Sabato 27 tutti a Roma per il “No Monti day”. Da Spezia un pullman per gridare stop al massacro sociale ordinato dalla Bce

19 ottobre 2012, by  
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Questa mattina, di fronte alla sede spezzina della Banca d’Italia, i dirigenti di Rifondazione Comunista hanno lanciato la campagna di adesione al “No Monty day”, grande manifestazione nazionale di protesta che si terrà a Roma sabato 27 ottobre a partire dalle 14.30. Un luogo altamente simbolico, già utilizzato un anno esatto fa per la consegna della famosa “lettera di risposta alla Bce” che Rifondazione consegnò nelle mani del direttore per rispondere provocatoriamente alla famigerata missiva della Bce al governo italiano, nella quale si chiedevano sacrifici estremi, puntualmente realizzati dal governo Monti ai danni dei semplici cittadini, lavoratori e pensionati.”Sarà una manifestazione nazionale di protesta contro le politiche massacranti del governo Monti -ha affermato il segretario regionale Prc Liguria Sergio Olivierie contro la troika firmata Merkel-Bce-Fmi che strozza i popoli europei riducendoli alla fame e alla disperazione, come vediamo in in Grecia, Portogallo e Spagna. Anche in Italia occorre mobilitarsi contro le politiche ultraliberiste che si continueranno a sostenere anche in futuro, pure dopo le elezioni, quale sia il nome che andrà a governare il Paese“.”Dobbiamo essere in massa in piazza a Roma per gridare il nostro dissenso contro chi sta riducendo alla povertà il popolo italiano” -ha dichiarato il segretario provinciale Prc La Spezia Massimo Lombardi per questo anche dalla nostra città partirà un pullman che stiamo allestendo in questi giorni, pieno di giovani, studenti, lavoratori e pensionati. E’ importante la presenza massiccia da tutta Italia per fermare questo scempio sociale”.

Sono ancora disponibili gli ultimi posti per il pullman -ha annunciato Luca Marchi, responsabile organizzazione Prc La Spezia- “le prenotazioni si possono effettuare contattando telefonicamente o via internet o facebook la nostra federazione provinciale. L’orario di partenza sarà alle 6 a Sarzana in piazza Martiri della Libertà e alle 6.30 dal Palazzetto dello Sport della Spezia“.

Rifondazione Comunista La Spezia

Pullman dalla Spezia per il No Monti day del 27 ottobre a Roma. Prenotati subito!

15 ottobre 2012, by  
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Rifondazione Comunista della Spezia organizza un pullman per la manifestazione del 27 ottobre a Roma contro il governo Monti.

Il costo è di 20 euro, che comprende andata e ritorno.

Ci volesse partecipare e prenotarsi è pregato di comunicare i nominativi via mail a:

rifondazionecomunistalaspezia@gmail.com

o via cell a:

Luca: 328 8480095

Jacopo: 349 0060217

Affrettatevi a prenotare!

Rifondazione Comunista La Spezia

“No al casello di Beverino anche per motivi economici”

19 settembre 2012, by  
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Prendiamo atto che il Pd sta sempre più cristallizzando la sua posizione a favore dell’ennesimo sbaglio nella gestione del territorio: il casello autostradale di Beverino, un’opera inutile proprio dal punto di vista economico. Si tratta di un spreco di risorse che potrebbero essere destinate alla manutenzione della viabilità ordinaria e alla prevenzione dei disastri, invece si continua pervicacemente a proporlo. 

Rendiamo merito all’ex assessore Casabianca del suo capillare lavoro durante il periodo alluvionale, tuttavia rappresenta l’ennesima voce del suo partito, il Pd, a favore di un’opera che non porterà alcun giovamento, tant’è che la sua presenza non avrebbe cambiato nulla per il raggiungimento delle aree alluvionate, visto la posizione in cui dovrebbe sorgere.

