“Rifondazione aderisce all’appello della “Via maestra”: a Roma il 12 ottobre per difendere la Costituzione, contro il governo delle larghe intese e dell’austerità”

24 settembre 2013, by  
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Rifondazione Comunista La Spezia aderisce, parteciperà e si adopererà per garantire la più ampia partecipazione possibile al corteo per la difesa e la piena attuazione della Costituzione del prossimo 12 ottobre a Roma, promosso dall’appello “La via maestra” promosso da Rodotà, Landini e Zagrebelsky nell’assemblea dell’8 settembre scorso al Frentani.

Questa manifestazione, che intreccia i temi della democrazia e del lavoro, auspichiamo diventi il punto di partenza per la costruzione di una opposizione di massa alle politiche di austerità che caratterizzano tanto il governo Letta quanto le direttive europee.

Anche nella nostra provincia siamo pronti a dare il nostro contributo per la migliore riuscita della manifestazione.

Contro il governo delle larghe intese, contro la grande coalizione dei banchieri e dei poteri forti, vogliamo quindi costruire la grande coalizione per il lavoro, i diritti sociali e civili e l’allargamento della democrazia, fondata sull’antifascismo.

Valori sacrosanti, che questa Repubblica sta sempre più perdendo: per questo ogni cittadino è chiamato a lottare per difenderli.

Rifondazione Comunista, federazione provinciale La Spezia

Roma, 8 settembre 2013: nel nome della Costituzione e della Sinistra, un’assemblea che ha aperto una speranza

9 settembre 2013, by  
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L’assemblea che si è tenuta domenica 8 settembre a Roma, convocata da Lorenza Carlassare, don Luigi Ciotti, Maurizio Landini, Stefano Rodotà e Gustavo Zagrebelsky rappresenta un grande fatto politico.

Innanzitutto perché è perfettamente riuscita e questo ci dice della volontà di ripartenza che vi è in quel popolo della sinistra che vuole cambiare le cose. In Italia vi sono le energie morali e politiche per riaprire un percorso di alternativa, di chi non si rassegna allo stato di cose presente.

In secondo luogo perché la convocazione della manifestazione del 12 di ottobre per la Costituzione e per il lavoro e il percorso di preparazione della stessa saranno un grande fatto democratico e di mobilitazione popolare. Il vero disastro dell’Italia non sta solo nella protervia berlusconiana o nella sciagurata azione dei governi di unità nazionale. Il vero disastro sta nella rabbia e nella insoddisfazione popolare che però non trovano punti di sbocco collettivo. Il disagio del paese oggi si esprime più in rabbie individuali, in solitudini impotenti che in una risposta collettiva. La manifestazione del 12, il percorso di mobilitazione precedente e quello che inevitabilmente si aprirà dopo il 12 costituiscono invece la possibilità di costruire un grande movimento democratico di risposta collettiva all’attacco alla democrazia e ai diritti sociali. La possibilità di passare dall’Io al Noi è inscritta nelle proposte dell’assemblea di ieri e costituisce un enorme fatto politico che ci riavvicina alle mobilitazione degli altri popoli europei.

