Rifondazione Comunista al fianco dei dipendenti pubblici in sciopero
19 dicembre 2020, by admin
Archiviato in Lavoro, Partito, Primo piano
Rifondazione Comunista sostiene con forza lo sciopero dei dipendenti pubblici indetto da Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Fpl per mercoledì 9 dicembre contro gli attacchi dei soliti soloni che dall’alto di “cattedre” ben remunerate contrappongono, falsando i dati sugli aumenti proposti dal governo, i dipendenti pubblici ai privati, gli stabili ai precari.
E’ la solfa riproposta da anni il cui risultato reale non è togliere a chi sta un po’ meglio per dare a chi sta peggio, ma peggiorare le condizioni e ridurre i diritti di tutte/i.
I problemi veri del lavoro autonomo lasciato solo e dei precari con retribuzioni e diritti indegni di un paese civile non si risolvono colpendo ancora lavoratrici e lavoratori con stipendi quasi fermi da 13 anni. Togliere qualcosa ad un dipendente pubblico che guadagna poco più di mille euro non aiuta il precario che ne guadagna un po’ meno.
Il problema è assumere i precari, garantire salari dignitosi a tutti, pubblici e privati, far ripartire l’economia e contrastare l’emergenza
La loro lotta parla di un’emergenza che riguarda tutto il paese reso fragile da anni di tagli di tutto il sistema pubblico, dalla sanità alla scuola, dai vigili del fuoco ai Comuni, dalle amministrazioni centrali a quelle periferiche.
E’ ora di abbandonare le ubriacature mercatiste e il primato dei profitti insensibili alla vita delle persone e investire la maggior parte delle risorse disponibili per ricostruire un pubblico all’altezza dei bisogni del paese. E per disporre del massimo di risorse necessarie e invertire la tendenza all’aumento delle disuguaglianze si tassino finalmente le grandi ricchezze a partire da un milione di euro in su. Restituire valore e dignità ai pubblici dipendenti e incoraggiare in loro un forte senso del ruolo pubblico è fondamentale per il miglioramento della qualità dei servizi e dei diritti dei cittadini. Per questi motivi saremo presenti in tutte le iniziative promosse nella giornata di sciopero con le nostre proposte:
– assunzioni di almeno 500 mila lavoratrici e lavoratori;
– stabilizzazione di tutti i precari con contratti a tempo pieno e indeterminato;
– reinternalizzazione di tutti i servizi affidati a privati.
Il governo cambi rotta e ascolti le lavoratrici e i lavoratori!
Antonello Patta, Responsabile nazionale lavoro
Veruschka Fedi, Segretaria Provinciale
Lavoratrice Acam licenziata, Fedi: “Ritrovare unità di lotta contro una vergognosa amministrazione aziendale e politica”
27 luglio 2019, by admin
Archiviato in Lavoro, Partito, Primo piano
Sciopero Acam, Prc Vezzano: “Reintegro della dipendente licenziata sarà una battaglia vinta dei lavoratori”
9 novembre 2018, by admin
Archiviato in Lavoro, Partito, Primo piano
Il circolo Prc “XXV Aprile-Aldo Lombardi” di Vezzano Ligure esprime tutta la sua solidarietà alla lavoratrice Acam licenziata a settembre dall’azienda. Un gesto senza giustificazioni e senza precedenti, che viola tutti i principi contrattuali e che richiede la piena mobilitazione dei lavoratori, come avvenuto questa mattina per le vie della città e come avverrà in seguito.
Prc e Spbc: “Solidarietà alla lavoratrice Acam licenziata ingiustamente, si dimetta l’assessore Casati per conflitto di interessi”
24 ottobre 2018, by admin
Archiviato in Lavoro, Partito, Primo piano
Morte sul lavoro al Muggiano, Prc La Spezia: “Subito sciopero generale, si faccia luce sulla tragedia”
15 maggio 2018, by admin
Archiviato in Lavoro, Partito, Primo piano
Prc La Spezia: “Pieno sostegno allo sciopero logistica ed autotrasporto”
31 ottobre 2017, by admin
Archiviato in Lavoro, Partito, Primo piano
No all’aggregazione Acam-Iren: “Acqua deve rimanere pubblica, subito una manifestazione di protesta in città”
16 febbraio 2017, by admin
Archiviato in Dalla Provincia, Partito, Primo piano
Rifondazione Comunista esprime forte contrarietà per la decisione dell’amministrazione comunale spezzina di “aggregare” la partecipata Acam con il colosso multiutility Iren.