Anche per la bassa Val di Vara l’opera non avrà nessun senso, tant’è che Follo e Bolano, i due centri più popolosi e con maggiori attività, saranno pressochè equidistanti sia dal presunto casello beverinese che da quello esistente a S.Stefano.

Nessun vantaggio viabilistico e nessuno economico, anzi, una distrazione di fondi che potrebbero essere ben utilizzati in virtù delle criticità del territorio. Senza tener conto della scelta politica miope di andare ad aumentare il traffico laddove oggi non c’è.

Il Pd s’interroghi: se un’opera è così ampiamente condivisa anche dal centrodestra locale forse è il caso di capire quali interessi andrà a sostenere. Non basta ciò che accade a Roma con il sostegno bipartisan al peggior governo degli ultimi 20 anni?

Segreteria provinciale Prc/Fds La Spezia

De Gennaro sottosegretario, Giovani Comunisti La Spezia: “Altra vergogna del governo Monti. Noi non dimentichiamo la macelleria di Genova 2001”

11 maggio 2012, by  
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Apprendiamo con indignazione e sgomento la nomina odierna del prefetto Gianni De Gennaro a sottosegretario alla presidenza del Consiglio voluta da Mario Monti. Riteniamo tale scelta l’ennesima mossa vergognosa e molto politica di un governo che nulla ha di tecnico ma solo di reazionario.

De Gennaro è stato il responsabile, durante il governo Berlusconi II, della “più grande sospensione della democrazia in un paese occidentale dalla fine della seconda guerra mondiale“, come Amnesty International ha definito la “macelleria messicana” della scuola Diaz di Genova 2001.

Nessuno ha dimenticato i fatti di sangue di 11 anni fa, tantomeno noi Giovani Comunisti che a Genova eravmo presenti in quei giorni.

L’assassinio di Carlo Giuliani e i pestaggi a persone inermi e innocenti da parte delle forze dell’ordine, allora capeggiate proprio dal signor De Gennaro, resteranno per sempre nella memoria collettiva di questo Paese, come bene ha raccontato il bellissimo e recente film “Diaz” di Daniele Vicari, di cui, ovviamente, poco si è parlato sui media nazionali.

Nessuno degli uomini di stato colpevoli di quegli scempi ha mai pagato ne penalmente, ne in termini di carriera, a partire proprio da De Gennaro. Possiamo anzi tranquillamente affermare l’opposto: ovunque ci sono state promozioni, anche eccellenti, come dimostra proprio questa nomina.

Con questa scelta scandalosa, Monti ha offeso il popolo italiano e tutte le vittime di Genova, Carlo Giuliani in primis.

Inoltre, mentre lo stesso presidente pontifica il taglio delle spese agli stipendi, alle pensioni, ai servizi pubblici, ai servizi sociali, ai posti di lavoro, ai diritti dei lavoratori e si accinge a varare il Fiscal compact che ci metterà definitivamente in ginocchio, viene nominato un nuovo sottosegretario di stato lautamente stipendiato con i nostri soldi.

Anche per questo domani saremo a Roma a manifestare contro Monti e il suo governo, del quale ci aspettiamo il più presto possibile le dimissioni, in modo che i cittadini tornino subito a decidere il loro destino.

Concludiamo con un messaggio a Haidi e a Giuliano Giuliani: vi siamo sempre vicini, specie in questi dolorosi momenti.

Coordinamento provinciale Giovani Comunisti La Spezia

Da Spezia un pullman per gridare No alla legge Fornero. Sabato 12 a Roma grande manifestazione della Fds contro il governo Monti

 

Da Spezia tutti a Roma sabato per manifestare contro le nefaste politiche economiche del governo Monti.

La Fds spezzina, reduce dall’ottimo risultato elettorale di domenica e lunedì, si rituffa nelle lotte sociali con l’allestimento di un pullman per la grande manifestazione di Roma di sabato 12 maggio.

Un evento molto importante che chiama a raccolta tutta la Sinistra italiana per una vera alternativa contro le politiche dissanguanti del governo nei contronti del mondo del lavoro, dei pensionati e dello stato sociale, all’indomani di un voto molto significativo per la storia dell’intero Paese.

