dell’ordine”

1 giugno 2017, by  
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La federazione spezzina di Rifondazione Comunista esprime piena solidarietà alle compagne della “Mala Servanen Jin”, la casa delle donne di Pisa, brutalmente sgomberata pochi giorni fa dalle forze dell’ordine fa dopo circa due mesi di occupazione pacifica dello stabile, di proprietà del comune, da tempo abbandonato a se stesso.

Le autorità pisane, guidate dalla repressiva giunta Pd del sindaco Filippeschi, hanno pensato bene di agire con un atto di forza assurdo contro persone inermi, “colpevoli” solo di avere organizzato un presidio sociale e culturale a difesa delle difesa delle fasce più deboli della popolazione, oltre a recuperare edifici destinati alla rovina facendoli divenire un bene comune al servizio di tutti.
Si tratta di un luogo capace di ospitare numerose persone in difficoltà e un tempo destinato all’accoglienza dei migranti. Ma il Pd, da nord a sud, non fa altro che ritagliarsi ruoli sempre più vicini alla peggiore destra, ben supportati da un ministro degli interni come Minniti, che proprio ieri si trovava a Spezia per partecipare alla campagna elettorale per le amministrative.
Registriamo infatti come la solerzia delle amministrazioni comunali nell’utilizzo della forza sia inversamente proporzionale alle risposte sul piano politico che esse – non – forniscono per risolvere le principali problematiche sociali delle proprie città. 
Ribadiamo la nostra vicinanza agli occupanti augurandoci che finisca al più presto questo clima di violenza e di repressione nei confronti di chi non si allinea ai dettami del potere costituito.
 
Rifondazione Comunista, federazione La Spezia

Fallito golpe in Turchia, Ferrero: “Aumentiamo il sostegno al popolo curdo”

18 luglio 2016, by  
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Il golpe in Turchia è fallito. E’ bene fare alcune riflessioni prima che la storia venga completamente riscritta.
In primo luogo tutti i partiti dell’opposizione in Turchia si sono schierati contro il golpe, a partire dall’Hdp che ha detto chiaramente che la loro è una battaglia per la democrazia e che questa strada non ha alternative.
In secondo luogo i leader occidentali sono stati a vedere e solo dopo varie ore, quando è stata chiara la divisione dentro le forze armate e l’entità della reazione popolare, Obama ha preso posizione contro il Golpe. Evidentemente tutti questi sinceri democratici, in buona compagnia con Salvini, hanno sperato che il golpe gli togliesse di mezzo il governo turco. Il fatto che gli addetti militari turchi nelle cancellerie occidentali fossero stati allertati sul golpe ci parla probabilmente di qualche superficie di contatto tra la Nato e i golpisti.
Il fascista Erdogan adesso utilizzerà questo golpe fallito per accentuare la repressione nel paese e accentuare gli aspetti dittatoriali del suo governo.
Compito nostro aumentare ed alimentare la controinformazione sulla repressione in Turchia, aumentare ed alimentare il nostro lavoro di solidarietà con il popolo Kurdo, con i compagni e le compagne del Pkk e dell’Hdp.

W la lotta del popolo Curdo! W il Pkk e Ocalan!

 

Paolo Ferrero,

segretario nazionale Rifondazione Comunista

Lombardi e Dosio: “Solidarietà al movimento No Tav dopo i fatti di Genova”

3 settembre 2014, by  
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Esprimiamo la più assoluta solidarietà agli esponenti No tav che l’altra sera a Genova alla festa del Pd hanno manifesto il proprio dissenso davanti ai notabili del partito al governo.

Siamo contro la repressione della protesta e contro un’opera scandalosa e inutile, uno spreco di denaro che ingrassa i soliti poteri economici collusi, senza alcun beneficio per i cittadini.
Siamo per il diritto-dovere di contestare questo scempio, che nulla ha che vedere con la democrazia e con il bene comune.
Tali manifestazioni servono per ricordare all’opinione pubblica che il movimento No tav lotta per la giustizia sociale, contro gli abusi del potere poltico-economico a danno delle comunità locali e di tutti i cittadini italiani.

