“Sosteniamo lo sciopero delle lavoratrici e dei lavoratori della grande distribuzione. Ha ragione la Cgil, non fate la spesa nel week end”

18 dicembre 2015, by  
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Le lavoratrici e i lavoratori della grande distribuzione scioperano una seconda volta il 19 dicembre, dopo la mobilitazione del 7 novembre, e manifestano a Milano.

Ha ragione il segretario della CGIL spezzina Matteo Bellegoni ad invitare le cittadine ed i cittadini a non fare la spesa nel week end come gesto di vicinanza e solidarietà alla lotta delle lavoratrici e dei lavoratori.

Sosteniamo con forza la loro lotta, che è importantissima per i salari e le condizioni di lavoro di tutte le lavoratrici e i lavoratori. 

Lo è perché in questo settore si è sperimentato in questi anni il massimo dello sfruttamento: moltiplicazione dei contratti con ogni forma di precarietà, subordinazione della vita delle lavoratrici e dei lavoratori ai tempi delle imprese, liberalizzazione degli orari che ha invaso i giorni festivi impedendo le normali relazioni tra le persone.

Ma tutto questo non basta. Non solo non viene rinnovato il contratto scaduto da 22 mesi ma i padroni della grande distribuzione pretendono di tutto, di più: taglio degli scatti di anzianità e delle ore di permesso retribuito, sterilizzazione di 13esima e 14esima per il calcolo del tfr, aumento degli orari e della flessibilità gestita unilateralmente dalle aziende. Le grandi centrali cooperative vogliono ridurre il costo delle ore di lavoro, tagliare le maggiorazioni per il lavoro domenicale, notturno, straordinario e supplementare, tagliare le retribuzioni per le malattie brevi, derogare al contratto per il Sud.

Sono spesso i giovani e le donne i dipendenti della grande distribuzione, e su di essi si vorrebbero scaricare una concorrenza feroce.

Diciamo NO con le lavoratrici e i lavoratori che sciopereranno sabato. E’ grottesco che la grande distribuzione si lamenti di una crisi dei consumi che affonda le proprie radici in quella diminuzione dei salari e svalutazione del lavoro che vuole aggravare con le proprie inaccettabili pretese.

Diciamo SI a condizioni di salario e di lavoro dignitose e ci impegniamo a lavorare perché venga rimessa radicalmente in discussione la liberalizzazione degli orari introdotte dal governo Monti nel 2011. Monti allora disse che con le “liberalizzazioni il prodotto interno lordo potrebbe salire dell’11%, i consumi dell’8% e i salari reali di quasi il 12%”.

Una balla stratosferica. Le liberalizzazioni hanno solo aumentato il dumping tra piccola e grande distribuzioni, peggiorato la qualità della vita delle lavoratrici e dei lavoratori e delle loro famiglie, tagliato il tempo per il riposo e per le relazioni umane.

 
Rifondazione Comunista La Spezia

Prc Liguria al sostegno dei lavoratori della grande distribuzione: “Boicottiamo i supermercati che non applicano il contratto”

7 novembre 2015, by  
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Rifondazione Comunista Liguria sostiene convintamente la mobilitazione e lo sciopero dei lavoratori e delle lavoratrici della grande distribuzione del 7 novembre, promosso dalle organizzazioni sindacali del settore, per il contratto e contro l’attacco ai diritti e al salario.

Lo sciopero ha una valenza importante per tutto il mondo del lavoro perché avviene in un settore dove da anni vige la più feroce guerra tra i poveri, scaricata in particolare su giovani e donne, attuata con salari da fame, con flessibilità e precarietà selvagge. Una guerra tra i poveri voluta dai grandi gruppi e tutta “casalinga”, perché il settore non è certo esposto alla concorrenza internazionale.

Per sostenere fino in fondo le ragioni dei lavoratori e delle lavoratrici, Rifondazione Comunista lancia a partire dal 7 novembre una campagna di boicottaggio dei supermercati, invitando i consumatori a non fare la spesa nei supermercati che non vogliono applicare il nuovo contratto e non vogliono aumentare i salari da fame che caratterizzano il settore. Solo un’alleanza tra lavoratori e consumatori può piegare l’arroganza delle grandi multinazionali della distribuzione.