Come alla Spezia grideremo in piazza il no alla “riforma” Fornero che un parlamento sempre più impopolare e delegittimato si appresta ad approvare. Porteremo con orgoglio il nostro ormai celebre striscione “Giù le mani dall’articolo 18”, già mostrato agli onorevoli Bersani e Ichino nelle loro recenti visite sul nostro territorio.

Di seguito il testo dell’appello con la possibilità di aderire tramite il sito della Federazione della Sinistra:

http://www.federazionedellasinistra.com/federazione/?p=6173

Per adesioni e prenotazioni per il viaggio a Roma invitiamo tutti gli interessati a contattare la mail rifondazionecomunistalaspezia@gmail.com o il numero di telefono del responsabile organizzazione 328 8480095.

Federazione della Sinistra La Spezia

GRIDIAMOGLIELO IN PIAZZA! Appello per la manifestazione del 12 Maggio

Mai come in questo momento la Costituzione della Repubblica rischia di essere travolta a partire dall’articolo 1: “L’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro”.

Il valore e la natura stessa della democrazia e dei diritti del lavoro sono infatti gravemente sviliti da controriforme e manovre economiche inique, esplicitamente dettate da poteri politici e finanziari esterni al sistema istituzionale del nostro Paese.

Il Governo Monti, pur formalmente legittimato dal sostegno della maggioranza trasversale di un Parlamento ampiamente logorato nella propria rappresentanza e credibilità, a partire dalle stesse modalità elettorali che lo hanno espresso, agisce al di fuori di un mandato popolare.
L’introduzione del vincolo del pareggio di bilancio subordina l’esigibilità dei diritti sociali e alla salute, all’istruzione, alla previdenza e all’assistenza alle “superiori” ragioni del mercato.
La riforma del lavoro, con lo svuotamento dell’articolo 18 e la sostanziale liberalizzazione del lavoro precario, segna un salto di qualità nel dominio e nella ricattabilità del lavoro i cui diritti sono già in via di destrutturazione per l’attacco portato dal governo Berlusconi alla contrattazione nazionale e alla democrazia sindacale.
Queste politiche sono tanto inique socialmente, quanto recessive e fallimentari sul terreno economico, e stanno portando il paese in un baratro senza precedenti.
Opporsi a queste politiche e concorrere alla costruzione di un modello sociale ed economico alternativo è pertanto dovere di ogni cittadina e cittadino democratici: è il compito urgente che abbiamo tutti noi, in Italia ed in Europa.
Un’alternativa che contrasti effettivamente la speculazione, usata insieme al debito contratto dagli Stati per salvare speculatori ed affaristi, come una clava per distruggere i diritti sociali.
Un’alternativa volta a redistribuire la ricchezza, a fronte della crescita scandalosa delle disuguaglianze, ad aumentare salari e pensioni, istituire il reddito sociale, riqualificare ed estendere il sistema di welfare.
Un’alternativa che si fondi sulla centralità dei diritti del lavoro, riconverta le produzioni nel segno della sostenibilità ecologica, investa nella conoscenza e nella cultura, ampli la sfera dei beni comuni sottratti al mercato, riqualifichi il pubblico a partire da un nuovo modello di democrazia e partecipazione.
Un’alternativa all’insegna di politiche di pace e cooperazione contro le logiche di guerra con la drastica diminuzione delle spese militari.

Per queste ragioni, facciamo appello a scendere in piazza il 12 Maggio a Roma.

Contro il governo Monti, le politiche della BCE, della UE e il Fiscal Compact.