Massimo Lombardi,
segretario provinciale Prc La Spezia

Nicoletta Dosio,
Movimento No Tav Val di Susa

Blitz antidroga a scuola, Vergassola (Gc La Spezia): “Solidarietà agli studenti spezzini, dalle forze dell’ordine inutili e inopportune azioni repressive”

2 aprile 2014, by  
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Qualche settimana fa abbiamo scritto un comunicato stampa in cui spiegavamo quanto fosse repressivo un blitz antidroga in una scuola, citando un caso recente avvenuto Genova.

Siamo stati “buoni” presaghi: questa mattina è avvenuta la stessa cosa in una scuola spezzina, l’Istituto Professionale “Einaudi”.

A nome mio e dei Giovani Comunisti/Prc La Spezia, esprimo preoccupazione e forte contrarietà per l’episodio di oggi, dove le forze dell’ordine hanno operato un controllo con cane antidroga nelle scale dell’edificio scolastico e nel piazzale antistante.

Agli studenti è stato chiesto prima di sollevare e poi di appoggiare per terra gli zaini uno ad uno. Contestiamo dunque il merito, in quanto sarebbero più utili percorsi di sensibilizzazione, le modalitá, quantomeno inopportune, e l’utilitá, davvero dubbia.

Sperando che episodi del genere non si ripetano più ed esprimendo solidarietá agli studenti spezzini, ci stiamo giá attivando sul territorio con la campagna “No Blitz”, tramite la quale chiederemo incontri con le istituzioni in merito a queste vicende.

 

Filippo Vergassola,

coordinatore provinciale Giovani Comuniste/i La Spezia

Controlli antidroga nelle scuole, Cosini (Gc La Spezia): “Un metodo di repressione grave e inutile per gli studenti”

21 marzo 2014, by  
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Qualche settimana fa, in un Istituto Superiore di Genova, un’unità cinofila della Polizia di Stato si è presentata nelle aule dell’edificio per sottoporre gli studenti ad un controllo anti droga.

Benchè tale metodo ad alcuni può sembrare utile ed efficiente nella lotta all’utilizzo di sostanze stupefacenti, a noi sembra invece invece una situazione di mirata repressione.

Uso la parola repressione in quanto gli studenti, oltre a non essere stati preventivamente avvisati di tale incontro/scontro, si sono trovati davanti ad una decisione già presa su un fatto che li riguardava direttamente. In poche parole non è stata data loro la libertà di formare un contraddittorio o comunque di esprimere la loro opinione a riguardo.

Tutto ciò senza considerare un’altro importantissimo aspetto: il metodo con cui tale controllo è stato esercitato. Ancora una volta la parola repressione si presenta come la più adatta, in quanto la posizione adottata della unità cinofila invece che trasmettere un messaggio di sensibilizzazione contro l’uso delle droghe e le sue successive implicazioni e conseguenze sia sul piano legale che su quello fisico, ha prodotto negli studenti panico ed un senso di ingiusta oppressione.

Riteniamo che tale scelta abbia profondamente danneggiato la fiducia e la sicurezza che gli studenti riponevano sulle forze dell’ordine: si è verificato un grave precedente che non dovrà mai più ripetersi in nessun altro Istituto.

Ciò che contestiamo è il mancato avviso agli studenti di tale scelta: riteniamo infatti che debbano essere maggiormente coinvolti nelle scelte che riguardano la scuola. Oltre al metodo, l’altro aspetto che contestiamo è la totale inutilità di queste azioni: ci chiediamo infatti quali grandi sequestri di droga potranno mai essere stati effettuati dentro la scuola? Non sarebbe stato meglio intervenire con corsi di sensibilizzazione?

Marco Cosini

Giovani Comuniste/i La Spezia

“Se non con Marta quando? Pd e Pdl strumentalizzano il decreto anti-femminicidio per reprimere il movimento no Tav”

17 agosto 2013, by  
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Un’ennesima vergogna da “larghe intese” si nasconde nel decreto legge anti-femminicidio licenziato dal governo lo scorso 8 agosto scorso e che passerà all’analisi del parlamento da martedì 20.

In un articolo nel decreto intitolato “Norme in materia di concorso delle forze armate nel controllo del territorio e per la realizzazione del corridoio Torino-Lione, nonchè in materia di istituti di pena militari” sono previsti inasprimenti contro chi da anni si oppone a uno dei più grandi scempi ambientali mai relizzati in Italia.

