“Aderiamo all’appello del Manifesto della Sanità Pubblica. Si convochi con urgenza la conferenza dei sindaci”
16 agosto 2021, by admin
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Fedi: “Ritardo della diffusione dei dati, la Regione Liguria è incapace a gestire la pandemia”
25 marzo 2020, by admin
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Rete a Sinistra: “Piano Verde per azzerare il consumo del suolo”
22 dicembre 2015, by admin
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Mentre si moltiplicano anche a livello nazionale le mobilitazioni contro il Piano Casa (oggi l’interrogazione parlamentare dei deputati Stefano Quaranta e Luca Pastorino), questa mattina il consigliere regionale Gianni Pastorino ha scritto ai 235 sindaci della Liguria invitandoli a intraprendere azioni tempestive per fermare la prima legge-scandalo della giunta Toti: “Dalla data di pubblicazione della legge, i comuni avranno 60 giorni per decidere come applicare il Piano Casa” – ricorda Pastorino. Gli amministratori potranno indicare in quali aree non ammettere gli ampliamenti e i cambi di destinazione d’uso previsti dalla nuova legge; il che può consentire di escludere l’intero territorio comunale”.
Questo il passaggio cruciale, sul quale insiste l’accorata lettera di Pastorino: se non si corre ai ripari, una volta scaduti i fatidici 2 mesi il Piano Casa sarà applicato automaticamente. E non si torna indietro. “Passati i termini, i Comuni non potranno rimediare in alcun modo” – sottolinea Pastorino – “per questo chiediamo alle amministrazioni locali di attivarsi immediatamente, approvando una delibera di giunta o del consiglio“.
Nel frattempo, hanno superato quota 1000 le firme poste in calce alla petizione di Rete a Sinistra “Salva la Liguria” su Change.org, che si muove parallelamente al percorso istituzionale della lettera: “La risposta dai territori non si è fatta attendere” – commenta Pastorino – “le firme erano già diverse centinaia dopo le prime 24 ore; centinaia di cittadini che hanno a cuore una Liguria senza altre colate di cemento. A tutti loro voglio dire: non tutto è perduto, la battaglia prosegue». Meglio ancora con l’aiuto dei sindaci”.
Ma la exit strategy di Rete a Sinistra al Piano Casa è sempre pronta sul tavolo: “Il nostro “Piano Verde” rappresenta l’unica opzione verso il consumo-zero di suolo – ricorda Pastorino nella lettera ai sindaci . Lo abbiamo presentato come maxiemendamento sostitutivo del Piano Casa; ed ora diventerà la nostra proposta di legge”.
da www.cittadellaspezia.com
“Acam: un piano irresponsabile da larghe intese”
11 giugno 2013, by admin
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“Federici su Acam: ridicole ripetizioni di un film già visto”
18 aprile 2013, by admin
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E’ sconcertante il balletto intrapreso dal sindaco Federici, attorniato dal silenzio assoluto dei sindaci del Pd di tutta la provincia.
Tutto il resto è mera propaganda sulle spalle dei lavoratori e dei cittadini spezzini.
Rifondazione Comunista La Spezia
“Solidali con i lavoratori Acam: una situazione indecente”
26 marzo 2013, by admin
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“Serve un piano straordinario: l’Acam affonda e i sindaci continuano a suonare”
23 marzo 2013, by admin
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“Il sindaco Federici e gli altri membri dell’assemblea dei soci sono degli irresponsabili, perché hanno sottovalutato le problematiche legate alla fallibilità di Acam, che avevamo posto in più di una occasione, soprattutto nelle ultime settimane, dopo il pronunciamento del Tribunale di Palermo, al quale i giudici spezzini hanno fatto esplicito riferimento. Oggi, grazie all’arroganza e alla presunzione dei sindaci e alle responsabilità dei dirigenti dell’azienda e dei Comuni, ci troviamo completamente impreparati“.
Carte alla mano, Rifondazione Comunista si scaglia contro i sindaci-soci della multiutility di Via Picco, commentando la sentenza con la quale il Tribunale della Spezia ha stabilito che Acam non può fallire e non può ricorrere ad alcuna procedura concordataria poiché persegue fini pubblici. Simona Cossu, consigliera che di recente è passata all’opposizione della giunta spezzina, ma che su Acam aveva mostrato un’opinione molto critica da tempo, mostra il verbale della riunione di commissione dell’8 marzo scorso, nel quale c’è proprio il botta e risposta con il sindaco sulla questione della fallibilità e dell’entità del debito che ricadrebbe sulle casse dei Comuni. E il sindaco, che allora aveva sostenuto che la natura giuridica di Acam avrebbe potuto condurre ad un concordato e che i Comuni sarebbero responsabili solamente della parte di capitale versato, non si sposta di un centimetro, e oggi ritorna a ribadire le sue convinzioni (clicca qui).