Riteniamo tale decisione contraria ai principi sanciti dal referendum del 2011 che obbliga la gestione pubblica del bene primario dell’acqua, senza alcuna possibilità di profitto. Difficile immaginare che ciò non avvenga, trattandosi di una società quotata in borsa, con parte dei capitali forniti da una banca come Intesa San Paolo, che quindi punterà esclusivamente ai propri interessi di cassa e non certo all’amministrazione del servizio nell’interesse dei cittadini.
Senza contare le ripercussioni sui lavoratori, che già hanno compiuto enormi sacrifici con i contratti di solidarietà e con i vari demansionamenti e che ora, nella speranza di non dover perdere il posto, sono costretti ad accettare tale situazione.
Il ricatto occupazionale dovuto alla giusta preoccupazione da parte dei sindacati deve far riflettere ancora una volta sulla vergognosa gestione degli ultimi dieci anni di Acam per la quale nessuno ha mai pagato se non i cittadini (in termini di disservizi e nelle bollette) e i lavoratori.
Chiediamo all’amministratore delegato Garavini (ben pagato con i soldi pubblici) a cosa sono servite le recenti cessioni dei rami di azienda più remunerativi (come il Gas) per arrivare lo stesso alla solita conclusione, ossia la privatizzazione dell’acqua.
Per questi motivi tutti i nostri consiglieri comunali voteranno contro questa soluzione e invitiamo tutte le forze attive e democratiche della provincia a una grande manifestazione di protesta in difesa dei beni comuni pubblici da lanciare nei prossimi giorni in città.
Rifondazione Comunista, federazione provinciale La Spezia
Lombardi lancia la sfida del lavoro: “Risolvere drammatica emergenza occupazionale in provincia”
17 settembre 2015, by admin
Archiviato in Lavoro, Partito, Primo piano
Contro l’abolizione dell’articolo 18: Bucchioni (Prc La Spezia) presenta la mozione in consiglio comunale
25 settembre 2014, by admin
Archiviato in Lavoro, Partito, Primo piano
Si pensa di risolvere i problemi occupazionali andando a cancellare e riscrivendo lo Statuto dei lavoratori, non per allargare una serie di diritti che vedono escluse le diverse forme di assunzione precaria oltre i 50 che esistono in Italia, bensì per smantellare le conquiste ottenute dalle lotte del movimento sindacale ed operaio.
Lo Statuto è un patrimonio di tutti i lavoratori e nessuno è delegato a cambiarlo: anzi andrebbe esteso anche nelle realtà lavorative al di sotto dei quindici dipendenti.
Preso atto dei comunicati Rsu dei diversi gruppi industriali operanti nel territorio della Spezia che stigmatizzano l’attacco allo Statuto dei lavoratori e reclamano una diversa politica industriale che possa far riprendere gli investimenti, la produzione e di conseguenza l’aumento esponenziale dell’occupazione, considerato il quadro attuale del mercato del lavoro italiano che si caratterizza da alti tassi di disoccupazione, precarietà diffusa, pressoché totale assenza di diritti ed ammortizzatori sociali per una grossa fetta di lavoratori, registrata la difficoltà delle imprese e degli artigiani che sono molto più interessati a ottenere accesso al credito e minore burocrazia piuttosto che libertà di licenziare (si ricorda a questo proposito le parole pronunciate dal presidente di Confindustria Squinzi qualche mese fa che, a differenza di ora, pensava che le industrie non avrebbero ottenuto nessun beneficio andando a modificare lo statuto dei lavoratori)
il Consiglio Comunale della Spezia
ritiene
che l’articolo 18 non costituisca affatto un freno agli investimenti e alla crescita dimensionale delle imprese
che il governo debba concentrarsi nell’estensione delle tutele a quelle categorie di lavoratori che ne sono oggi prive anziché dare via libera alla libertà di licenziamento
chiede al Governo
di non procedere alla modifica dell’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori
di attuare provvedimenti che comportino la diminuzione del costo del lavoro, l’estensione dei diritti a quelle forme di impiego che attualmente né sono sprovviste e l’assegnazione di nuove ingenti risorse per gli ammortizzatori sociali,indispensabili ad una loro generalizzazione e universalizzazione
impegna
la Presidenza del Consiglio Comunale
ad inviare questa mozione al Governo e al Presidente della Repubblica.