In terzo luogo l’aver legato la questione della difesa e dell’applicazione della Costituzione con le questioni del lavoro è decisivo. Oggi l’applicazione delle politiche neoliberiste stanno mettendo in discussione tutti i livelli di civiltà conquistati nel dopoguerra in Europa: il welfare, il sindacato e i diritti dei lavoratori, la democrazia. Le politiche di austerità lungi dal farci uscire dalla crisi la stanno aggravando e ne scaricano i costi sulle masse popolari. Questo attacco viene condotto congiuntamente da centrodestra e centrosinistra e i governi Monti e Letta ne sono la plastica dimostrazione. Non si tratta solo di un fatto italiano. Tutte le peggiori decisioni assunte a livello europeo, dal trattato di Maastricht al Fiscal Compact sono state assunte insieme da popolari e socialisti. Se poi facciamo mente locale sul fatto che i leader che principalmente vogliono sferrare un attacco alla Siria sono il Democratico Obama e il socialista Hollande, il quadro è completo. Occorre evidentemente costruire una alternativa culturale e politica al centrodestra quanto al centrosinistra e solo tenendo insieme questione sociale e questione democratica è possibile rovesciare queste politiche e difendere i diritti sociali come la democrazia. Il rischio che abbiamo è infatti che sotto l’attacco devastante ai diritti sociali e del lavoro la questione della democrazia venga vista come una cosa secondaria da vasti strati sociali. Una specie di lusso di cui non val la pena occuparsi. Addirittura vi è il rischio che ipotesi presidenzialiste e populiste possano incontrare a livello di massa il diffusissimo sentimento di repulsa per la politica. Mettere in discussione le politiche neoliberiste sia sul piano dei loro effetti sociali, sia sul piano della difesa della democrazia e della partecipazione è quindi la strada giusta: La via maestra.

Da ultimo l’assemblea e il percorso proposto apre anche la strada e la speranza per la costruzione di uno spazio pubblico di sinistra. Dentro il regno del bipolarismo e delle politiche neoliberiste, Rodotà ha giustamente denunciato il vuoto della politica. Questo vuoto va riempito e noi proponiamo di farlo evitando di ripercorrere gli errori del passato. Non ha funzionato la Federazione della Sinistra così come non ha funzionato Rivoluzione Civile: Non funzionano le ambiguità nel rapporto con il centro sinistra e i patti di vertice a cui siamo stati costretti. Non si tratta quindi di fare un nuovo partito o di mettere insieme gli attuali gruppi dirigenti: si tratta di dar vita ad un spazio pubblico della sinistra basato sul principio della democrazia e della partecipazione, in cui, a partire da un comune progetto politico e da regole condivise, si possa ricostruire una comunità di dibattito e di azione civile, culturale e politica. Si tratta di coinvolgere le centinaia di migliaia di uomini e donne di sinistra che oggi in Italia sono alla ricerca di un punto di riferimento politico. Una ricostruzione dal basso che può essere il valore aggiunto prodotto dal percorso di mobilitazione deciso ieri e che vede nella serietà e nell’autorevolezza delle persone che hanno convocato l’assemblea un fattore non secondario di speranza.

Paolo Ferrero

ilfattoquotidiano.it

“Le dichiarazioni di Federici su Rodotà: un insulto ai 100.000 spezzini che hanno votato per i beni comuni”

23 aprile 2013, by  
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Giorgio Napolitano è un gigante. Rodotà non esiste, neppure è degno del confronto“. Con queste parole sprezzanti il sindaco spezzino Massimo Federici commenta sui social network la vicenda Quirinale, dimostrando ancora una volta arroganza e alterigia nei confronti delle opinioni diverse dalla sua, con un giudizio lesivo di una personalità di grandissimo spicco come Stefano Rodotà. Poteva esprimere la propria, legittima quanto non condivisibile, gioia per la rielezione per l’88enne presidente, che ha sdogananto il governo delle banche di Monti, con sobrietà, invece ha deciso di farlo con una partigianeria di partito che poco si confà al suo ruolo di primo cittadino.
Tutto ciò senza contare la miopia politica che a questo giro rasenta il ridicolo. Evidentemente Federici ignora, o fa finta di ignorare, che Rodotà rappresenta quei 27 milioni di italiani che l’11/12 giugno 2011 hanno scelto di mantenere l’acqua pubblica in difesa dei beni comuni, o semplicemente è un’allergia: quella di Federici alla Democrazia.
 