“Come ha ammesso lo stesso amministratore delegato di Acam Garavini, le possibilità che si giunga all’accordo sulla ristrutturazione del debito sono decisamente flebili – ha spiegato questa mattina Simona Cossu – quindi la situazione è davvero disperata. Occorre che si predisponga un piano straordinario da parte dei Comuni, per questo chiediamo una assemblea dei soci in seduta aperta e un consiglio comunale straordinario su questo tema. Cosa inserire nel piano? Il taglio di tutte le spese non necessarie per far fronte ai servizi pubblici. Ci riferiamo a spese come quella per il logo della città, la Festa della Marineria, il Festival della Mente. Se vogliono realizzare queste manifestazione, con una città sommersa dalla spazzatura, sappiano che noi ci mettiamo di traverso. Poi sarà utile individuare patrimoni da liquidare e aumentare gli affidamenti in house. I Comuni devono trovare le risorse per far fronte ai debiti che franeranno loro addosso e dovranno evitare che il passivo di Acam si spalmi in egual misura su tutti: l’addizionale Irpef, se dovrà aumentare come prevedibile, lo farà solo per i redditi alti“.
“Non c’è spazio per ribaltare la sentenza – ha sostenuto il segretario provinciale Massimo Lombardi – non ci sono precedenti. La magistratura ha emesso una sentenza senza ascoltare i poteri forti della città che volevano mettere un tappo sulla questione. Ci sono decine di situazioni che meritano una stura in questa città. Ma manca la consapevolezza, anche politica, di quello che sta succedendo. E’ come se Acam fosse il Titanic che affonda, e i sindaci continuano a suonare“. “Quegli stessi sindaci – ha aggiunto William Domenichini – che hanno la grave responsabilità politica di aver stipulato contratti di servizio nei quali l’azienda era in perdita e di voler continuare a giocare il futuro di Acam all’interno delle stanze dei bottoni“.
da www.cittadellaspezia.com del 22/03/2013
“Consiglio comunale congiunto in Val di Magra: una passerella del Pd, ma i problemi restano”
22 dicembre 2012, by admin
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“Martedì 4 dicembre al centro “Allende” assemblea pubblica su Acam. Pronto un esposto contro le banche dei derivati”
29 novembre 2012, by admin
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Rifondazione Comunista non ci sta. Non è d’accordo su come è stato gestito l’accordo sulla vicenda Acam. Per questo aveva convocato un’assemblea coi dipendenti Acam per domani sera al Centro Allende, rimandata a martedì 4 dicembre alle ore 18 per le le avverse condizioni meteo di questi giorni.
Simona Cossu, consigliera comunale di Rifondazione Comunista e William Domenichini, responsabile ambiente del partito, non approvano il documento siglato dai sindaci con i sindacati e rivendicano la loro posizione che non è semplicemente quella del “no” facendo delle proposte. “Innanzitutto non siamo d’accordo su come si è arrivati al protocollo – afferma Cossu – sia per quanto riguarda le modalità che i contenuti. Ricordiamo che la sigla è stata apposta una domenica mattina all’insaputa delle stesse forze di maggioranza. Una decisione poco trasparente. Sempre sul fronte della trasparenza abbiamo chiesto i dati per sapere quanto sono costati ad Acam i contratti di servizio: ma non ci sono stati forniti. Non vorremmo ricorrere al Prefetto per averli”. Rifondazione è critica sui contenuti dell’accordo. “Sta scritto – prosegue Cossu – che bisogna “riadeguare i contratti di servizio ambientali secondo criteri di sostenibilità economica e finanziaria”. Vuol dire allora che prima non era così. Come si possono trovare privati che investano il 49% in un’azienda in perdita?”.
E lancia delle proposte. “Sapere prima di tutto quanto costano ad Acam i contratti di servizio – precisa Cossu – Gli strumenti ci sono per recuperare i debiti dai Comuni: Acam potrebbe fare fatture ai Comuni che dovrebbero redigere un piano di rientro. Non è invocabile la scusa che avrebbero un debito fuori bilancio: il Comune della Spezia aveva un debito milionario fuori bilancio con la ditta Agnese e l’ha saldato”.
