Toti e Giampedrone hanno deciso per il biodigestore nella provincia spezzina.
Il Pd, senza alcuna credibilità politica, cerca di salvare le apparenze nei confronti della popolazione non partecipando al voto.
Questo è il quadro emerso dal consiglio provinciale di questa mattina che doveva discutere del famigerato biodigestore da realizzare a Saliceti o a Boscalino.
I consiglieri del Partito Democratico hanno deciso di uscire dall’aula facendo saltare il numero legale, ricevendo le dure critiche del centrodestra.
Peccato che sia stata un’operazione totalmente di facciata: il Pd, in maggioranza teorica in consiglio, si trovava in realtà in minoranza a causa dell’assenza (voluta?) di due suoi consiglieri.
Ecco perché l’abbandono dei banchi, adducendo tra l’altro il motivo dello scarso tempo per esaminare la pratica, ha il sapore della trovata atta a distrarre l’opinione pubblica sul vero nocciolo del problema, ossia i dissidi interni proprio allo stesso Pd sull’argomento. Se si voleva veramente fare opposizione al biodigestore si sarebbero dovuti presentare a ranghi completi e mettere in minoranza gli uomini di Cozzani, totalmente succubi ai voleri della giunta regionale.
Ma la situazione attuale è figlia della gestione del territorio negli anni precedenti che non può non portare la firma del Partito Democratico, responsabile della crisi di Acam e della conseguente aggregazione con Iren, che ora chiede il conto. Il Pd così cerca di scaricare il barile sul centrodestra totiano, ma ciò non basta a salvare la sua credibilità: entrambi sono ugualmente responsabili. Occorre invece programmare impianti che trattino che trattino il riutilizzo, il recupero e rigenerazione di tutte le categorie merceologiche differenziate.
Per questo Rifondazione è contraria tout court alla realizzazione del biodigestore, e non solo sul territorio spezzino perché ciò pregiudicherebbe il sistema Rifiuti Zero che sosteniamo con forza e in ogni sede dal 2008.
Rifondazione Comunista, federazione provinciale La Spezia
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Rifondazione Comunista esprime la totale solidarietà alle comunità di Santo Stefano Magra, Arcola e Vezzano Ligure che sono state oggetto di attenzione per la costruzione del famigerato biodigestore. I nostri consiglieri comunali Nadia Lombardi per Vezzano e Salvatore Romeo per Arcola si sono mobilitati affinché le rispettive amministrazioni assumessero una posizione chiedendo una discussione in consigli straordinari, mentre i nostri militanti sono già da tempo parte integrante delle organizzazioni di base e dei comitati che hanno raccolto firme tra le cittadine e i cittadini delle comunità ad oggi interessate.
E’ evidente a tutti che stiamo parlando di una questione di scala provinciale, per questo è sconcertante che il presidente della Provincia, Giorgio Cozzani, non abbia ancora assunto una posizione chiara. A lui chiediamo se avrà il coraggio di tutelare la salute dei nostri concittadini, oppure di avallare gli interessi privati di Iren. Tale imbarazzante silenzio raggiunge anche la giunta Toti, alla quale andrebbe posta la stessa questione.
Un nuovo impianto per il trattamento dei rifiuti nella provincia della Spezia non ha nessuna logica, né ambientale, né economica. Non si tratta di scegliere il luogo adatto ma di una scelta che graverebbe sulle spalle dei cittadini sia sotto il profilo dei costi che sotto il profilo del peggioramento della salubrità dei luoghi che vedrebbero nascere un impianto inutile e dannoso.
Rifondazione sostiene dal 2008 la proposta di Rifiuti Zero. L’abbiamo fatto portando alla Spezia il prof. Paul Connett per ben due volte, lo abbiamo fatto facendo approvare la delibera di adesione in alcuni comuni spezzini, lo abbiamo fatto consapevoli che l’unica via da percorre nella gestione dei rifiuti è l’esempio dei comuni virtuosi, che portano la raccolta differenziata al 90% riducendo ai minimi termini la frazione secca. Il biodigestore sarebbe l’ennesimo sperpero di soldi in un grande impianto, soldi che dovrebbero essere investiti nel servizio di raccolta, e che per giunta pregiudicherebbe una gestione virtuosa perché giustificherebbe la lavorazione dell’indifferenziato che deve diminuire, non aumentare.
