Verifica di adeguatezza del Puc 2003 della Spezia: passa l’ordine del giorno di Rifondazione Comunista con astensione del Pd

1 aprile 2015, by  
Archiviato in Partito, Primo piano, Società

 

Lo scorso lunedì 30 marzo è stato approvato l’ordine del giorno presentato dal capogruppo Prc in consiglio comunale spezzino Edmondo Bucchioni, con l’astensione dell’intera maggioranza e il voto favorevole di Giulio Guerri e Movimento 5 Stelle.

Rifondazione, nel contestare punto su punto il documento presentato dall’amministrazione comunale, sottolinea inoltre come la regione Liguria abbia abolito, pochi giorni fa, la legge sul controllo decennale dello stato del Puc, un ottimo modo per coprire le bruttezze territoriali degli ultimi anni nascondendo la testo sotto la sabbia. Nel documento si denuncia il continuo consumo di suolo per fabbricazioni residenziali a discapito del cronico decremento della popolazione e il continuo aumento di opere private privati mascherate da interventi pubblici.

Di seguito il testo dell’intervento di Bucchioni e dell’ordine del giorno approvato:

Riscontriamo la buona fede dell’estensore nella formulazione dei principi ispiratori insiti nella “Verifica di Adeguatezza”, ma non troviamo altrettanto coraggio nel denunciare i limiti, le manchevolezze i danni causati dal precedente PUC, ne tantomeno una ferrea volontà di superare una cultura pianificatoria, quella per intenderci “dell’Urbanistica Contrattata” che è stata particolarmente devastante per il nostro paese e dalla quale non si è sottratto il nostro territorio.

Per punti:

1 ) DISTRETTI DI TRASFORMAZIONE

Nella relazione si evidenzia la scarsa efficacia delle previsioni in quanto ne è stato realizzato solo il 3%. PER FORTUNA, diciamo noi,  ma vogliamo evidenziare in ogni caso il danno che questi hanno arrecato al territorio e la contraddittorietà rispetto a quei principi che vengono ENUNCIATI nel testo. Non concordiamo con la vostra convinzione che tali strumenti avrebbero potuto migliorare la città in termini di dotazioni di aree verdi, spazi pubblici, servizi ne tantomeno con la convinzione che le previsioni insediative siano di per se creazioni di opportunità economiche. Non concordiamo con tali affermazioni perché queste sottendono una concezione del fare urbanistico esclusivamente affidata all’INIZIATIVA PRIVATA, secondo una modalità pianificatrice che ha governato purtroppo questo ventennio e che nella letteratura urbanistica è stata definita “URBANISTICA CONCERTATA o CONTRATTATA”: il pubblico (con la giustificazione dell’assenza di risorse) demanda al privato la realizzazione di interventi pubblici, servizi e l’assolvimento degli standard, ma ciò ha come contropartita la sovrabbondanza di indici edificatori ed inutili previsioni espansive, con grave danno al territorio e a quella ormai imprescindibile necessità di non consumare ulteriore suolo, oltre naturalmente a rinunciare ad un proprio compito istituzionale che è quello di governare lo sviluppo della città secondo i principi del bene collettivo e non dell’interesse privato Lo stato di attuazione dei servizi pubblici, (attuati solo 20% di quelli previsti) e quindi la relativa QUALITA’ URBANA testimonia infatti, nella sua SCARSA realizzazione, questa nefasta concezione della PIANIFICAZIONE (“I distretti integrati sono stati realizzati solo in misura residuale”).

2) STATO di ATTUAZIONE INTRASTRUTTURE.

Sicuramente necessarie ma prive della pur minima sensibilità AMBIENTALE PAESAGGISTICA.

3) AREA EX IP 

Se ne chiede un RIPENSAMENTO complessivo ritenendo inutili e sovra dimensionate le previsioni insediative che stridono con i principi in altri capitoli formulati di volontà di NON consumare il territorio.

4) WATERFRONT

Anche in questo caso ci troviamo di fronte ad una concezione pianificatrice in cui il pubblico svende al privato (URBANISTICA CONTRATTATA) per cui un primo progetto vincitore (e qui dobbiamo dire che pur non concordando con la metodologia dei concorsi di progettazione che affidano al GENIO i destini della propria città, senza preoccuparsi, di fronte ad un intervento di tale portata, di organizzare Concorsi di urbanistica partecipata, era comunque una proposta interessante) viene completamente stravolto NON per adeguarsi al sentire dei cittadini, delle associazioni, comitati ecc. ma per soddisfare gli interessi Speculativi EDILIZI con la vergognosa giustificazione che così i privati poi realizzeranno le opere pubbliche /verdi /servizi previsti dal progetto!! No grazie! (No PASARAN!! Sarà il nostro NO TAV la nostra VAL di SUSA). Troppo poco dire che “più recentemente è apparsa l’esigenza di rimodulare il progetto in chiave più sobria”. Va completamente ridiscusso secondo le metodologie della partecipazione e completamente modificato nelle previsioni edilizie.