Il partito non è favorevole neppure alla ricollocazione dei dipendenti in esubero nelle società partecipate. “Questa è la modalità che ha creato il bubbone Acam, un contenitore in cui “buttare” la crisi sociale”, conclude Simona Cossu che precisa di non dare le dimissioni da consigliere “perché sto mantenendo le promesse del programma da noi sottoscritto”.
Altre lotte sono collegate indirettamente alla questione Acam come la vittoria sul referendum dell’acqua pubblica (a La Spezia 100.000 firme) e la strategia a rifiuti zero. “Siamo tra le prime province italiane ad aver varato questa strategia – ha affermato Willliam Domenichini – e alla vittoria del referendum sull’acqua hanno partecipato, oltre a noi, Pd, Sel, Idv. Proponiamo quindi l’adesione totale alla strategia rifiuti zero, la necessità della realizzazione di un polo energetico sulle energie alternative, l’attuazione del piano provinciale dei rifiuti in scadenza”. Di tutto ciò Rifondazione parlerà nella prossima assemblea coi dipendenti Acam dove verrà illustrato un esposto redatto dal segretario Massimo Lombardi contro la BNP – Paribas che ha venduto i derivati ad Acam. (da www. cronaca4.it)
Acam, Rifondazione: “E la chiamano assunzione di responsabilità?“
Cossu e Domenichini snocciolano i punti critici dell’accordo firmato da sindaci e sindacati. La consigliera spezzina: “Federici non rispetta il programma elettorale“. Martedì assemblea pubblica all’Allende.

Ora che finalmente i sindaci-soci mettono per iscritto di voler tornare alla normalità, Rifondazione chiede che sia presentato il conto.
“Che danno ha provocato questo comportamento ad Acam? Nel corso di una seduta di commissione l’ad Gaudenzio Garavini e l’assessore Davide Natale ci hanno risposto che questo dato non ce lo possono fornire. Spero di non dovermi rivolgere al prefetto… Ad ogni modo – annuncia Cossu – avanziamo una proposta: chiediamo ai sindaci di rientrare dei loro debiti, che si presume siano molto elevati. Acam potrebbe fatturare quanto dovuto e i Comuni potrebbero avviare piani di rientro. Così facendo l’azienda avrebbe risorse da mettere sul tavolo nella trattativa con le banche e potrebbe evitare la vendita del settore Gas”. Ma così facendo i Comuni non rischiano di non poter chiudere i bilanci e di dover dichiarare il dissesto finanziario? “Sarebbero debiti fuori bilancio, che possono essere inseriti. E comunque si tratta di un fatto politico: i sindaci che hanno approfittato di servizi sottocosto, soprattutto tra quelli espressione del Partito democratico, attuino qualche taglio ad eventi elettoralistici. Altrimenti – sostiene William Domenichini, responsabile Ambiente di Rifondazione – si siedano attorno ad un tavolo e dicano perché mancano le risorse. Hanno detto di volersi assumere le loro responsabilità, ma tappando i buchi con vendite degli asset e esuberi, la presa in carico delle responsabilità dove sta?”.
Ma per Rifondazione i punti critici dell’accordo firmato da sindacati e soci di Acam non sono finiti. “Abbiamo chiesto sin dall’inizio della crisi di dare ad Acam incarichi ulteriori, ad esempio sfruttando la conoscenza del territorio di Integra, per limitare il dissesto idrogeologico. L’allora assessore Paita – ricorda Cossu – ci disse che era impossibile, che gli incarichi non si possono affidare così, e oggi, dopo anni, è uno dei punti chiave del salvataggio“.
Mirino puntato anche su un altro aspetto, quello dell’assorbimento di parte degli esuberi con il trasferimento dei dipendenti in altre controllate dei Comuni della provincia. “Ma allora – sbotta il consigliere comunale – questi non imparano mai? Una delle cause del bubbone Acam è stato proprio l’averla utilizzata come contenitore per tamponare le crisi sociali. Cosa facciamo, trasferiamo il problema da un’altra parte? Come pensano di mettere in pratica una cosa del genere?“.