Rifondazione Comunista, federazione provinciale La Spezia
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Cara/o Spezzina/o,
che hai la testa ed il cuore che batte a sinistra, ho deciso di prendere carta e penna e scriverti un appello accorato per chiederti – rompendo timidezza ed indugi – la Tua formale adesione al Partito della Rifondazione Comunista, Federazione della Spezia.
Scrivo proprio a te che stai vivendo con spaesamento e disagio l’attuale situazione politica nazionale e locale, in cui domina il partito delle larghe intese, della strisciante omologazione nonchè l’asse trasversale degli affari e dei poteri occulti. 
So bene che hai la forte tentazione di lasciare la politica attiva, quella a cui tu tanto hai dato, in termini ideali e concreti di elaborazione e partecipazione, per relegarti fuori dallo spettacolo immorale offerto oggi da una certa classe dirigente ed andare ad incrementare il partito dell’astensionismo, oggi più’ che mai, maggioritario.
Voglio essere presuntuoso e provare a fermare la tua intenzione e la tua sacrosanta indignazione con una vera e propria provocazione, un guanto di sfida lanciato direttamente ai tuoi valori e principi di sinistra…
aprire il Partito della Rifondazione Comunista a te, senza chiederti una prova di ortodossia, senza importi ideologie totalizzanti ed asfissianti, aprendoti la porta e invitandoti ad entrare, se hai voglia di lottare e resistere ad oltranza per la difesa e l’attuazione dei valori della costituzione nata dalla Resistenza.
Lo voglio fare non in termini astratti ma ben concreti ed effettivi: il mio è un accorato invito ad entrare a far parte di una comunità inclusiva, variegata e plurale, in cui discutere, lottare ed agire, mantenendo le differenza anzi valorizzandole – non con meri slogans ma con pratiche effettive di militanza.
Mi rivolgo a te proponendoti un approccio pragmatico e tematico, poichè siamo intenzionati a dar vita nella nostra città e provincia, a pratiche politiche e sociali di sinistra vera, fuori da compromessi umilianti e negoziazioni al ribasso, fuori dalla personalizzazione politica perv agire come “io collettivo”.
Declinare analisi, parole d’ordine ed azioni conseguenti e non contraddittorie a partire dai luoghi di lavoro, non sottacendo la crisi pressoché irreversibile delle realtà produttive e industriali spezzini, nelle quali si riflette chiaramente l’assenza di un piano industriale nazionale. 
In questi ultimi anni si sono persi migliaia di posti di lavoro e la globalizzazione capitalista e finanziaria ha spazzato via – senza pietà – fabbriche ed occupati che rappresentavano lavori di eccellenza, solo per sublimare rendite finanziarie e rendite dei profitti.
Il sindacato troppo spesso ha svolto un ruolo meramente concertativo, limitandosi ad una linea difensiva per contenere i danni, senza pretendere politiche chiare; oggi assistiamo in conseguenza di ciò della de-sindacalizzazione e da un crescente isolamento del lavoratore sempre di più solo con se stesso e sempre più ricattato dal padrone.
C’è bisogno di te perché occorre rialzare la testa e ricostruire la presenza sui luoghi di lavoro, rafforzare il sindacato vertenziale e rivendicativo, rompendo la logica della delega in bianco, troppo spesso utilizzata con finalità deleteria, per costruire una nuova stagione di mobilitazione e lotta.
Partire dal lavoro ma certamente non sottostare al bieco ricatto padronale, per coniugarlo con la tutela dell’ambiente, specie in una Provincia come la nostra violentata da scellerati sfruttamenti del territorio.
Abbiamo marciato con te, contro il forno inceneritore, riuscendo a vincere una battaglia epocale ma ora difendere quel risultato contro chi vorrebbe bruciare il cdr all’Enel, dobbiamo impegnarci insieme per dare gambe al progetto “Rifiuti Zero”, coinvolgendo in toto tutta la città.
Sempre con te abbiamo manifestato al fianco del Comitato “Spezia Via dal Carbone” per impedire che la Centrale di Vallegrande bruci ancora il carbone, ci siamo indignati per la vergognosa sentenza su Pitelli che con un colpo di spugna e cavilli legulei ha cancellato un disastro ambientale e ora voglia lottare come sempre al fianco di vertenza che si batta contro le mille nocività del nostro territorio.
Facciamolo insieme, c’è bisogno di te.
Riappropriamoci degli spazi militari e restituiamoli alla città, rafforzando la lotta per la difesa della salute dei cittadini di Marola, pretendiamo che la salvaguardia del territorio sia messa al primo posto nell’agenda della politica locale, battiamoci tutti insieme contro le grandi opere, contro la cementificazione selvaggia e lo sfruttamento del territorio, partendo da quei primi risultati che abbiamo ottenuto per arrivare al blocco totale delle nuove edificazioni.
