Turchia, appello dell’opposizione al capo dello Stato. Bonino minimizza la situazione: critiche del Prc
13 giugno 2013, by admin
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Dopo l’ennesima notte di violenze e repressione da parte della polizia turca, il leader dell’opposizione turca Kemal Kilicdaroglu ha lanciato un appello al capo dello stato Abdullah Gul perche’ prenda una iniziativa per fermare le violenze. Dopo una riunione di crisi della direzione del suo partito Chp questa notte, mentre erano in corso duri scontri a Istanbul e Ankara, Kilicdaroglu ha chiesto a Gul di convocare un vertice dei leader dei principali partiti turchi per fare abbassare la tensione nel paese. Intanto, tra le varie azioni di repressione viene segnalata una multa alle televisioni turche che hanno trasmesso le immagini degli scontri di questi giorni.

Sulla situazione in Turchia è intervenuto sia l’Onu che, in maniera blanda, gli Usa. Posizione minimizzatrice anche da parte dell’Italia. Il ministro Emma Bonino ha prodotto una informativa per il Parlamento in cui parla di “apprensione per gli eventi” e di stato d’allerta per “tutelare l’incolumità degli italiani”. Le manifestazioni di protesta in Turchia, secondo Bonino, sono nate in maniera “spontanea“, e il partito dell’opposizione si è unito ai manifestanti ma non li ha guidati. Bonino, che ha parlato di “uso sproporzionato della forza” da parte della polizia con il “fermo di decine di avvocati” ha confermato il bilancio di “quattro vittime e centinaia di feriti“.
Critiche a Bonino, che tra l’altro ha paragonato i turchi ai protegonisti della primavera araba, sono arrivate subito dal segretario del Prc Paolo Ferrero. “Il ministro Bonino ha minimizzato le violenze, paragonando piazza Taksim a Occupy Wall Street – scrive Ferrero in una nota – e denunciando solo in maniera blanda e superficiale la pesante repressione ordinata da Erdogan”. “E’ vergognoso che l’Italia assuma una posizione cosi’ menefreghista sui diritti umani e democratici – continua Ferrero – spostata evidentemente molto di piu’ sugli interessi commerciali dei rapporti con la Turchia”. “Alla faccia dei bei discorsi sui diritti civili e sulla laicita’ – rincara Ferrero – Emma Bonino in questa occasione dimostra invece una totale sudditanza agli interessi economici“.Quello che stanno subendo i manifestanti a Istanbul -conclude Ferrero- non e’ da Paese civile, ne’ da democrazia: e uno Stato di questo tipo non puo’ entrare in Europa, al contrario di quanto ha detto il ministro degli Esteri, con un tempismo davvero sospetto. ‘Difendere’ il governo turco e l’ingresso di Ankara nell’Ue in un momento del genere e’ un insulto ai cittadini turchi che stanno difendendo la democrazia e respingendo al mittente i tentativi di clericalizzare un Paese”.