Rifondazione Comunista,

segreteria regionale Liguria

Massimo Lombardi (Rete a Sinistra): “Contro la “malascuola” di Renzi, oggi presidio sotto la prefettura a sostegno di insegnanti e studenti”

18 maggio 2015, by  
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Questo pomeriggio alle 16 saremo tutti sotto la prefettura spezzina per protestare contro la “malascuola” di Renzi, come accade in tutte le città italiane. Rete a Sinistra sostiene con forza la mobilitazione di questi giorni, per manifestare al parlamento la contrarietà al contenuto della legge sulla “Buona scuola” renziana e al metodo antidemocratico con cui e stata elaborata.
Dopo lo straordinario sciopero del 5 maggio scorso, proseguito il 12 maggio con il boicottaggio dei test Invalsi, si chiede al governo il ritiro del ddl in discussione in parlamento in questi giorni.
 

Nessuno si è lasciato ingannare dalle aperture e dagli incontri con i sindacati, ne intimidire dalla repressione del dissenso a Renzi, come le denunce di chi a Bologna ha osato contestare il Presidente del Consiglio alla festa dell‘Unità. 

Renzi sta proseguendo un attacco neo liberista alla scuola pubblica che dura da oltre vent’anni, con le azioni di governo della Moratti, della Gelmini, di Profumo e anche di Luigi Berlinguer, che hanno mirato a trasformare la scuola da istituzione pubblica a servizio a domanda individuale sempre più sottratta alle funzioni dello stato, e quindi messa a disposizione del “libero” mercato.

Renzi porta a compimento questo processo: dopo l’immissione nel sistema pubblico delle paritarie private, la distruzione del tempo pieno e del tempo prolungato (modello di scuola di base invidiato da tutto il mondo), i tagli ai bilanci, il mantenimento dei precari come dato strutturale dequalificante, il dimensionamento delle scuole, il colpevole abbandono della edilizia scolastica, il continuo aumento dei fondi alle private, Renzi cancella la scuola della Costituzione.

Il ddl fa scomparire diritti e poteri di studenti e docenti, trasformando in potenziale precario anche chi è in ruolo, suddito nelle mani del preside sceriffo, è una riorganizzazione della “governance “della scuola /servizio con al centro la rete dei dirigenti.

La scuola è un baluardo da difendere, come la Costituzione. Non dobbiamo permettere all’autoritarismo dilagante di distruggere l’istituzione pilastro della nostra società.

Massimo Lombardi,
 
candidato al consiglio regionale della Liguria 
 
Rete a Sinistra – Pastorino Presidente

Ravera (Rifondazione): “Gli operai di Fincantieri hanno ragione da vendere a protestare”

27 marzo 2015, by  
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Desidero esprimere il totale sostegno di Rifondazione Comunista ai lavoratori dello stabilimento Fincantieri di Muggiano che anche oggi sono scesi in sciopero.

Sosteniamo i lavoratori perché condividiamo totalmente le loro ragioni e gli obiettivi di una lotta che tra l’altro vuole anche impedire che il Consorzio guidato dalla Provincia della Spezia venda il bacino di carenaggio, struttura indispensabile per il futuro produttivo del Cantiere.Con lo sciopero del Cantiere di Muggiano, si rafforza la mobilitazione dei lavoratori degli stabilimenti Fincantieri della nostra regione che già nei giorni scorsi, a Riva Trigoso, Sestri Ponente e Muggiano stesso, avevano dato vita a scioperi e manifestazioni.

I lavoratori hanno ragioni da vendere quando respingono le assurde proposte dell’azienda che vorrebbe imporre aumento dell’orario di lavoro, riduzione di fatto dei salari e violazione dei diritti delle persone con un controllo poliziesco alla “Grande fratello” attraverso microchip da inserire nelle scarpe da lavoro degli operai.

Che queste proposte vengano da un’azienda pubblica come Fincantieri la dice lunga sugli indirizzi antioperai che guidano l’azione del Governo e del Pd di Renzi.

 

Marco Ravera,

segretario regionale Prc Liguira

“Solidarietà ai lavoratori di Fincantieri in sciopero”. Ricciardi: “Pronti a sostenere la lotta”

19 marzo 2015, by  
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La federazione provinciale spezzina di Rifondazione Comunista esprime piena solidarietà ai trecento lavoratori di Fincantieri Muggiano che questa mattina hanno scioperato in blocco contro le assurde decisioni dell’azienda riguardo alla soppressione del premio di produzione. 
 