Facciamolo però con una linea politica netta ed immodificabile, senza quelle lacrime da coccodrillo troppo spesso versate tardivamente e frutto di vuota ipocrisia politica.
Ti chiediamo, altresì di lottare con noi contro i rigurgiti di fascismo, razzismo e xenofobia presenti in città, sia quelli gretti di basso cabotaggio politico che quelli paludati ed imbellettati in giacca e cravatta.
Noi, con te al fianco, non sdoganiamo i fascisti di Casa Pound e Forza Nuova, li combattiamo e così pure facciamo con le pagliacciate vetero localiste di un verde sbiadito di azzurro.
Ti chiedo inoltre di aiutarci a riconquistare i quartieri periferici, fuori da ogni politica di mera repressione e criminalizzazione, mediante presenza e valorizzazione di presidi sociali.
Né la Polizia né le telecamere ma aiuto concreto ad artigiani e negozianti, nonché un incremento vero delle politiche associazionistiche e del tempo libero, vere sentinelle rosse contro isolamento e disagio.
Iscriviti con noi, oppure fornisci un tuo sostegno economico e di partecipazione anche perché vogliamo lottare per una sanità pubblica, per tutte e tutti, contro logiche di privatizzazione e biechi interessi campanilistici che metta al centro il paziente e la salute e non il business ed il profitto di pochi.
Rifondazione Comunista spezzina ha dato prova di buttare il cuore oltre l’ostacolo, resistere seppur stremato e lottare in direzione ostinata e contraria al fianco dei più deboli, degli emarginati, degli oppressi contro ogni criminalizzazione del dissenso, inviso dai potenti e prepotenti che vorrebbero governare la città a loro uso e consumo.
Abbiamo bisogno di te!
Massimo Lombardi
Segretario Provinciale di Rifondazione Comunista La Spezia
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Riteniamo molto gravi le affermazioni del presidente della Camera di Commercio spezzina, Gianfranco Bianchi,
riguardo alla presunta
“inutilità” della raccolta differenziata in città. Il massimo esponente della CCIAA esprime un pensiero anacronistico e superato, facendo trasparire la necessità di un impianto di incenerimento, quando sulla base della raccolta differenziata, del riuso, della riparazione e del compostaggio intere economie vengono rilanciate.
Quale soluzione propone il signor Bianchi? Quella di tornare ai cassonetti per poi magari concludere il ciclo dei rifiuti con un bel forno inceneritore? Diceva quel tale che a pensar male si fa peccato, ma ci s’azzecca. Dunque gli interessi trasversali che vorrebbero riproporre un’opzione nefasta per l’economia e per la salute dei cittadini tenta di risalire la china?
L’amministrazione comunale è la sola responsabile del mancato funzionamento del servizio, il comune vigili su Acam e pretenda che il ritiro dei rifiuti avvenga in maniera efficiente. Allo stesso modo è da denunciare l’assoluta inefficacia con cui si è lanciato il programma del Porta-a-Porta, perno della strategia Rifiuti Zero. Per questo il comune della Spezia deve necessariamente rivedere la sua politica di gestione del servizio.
L’economicità e la sostenibilità della proposta che portiamo avanti da anni, Rifiuti Zero, è dimostrata nell’esperienza che sta vivendo il comune di Levanto, per questo sarebbe opportuno che il presidente della CCIAA visiti quella realtà e si renda conto con mano cosa significhi abbandonare l’idea di sprecare materiali in un forno inceneritore. I polmoni spezzini respirano da 50 anni carbone, lor signori vorrebbero aggiungere diossine? No grazie, abbiamo già dato, occorre coraggio ed innovazione per rilanciare l’economia del territorio, senza barattarla con la nostra salute.
Rifondazione Comunista, federazione provinciale La Spezia
Il dibattito sul tema rifiuti è approdato a Lerici, sollevato dalla nostra consigliera Veruschka Fedi, in relazione alla gestione della raccolta che negli ultimi anni ha messo a dura prova la pazienza dei cittadini.