4) PROCESSI DEMOGRAFICI

Confermano una tendenza al calo e all’invecchiamento con prevalenza di popolazione non attiva rispetto a quella attiva (ad ogni 100 ingressi nel lavoro corrisponde 200 uscite), dato allarmante. Il non crollo della popolazione è dovuta all’incremento stranieri dallo 0,3% al 10,85%. Un dato che comunque testimonia l’assurdità di nuove previsioni insediative.

5) CONDIZIONE ABITATIVA

61% di famiglie residenti in appartamento di proprietà, 39% in affitto. Dalla media delle domande di casa ARTE emerge che la domanda è in prevalenza espressa da chi vive in alloggi antigenici in misura minore per sfratti e barriere architettoniche,  da cui la necessità sulla quale concordiamo pienamente di concentrare gli obiettivi sul Recupero Edilizio del patrimonio esistente e non su nuove costruzioni, tanto più che risultano libere 1630 unità immobiliari poco meno delle richieste ad ARTE (1848). Apprezziamo la critica che viene fatta sui grandi contenitori Le Terrazze-Porticciolo Mirabello-Megacine-Spazio Expò quali elementi attrattori di flussi ma isolati e in conflitto con la qualità della città circostante. Ma queste critiche paiono lacrime di coccodrillo in quanto interventi recenti che in coerenza dei principi che qui vengono enunciati nonsi sarebbero dovuti far fare. Nella relazione viene espressamente affermato: che “questi modelli di insediamento funzionano più come macchine “ONNIVORE” nei confronti del territorio circostante che come veri propulsori di sviluppo……anzi determinano CRISI nelle attività commerciali della Città“.

6) RETE e SERVIZI

Per la rete fognaria si passa da 67 Km a 156. Sarebbe un dato interessante ma non si vede!! Permangono situazioni di ANTI-IGENICITA’ soprattutto in città, basta passare lungo il Lagora all’incrocio con via Fieschi per verificare la quantità di scarichi fognari che vi arrivano, oppure consigliamo una vista in passeggiata Morin per capire che ci stanno raccontando storie. Questa situazione diventa insopportabile soprattutto nei periodi estivi e non può essere giustificata dicendo i privati non si allacciano!!!!

I lavori li faccia il pubblico e si rifaccia sul privato con le bollette: è dal 1980 che è obbligatorio mettersi in regola. Il nostro mare è ormai una fogna a cielo aperto.

Per quanto sopra CONSIDERATO, che nella stessa relazione si evidenzia “inadeguatezza, squilibri e incompiutezze del PUC 2003 rispetto agli obiettivi, tale da richiedere un ripensamento con una più mirata attenzione alle problematiche sociali e ambientali, la necessità da una parte, di un’apertura del piano al metodo partecipativo, all’ascolto e al coinvolgimento della cittadinanza, e dall’altra alle tematiche ambientali ed ecologiche (entrambi totalmente assenti nel precedente PUC)“,

chiediamo che tale metodologia, così come declinata nella relazione di “verifica” non si limiti ad aspetti marginali del territorio (colline, sentieri, rete escursionistica, fortificazioni), ma sia rigorosamente applicata nelle scelte strategiche del Piano, quelle che davvero interessano i cittadini e delle quali ne sono direttamente o indirettamente coinvolti.

chiediamo che tale metodologia (partecipativa/ambientale) sia applicata in primis sulle grandi aree di trasformazione urbana per il ruolo strategico che hanno e le conseguenti ricadute sui cittadini -ci riferiamo è evidente al Primo Bacino Portuale (Waterfront) all’Area Ex-IP- alla individuazione delle aree dei distretti a destinazione produttiva e per servizi, all’assetto infrastrutturale relativo alla grande viabilità,

chiediamo che i cinque punti da voi citati come metodologia insieme alle metodologie partecipativecostituiscano la GRIGLIA SU CUI VAGLIARE RIGOROSAMENTE E RIVEDERE TUTTE LE TEMATICHE SU CUI SI BASERA’ IL NUOVOM PUC, con riferimento particolare a: 1) Limitazione del consumo di suolo e riqualificazione urbana; 2) Infrastrutture dei trasporti e mobilità sostenibile; 3) Strategia europea in materia di clima ed energia (meno 20% delle emissioni di gas a effetto serra, più 20% di efficienza energetica, almeno il 20% dei consumi di energia da fonti rinnovabili).

 

Edmondo Bucchioni, 

consigliere comunale Rifondazione Comunista La Spezia

Fabio Carassale (Prc Portovenere): “Caro sindaco, è la speculazione edilizia a disturbare, non i bambini”

19 luglio 2012, by  
Archiviato in Dalla Provincia, Partito, Primo piano

 

Leggo sulla stampa di un sindaco contro i “teppisti” di Portovenere.

Rimango basito e mi chiedo: che strano paese è diventato Portovenere? (Inteso in senso lato, in quanto Le Grazie e Fezzano non fanno differenza).

Un paese dove bambini che giocano a palla, ma anche fossero ragazzi o perché no anche adulti, disturbano a tal punto da essere definiti teppisti dal primo cittadino, a tal punto da chiedere l’intervento di una task force di forze dell’ordine e persino annunciando l’interessamento del Prefetto.