E’ indubbiamente una battaglia che deve riguardare tutta la città. Nella giornata della festa del papà – fa notare Jacopo Ricciardi – dobbiamo essere vicini a questi padri di famiglia nella loro battaglia contro le scelte scellerate di Fincantieri. Saremo al fianco di questi operai in ogni tipologia di lotta che vorranno intraprendere. Condivido le parole di Bellegoni: la proposta di vendita del bacino di carenaggio e le penalizzazioni contrattuali sono inaccettabili. Infine giudico negativamente la mancanza dell’unità tra le organizzazioni sindacali, essendo i lavoratori supportati dalla sola Fiom“.
 
Si tratta, dopo lo scandaloso “Jobs act”, dell’ennesimo attacco a chi lavora da parte del governo Renzi, azionista di maggioranza di Fincantieri e sempre prono ai continui diktat confindustriali, come dimostrano proprio le recenti parole di Giorgio Bucchioni, presidente di Confindustria spezzina. 
 
Per Bucchioni infatti tutto ciò che i lavoratori rivendicano sembrano “ostacoli e condizionamenti gestionali”, nonché “strumentalizzazioni”, come se la guerra ai lavoratori, in corso da anni, non fosse farina del loro sacco.Per lor signori, evidentemente, difendere i propri diritti e non farsi schiacciare dalle logiche padronali è un’operazione antiquata, un intralcio alla produzione e al profitto (degli industriali, ovviamente).
 
Contro questa concezione “culturale”, che Berlusconi ha introdotto, che Monti ha perfezionato e che il renzismo ha definitivamente sdoganato, si pone solo la Fiom di Landini, a cui va la nostra piena vicinanza. 
 
Il grande “modernismo” che Renzi e Confindustria vogliono introdurre significa solamente precarietà estrema, perdita dei diritti fondamentali, aumento delle ore di lavoro, riduzione salariale e guerra fra poveri. L’Italia volta davvero pagina, non c’è che dire: solo con un fronte unico di opposizione sociale e politica si può interrompere questo braccetto fra una classe industriale speso corrotta (come evidenziano i continui fatti di cronaca) e un governo al suo completo servizio.
 
Per questo auspichiamo una grande mobilitazione per le vie della città: Spezia deve restare al fianco dei lavoratori del Muggiano in lotta.
 
 
Rifondazione Comunista,
federazione provinciale La Spezia
Jacopo Ricciardi, 
segreteria regionale Prc Liguria
 
www.cittadellaspezia.com

Ravera (Prc Liguria): “Rifondazione non parteciperà alle primarie dell’11 gennaio”

31 dicembre 2014, by  
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Rifondazione Comunista, come noto, non parteciperà alle primarie sia perché con tutta evidenza non sono di coalizione, ma del Partito Democratico, sia perché le primarie vincolano alla partecipazione della coalizione medesima. La consultazione dell’11 gennaio, tuttavia, rappresenta un momento di partecipazione che merita il massimo rispetto, vorrei però soffermarmi su alcuni aspetti politico-programmatici per noi centrali troppo spesso assenti dai dibattiti di questi giorni incentrati più sui nomi che sui contenuti.