“E’ stata l’occasione” dichiara la Fedi “per affrontare non solo la critica, ma soprattutto la proposta, discutendo finalmente la mozione presenta da ben 9 mesi, sulla proposta di adesione alla strategia RZ. Quasi quattro ore di confronto e discussione tutte necessarie per determinare chiaramente l’indirizzo politico da intraprendere si vuole coniugare finalmente ambiente, salute e lavoro in un processo di amministrazione virtuosa come Rifiuti Zero, oppure persistere nella fallimentare ed antieconomica logica delle discariche e inceneritori, ancora oggi rilanciata soprattutto sull’ambito regionale.”
Una bel risultato per Rifondazione Comunista, che dai banchi della minoranza da un input concreto sul modello di gestione che si dovrà portare avanti, ottenendo impegni estremamente vincolanti per la dignità politica dell’assessore competente circa l’inizio della raccolta “Porta a Porta”, unico strumento che possa far arrivare a significative quote di raccolta differenziata; così dai mesi autunnali si partirà con le frazioni collinari e dal 2015 con San Terenzo e Lerici.
Fondamentale diventa per l’amministrazione lericina monitorare e sollecitare Acam, poiché tale percorso sarà realizzabile solo se il gestore sarà in grado di organizzare un servizio impeccabile nella tempistica di raccolta; così come determinante sarà il coinvolgimento attivo e capillare della cittadinanza ed è per questo che l’istituzione dell’Osservatorio Rifiuti Zero compreso nella mozione, viene ad essere l’altro strumento prioritario che dovrà esser attivato quanto prima.
La nota dolente arriva certamente dalla nuova nomina dell’Ad di Acam, che non lascia molte speranze visto il curriculum pro inceneritore e se le associamo alle dichiarazioni a mezzo stampa del neo assessore regionale al ciclo dei rifiuti, Raffaella Paita, la quale parla di potenziamento di impianti in Liguria e non smentisce l’ipotesi di nuovi inceneritori. In questo senso l’approvazione della mozione da parte di tutto il Consiglio Comunale senza voti contrari, è un chiaro messaggio e impegno che Lerici si è presa e cioè: mai l’ipotesi dell’incenerimento verrà sostenuta.
Segreteria provinciale Prc La Spezia
L’audizione dell’amministratore delegato Garavini, alla commissione Ambiente del comune della Spezia, mette in luce tutte le carenze del piano di svendita di Acam. Un film che abbiamo già preannunciato, ma che pone l’accento sull’ennesimo fallimento della politica locale.
La vendita dei gioielli di famiglia ha impoverito ulteriormente l’azienda, il cui quadro occupazione è rimane critico. Ci risulta in tal senso risibile gli accenni fatti dall’amministratore delegato sulle riduzioni dei superminimi da parte dei dirigenti, molti dei quali responsabili di una gestione non certo sostenibile. Un quadro allarmante in cui spiccano diminuzioni di straordinari nei settori di sotto-organico come i rifiuti, forse perchè si usano le cooperative?
Emerge chiaramente la criticità del settore idrico, sia dal punto di vista tariffario, i cui aumenti dovranno essere valutati in fase di bilancio consuntivo, in relazione ad investimenti che non ci sono. E su questo punto emerge un’altra enorme difficoltà in relazione a mancanza di fondi per investimenti alla rete ed agli impianti, investimenti che giustificavano gli aumenti tariffari previsti. Questa situazione fa diventare ipocrita e paradossale ogni richiamo all’acqua pubblica, tale forse in punta di diritto, ma di fatto ben lontana dal mandato politico espresso da 27 milioni di cittadini che hanno votato i referendum, come a dimostrare l’inadempienza sulla remunerazione del capitale investito (7%).
Particolarmente critico sarà il tema Rifiuti. Prendiamo atto che ad oggi il piano di svendita è bloccato in attesa di un quadro normativo regionale che non è vigente, in previsione di un Ato regionale unico. Contraddittori e fumose parole sulla raccolta differenziata, che dovrebbe essere il motore di questa azienda, invece diventa il fardello, brandendo la discarica di servizio come mannaia per i fallimenti di una politica che continua ad essere miope.
Tant’è che l’elefante partorirà il topolino e l’impianto di Salicenti, invece di essere riconvertito a trattamento meccanico biologico e poi compostaggio e piattaforma di selezione, s’intende usarlo come hub del rifiuto del levante ligure per produrre ancora Cdr (CSS come si chiama ora).
Nonostante il comune della Spezia, grazie al lavoro di Rifondazione, abbia aderito alla strategia Rifiuti Zero.
La discarica di Mangina è inutilizzabile, allora avevano ragione chi l’ha contesta? Perchè non sono stati ascoltati adeguatamente? Ora l’emergenzialità punta su Pitelli, senza mai sentire la parola bonifica. Un disastro.