Riteniamo un autentico scandalo strumentalizzare una questione così drammatica come la violenza sulle donne per aumentare la repressione del dissenso sulla legittima lotta alla Tav Torino-Lione.

Un altro capolavoro firmato Letta e Berlusconi che si vorrebbe far passare nel più totale silenzio, complice la calura ferragostana e il relativo clima balneare di “agibilità politica”.

A collegamento delle due questioni aggiungiamo un fatto molto rilevante, naturalmente oscurato dalla stampa nazionale ma che sta “spopolando”, come si usa dire oggi, sui social network.

Pochi giorni fa c’è stata una forte mobilitazione in solidarietà a Marta Camposano, compagna pisana no Tav picchiata e molestata delle forze dell’ordine durante il fermo avvenuto dopo la passeggiata notturna in Val Susa il 19 luglio scorso alla quale hanno partecipato anche compagni dalla Spezia.

In seguito Marta è stata umiliata, violata e denigrata da un sindacato di polizia, da giornalisti e pure da un senatore della Repubblica, tal Stefano Esposito del Pd.

Lo slogan scelto per difendere Marta e per portare alla luce questo fatto gravissimo è stato “Se non per Marta quando”, con ovvio riferimento al movimento “Se non ora quando” che non ha detto una sola parola, tra l’omertà generale più assoluta. Ricordiamo che non esistono violenze sulle donne di serie A o di serie B: non vorremmo che il movimento intervenga solo in alcune circostanze, e solo quando fa comodo.

Per questo Rifondazione Comunista della Spezia aderisce all’appello in solidarietà a Marta chiedendo a chiunque di sottoscriverlo, sia personalmente che collettivamente, per esigere giustizia e farle sentire che non è sola ad affrontare l’arroganza di chi pensa di poterla continuare a offendere con tutto il potere personale e mediatico di cui dispone.

Alleghiamo una selezione di documenti utili alla comprensione di quello che sta accadendo e della campagna di solidarietà che vi invitiamo a sottoscrivere.

Marta ha bisogno di noi, adesso. Se non ora, quando? Se toccano una toccano tutte!

Per sottoscrivere l’appello occorre inviare una mail indicando NOME/COGNOME/CITTA’ all’indirizzo: senonconmarta@gmail.com

Le adesioni già raccolte sono centinaia ma intendiamo mantenere aperta la sottoscrizione perché crediamo che gli abusi di polizia non debbano passare sotto silenzio. Una prima presentazione dell’appello è reperibile qui http://www.youtube.com/watch?v=AdsV5wfbSbM e intendiamo continuare a raccogliere adesioni per sostenere in modo concreto il coraggio di Marta e la sua denuncia.

Invitiamo, chi non lo avesse già fatto, ad ascoltare e diffondere la testimonianza di Marta alla conferenza stampa seguita alle cariche della polizia in Val Susa del 19/07/2013  http://www.youtube.com/watch?v=NVUQ5natRj4

E’ già in rete una pagina facebook dove è stata aperta una campagna di raccolta foto per tutt* coloro che vogliano far sentire la loro vicinanza a Marta e ringraziarla per la sua coraggiosa denuncia. Si può trovare digitando https://www.facebook.com/#!/pages/Se-non-con-Marta-quando-Se-toccano-una-toccano-tutte/611101625590032

Un ottimo approfondimento che invitiamo a condividere è la lettera aperta di Simonetta Crisci e Laura Corradi alla Presidente della Camera dei Deputati Laura Boldrini e alla Ministra per l’integrazione Cecile Kyenge: http://www.infoaut.org/index.php/nodi/pisa/item/8587-se-la-violenza-machista-è-di-stato

La denuncia di Marta da voce a le tante storie di abusi ignorati e silenziati dai mass media.

CONDIVIDIAMOLA NOI! DIFFONDIAMOLA NOI!

