Comunali Spezia, “Scegliere un candidato civico e un perimetro dell’alleanza chiaro. Assurdo voler battere Peracchini assieme a pezzi di centrodestra”

11 febbraio 2022, by  
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Dopo cinque anni di amministrazione di centrodestra, Spezia ha bisogno di una proposta alternativa che rimetta al centro i bisogni reali delle persone in un’ottica di sostenibilità, inclusività e solidarietà, aspetti sui quali è ormai evidente il fallimento dell’amministrazione Peracchini.
Poco e male è stato fatto per contrastare l’esclusione sociale le crescenti disuguaglianze. Ne è la dimostrazione la superficialità con la quale è stato affrontato un problema centrale come quello del diritto alla casa e all’abitare, mentre sono stati nulli gli interventi volti a migliorare la socialità e la qualità delle vita nei quartieri della città, ormai sempre più dimenticati e abbandonati a loro stessi. Per non dimenticare i temi del lavoro e della sanità, che sono in condizioni molto più deficitarie rispetto a cinque anni fa.
Su queste basi, l’obiettivo comune di sconfiggere Peracchini e tutto il fronte di centrodestra che lo ha sostenuto nel 2017, da Toti a Forza Italia, dalla Lega a Fratelli d’Italia, non è di certo in discussione. 
I problemi veri e, non di poco contro, emergono subito dopo. Parliamo del tema fondamentale del perimetro dell’alleanza (e quindi inevitabilmente del programma che ne può scaturire) e del nome di un candidato sindaco che riesca ad unirla. Ciò è causa di quello stallo che nel centrosinistra si trascina da mesi e che, in maniera o nell’altra, deve essere sbloccato al più presto.
Sul primo punto ci siamo da sempre espressi a favore di un’alleanza che riesca a coalizzare tutto il centrosinistra spezzino per sconfiggere le destre. Ma questa formazione ha pure l’obbligo di stare molto attenta ad imbarcare componenti che poco o nulla hanno a che fare con la propria sensibilità politica. Da molto tempo le forze riformiste stanno esponendo idee, sia a livello nazionale che locale, sempre più affini all’altra parte della barricata, quella che il centrosinistra intenderebbe sconfiggere. Ovvio che ci troviamo in un cortocircuito che ha del paradossale.
Siamo stati facili profeti nei mesi scorsi. Il tormentone regionale di questi ultimi giorni, scatenatosi dopo l’elezione del presidente della Repubblica, e che profila un veloce avvicinamento di Toti a Renzi, ne è la prova più lampante. Ci chiediamo, dunque, a che pro varrebbe lo sforzo comune per sconfiggere il centrodestra, se per vincere bisogna inglobarne una parte. Tanto varrebbe sostenere direttamente Peracchini. 
Ci auguriamo che il Partito Democratico si risolva al più presto sulla proposta di un candidato civico unitario che possa essere valutato assieme ai nomi già in campo da settimane. Per questo escludiamo l’ipotesi delle primarie, capaci solo di creare forti dissidi interni e di  escludere, di fatto, il necessario confronto con tutti gli alleati.
Un confronto che invece va allargato a tutte quelle realtà che da anni si occupano delle varie problematiche della città e con le quali Rifondazione intende continuare il proficuo dialogo intrapreso in questi anni.
 
Rifondazione Comunista, federazione provinciale La Spezia

“Ancora alienazioni di patrimonio pubblico nel comune di Porto Venere!”

5 gennaio 2022, by  
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Si è partiti con villa “Carassale” in Palmaria, ceduta con “urgenza” ancor prima che fosse terminato il masterplan voluto da Regione Liguria (e curato dall’architetto Andreas Kipar) ma che appare ancora ben distante dall’essere restaurata.
Si è proseguito con la “casa del Capitano”, minuscola edificazione del borgo che però vanta un’invidiabile vista, sopra la grotta Byron e piazza San Pietro.
 