Un paese dove tutto disturba: disturba il vociare scherzoso dei turisti, disturba la birra bevuta con gli amici, disturba la grigliata improvvisata sulla calata, disturba la musica che allieta le serate d’estate, disturba tutto.

Un paese dove però non disturba affatto la speculazione edilizia, non disturba l’abbandono ed il degrado in cui versano giardini e spazi pubblici, non disturba la cementificazione in riva al mare o sulla collina.

Un paese dove non disturba affatto la privatizzazione del mare con l’invasione di pontili e posti barca, non disturba l’abbandono in cui versano le esigue spiagge, non disturba la concessione a privati di spazi ed aree pubbliche a favore di pochi e a discapito della comunità (ultimo evento la concessione a privati della nuova banchina portuale delle Grazie).

Un paese dove non disturba la carenza di spazi e strutture per i giovani così come per gli anziani, non disturba la carenza di servizi offerti a cittadini ed ospiti che inesorabilmente migrano verso altri lidi.

Meglio allora, anche in estate, la triste e lugubre, seppur romantica, visione di una Portovenere morta, città fantasma, quasi completamente disabitata?

Io penso di no.

Penso che sia necessario riappropriarsi degli spazi pubblici e del loro uso collettivo: ben vengano ragazzi a giocare a palla, nonni a giocare a carte, pittori, cantanti di strada, aree ristoro, feste e grigliate all’aperto. D’altro canto si chieda il sindaco: quali spazi liberi e gratuiti hanno i ragazzi a Portovenere per giocare? Di quali strutture sportive, di svago o divertimento è dotato il nostro comune?

Credo che teppisti e delinquenti siano impegnati in altre attività più lucrose del semplice giocare a palla in calata o in spiaggia, e credo che le forze dell’ordine abbiano impegni più importanti dell’emulare la figura dei Carabinieri di Collodi nelle avventure di Pinocchio.

Caro sindaco, si preoccupi di questioni ben più importanti di qualche pallonata e qualche vetro rotto, pensi allo sviluppo e al progresso delle nostre comunità e del nostro territorio sempre più degradato ambientalmente e culturalmente.

 

Fabio Carassale
Rifondazione Comunista, Circolo “Lucio Mori” Portovenere

Post alluvione: iniziamo a rispettare la pianificazione che pone i vincoli

23 novembre 2011, by  
Archiviato in Ambiente, Partito, Primo piano

 

Assistiamo a prove di forza tra i Sindaci e varie posizioni della Giunta Burlando, tra chi sostiene ancora l’outlet di Brugnato e chi chiede saggiamente di metterlo in discussione dopo l’alluvione. La ricostruzione non può avvenire sulla base del modello che ha causato questo disastro, perchè seguire la logica degli oneri di urbanizzazione senza pianificazioni sensate ha ridotto il territorio italiano in un castello di sabbia.

L’outlet darebbe un messaggio politico irresponsibile e miope, sia perchè in un momento di crisi economica strutturale incentivare la grande distribuzione è illogico, sia perchè la provincia della Spezia è invasa da grandi centri commerciali che distruggono il piccolo commercio e desertificano i centri urbani. La Val di Vara dovrebbe continuare nella valorizzazione dei suoi prodotti agricoli, incentivando quel percorso, creando l’indotto degli agriturismi e B&b, insomma puntare alla qualità del lavoro e dei luoghi. In tutto questo è assolutamente necessario, dopo una tragedia come quella del 25 ottobre, l’arrivo di finanziamenti pubblici.

Se da una parte l’assessore Briano tenta di prender tempo sospendendo tutte le opere previste nelle zone colpite, dall’altra abbiamo assistito all’approvazione in consiglio regionale, con l’astensione del nostro consigliere Giacomo Conti, delle varianti al piano casa e la Fusco che non si accontenta di aver ottenuto il piano casa ma ora pretende di accelerare sulle opere.

Inneggiare alla “legalità” della pianificazione non deve significare atteggiamenti fideistici sui piani attuativi, anzi dovrebbe imporre ad assessori come la Fusco una riflessione sul rispetto della pianificazione sovraordinata ai Puc, e quindi cogente, elaborata dall’Autorità di Bacino nel 2003, con il Piano di Assetto Idrogeologico (PAI), che stabilì con esattezza quasi divinatoria. Ma nessuno si è sognato di invocarne il rispetto, anzi si è dato il via al valzer delle deroghe.

Non solo va messo in discussione il lavoro fatto fin qui, ma l’intero approccio alla gestione territoriale, fermando il cemento e stabilendo un piano di risanamento delle realtà critiche a rischio (Genova docet), così come ci aspetteremmo che nella pianificazioni ci sia più spazio alla gestione rurale ed agricola dei territori piuttosto che alla speculazione edilizia. Il nostro auspico è che le opinioni politiche nella giunta Burlando che possano invertire la rotta siano ascoltate, travando il nostro totale appoggio.

Segreteria provinciale
Rifondazione Comunista La Spezia