Rifondazione Comunista, federazione provinciale La Spezia

Di seguito il testo dell’appello:

Con Marta, donna No Tav

Nella notte di venerdì 19 luglio, centinaia di uomini e donne No Tav cercano di avvicinarsi alle recinzioni che espropriano una parte della Val Susa: terra di boschi e lavande, terra che dovrebbe dare frutti, terra che uomini e donne hanno vissuto e rispettato. Terra di lotte partigiane, sentieri che hanno visto combattere, e vincere, contro i nazisti. Ma quella terra ora è deserto, ruspe che scavano e abbattono, recinti e check point, gas che avvelenano, con le popolazioni civili, i loro campi e le loro vigne.

Una terra strappata al presente in nome di un “progresso” che avvelena le vite delle donne e degli uomini, impegnato a distruggere i valori e la dignità delle comunità. Un salto indietro nella storia.

Venerdì 19 luglio uomini e donne No Tav si avvicinano nel buio per battere sulle reti e gridare: “mia nonna partigiana me l’ha insegnato, tagliare le reti non è reato”.

Qualcosa è accaduto, venerdì notte, in Val Susa. Centinaia di agenti, esercito armato e attrezzato per la guerra, hanno assalito quegli uomini e quelle donne armati di torce e limoni e bottiglie d’acqua. Hanno chiuso loro ogni via d’uscita e, novella Diaz, hanno operato una mattanza. I più giovani, come testimoniano gli anziani della valle, hanno cercato di proteggere una via d’uscita ai più deboli, consentendoli di arrampicarsi sulla montagna, fuori dai sentieri chiusi dalle “forze dell’ordine”. Hanno pagato un prezzo altissimo, 63 feriti, 2 fermati, 7 arrestati.

Una nostra amica, Marta, 33 anni, pisana, viene fermata, colpita alle spalle durante la fuga. La sua testimonianza racconta le manganellate alla schiena mentre è schiacciata per terra dagli scarponi di agenti di cui non riesce neanche a vedere il volto. La notte è satura di gas e lei non è protetta da maschere, a differenza degli agenti. La trascinano in due, uno le stringe il collo, dell’altro restano sul suo braccio le impronte livide della stretta. La trascinano mentre altri intervengono. Uno alza il manganello e le spacca la bocca (6 punti esterni, 2 interni), altri le palpeggiano il seno e il pube. E’ un coro di insulti, un gridare “puttana”. Sanguinante la portano dentro il cantiere, gli insulti e gli sputi continuano, ci sono i magistrati e anche una donna poliziotto che non porta conforto ma altri sputi e insulti e molestie verbali.

Un medico di polizia raccomanda il ricovero immediato in Pronto Soccorso. Passeranno quattro ore. Quattro ore di sangue sul volto e sputi e insulti al suo essere donna.

Dal Pronto Soccorso la rilasceranno indagata a piede libero. Non è il caso di farla vedere a un giudice.

Ma la Diaz di Marta non è finita. Non è bastato il pestaggio, non sono bastate le violazioni al suo corpo di donna, non sono stati sufficiente “lezione” gli insulti e gli sputi e il ritardo nei soccorsi.

Marta non è stata zitta. Ha alzato la faccia ferita, è andata davanti alla stampa e ha osato raccontare.

Lei, l’unica dei fermati di quella notte d’inferno che poteva parlare.

E allora la caccia alle streghe riparte. Come donne conosciamo i toni e i modi e la violenza profonda di chi ti umilia e viola e insulta un’altra volta. Ed ecco spuntare l’UGL, sindacato di destra, a chiedere per Marta punizioni esemplari. Ed ecco un senatore della Repubblica, Stefano Esposito, Partito Democratico, divertirsi a twittare che Marta è bugiarda, che le manganellate giuste che ha preso se l’è cercate con la sua “guerra allo Stato” e che certo nessuna molestia c’è stata. Una follia di machismo, una banale arcaica prepotenza sulle donne umiliate e su Marta violata che si permette ancora di ribadire, dalle frequenze di una radio nazionale.

Come donne non possiamo tacere. Non possiamo tollerare che la terra, gli uomini e le donne continuino ad essere violati. Non possiamo più sopportare che la vita e i bisogni di tutte e di tutti siano travolti dall’arroganza dei pochi che su questo possono lucrare. Un arroganza che si crede onnipotente, che pensa di poter travolgere i corpi e le vite delle donne e degli uomini, con la violenza delle armi, prima, con quella degli insulti e della denigrazione e delle menzogne, poi.

Per Marta e i feriti della Val Susa esigiamo giustizia.