Si è passati alla “valorizzazione” della torre capitolare (tramite un bando pressoché ignorato dai tessuto imprenditoriale locale, in quanto pubblicato solo tramite il “bando fari” dell’agenzia del demanio e assolutamente non pubblicizzato in loco,  basti vedere le tre sole domande giunte, di cui una non ammissibile) e alla realizzazione (con contributo pubblico) di un locale cucine presso la Torre Umberto I° in Palmaria, sostanzialmente destinato al solo catering matrimoniale. Questa ad oggi è l’unica attività effettuata in quel luogo, di fatto interdetto ai turisti, con il maldestro tentativo di vendita del “frastaglio” (in realtà un pezzo di congiunzione tra via Colonna, nel borgo, e piazza S. Pietro) in cambio di pochi spiccioli.
Ora con le festività natalizie ecco le nuove, scoppiettanti, sorprese: la vendita di un uliveto (e annesso muro storico) sopra Porto Venere, con annessi ruderi “ex cava”, sito proprio nei pressi termine del sentiero n.1 proveniente dal Muzzerone, con splendida vista sul castello Doria e sulla costa, che venne acquistato quasi 40 anni fa dall’ente locale proprio per tutelarne la fruizione pubblica e soprattutto con la “valorizzazione” (ovviamente solo economica) delle scuole elementari di Porto Venere, già convertite a centro di educazione ambientale ed ostello dalle passate amministrazioni e ora anche sede della palestra della borgata.
Rifondazione è ovviamente preoccupata e contraria a questo approccio di “svendita” del territorio, che a fronte di modeste entrate, ragionevolmente disperse in breve tempo, ipoteca il destino e la fruizione e le possibilità di utilizzo di un’area a tutti e per sempre.
Un’area naturale ed incolta, se armoniosamente inserita in un contesto, è un “valore” naturalistico in primis, ma anche fotografico ed esperienziale per i turisti e genera profitto per tutto il tessuto commerciale, oltre che fondamentale “patrimonio” identitario dei paesani.
Liquidare un bene è la via di fuga per chi, come il sindaco Cozzani e la sua giunta, ha dimostrato in questi anni di non essere in grado di avviare o mantenere iniziative pubbliche su quei beni, di favorire startup di imprenditoria locale e giovanile, ed in generale di non aver mai dato il giusto peso al valore “immateriale” dei luoghi, come invece raccomandato dall’Unesco di cui Porto Venere è (e speriamo resti a questo punto) patrimonio.

Ci auguriamo che questo infelice capitolo del comune del golfo termini definitivamente, e si torni a guardare al patrimonio collettivo come un bene “di tutti” e non di “nessuno”.

 
Rifondazione Comunista, federazione provinciale La Spezia

Elezioni Santo Stefano, Rifondazione: “Restiamo in maggioranza affinché il programma venga realizzato”

18 ottobre 2021, by  
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Per l’intera campagna elettorale di Santo Stefano Magra si è data centralità all’alleanza di centrosinistra, composta da Rifondazione Comunista, Lista Sansa, Articolo 1, Partito Democratico e Movimento 5 Stelle.
Un’alleanza fondamentale per ricevere una fiducia ampia degli elettori e vincere in un comune caratterizzato da forti radici di sinistra, concetto ribadito più volta dalla candidata sindaco e dal suo partito, il Pd.
Peccato che la stessa sindaca Sisti, una volta raggiunto il traguardo, abbia preferito scegliere una composizione di giunta monocolore (più elementi civici) spostando l’asse verso un centro moderato, in dissonanza dalle aspettative di buona parte dell’elettorato.
Per questo riteniamo che l’aver rifiutato un ruolo istituzionale come quello del presidente del consiglio comunale, contrapponendo la richiesta di entrata in giunta per la compagna Eva Battistini, l‘unica eletta tra le forze politiche a sinistra del Partito Democratico, sia stato più che legittimo.
Rifondazione non ha chiesto niente prima del voto, credendo corretto valutare le preferenze dei cittadini, che si sono espressi chiaramente a favore della nostra candidata. Aggiungiamo che la nostra presenza nella lista ‘Paola Sisti Sindaco – Santo Stefano Bene Comune’ non era per nulla scontata, ed è stata possibile grazie ad un accordo puramente programmatico.
Rifondazione rimarrà nella maggioranza proprio in virtù di questo accordo unitario, con lealtà e spirito collaborativo, per raggiungere gli obiettivi comuni scritti tutti insieme, specialmente i più spinosi: proseguire la battaglia contro il biodigestore a Saliceti incentivando le buone pratiche per la diminuzione di rifiuti e poi migliorare la viabilità, sottolineando a chiare lettere come il ponte Ceparana – Santo Stefano rappresenti un’ulteriore criticità per il territorio. Se il cronoprogramma del progetto dovesse far emergere nuove criticità, non mancheremo di richiedere di percorrere soluzioni alternative, come ad esempio la realizzazione di un casello autostradale a Ceparana.
Vigileremo in consiglio comunale sul rispetto degli accordi programmatici per il bene di Santo Stefano, affinché le grandi aspettative degli elettori non vadano deluse.
Rifondazione Comunista, federazione provinciale La Spezia