“Ci hanno sempre tacciati come ‘il partito del no’, ma ogni volta che si siamo espressi contro certe pratiche abbiamo sempre proposto delle alternative. Ora che la situazione è drammatica avanziamo un’altra proposta, quella di fatturare il dovuto all’azienda da parte dei Comuni debitori, per evitare la svendita di Clienti, Gas e di metà delle quote di Ambiente. Quest’ultima operazione – prosegue Domenichini – è un salto nel buio, con un piano dei rifiuti mai attuato. L’elemento critico è l’incognita discarica. Sino a fine anno sarà possibile utilizzare quella di Vallescura (nonostante che i sindaci di Follo, Beverino e La Spezia in un primo momento si fossero detti contrari). Poi dove andranno i rifiuti? Si parla di non meglio precisati ‘impianti esterni’… Sulla differenziata un’altro fatto grave, con l’impegno di raggiungere il 65 per cento nel 2017. La legge impone che ci si arrivi nel 2012. Cosa facciamo? Glissiamo la legge senza battere ciglio? E ancora: il referendum di un anno e mezzo fa ha stabilito che l’acqua è un bene comune, un valore pubblico sul quale non si può lucrare. Ebbene, nell’accordo, nonostante i voti di 100mila spezzini, questo aspetto non viene nemmeno menzionato“.Tanti, tantissimi i punti sui quali Rifondazione Comunista è in disaccordo con l’amministrazione spezzina e con i sindacati. Così come sono tanti i problemi che per anni sono stati sollevati su Acam, senza che nessuno prendesse provvedimenti efficaci. Per questo martedì prossimo alle 18 si svolgerà un’assemblea pubblica su Acam organizzata proprio da Rinfondazione comunista al Centro Allende.
Acam, Rifondazione presenterà un esposto contro Bnp Paribas per la vendita dei derivati
“Recentemente la procura di Aqui Terme ha rinviato a giudizio i vertici di Unicredit per aver venduto ad una azienda derivati tossici. Pertanto – annunciano Simona Cossi e William Domenichini – il nostro segretario provinciale Massimo Lombardi, nei prossimi giorni presenterà un esposto contro Bnp Paribas, l’istituto di credito dal quale l’ex amministratore delegato Tortora ha acquistato i derivati che sono costati un buco di 11 milioni di euro ad Acam”. Nell’annunciare l’esposto Cossu e Domenichini hanno sottolineato come tra i colpevoli del disastro Acam ci siano sindaci e sindacati, ma anche le stesse banche che hanno concesso all’azienda di arrivare ad avere un’esposizione incredibile. (da www.cittadellaspezia.it)
Magra e Vara: invece delle ruspe nei fiumi, si abbattano abusi e si liberino le tombinature
3 febbraio 2012, by admin
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“Le associazioni ambientaliste hanno pienamente ragione su ciò che sta avvenendo lungo i nostri fiumi, Vara e Magra, uno scempio in nome della peggiore demagogia politica ed della più profonda ignoranza tecnica.”
Così Rifondazione Comunista si associa all’allarme lanciato da Italia Nostra, Legambiente, Lipu-Bird Life e Wwf.
“Chi ha dato ordinanza di disboscare vegetazione viva e vcostruire argini senza una visione globale delle criticità del bacino idrografico l’ha fatto in totale spregio di ogni buon senso – continua la nota di Rifondazione – e delle tonnellate di elaborazione scientifica prodotta da istituti di ricerca, università e autorità di bacino. La sconcertante realtà è che alcuni sindaci, da Follo ad Arcola, preferiscono raccattare un pugno di voti con azioni populistiche e prive di ogni utilità pratica, piuttosto che affrontare la complessità dei problemi.
Questo autoritarismo nel fare delle aree fluviali un vero scempio non si è posto quando c’era da rimuovere capannoni o discariche abusive, talvolta con presenza di amianto. Così come tanta solerzia non è stata posta in uno dei veri problemi relativi all’emergenza idraulica del nostro territorio, ovvero lo stato dei torrenti e canali affluenti, spesso tombinati o in stato di totale abbandono. Così la stessa energia non è stata posta quando c’era da verificare se scantinati si trasformavano in rustici abitabili.
Oggi questa cattiva politica soddisfa la pancia di quei cittadini giustamente esausti dalle loro stesse mancanze, e per ovviarvi puntano a trovate da prima pagina. Ma la realtà è che in questi anni si è preferito concessionare cubature di cemento per fare cassa con oneri e lasciare che il territorio sia abbandonato a se stesso, vergognosamente imputanto le cause alluvionali a chi addirittura tutto ciò lo ha sempre denunciato.
Se questi sindaci hanno davvero il coraggio delle loro azioni emettano immediatamente ordinanza di abbattimento degli abusi sui territori, puliscano e liberino dalla cementificazione le tombinature dei canali e procedano a bloccare ulteriori costruzioni. Ad Ortonovo come alla Spezia, Rifondazione è fautrice di questa politica.”
Rifondazione Comunista, federazione provinciale La Spezia