Con questa perla di arroganza ed ipocrisia, visto che le stesse parole non le ha manifestate di persona durante la manifestazione “Parole di Giustizia” alla quale Rodotà partecipò (assieme a Romano Prodi) con una lectio magistralis straordinaria, Federici conferma la sua inattitudine a rappresentare una comunità, dimostrata già ampiamente in questi ultimi anni nella gestione delle vicende cittadine, e mai smentita dal suo partito.
Da un passaggio istituzionale ecco l’ennesimo scivolone di un sindaco che non ha molta dimestichezza con il confronto democratico e civile, l’ennesimo silenzio assordante di un partito, il Pd, incapace di costruire una sinistra di popolo in questo paese e dal quale Rifondazione prende sempre più le distanze.
Segreteria provinciale Prc La Spezia

“Oggi alle 18.30 presidio in piazza Beverini contro il golpe bianco del Quirinale”

20 aprile 2013, by  
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NO ALL’INCIUCIO

NO ALLA RIELEZIONE DI NAPOLITANO

NO AL GOVERNO BERSANI E BERLUSCONI

 

SI ALLA ELEZIONE DI RODOTA’ PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA

Il circolo di Rifondazione Comunista “Tina Modotti” della Spezia organizza per questo pomeriggio alle 18.30 in piazza Beverini un presidio di protesta contro l’incredibile scelta di rieleggere Napolitano presidente della Repubblica.

Dopo i pasticci dei giorni scorsi, stamattina Berlusconi e Bersani, i responsabili principali di questo disastro, hanno chiesto a Napolitano di ricandidarsi, cosa che ovviamente Napolitano ha prontamente fatto. Questo inciucio è il preludio di un governo di PD e PDL che proseguirebbe le deleterie politiche antisociali di Monti e produrrebbe una manomissione della Costituzione. Sarebbe la vittoria dei poteri forti, di quelli stessi che nel novembre 2011 hanno imposto Monti presidente del Consiglio e ne abbiamo visto le conseguenze. Hanno commissariato l’Italia e stanno facendo un vero e proprio golpe bianco. Invitiamo tutti i cittadini a scendere in piazza, a Roma davanti a Montecitorio, nelle diverse città davanti alle prefetture o in luoghi centrali. Per protestare contro la rielezione di Napolitano, contro il governissimo e le sue politiche antipopolari, per Rodotà Presidente.

NOI SIAMO CONTRARI A QUESTO INCIUCIO E CHIEDIAMO AI PARLAMENTARI DI ELEGGERE STEFANO RODOTA’ PRESIDENTE DELLLA REPUBBLICA.

 

Proponiamo a tutti gli uomini e le donne di sinistra di costruire insieme adesso, una forza unitaria della sinistra, fuori e contro questi poteri forti che hanno sequestrato il paese, centro destra e centro sinistra.

 

Rifondazione Comunista La Spezia

Lombardi: “La Costituzione è l’unica grande intesa e Rodotà ne è il garante. Si costruisca un’autentica Sinistra per questo Paese”

20 aprile 2013, by  
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Come ogni anno i compagni della federazione provinciale spezzina di Rifondazione Comunista saranno presenti alla tradizionale fiaccolata della Liberazione che si terrà la sera del 24 aprile a Migliarina.

In un momento storico così delicato e drammatico, che vede squallidi teatrini politicanti alla ricerca di un nome “di larghe intese”, ricorderemo a tutti che l’unica larga intesa possibile è la Costituzione della Repubblica nata 65 anni fa.

E’ doveroso e fondamentale ricordare a tanti smemorati i padri costituenti e la stessa carta costituzionale nata dal sangue degli antifascisti che non sono morti per questo triste balletto che stiamo osservando in queste ore.

Ci sembra letteralmente assurdo che, nell’elezione della più alta carica istituzionale della Repubblica, il centrosinistra non trovi di meglio che tentare incredibili accordi con i principali distruttori d’Italia: i secessionisti della Lega Nord, i tecnocrati di Mario Monti e i gli scherani di Silvio Berlusconi, che non hanno bisogno di definizioni.

Il tutto mentre si è profilata da tempo una candidatura luminosa, quella di Stefano Rodotà, un garante assoluto della Costituzione, un illustre giurista, un vero servitore dello stato e dei cittadini italiani.