Negata cittadinanza onoraria a Patrick Zaki, Lombardi e Fedi (Rifondazione): “Un’altra pagina buia della politica spezzina”

18 giugno 2021, by  
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Nella seduta del consiglio comunale di lunedì sera era in discussione una mozione in cui si chiedeva l’impegno del Comune della Spezia al conferimento della cittadinanza onoraria allo studente egiziano, frequentante l’Università di Bologna, Patrick Zaki, detenuto ingiustamente nel carcere di massima sicurezza di Tora a Il Cairo, da oltre 14 mesi, solo per aver espresso le sue legittime opinioni.
Sarebbe stato un atto simbolico che, come già avvenuto in altre città italiane avrebbe consentito di tenere alta l’attenzione sulla sorte di Patrick. Purtroppo, il centrodestra spezzino, sempre più a trazione di estrema destra, trincerandosi dietro a meri formalismi, ha votato contro negando di fatto la cittadinanza onoraria.
È grave che il consiglio comunale della Spezia,  porta di Sion, città di Exodus e medaglia d’oro alla resistenza abbia negato la cittadinanza onoraria a Patrick Zaki, ciò che è successo è stato un bruttissimo segnale da parte delle istituzioni spezzine, contro i valori prevalenti nella nostra città.
Veruschka Fedi,
Segretaria provinciale di Rifondazione Comunista
Massimo Lombardi,
Consigliere comunale Spezia Bene Comune/Rifondazione Comunista

Balipedio Portovenere: “Totalmente insoddisfacente la risposta del sindaco, il comune affronti il problema nell’interesse della salute pubblica”

5 aprile 2021, by  
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Riteniamo totalmente insoddisfacente la risposta del sindaco di Portovenere Matteo Cozzani sulla questione balipedio Cottrau, sollevata dal consigliere Prc Saul Carassale con un’apposita interpellanza discussa lo scorso mercoledì in consiglio comunale.
L’alzata di spalle pilatesca dell’amministrazione, che rimanda alla “piena fiducia” riposta nei vertici della Marina Militare, è un vero e proprio scaricabarile che non entra minimamente nel merito dei disagi che la popolazione patisce da decenni.
Cannonate che fanno vibrare il terreno alla stregua di terremoti, con danni ambientali che non sono stati resi noti, per non parlare degli evidenti rischi alla stabilità degli degli edifici limitrofi: sono questioni che il sindaco, responsabile della salute pubblica, non può ignorare e liquidare con poche battute.
La conferma che i colpi di prova interni e verso il mare siano dannosi a livello ambientale, oltre a quello acustico, proviene proprio dalla Nato che in un documento chiede un programma di bonifica puntuale alla stessa Marina Militare.
Rifondazione ritiene che l’ente comunale debba avere poteri di verifica e controllo sulla effettiva bonifica dell’area, oltre a chiedere il rispetto delle regole da parte degli organi militari, a partire da una corretta informazione riguardo i tempi di prova del balipedio.
Il sindaco e la giunta, fino ad oggi, hanno invece tenuto una posizione a dir poco acritica su chi gestisce a proprio uso e consumo un territorio senza mai rendere conto delle proprie azioni alla comunità che vi risiede. E’ nostro dovere tenere alta la guardia su una problematica “secolare” che deve essere una volta per tutte affrontata e risolta.
Rifondazione Comunista, federazione provinciale La Spezia

Bonifica aree militari spezzine: la senatrice Nugnes presenta interpellanza al governo