Le iniziative di lotta delle scorse settimane, dalla manifestazione nazionale della Cgil del 25 ottobre, alle manifestazioni della Fiom di Milano e di Napoli, allo “sciopero sociale“, allo sciopero generale del 12 dicembre indicano che nel mondo del lavoro stanno maturando le condizioni per una forte ripresa del conflitto sociale. Le mobilitazioni operaie dell’Ilva e dell’Agnesi, quelle dei lavoratori di Amt e della altre aziende del trasporto pubblico, la lotta dei lavoratori delle province indicano la centralità della questione del lavoro, cioè il diritto al lavoro, la lotta contro la precarietà e la disoccupazione e la costruzione di politiche industriali e del lavoro che, assumendo come centrale anche il tema dell’ambiente, traguardino il rilancio dell’economia ligure ed una prospettiva di uscita dalla crisi.
Non meno importante la sanità che investe circa i tre quarti del bilancio regionale. Pensiamo si debbano invertire le politiche che hanno portato al taglio di oltre 800 posti letto, al declassamento di sei Pronto soccorso a Punti di Primo intervento (emblematico il caso di Cairo Montenotte in Val Bormida), la chiusura di reparti, la chiusura dei Day Hospital diagnostici che hanno portato e stanno portando alle fughe di pazienti fuori regione che aumentano per un costo di alcune decine di milioni di euro l’anno e aumenteranno ulteriormente dopo il DL 38 del 4/3/2014 sulla sanità transfrontaliera. Queste politiche si possono invertire solo difendendo e rilanciando il ruolo della sanità pubblica arrestando il peggioramento dei servizi e la privatizzazione strisciante che è venuta avanti in questi anni.
La terza grande questione, purtroppo sempre di attualità, è la tutela del territorio dal rischio idrogeologico cioè la riaffermazione che l’unica grande opera della quale c’è bisogno è la manutenzione di un territorio fragile e ferito dalla cementificazione e che occorre impostare politiche virtuose centrate sulla drastica limitazione del consumo del suolo. La gronda di ponente e il cosiddetto “Terzo valico” (anche se poi sarebbe il sesto!) sono opere costose non prioritarie, fortemente impattanti sul territorio. Così come sono impattanti i porticcioli turistici in una regione già pesantemente cementificata. Se la giunta regionale ha bocciato i porti della Margonara e di Albenga rimangono ancora aperti altri interventi a forte impatto.
In tema di impatto ambientale, che colpisce direttamente la salute dei cittadini, rientra anche la “questione carbone”. La centrale di Genova verrà chiusa entro il 2017, a Vado Ligure e Quiliano i gruppi a carbone sono stati chiusi dalla magistratura, alla Spezia è sempre più forte la lotta di comitati e cittadini per far uscire la città da cinquanta anni di carbone. Pur in assenza di un Piano energetico nazionale la Regione ha un forte ruolo per uscire dal carbone tenendo assieme salute, ambiente e lavoro. Su questi temi siamo aperti al dialogo con quanti non si vogliono porre in continuità con le politiche del governo Renzi, con quanti vogliono dare alle lotte dei lavoratori e delle lavoratrici un riferimento e una rappresentanza politica.

 

Marco Ravera

Segretario regionale Rifondazione Comunista Liguria

Eletta la nuova segreteria regionale di Rifondazione. L’unico spezzino è Jacopo Ricciardi

5 dicembre 2014, by  
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Eletta ieri pomeriggio a Genova la nuova segreteria regionale di Rifondazione Comunista della Liguria e del nuovo neosegretario regionale, Marco Ravera. Insieme a lui Matteo Melis, responsabile della comunicazione, Giuseppe Zuccolo, responsabile dell’organizzazione e tesoriere, Agostino Giannelli, responsabile degli enti locali, Roberta Danovaro, responsabile delle politiche giovanili e di genere e Jacopo Ricciardi, responsabile dei movimenti, l’unico spezzino eletto, il quale si occuperà dei rapporti con i comitati, con le associazioni e di tutte le realtà di lotta.

Una segreteria eletta quasi all’unanimità e che punterà al rilancio di Rifondazione in Regione Liguria, per una sinistra più unita. “Le manifestazioni di questi mesi di scioperi e di conflittualità sociali testimoniano la necessità della presenza di una sinistra unita che li rappresenti”, dichiara il neo eletto Ricciardi, in riferimento soprattutto agli scioperi della Cgil e della Fiom. “Il tema del lavoro è il primo punto del nostro programma – spiega -, vogliamo ridare dignità a quelle persone che purtroppo non riescono ad arrivare a fine mese. Ringrazio il segretario regionale Ravera per la fiducia che mi ha dato e come sempre metterò il massimo impegno nel nuovo ruolo politico che rivesto”.
Il Prc della Spezia fa inoltre sapere che aderirà allo sciopero nazionale della Cgil indetto per il 12 dicembre, contro le scelte del governo e per sostenere le proposte sindacali in merito alla riforma della Pubblica amministrazione, Jobs Act, Legge di Stabilità e Politica economica. “Ci ritroveremo tutti in Piazza Europa alle 9.30“, fa sapere Ricciardi.

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“Vicini alle lotte del Sinagi, Renzi distrugge le edicole e il pluralismo dell’informazione”

29 novembre 2014, by  
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Rifondazione Comunista La Spezia solidarizza col sindacato degli edicolanti spezzini Sinagi-Cgil che indirà otto giorni di protesta a partire dallo sciopero di lunedì 1 dicembre contro il governo Renzi, in procinto di stabilire la liberalizzazione selvaggia delle edicole.

Una decisione scellerata che comporterà, oltre ad una grave perdita di posti di lavoro (in un settore già in crisi), un attacco frontale al pluralismo dell’informazione, valore cardine della democrazia: infatti la fine della parità di trattamento prevista dal governo porterà alla distribuzione al pubblico solo le poche grosse testate, già concentrate nelle manci di ristretti gruppi editoriali, decretando la fine della vendita dei periodici “minori”.
Rifondazione è al fianco dei lavoratori del settore e a difesa del pluralismo dell’informazione, con ogni evidenza dal ignorati da Renzi, e sosterrà ogni mobilitazione di questo importante settore.