Primi firmatari:

Vittorio Agnoletto, Mario Agostinelli, Andrea Alzetta, Sandra Amurri, Cesare Antetomaso, Giorgio Arlorio, Angelo Baracca, Vittorio Bardi, Glauco Benigni, Paolo Berdini, Marco Bersani, Ciccio Brigati, Benedetta Buccellato, Loris Campetti, Massimo Carlotto, Francesco Caruso, Antonio Castronovi, Adelmo Cervi, Alessio Ciacci, Paolo Ciofi, Giorgio Cremaschi, Ciro D’Alessio, Alessandro Dal Lago, Roberto D’Andrea, Dante De Angelis, Walter De Cesaris, Marco Dentici, Paolo Di Vetta, Mario Dondero, Riccardo Faranda, Amedeo Fago, Anna Fedeli, Gianni Ferrara, Agostino Ferrente, Guglielmo Forges Davanzati, Calogero Giallanza, Alfonso Gianni, Peppe Giuffrida, Haidi Giuliani, Carlo Guglielmi, Margherita Hack, Beniamino Lami, Guido Liguori, Mimmo Loffredo, Fabio Massimo Lozzi, Alberto Lucarelli, Gianni Lucini, Silvia Luzzi, Cecilia Mangini, Gianfranco Mascia, Magda Mercatali, Bartalo Mancuso, Citto Maselli, Ugo Mattei, Sandro Medici, Dino Miniscalchi, Roberto Musacchio, Loretta Mussi, Giovanni Naccari, Giorgio Nebbia, Carla Nespolo, Nicola Nicolosi, Luca Nivarra, Fulvio Vassallo Paleologo, Valentino Parlato, Ciro Pesacane, Ulderico Pesce, Barbara Pettine, Francesco Piccioni, Silvana Pisa, Vito Francesco Polcaro, Gabriele Polo, Pierpaolo Pullini, Franca Rame, Gianni Rinaldini, Annamaria Rivera, Renzo Rossellini, Alessandro Rossetti, Franco Russo, Nino Russo, Ersilia Salvato, Patrizia Sentinelli, Adriano Sgrò, Vauro Senesi, Marino Severini, Bebo Storti, Fabrizio Tomaselli, Unione Inquilini, Vittorio Vasquez e il gruppo consiliare Napoli è TUA.

Lombardi: “Giù le mani dall’articolo 18, riprediamoci le pensioni, licenziamo il governo Monti”

14 aprile 2012, by  
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Dopo aver prolungato l’età pensionabile, dopo aver cancellato, con un colpo di spugna, le pensioni di anzianità, dopo avere colpito le pensioni più basse e protetto quelle più alte, il governo ora “scopre” che per effetto di questa brutale manovra, circa 350 mila lavoratori e lavoratrici – i quali in virtù di accordi collettivi e individuali avevano accettato di essere collocati in mobilità nella certezza di maturare entro quei termini il diritto alla pensione – rimarranno a secco, senza più alcuna fonte di reddito.

Non solo: il folle costo, fino a decine di migliaia di euro, previsto per la ricongiunzione dei contributi maturati presso enti o gestioni diversi, revoca nei fatti il diritto alla pensione anche per quanti riuscissero a superare il fuoco di sbarramento normativo con cui Monti sta nei fatti demolendo l’istituto previdenziale.

Questo forsennato attacco all’impalcatura del welfare si completa con la riduzione ai minimi termini delle protezioni sociali in favore di chi perde il lavoro e con il tentativo, giunto alla sua fase conclusiva, di abolire l’architrave su cui poggia l’intero diritto del lavoro: quell’articolo 18 che sino ad oggi aveva impedito al padrone di licenziare a proprio insindacabile giudizio per i più vieti e inconfessabili motivi.

Per questo nella provincia spezzina abbiamo manifestato due volte con il nostro striscione “Giù le mani dall’articolo 18” davanti agli esponenti del Partito Democratico giunti da Roma: l’onorevole Pierluigi Bersani in visita a Lerici il 22 marzo scorso e il senatore Pietro Ichino, alla Spezia lo scorso 6 aprile per un dibattito proprio sulla nuova “riforma”.