21 gennaio 2021, by  
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Da 150 anni una vasta area del quartiere Marola alla Spezia è stato tolto alla città e divenuto spazio della Marina militare. Uno spazio ormai in gran parte abbandonato, in cui restano molti rifiuti tossici, soprattutto amianto su cui da anni da anni, molte associazioni ambientaliste della città chiedono venga attuato un piano di bonifica che consenta anche di riappropriarsi per uso pubblico delle aree inutilizzate.
La senatrice Paola Nugnes, che rappresenta Rifondazione Comunista in Parlamento, ha fatto propria la richiesta di presentare al governo, in particolare ai ministri dell’Interno, della Difesa e delle Infrastrutture e dei Trasporti una puntuale interrogazione che alleghiamo, per chiedere se si intenda o meno rispondere positivamente a tali richieste, passaggio fondamentale non solo dal punto di vista ambientale ma che consentirebbe di restituire alle cittadine e ai cittadini uno spazio utile per migliorare la qualità della vita nella città. Il nostro partito si schiera completamente al fianco delle associazioni, dei movimenti, di tutte e tutti coloro che stanno lottando per poter vivere in una città con meno amianto e più verde pubblico.
“Il tema del rapporto tra aree militari e città è praticamente assente nell’agenda politica spezzina, salvo rari spot dal sapore propagandistico, nonostante le tante criticità che porta con se, in primo luogo per i cittadini” è quanto dichiara Veruschka Fedi, segretaria provinciale di Rifondazione Comunista. “
Aree da dismettere per far ritornare alla città, aree ancor prima da bonificare perché zeppe di sostanze nocive. Non può restare inascoltata la battaglia degli abitanti che vi vivono da decenni con queste problematiche e non può rimanere un problema “solo loro”.
L’Amministrazione Peracchini fa orecchie da mercante”  prosegue la Fedi – “nonostante il costante tentativo di dialogo intentato da associazioni e cittadini per aprire una discussione, come nelle relative Commissione consiliari in cui non si è ancora udita parola del sindaco, non rispondendo o scaricando il barile su altri enti, salvo poi parlare a spot su presunte possibilità di cessioni di aree che diventano lettere morte. A prescindere dalle volontà o meno dell’Amministrazione e’ necessario iniziare un percorso ampio, dal basso, in cui si inizino ad individuare le priorità di bonifica, le aree non più utilizzate, ripensando un progetto che coniughi l’uso comune di nuovi spazi e le prospettive di uno sviluppo compatibile con l’ambiente, affinché tornino a disposizione della città e vengano sottratti ai facili appetiti speculatori” conclude la Fedi.
Rifondazione Comunista, federazione provinciale La Spezia

Parcheggi Fincantieri, Fedi (Prc La Spezia): “L’azienda trovi subito una soluzione nel rispetto di lavoratori e cittadini”

19 dicembre 2020, by  
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Fincantieri sarà anche una multinazionale globale con oltre 7000 navi costruite (come recita con orgoglio nel suo sito web), ma resta il fatto che non riesce a trovare una soluzione al parcheggio dei suoi operai.
Da oltre un anno le auto che non vengono accettate dentro al cantiere sono parcheggiate lungo la carreggiata della 331 tra Lerici e La Spezia creando disagi sia per i residenti sia per i lavoratori stessi, mettendo gli uni contro gli altri senza che nessuno sia effettivamente il responsabile.
Fincantieri sino ad oggi si è rifiutata di trovare una soluzione (come accaduto ad esempio a Castellamare e Monfalcone) e i sindaci di Lerici e Spezia si stanno limitando a sanzionare a fasi alterne mettendosi la coscienza a posto. E’ evidente che proseguire in questo modo non è accettabile. Per questo è necessario che tutti i protagonisti si facciano carico del problema ricavando posti auto all’interno del cantiere stesso (gli spazi ci sono come ci dicono alcuni lavoratori) mettendo a disposizione il parcheggio della Venere Azzurra (praticamente vuoto da ottobre a marzo) e il parcheggio del “Megacine”, collegati da bus specifici.
Tali richieste saranno presentate ai due sindaci affinché si ponga rimedio a tali inefficienze. L’orgoglio di esser una multinazionale globale crediamo venga meno quando ci si lava le mani del disagio di chi quelle navi le costruisce davvero con fatica, con il caldo e con il freddo, con il virus e senza virus.