Le colpe storiche e politiche in caso di mancata elezione di Rodotà ricadranno esclusivamente su un Partito Democratico dichiaratamente in via di dissoluzione, come lo ha ammesso pubblicamente il segretario provinciale spezzino Moreno Veschi.

Una dissoluzione che non può che partire dalla sua base e dai suoi elettori, giustamente in rivolta già dalla incredibile proposta-Marini di due giorni fa.

C’è bisogno di una Sinistra vera, forte e non ipocrita, che parta da questa indignazione, che voglia ricostruire il Paese attraverso i valori che l’hanno fondato, ossia la giustizia sociale, l’eguaglianza, la democrazia, tutti espressi con chiarezza estrema nella nostra Costituzione.

Non i valori dell’interesse economico, dell’inciucio, del puzzolente compromesso al ribasso a cui da troppo tempo siamo stati abituati come cittadini.

Per questo rilanciamo l’appello: Rodotà presidente e una Sinistra autentica, la nostra gente ce lo chiede e ne ha bisogno.

 

Massimo Lombardi

Segretario provinciale Rifondazione Comunista La Spezia

 

Giù le mani dai Beni comuni: Si scrive acqua, si legge democrazia

2 aprile 2010, by  
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Sono stati depositati presso la Corte di Cassazione di Roma i quesiti per i tre referendum che chiedono l’abrogazione di tutte le norme che hanno aperto le porte della gestione dell’acqua ai privati e fatto della risorsa bene comune per eccellenza una merce.

Il Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua insieme a numerose realtà sociali, culturali e politiche tra le quali Rifondazione comunista e la Federazione della Sinistra, promuove tre referendum abrogativi delle norme che hanno privatizzato l’acqua per rendere possibile qui ed ora la gestione pubblica di questo bene comune.

Giù le mani dai Beni comuni!
Si scrive acqua, si legge democrazia

Sullo stop alle politiche di privatizzazione e sulla necessità di una forte, radicata e diffusa campagna nazionale, un vastissimo fronte in queste settimane si è aggregato al Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua: dalle associazioni dei consumatori alle associazioni ambientaliste, dal mondo cattolico e religioso al popolo viola, dai movimenti sociali al mondo sindacale, alle forze politiche (vai al costituendo Comitato Promotore).

Lanciamo quindi la raccolta delle 500 mila firme necessarie per l’ammissione dei referendum, un grande momento di azione politica collettiva, a partire dal 24-25 aprile, data simbolo che vorremmo intendere come la Liberazione dell’acqua dalle logiche di profitto.

Per approfondire il tema potete scaricare qui:

  • Relazione introduttiva ai quesiti referendari - pdf (pdf - 193.24 KB): “Invertire la rotta, Per un governo pubblico dell’acqua” – Autori: Gaetano Azzariti (Ordinario di Diritto Costituzionale Università di Roma La Sapienza), Gianni Ferrara (Emerito di Diritto Costituzionale Università di Roma La Sapienza), Alberto Lucarelli (Ordinario di Diritto Pubblico Università di Napoli Federico II), Ugo Mattei (Ordinario di Diritto Civile Università di Torino), Luca Nivarra (Ordinario di Diritto Civile Università di Palermo), Stefano Rodotà (Emerito di Diritto Civile Università di Roma “La Sapienza”)
  • Quesito referendario n. 1 - pdf (pdf - 43.96 KB): volete voi che sia abrogato l’art.23 bis L. 133/08 così come modificato dall’art. 15 L. 166/09
  • Quesito referendario n. 2 - pdf (pdf - 25.24 KB): volete voi che sia abrogato l’art. 150 del D.lgs 152/06 (c.d. Decreto Ambientale)
  • Quesito referendario n. 3 - pdf (pdf - 22.07 KB): volete voi che sia abrogato l’art. 154 del D.lgs 152/06 (c.d. Decreto Ambientale)
La raccolta delle 500 mila firme