Per le donne violate esigiamo rispetto. Se il carnefice è pagato dallo Stato ne esigiamo di più.

http://www.infoaut.org/index.php/nodi/pisa/item/8589-con-marta-donna-no-tav

Turchia, appello dell’opposizione al capo dello Stato. Bonino minimizza la situazione: critiche del Prc

13 giugno 2013, by  
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Dopo l’ennesima notte di violenze e repressione da parte della polizia turca, il leader dell’opposizione turca Kemal Kilicdaroglu ha lanciato un appello al capo dello stato Abdullah Gul perche’ prenda una iniziativa per fermare le violenze. Dopo una riunione di crisi della direzione del suo partito Chp questa notte, mentre erano in corso duri scontri a Istanbul e Ankara, Kilicdaroglu ha chiesto a Gul di convocare un vertice dei leader dei principali partiti turchi per fare abbassare la tensione nel paese. Intanto, tra le varie azioni di repressione viene segnalata una multa alle televisioni turche che hanno trasmesso le immagini degli scontri di questi giorni.
Sulla situazione in Turchia è intervenuto sia l’Onu che, in maniera blanda, gli Usa. Posizione minimizzatrice anche da parte dell’Italia. Il ministro Emma Bonino ha prodotto una informativa per il Parlamento in cui parla di “apprensione per gli eventi e di stato d’allerta per “tutelare l’incolumità degli italiani”. Le manifestazioni di protesta in Turchia, secondo Bonino, sono nate in maniera “spontanea“, e il partito dell’opposizione si è unito ai manifestanti ma non li ha guidati. Bonino, che ha parlato di “uso sproporzionato della forza” da parte della polizia con il “fermo di decine di avvocati” ha confermato il bilancio di “quattro vittime e centinaia di feriti“.
Critiche a Bonino, che tra l’altro ha paragonato i turchi ai protegonisti della primavera araba, sono arrivate subito dal segretario del Prc Paolo Ferrero. Il ministro Bonino ha minimizzato le violenze, paragonando piazza Taksim a Occupy Wall Street – scrive Ferrero in una nota – e denunciando solo in maniera blanda e superficiale la pesante repressione ordinata da Erdogan”. “E’ vergognoso che l’Italia assuma una posizione cosi’ menefreghista sui diritti umani e democratici – continua Ferrero – spostata evidentemente molto di piu’ sugli interessi commerciali dei rapporti con la Turchia”. “Alla faccia dei bei discorsi sui diritti civili e sulla laicita’ – rincara Ferrero – Emma Bonino in questa occasione dimostra invece una totale sudditanza agli interessi economici“.Quello che stanno subendo i manifestanti a Istanbul -conclude Ferrero- non e’ da Paese civile, ne’ da democrazia: e uno Stato di questo tipo non puo’ entrare in Europa, al contrario di quanto ha detto il ministro degli Esteri, con un tempismo davvero sospetto. ‘Difendere’ il governo turco e l’ingresso di Ankara nell’Ue in un momento del genere e’ un insulto ai cittadini turchi che stanno difendendo la democrazia e respingendo al mittente i tentativi di clericalizzare un Paese”.

Vergassola: “Solidarietà agli studenti caricati in tutta Italia dalle forze dell’ordine”

6 ottobre 2012, by  
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Vogliamo esprimere tutta la nostra solidarietà agli studenti che ieri, mentre manifestavano pacificamente, sono stati selvaggiamente picchiati dalle forze dell’ordine in diverse città d’Italia. Tutto questo fa parte di una precisa idea volta ad ammutolire tutti coloro che legittimamente esprimono il loro dissenso a questo scellerato governo.

Le cariche e le violenz avvenute fanno chiaramente emergere il messaggio che questo governo ha paura che la gente sappia e venga a conoscenza della verità rispetto a tutte le politiche folli che stanno portando avanti.

Vogliono spaventare chi esprime la propria contrarietà e picchiano invece di riflettere sul fatto che, se così tanta rabbia c’è in questo Paese, un motivo ci sarà, così come ci sono responsabilità ben precise. Da oggi in Italia non abbiamo più solo il governo dei disastri, ma quello dei disastri e dei manganelli, sostenuto con forza da Pd, Pdl e Udc.