Verusckha Fedi,

segretaria provinciale Prc La Spezia

“Intitolazione via a Norma Cossetto: ennesima offesa alla città del duo Asti-Peracchini”

25 luglio 2020, by  
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L’ineffabile “banda della toponomastica” spezzina Asti-Peracchini colpisce un’altra volta la nostra città. La giunta di centrodestra sembra avere una particolare predilezione per vie, piazze e relative intitolazioni quantomeno improvvide e di certo non innocue. Perché dietro alle facce in apparenza bonarie del duo capace di sconvolgere istituzioni come Tuttocittà e Google Maps, si nasconde un problema politico enorme che non possiamo non evidenziare. Nominare uno spazio pubblico a Norma Cossetto, uccisa dai partigiani comunisti nel 1943, è infatti una vergogna “alla Pansa” che deve essere chiarita e contestualizzata, per ben comprendere cosa si cela dietro questa operazione. E’ opportuno ripassare la Storia che Asti, da buon – ex – assessore alla cultura, deforma a suo piacimento e per i suoi scopi elettoralistici.

Forse l’assessore dimentica che la seconda guerra mondiale è stata causata solo ed esclusivamente da fascismo e nazismo, unici responsabili di 60 milioni di morti sparpagliati per i cinque continenti? Questi morti, soldati e civili, sono tutte vittime, dirette o indirette di chi seguì Hitler, Mussolini e l’impero giapponese in quell’abominio di cui anche la tragedia istriana è una conseguenza. Ma le morti hanno un peso totalmente diverso, che deve essere ribadito, altrimenti si è complici della stortura in corso.
Gli jugoslavi furono infatti invasi, torturati e schiavizzati dai fascisti italiani prima e dai nazisti poi. I partigiani comunisti guidati da Tito sono riusciti a liberare da soli la loro terra dopo quattro anni terrificanti di lotta, al prezzo di indicibili sofferenze.
Norma Cossetto è stata una vittima, certamente innocente a livello personale, della lotta di liberazione jugoslava. Vittima del grande tritacarne della seconda guerra mondiale. Ma era figlia di un dirigente del partito fascista che occupava quel territorio: questo la giunta spezzina sembra volerlo ignorare. Non molto tempo fa anche lo storico Alessandro Barbero, volto molto noto della cultura italiana e popolarissimo su internet, si era espresso sull’importanza della separazione tra storia e memoria.
Esse corrono parallelamente ma non sono la stessa cosa ed è bene tenerlo a mente, altrimenti si compie quella confusione, specie nei più giovani, che si chiama revisionismo storico.
Un’arma che certi pseudo intellettuali e politici hanno utilizzato in questi anni per criminalizzare il comunismo (e dunque tutto il movimento della sinistra) cioè la forza che ha sconfitto e distrutto il nazifascismo in Europa. Noi non lo possiamo tollerare. L’assessore Asti, che da poco è passato a Fratelli d’Italia concludendo la stessa acrobatica parabola (da post-socialista a post-fascista) compiuta da qualcun altro in passato, queste cose le dovrebbe sapere. 
Rifondazione Comunista, federazione provinciale La Spezia

“Revoca Felettino è fallimento di Toti e Peracchini, la città si opporrà alla privatizzazione della sanità”