Questo è il risultato di un piano di svendita di una realtà che poteva essere il volano di una nuova economia. C’è chi ha la sfrontatezza di chiamare l’operazione Acam come responsabile e ben riuscita. E’ evidente che alla Spezia l’ipocrisia regna sovrana.
Segreteria provinciale Prc La Spezia
Da troppi anni il comune di Lerici ha rinunciato ad imporre le proprie politiche sui rifiuti ad ACAM, così come è emerso in sede di voto del piano di svendita della società multiutility spezzina, un voto che ci ha visti fortemente contrari, nonostante l’apprezzabile lavoro svolto dall’allora maggioranza per redigere un documento che, da quello che sappiamo, non è stato neppure presentato, come da impegni assunti in consiglio comunale, all’assemblea dei soci.
E’ ora di dire basta. Lerici nel 2002 era stato premiato per aver raggiunto il miglior risultato nella raccolta differenziata come “Comune riciclone” e da quel momento è stato tutto un declino, con livelli emergenziali negli ultimi anni. Sappiamo che Acam ha grandi responsbilità oltre che difficoltà, ma questo non può più esser una giustificazione né per il comune né per l’assessore competente oggi vicesindaco.Troppi anni e troppi rifiuti lasciati per strada senza che un vero Piano sia mai stato fatto nonostante fosse stato chiesto più volte.
Oggi è il momento di dare quel segnale di cambiamento che tutti attendiamo nella concretezza e non più a parole e balbettii: per questo Rifondazione ha presentato il documento di adesione alla strategia Rifiuti Zero, cercando di impegnare con i fatti alla riduzione dei rifiuti all’origine e ad una raccolta differenziata seria che parte dai cittadini per arrivare al commercio, con un coinvolgimento di figure diverse ed ampie della cittadinanza in quell’ottica della partecipazione di cui tante volte si è parlato senza mai praticarla, in questo caso con l‘istituzione di un Osservatorio permanente.
Auspichiamo fortemente che il Consiglio Comunale approvi l’adesione e che si dia gambe a questo progetto. Rifondazione Comunista chiede progetti e fatti che guardino al futuro all’insegna di sostenibilità e buon vivere.
Veruschka Fedi
Consigliera comunale Rifondazione Comunista Lerici
Hanno pienamente ragione gli esponenti di Scelta Civica: basta con le ideologie quando si parla di rifiuti.
Allora potrebbero iniziare a evitare di usare le loro ideologie monotematiche, rilanciando pratiche e scelte scellerateper intere comunità, dannose alla salute e per di più economicamente svantaggiose.
Le argomentazioni di Scelta Civica sono al limite del risibile e denotano la totale ignoranza sul tema.
- Sono contrari a Mangina, ma non dicono dove andrebbero stoccate decine di migliaia di tonnellate di ceneri tossiche (il 30% dell’incenerito),
- Parlano di Tares quando è stato Mario Monti a creare questa tassa iniqua e scorretta dal punto di vista della gestione (cancellando la Tia) per far fare cassa allo Stato sulle spalle dei cittadini e dei comuni;
- Parlano di “termovalorizzazione” ignorando che non esiste alcun dispositivo di legge, nè italiano nè comunitario, che usa tale termine trattandosi di INCENERIMENTO, senza contare che l’uso di tale pratica è stato caldamente bocciato dall’UE, della serie che le direttive europee valgono per lor signori solo quando c’è da affamare la gente, non quando c’è da tutelare la loro salute;
- Parlano di esperienze mondiali quando in tutto il mondo civile gli inceneritori vengono chiusi perchè si fa la raccolta differenziata e non ci sono rifiuti da bruciare;
- Citano il sindaco Renzi ignorando che il futuro segretario del Pd insultò una dei più preparati esperti, l’oncologa Patrizia Gentilini (http://www.youtube.com/watch?v=UP_34siiFGg) dimostrando la sua protervia ed ignoranza;
- Parlano di raccolta differenziata quando è evidente anche ad un bambino che se si deve alimentare un inceneritore si ha bisogno di rifiuti, quindi non si investe nel riciclo;
- Parlano di sostenibilità quando evidentemente ritengono che i polmoni degli spezzini siano ottimi filtri per diossine, furani ed altre sostanze cancerogene emesse da impianti che in Italia sono ogni giorno sulle cronache giudiziari per i loro sequestri (si ricordi la vicenda dell’inceneritore versiliese costruito da Termomeccanica);
- Parlano di economia ignorando (o eludendo) che gli inceneritori sono sostenibili solo grazie alla truffa del CIP6 che paghiamo nelle bollette elettriche.