Noi e larga parte di questo Paese invece vogliamo che vadano a casa. Rinnoviamo tutta la vicinanza e la solidarietà a tutti coloro che sono stati picchiati e umiliati da chi dovrebbe garantire l’ordine in un Paese che non li merita, che non ci merita.

Filippo Vergassola, Resp.Scuola e Università Prc La Spezia
Giovani Comuniste/i La Spezia

Da Genova 2001 a Valsusa 2012: stasera Don Gallo alla festa Prc di Bottagna per parlare di repressione di stato

 

Grande attesa per stasera alle 19 a Bottagna quando Don Andrea Gallo interverrà alla festa di Rifondazione Comunista del circolo di Vezzano Ligure “XXV Aprile-Aldo Lombardi”.

Il “prete di strada” della comunità di San Benedetto di Genova, celebre per le battaglie in difesa degli ultimi, dei diseredati, dei deboli, interverrà  nel dibattito “Da Genova 2001 a Valsusa 2012, percorsi di lotta, strategie di repressione” introdotto dal segretario provinciale Prc/Fds Massimo Lombardi e dall’avvocato Fabio Sommovigo, che ha partecipato come difensore al “processo dei 25” accusati di devastazione e saccheggio per i fatti avvenuti il 20 e il 21 luglio 2001 a Genova.

L’iniziativa giunge in straordinaria coincidenza temporale con la sentenza della Corte di Cassazione che proprio ieri ha confermato le condanne per falso aggravato a carico di diversi dirigenti di polizia (tre di questi all’epoca operativi nella questura spezzina) coinvolti il 21 luglio 2001 durante il G8 nelle brutali violenze alla scuola Diaz di Genova. Pestaggi e torture terrificanti che colpirono l’opinione pubblica mondiale anche perchè impensabili in uno stato democratico.

A distanza di undici anni da quei tragici fatti, che hanno segnato la città di Genova e non solo, questa sentenza giugne come un segnale di giustizia contro chi ha compiuto abusi e nefandezze assolute verso persone inermi. Ci auguriamo che tutti i condannati paghino il conto con la stessa giustizia che resta ancora, fino a prova contraria, uguale per tutti.

Rifondazione Comunista, circolo “XXV Aprile-Aldo Lombardi” di Vezzano Ligure

La “Festa della lumaca comunista” di Vezzano avrà luogo venerdì 6, sabato 7 e domenica 8 luglio presso l’area del parco fluviale di Bottagna. Cucine aperte dalle 19 con menù di carne e di pesce a prezzi popolari. Tutte le sere si balla fino a notte fonda con Menegatti dj.

Da Genova alla Val Susa: domenica 19 febbraio assemblea pubblica sulla repressione di stato con Haidi Giuliani e Nicoletta Dosio

16 febbraio 2012, by  
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Si svolgerà domenica 19 febbraio alle ore 17 nella sala “Aldo Lombardi” della Federazione spezzina di Rifondazione Comunista in via Lunigiana 545 l’assemblea pubblica dal titolo Da Genova alla Val Susa la repressione continua“.

Al dibattito saranno presenti Italo di Sabato (Osservatorio Nazionale Sulla Repressione), Haidi Giuliani (Mamma di Carlo Giuliani, già senatrice Prc) e Nicoletta Dosio (Comitato No Tav Valdisusa). Coordinerà il segretario provinciale Prc/Fds Massimo Lombardi.

L’incontro -dichiara Ricciardi- è stato organizzato in vista della manifestazione nazionale in Val Di Susa di sabato 25 febbraio alla quale una nostra delegazione prenderà parte.
Saremo in Val di Susa per chiedere la libertà delle compagne e dei compagni in carcere, perchè gli arresti avvenuti sono l’ennesimo tentativo di ridurre il movimento No Tav ad un problema di ordine pubblico al fine di dividerlo e delegittimarlo. È l’ennesimo punto di continuità tra il governo Berlusconi e il governo Monti: non si riconoscono le ragioni di chi protesta, non si tratta, ma si agisce militarmente, si determina un clima di tensione e poi si processa sulla base degli scontri che avvengono.
Jacopo Ricciardi, resp. Osservatorio sulla Repressione Prc/Fds La Spezia

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