F.to Edmondo Bucchioni,
consigliere comunale Rifondazione Comunista La Spezia
Rifondazione aderisce alla giornata Europea del 14 novembre, Lombardi: “I sindacati si mobilitino sulla drammatica situazione lavorativa spezzina”
12 novembre 2013, by admin
Archiviato in Dalla Provincia, Lavoro, Partito, Primo piano
La Federazione Provinciale della Spezia di Rifondazione Comunista aderisce con convinzione alla Mobilitazione Sindacale Europea del 14 novembre, data nella quale a Roma, Bucarest, Praga, Stoccolma, Madrid, Lisbona, Atene e in tante altre città europee, scenderanno in piazza milioni di lavoratori e le lavoratrici per dire che le politiche di austerità non funzionano e che è necessario un radicale e profondo cambio di rotta per ridare impulso al lavoro e per ristabilire la giustizia sociale e la solidarietà di classe.
“E’ vergognoso che a pagare i costi della crisi e le conseguenze delle politiche di austerità siano solamente i lavoratori e le lavoratrici – commenta il segretario provinciale Massimo Lombardi -, “mentre il mondo della finanza e gli speculatori continuano a prosperare – se è vero, come è vero – che in Europa 25 milioni di persone non hanno un’occupazione e che, in alcuni paesi, il tasso di disoccupazione giovanile supera il 50%. Occorre ricostruire una solidarietà tra i cittadini europei affinché le rivendicazioni siano sempre più forti, come la lotta allo smantellamento dello stato sociale, alla flessibilità del mercato del lavoro, alla privatizzazione dei servizi pubblici, alla pressione sul ribasso dei salari, alla diminuzione delle pensioni. Questa mobilitazione deve, però, radicarsi sui territori: Rifondazione Comunista ritiene, infatti sconcertante e drammatica la situazione occupazionale a livello della provincia della Spezia, dove negli ultimi anni – ma soprattutto nei mesi recenti – si è verificata una impennata clamorosa di licenziamenti ed un proliferare smisurato di assunzioni “in nero” o con modalità contrattuali talmente “atipiche” da sconfinare nell’illiceità palese. Ciò è avvenuto in un silenzio assordante di tutte le forze sociali e politiche spezzine e nell’assenza di una forte mobilitazione sindacale che – laddove posta in essere – ha avuto connotati di scarsa rilevanza e marginalità, non andando ad incidere nei gangli di un sistema economico produttivo moribondo, per precisa responsabilità di una classe politica padronale che ha spremuto la classe dei lavoratori nel periodo di “vacche grasse” e che ora licenzia, demansiona, costringe al lavoro irregolare, per assicurarsi “il proprio bottino” e la propria rendita di posizione. C’è bisogno di uno sforzo di mobilitazione straordinaria delle lavoratrici e dei lavoratori in prima persona che non si affidino ad una delega sindacale in bianco, ma sappiano stimolare i rappresentanti sindacali, a partire da quelli di categoria, in una lotta vera, posta in esser con modalità straordinarie ed efficaci, poiché il momento do crisi e stagnazione economica è tale da richiederlo. Vanno abbandonate logiche di concertazione e negoziazione al ribasso, politiche difensive che hanno creato negli anni un crescente distacco dei lavoratori anche dal sindacato stesso al quale sono iscritti; ci vuole un coraggio straordinario, attualizzare quello proprio delle lotte sindacali del passato e declinarlo negli anni duemila, ma con quella passione e determinazione caratterizzante che ora pare esser ridotta al minimo storico. Il nostro appello è rivolto alle forze sindacali spezzine tutte, in primis la Cgil, i Cobas, la Cub ed ogni forma di sindacalismo di base, per organizzare una mobilitazione permanente di tutte le lavoratrici ed i lavoratori della nostra città, ma anche e soprattutto dei disoccupati, dei precari, dei pensionati, giungendo anche agli artigiani, ai piccoli commercianti ed al “popolo delle partite iva”, al fine di unire le lotte e non creare quegli steccati tra vertenze, produttivi di sterili divisioni che depotenziano le mobilitazioni. Riteniamo necessario costruire dapprima una piattaforma di rivendicazione generale, a livello spezzino, dar vita a momenti di confronto in ogni luogo di lavoro, momenti assembleari partecipati, traguardando una grossa manifestazione a livello provinciale che abbia la forza di porre il tema del lavoro al centro dell’agenda della città e della provincia, elevandolo da quel ruolo di mera marginalità e sacca di ricatto in cui oggi è relegato”.
Massimo Lombardi,
segretario provinciale Rifondazione Comunista La Spezia