8 novembre 2019, by  
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La federazione spezzina di Rifondazione Comunista condanna la decisione di revocare al gruppo Pessina dell’appalto di realizzazione del nuovo ospedale del Felettino annunciata ieri dal trio Toti-Viale-Peracchini. Questa storia infinita proseguirà ancora a lungo, tutto per “merito” dell’incapacità politica e gestionale delle giunte regionali e comunali di centrodestra. Dopo quasi 5 anni di Toti e 2 anni e mezzo di Peracchini, infatti, non solo del nuovo ospedale non c’è ancora una pietra, ma si annuncia in pompa magna un nuovo bando e una nuova procedura di appalto, come se questo possa tranquillizzare una popolazione ormai esasperata dai disservizi di una sanità da tempo sull’orlo del collasso. 
La giunta comunale ha bloccato la concessione a Pessina senza coinvolgere minimamente la cittadinanza, come aveva chiesto nei giorni scorsi il consigliere comunale Prc Massimo Lombardi che proponeva l’attivazione di una commissione ad hoc e un dibattito pubblico con il sindaco. Invitiamo la popolazione spezzina a difendere il diritto alla salute pubblica, la democrazia e la trasparenza degli atti di chi ci governa: se è vero che l’appalto a Pessina presentava aspetti poco chiari, le attuali amministrazioni regionali e comunali intendono avvalersi del project financing, preludio a una privatizzazione della sanità, antico “sogno proibito” delle destre.
Occorre vigilare attentamente per difendere il diritto sacrosanto alla salute pubblica, diritto che viene continuamente messo in discussione da chi pensa solo agli interessi economici di chi è pronto a fare affari a discapito del bene comune di tutti i cittadini. Peracchini e Toti sappiano che la città si opporrà con ogni mezzo un simile disegno politico.
Rifondazione Comunista, federazione provinciale della Spezia

Lavoratrice Acam licenziata, Fedi: “Ritrovare unità di lotta contro una vergognosa amministrazione aziendale e politica”

27 luglio 2019, by  
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Il presidio convocato ieri mattina dal sindacato della Uil sul caso della lavoratrice licenziata da Acam/Iren ha un grande valore politico oltre che di umana solidarietà. Continuare a denunciare gli effetti della terribile Legge Fornero ancora in pieno vigore, nonostante le promesse di abolizione dei partiti ora al governo, è un dovere da parte di tutte le associazioni partitiche e sindacali che vogliono mettere al centro la dignità e i diritti delle lavoratrici e dei lavoratori. 
Liquidare un licenziamento con dei soldi (in questo caso peraltro pubblici) a fronte di una richiesta di reintegro, a prescindere dalla giusta causa o meno, è quanto di più umiliante una persona possa subire.
Riceverlo con il ghigno sorridente sul volto dei rappresentanti della multiutility di Iren come ci raccontavano al presidio, ancora di più. L’odio di classe di chi sta sopra rispetto a chi sta sotto è quanto mai vivo e vegeto.
Sembra non ci sia fine al depotenziamento dei diritti di chi a fatica lavora o cerca di farlo. Non bastano i bassi salari, i contratti a termine, le basse condizioni di sicurezza e i bassi inquadramenti rispetto alle mansioni svolte. No tutto questo non basta. Vogliono pure l’umiliazione e l’asservimento totale, perché per Acam/Iren è chiaro che questo episodio serve “da esempio” a tutti gli altri lavoratori e lavoratrici. La richiesta di “silenzio” fatta in fase di conciliazione parla da sola. 
Per questo è stato oggi importante questo presidio, i lavoratori e le lavoratrici ci sono, hanno dimostrato che continueranno a denunciare l’arroganza della multiutility senza alcun timore, che intenteranno altre cause e vertenze per altre mancanze anche in altri settori.
Quello che rende debole la reazione alle ingiustizie è l’isolamento di chi le subisce: c’è da ricostruire una rete di mutualismo militante ed una consapevolezza tra le cittadine e cittadini, che di fronte all’ingiustizia non si è soli e nello stesso tempo l’ingiustizia non è mai personale, ma riguarda tutti. A presidio di ieri mancava l’adesione di Cisl e Cgil, ma il fatto che lavoratori e lavoratrici iscritti a queste sigle fossero comunque presenti è un segnale che crediamo verrà colto per le iniziative future.
Cogliamo l’occasione per esprimere ancora una volta tutta la nostra solidarietà a Teresa (che abbiamo avuto modo di ascoltare poche settimane fa alla festa provinciale di Rifondazione a Falconara) e la nostra indignazione verso Iren ed il sindaco Percacchini.
 
Quest’ultimo, ex sindacalista, non si è mai degnato di ricevere le delegazioni sindacali nonostante il suo assessore Casati fosse il responsabile della denuncia della lavoratrice in una doppia veste (assessore e dipendente Acam) del tutto discutibile. 
Il coraggio e la responsabilità delle proprie azioni non sembra appartenere a questo ciclo politico di governo.
Veruschka Fedi, 
 
segretaria provinciale Rifondazione Comunista La Spezia

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