Si aggiunga a tutto ciò il gravame fiscale imposto ai più poveri (casa, addizionali irpef, accise sulla benzina), la crescita fuori controllo delle tariffe (trasporti, acqua, gas, energia elettrica), il prossimo aumento delle imposte indirette (Iva) e si avrà chiara la spaventosa ingiustizia delle scelte di un governo che ha deciso di scaricare sul lavoro e sui più poveri l’intero peso della crisi provocata dai ricchi, le cui fortune nel frattempo ingrossano al riparo da qualsiasi tassazione.

Ciò che stiamo vivendo, con un’accelerazione senza precedenti nella storia della Repubblica, è l’annientamento dei precetti fondamentali di giustizia, di libertà e di uguaglianza che costituiscono il nerbo della Costituzione. Opporsi con la mobilitazione di massa per fermare questa devastazione è compito di ogni democratico.

In questa fase cruciale per il futuro del Paese, la Federazione della Sinistra ha sostenuto la mobilitazione dei sindacati del 13 aprile e promuove per il prossimo 12 maggio, a Roma, una manifestazione nazionale per riaffermare che “l’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro“. Per uscire dalla crisi serve un piano per il lavoro, i diritti e la democrazia.

Va riaperta la partita sulle pensioni: eliminando le norme inique, ponendo un tetto a 5000 euro per le pensioni d’oro e per il cumulo di pensione, garantendo una pensione dignitosa alle lavoratrici e ai lavoratori precari. Va difeso ed esteso l’articolo 18. Vanno difesi ed estesi gli ammortizzatori sociali. Va istituito un reddito sociale per i disoccupati e gli inoccupati. Va contrastata la precarietà.

Va fatto un piano per il lavoro attraverso politiche industriali che promuovano la riconversione ambientale delle produzioni, nei campi del risparmio energetico e delle fonti rinnovabili, della mobilità sostenibile e del riassetto del territorio, con l’obiettivo della buona e piena occupazione. Si deve tornare a investire nella scuola e nell’università pubblica, nello stato sociale. Le risorse ci sono e basta prenderle da chi ce l’ha, attraverso una patrimoniale, e tagliando le spese inutili come quelle per l’acquisto degli F35 o per la realizzazione di opere dannose come la Tav in Val Susa.

Massimo Lombardi, Federazione della Sinistra La Spezia

Fds La Spezia: “Domani a Roma allo sciopero Fiom, con Aldo nel cuore”

Domani, 9 marzo, la Federazione della Sinistra della Spezia sarà a Roma assieme alla Fiom spezzina per la manifestazione indetta dal sindacato dei metalmeccanici per la difesa dei diritti dei lavoratori, per l’articolo 18, contro il governo Monti.

Saremo a Roma dopo un mese di campagna sul nostro territorio, che riprenderemo a partire dalla prossima settimana, per sensibilizzare i cittadini sull’attacco violento di questo governo, figlio banche e della finanza, ai diritti di tutti i lavoratori schiacciati dall’icnredibile volontà bipartisan del parlamento.

L’articolo 18 riguarda tutti, non solo i metalmeccanici. Per questo saremo in piazza con la Fiom: contro questo governo bisogna essere netti e decisi nel far sentire le nostre ragioni o metteranno mano ai diritti, dall’articolo 18 in avanti, che i lavoratori italiani si sono faticosamente guadagnati dopo anni di lotte.

Infine saremo a Roma con un ricordo speciale, quello di Aldo Lombardi, che proprio 7 anni fa se ne andava all’improvviso lasciandoin tutta la città un vuoto incolmabile. Un lottatore insancabile, sempre in prima linea, che certamente sarebbe alla testa del nostro corteo di domani, per spronarci a non abbassare la guardia contro le  ingiustizie dei padroni. Con Aldo nel cuore domani a Roma terremo alto il nome della sua amata Spezia.

Federazione della Sinistra La Spezia

Contro i divieti del governo, per il lavoro e la democrazia in piazza a Roma con la Fiom

20 ottobre 2011, by  
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Con una delegazione di Rifondazione Comunista della Liguria, parteciperò alla manifestazione della Fiom che si terrà in Piazza del Popolo a Roma.