Rifondazione Comunista,
federazione provinciale La Spezia

“Domani saremo a Milano con la Fiom, contro il Jobs Act e il Governo Renzi”

13 novembre 2014, by  
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Domani, 14 novembre, saremo a Milano al fianco della Fiom, contro Renzi, la Merkel e Draghi. Sosteniamo tutte le mobilitazioni dei prossimi giorni, dalle due giornate di sciopero e mobilitazione della Fiom, allo sciopero sociale e di genere dei movimenti precari e dei sindacati di base del 14. Lavoreremo perché il conflitto e la mobilitazione sociale fermino le politiche di destra, inique e fallimentari del governo Renzi, e perché il 12 dicembre si fermi davvero tutto il paese.

Il futuro è nella continuità  nelle lotte, non è nell’Europa della Merkel, nelle politiche di austerità che aggravano la crisi economica e producono la barbarie sociale. Saremo in piazza con la Fiom contro un governo che vuole smantellare definitivamente l’articolo 18 e condannare i giovani alla precarietà a vita, privatizzare il welfare e i beni comuni, demolire la Costituzione e ridurre la democrazia ad un simulacro.

Rifondazione Comunista, federazione della Spezia

14 novembre 2012: contro l’euroausterità e il governo Monti, con l’Europa che resiste!

12 novembre 2012, by  
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Prc e Gc La Spezia aderiscono allo sciopero Cgil e al corteo degli studenti spezzini

Rifondazione Comunista e Giovani Comunisti della Spezia aderiscono allo sciopero CGIL proclamato per mercoledì 14 novembre in occasione della giornata di mobilitazione contro le vergognose politiche di austerità del governo Monti che strozzano sempre più i cittadini italiani nel nome della troika formata da Germania-Francia-BCE-FMI.

Mentre la Cgil terrà un presidio in Piazzetta del Bastione, i Giovani Comunisti e Rifondazione parteciperanno al corteo di protesta organizzato dagli studenti spezzini che percorreranno le vie cittadine a partirte dalle ore 9 con ritrovo in Piazza Europa. Nell’occasione i partecipanti potranno firmare per abrogare con i referendum le scandalose leggi dei governi Berlusconi-Monti in tema di lavoro, per il ripristino dell’articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori che impediva la libertà di licenziamento prima della “riforma” Fornero.

Di seguito l’appello di Rifondazione Comunista e dei Giovani Comunisti:

Siamo con le lavoratrici e i lavoratori che oggi in tutta Europa scioperano.

A chi dice che non ci sono alternative alle politiche di austerity volute dalla Merkel e dalla Troika, rispondiamo che dalla crisi non si esce tagliando i diritti e il futuro.

Le politiche di austerity peggiorano la crisi economica e creano una crisi di civiltà, una barbarie in cui si distruggono tutti i diritti sociali e del lavoro e si distrugge assieme la democrazia. Mentre si salvaguardano la finanza e gli speculatori.

Siamo contro il governo Monti che, sostenuto da centrodestra e centrosinistra, ha approvato la controriforma delle pensioni, la cancellazione dell’articolo 18, i continui tagli a scuola, sanità, servizi sociali, il pareggio di bilancio in Costituzione e il Fiscal Compact. Il Fiscal Compact, che chiede al nostro paese tagli di 47 miliardi l’anno per i prossimi 20 anni, è un trattato contro i popoli d’Europa, contro le conquiste sociali che fanno parte della storia europea.

Vogliamo costruire un’alternativa con l’unità delle forze di sinistra e antiliberiste. Colpendo gli speculatori e la deregulation finanziaria, facendo pagare i ricchi con la patrimoniale, costruendo nuova occupazione con un piano per il lavoro e l’ambiente, tagliando le spese militari, ripristinando i diritti sociali e del lavoro.

Ti chiediamo di firmare per i referendum:

-per il ripristino dell’articolo 18;

-per la cancellazione dell’articolo 8 e la difesa del contratto nazionale;

-per l’abrogazione della controriforma Fornero delle pensioni;

-per eliminare i privilegi dei parlamentari;

 

Riprendiamoci il presente e il futuro.

Diritti, lavoro, democrazia.

CAMBIARE SI PUO’!

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