E’ un peccato che gli esponenti di Scelta Civica non siano venuti ad assistere alle nostre iniziative con il prof. Connett, creatore della strategia Rifiuti Zero, con Rossano Ercolini, neo premio “Nobel” per l’ambiente (Goldman Environmental Prize 2013). Allora suggeriamo di andare a vedere sabato il film “Trash” a Sarzana, ascoltando attentamente l’esperienza di un compagno straordinario come Alessio Ciacci (Personaggio Ambiente 2012) e dell’esperienza di un comune di 45.000 abitanti, Capannori ,che ha bandito gli inceneritori e costruito un’economia del rifiuto. Ma occorre che Scelta civica si spogli delle sue trovate ideologiche e demagogiche.
Rifondazione Comunista La Spezia
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Il renziano Cavarra fluttua dal perenne annuncio di innovamento ad un quotidiano e grigio finto pragmatismo che mantiene lo stato di cose.
Abbiamo definito da subito grave l’atteggiamento del Pd sarzanese sul voto in consiglio su Rifiuti Zero, un’occasione persa che contrasta con le scelte adottate, per esempio dal comune della Spezia, che grazie a Rifondazione ha già aderito da tempo alla strategia RZ.
La gravità delle parole di Cavarra tuttavia stanno nella contraddizione per cui prima firma per la legge d’iniziativa popolare per Rifiuti Zero e poi dice che sono principi inapplicabili su Sarzana.
Il dato di fatto è che quando c’è da fare spot elettorali, il Pd, ma ancora di più i renziani alla Cavarra, si sciacquano la bocca con molte iniziative lodevoli, dallo stop al consumo di territorio alle gestioni virtuose dei servizi, ma quando c’è da fare delle scelte vere, virano verso la conservazione e la privatizzazione.
Forse Cavarra si dimentica che il comune di Sarzana ha “abbandonato” Acam sostenendo contratti di servizio in perdita per l’azienda in questi anni, stabilendo sistematicamente, come secondo comune azionista, le scelte scellerate che hanno condotto Acam a strutturarsi come “cassa depositi e prestiti” per i comuni spezzini, Sarzana in testa.
Ecco il cambiamento che la classe dirigente sarzanese sta attuando, tra inganno ed ipocrisia, smascherata alla prova dei fatti da giustificazioni davvero superficiali.
Segreteria provinciale
Rifondazione Comunista La Spezia
Esprimiamo indignazione e sconcerto per l’atteggiamento dell’amministrazione comunale sarzanese in relazione al tema dei rifiuti, emerso nello scorso consiglio comunale. La bocciatura della mozione su Rifiuti Zero è un atto politicamente grave, per un’amministrazione che in questi anni ha saputo dimostrare solo fallimenti nei rapporti con l’azienda gestore (Acam) e nei servizi di raccolta dei rifiuti, con scelte sbagliate che hanno portato a risultati di raccolta differenziata ridicoli.
Se per il consiglio comunale sarzanese Rifiuti Zero è solo demagogia, invitiamo Cavarra, gli assessori ed i consiglieri comunali sarzanesi, con questa lungimirante opinione, a visitare comuni come Ponte nella Alpi o Capannori, per rendersi conto di quanta ignoranza e incapacità di vedute sono dotati.
Ciò che non ci sorprende è che una classe dirigente che taccia di demagogia una strategia che ha consentito una città come San Francisco di arrivare a quote di differenziata da capogiro, sia poi la stessa che ha condotto in questi anni alla gestione dei contratti di servizio del comune sarzanese con Acam ed alle condizioni indecenti delle aree dei cassonetti a Sarzana.
Restiamo perplessi dell’arretratezza culturale soprattutto dei consiglieri comunali del Pd: forse ignorano che lo stesso ministro dell’ambiente, Andrea Orlando, ha parlato della strategia Rifiuti Zero nella sua relazione programmatica nelle commissioni parlamentari. Comprendiamo che il Pd sia in stato di confusione, ma troviamo inaccettabile che tale disorientamento ricada sui cittadini.
Oggi Sarzana ha perso una grande occasione. A poco serve congratularsi con quei pochi consiglieri che hanno avuto il coraggio di presentare il documento bocciato.
Segreteria provinciale
Rifondazione Comunista La Spezia
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