Vogliamo denunciare con forza la decisione del Governo che, prendendo a pretesto i fatti di sabato scorso, ha proibito il corteo dei metalmeccanici.

Gli operai Fincantieri non sono black block ma lavoratori che hanno fatto e stanno facendo la ricchezza di questo Paese e che sono oggi impegnati in una sacrosanta lotta per difendere il lavoro e per conquistare un futuro per la nostra industria cantieristica.

Si vergognino il Governo e il Ministro Maroni!

La scelta della Fiom di organizzare una grande assemblea di massa è la giusta risposta a questo divieto fascista: a chi vuole cancellare la democrazia nel Paese si risponde allargando la partecipazione e il protagonismo dei lavoratori e restituendo la parola agli operai.

Sergio Olivieri
Segretario regionale di Rifondazione Comunista – Federazione della Sinistra

15 ottobre: indignados dalla Spezia a Roma

16 ottobre 2011, by  
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Le telecamere del Secolo XIX sono partite all’alba di sabato 15 ottobre dalla Spezia per raggiungere Roma per la grande manifestazione di protesta degli Indignados italiani.

Nel corso della giornata, abbiamo raccolto in questa pagina i nostri video, dal viaggio in pullman sino all’arrivo nella Capitale, con i momenti più importanti della manifestazione.

La rabbia degli Indignados nei confronti dei Black Block


Il corteo, tra i lacrimogeni e la tensione


L’arrivo a Roma e l’inizio della manifestazione


Il racconto del 38enne Lorenzo, ricercatore universitario,
che è stato in piazza in Spagna, prima della protesta di Roma


Sul pullman con i giovani di Rifondazione Comunista

 

Anche alla Spezia la FdS consegna alla Banca d’Italia la lettera in risposta a Trichet e Draghi

14 ottobre 2011, by  
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Questa mattina una delegazione della Federazione della Sinistra della Spezia ha consegnato nelle mani della direttrice responsabile della filiale spezzina della Banca d’Italia, dottoressa Giovanna Pedote, una busta gigante contenente la risposta all’analoga lettera inviata in estate al governo italiano dal governatore uscente della BCE Trichet e dal suo successore Draghi che hanno ordinato all’Italia la vergognosa manovra vessatoria ferragostana, scaricata poi dal trio Berlusconi-Tremonti-Bossi interamente sulle spalle del lavoratori e pensionati italiani.

Una “riconsegna al mittente” simbolica ma significativa, per far capire a tutti che la crisi finanziaria internazionale, creata da banche e speculatori, non deve essere pagata da lavoratori e pensionati, oltrettutto su ordine antidemocratico di un istituto non eletto come la BCE.

L’iniziativa, diffusa su tutto il territorio nazionale dalla Federazione della Sinistra, si inserisce nel quadro complessivo di azioni contro la crisi che la la FdS spezzina ha organizzato in vista della grande manifestazione di Roma di domani 15 ottobre, che vedrà la presenza di un folto gruppo di militanti e simpatizzanti spezzini.

La FdS da appuntamento per questo pomeriggio alle 17.30 in Corso Cavour, angolo via Rattazzi per l’inziativa sulla scuola pubblica a cura del dipartimento Scuola e  Cultura del Prc della Spezia.

Federazione della Sinistra La Spezia

Di seguito il testo della lettera consegnata oggi alla Banca d’Italia e firmata dal portavoce nazionale della Fds Massimo Rossi:

All’attenzione del dottor Mario Draghi e del dottor Jean Claude Trichet

Chi vi scrive lo fa a nome della Federazione della Sinistra ma è certo di raccogliere il sentire e il ragionare di gran parte dell’opinione pubblica italiana. Abbiamo letto con molta attenzione anche se con increscioso ritardo la lettera che avete inviato all’attuale presidente del consiglio dei ministri Silvio Berlusconi. È una lettera rivolta di fatto al Paese intero che, con la presente, rispediamo al mittente in quanto irricevibile sia per ragioni di metodo che di merito.

Di metodo, perché lungi dal limitarvi, eventualmente, ad una generica sollecitazione al risanamento del bilancio dello Stato italiano, le disposizioni che voi indicate al nostro Paese – e ci sorprende data la vostra competenza – afferiscono a questioni e problematiche di pertinenza della sovranità popolare. Si tratta di scelte rilevanti che competono innanzitutto al Parlamento, in quanto ne è depositario, ma soprattutto agli uomini e alle donne che in Italia vivono e lavorano.

Tentare di imporre, con una sorta di commissariamento dei poteri democratici, tagli alle spese sociali e ai salari, riforme che cancellano i diritti di chi lavora, ridefinizione degli assetti amministrativi, dell’erogazione dei trattamenti pensionistici, della pubblica amministrazione, predeterminare addirittura quali dovranno essere per l’oggi e per il futuro le modalità con cui si organizza lo Stato; spingere per la privatizzazione “su larga scala” di tutti i servizi pubblici ignorando peraltro un recentissimo pronunciamento referendario di segno contrario… Tutto ciò costituisce un grave atto eversivo, quello che senza enfasi dovremmo chiamare un attentato alla sovranità nazionale.

Ma respingiamo la vostra lettera soprattutto per ragioni di merito, perché le ricette che intendete imporci, oltre ad essere palesemente ingiuste ed incivili produrrebbero, come già sperimentato per la Grecia, effetti opposti a quelli enunciati; non un risanamento del bilancio e non certo una fuoriuscita dalla crisi verso una radiosa era dello sviluppo infinito, ma l’apertura di una fase altamente recessiva che porterebbe l’intero continente, e non solo, alla catastrofe economica, politica e sociale. Le misure che vorreste imporre costituiscono il cappio per eseguire la condannare a morte di un corpo sociale già devastato da anni di politiche liberiste.

Tentate di imporci queste soluzioni invece di assumere ogni doverosa iniziativa volta ad arginare le speculazioni in atto, come l’acquisto diretto dei titoli di Stato. Invece di creare, ad esempio, un fondo europeo per finanziare investimenti volti a risanare e riconvertire ecologicamente l’economia reale, per contribuire a creare posti di lavoro stabili e in condizioni dignitose. Occorrerebbe questo in un Paese in cui il 30% dell’economia è basata sul lavoro nero e in cui pochi giorni fa 4 donne sono morte lavorando come bestie in uno scantinato di Barletta in nome della concorrenza nel mercato globale senza regole esaltata dalle vostre dottrine economiche.

Un governo, qualsiasi governo, che si ponga nell’ottica di obbedire ai vostri diktat non solo provocherebbe una vera e propria macelleria sociale ed un ulteriore impoverimento di massa, di cui sarete ovviamente corresponsabili davanti alla Storia, ma produrrebbe una vera e propria devastazione delle relazioni sociali, generazionali, umane costruite in secoli di storia del nostro continente che ne rappresentano il patrimonio di civiltà.

Siamo convinti che sarà la Storia a sconfiggere voi e le vostre asserzioni. Sappiamo che l’Europa che deve ancora nascere è un continente fondato sui diritti, sulla dignità, sulla democrazia reale e partecipata; non certo, come oggi, sul potere del più forte. Sappiamo di avere ragione ed è per questo, per amore verso gli uomini e le donne come noi, perché continuiamo a credere in un futuro diverso, oggi più di ieri possibile e necessario, che saremo il 15 Ottobre nelle piazze di tutta Europa e del mondo. Saremo in tanti a manifestare la nostra indignazione e la nostra rabbia riguardo le vostre sciagurate imposizioni e pretese.

E’ per questo che oggi respingiamo la vostra lettera con le condizioni che intendete imporci e che non rispetteremo.

Per la Federazione della Sinistra                                                                   

Il Portavoce nazionale

Massimo Rossi

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