No alla vendita all’asta delle case popolari: Rifondazione presenta due mozioni al consiglio comunale di Lerici
24 ottobre 2014, by admin
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Lo scorso 16 ottobre la conferenza Stato-Regioni-Comuni ha dato il via libera al decreto Lupi per la vendita del patrimonio pubblico, compresa la vendita all’asta delle case popolari.
Lo riteniamo un atto gravissimo, che lede il diritto alla casa per le tante persone che non possono permettersela, un numero purtroppo in forte aumento a causa della dilagante crisi economica.
La casa infatti è un diritto fondamentale e l’istituzione dell’edilizia popolare è uno strumento di garanzia di coesione e di giustizia sociale.
Tale decreto darà il via libera a speculazioni immobiliari a danno della collettività e a vantaggio di chi potrà investire su costruzioni realizzate con soldi pubblici.
Per questo motivo sono state presentate nei giorni scorsi due mozioni contrarie da parte della consigliera di Rifondazione Comunista di Lerici Veruschka Fedi, che saranno discusse nel prossimo consiglio comunale.
Nei documenti si chiede al sindaco e alla sua giunta di “provvedere contestualmente all’assegnazione degli appartamenti liberi tramite bando, volto a redigere una graduatoria” e “a farsi carico delle richieste degli inquilini che da anni sollecitano Arte nel cambio di appartamento”.
Inoltre si impegna l’amministrazione comunale a “dire no alla vendita all’asta delle case popolari e comunali” e a “chiedere alla Regione di intervenire dichiarando irricevibile questo schema di decreto, che interviene su materie che la Costituzione assegna alla esclusiva competenza regionale”.
Rifondazione Comunista,
circolo L. Libertini di Lerici
Cossu: “No a elemosine, la ricostruzione post alluvionale è cosa pubblica”
23 aprile 2012, by admin
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Trovo assolutamente demagogico e limitato pensare di chiudere la questione dei finanziamenti per le aree alluvionate con i rimborsi elettorali dei partiti. E’ più che mai opportuno che si faccia chiarezza su chi e cosa devono finanziare. Un’alluvione che ha sconvolto migliaia di cittadini e centinaia di luoghi di lavoro non può essere trattata con superficialità.
E’ lo Stato deve farsi carico di sostenere la ricostruzione attraverso le sue istituzioni pubbliche. Solo così avremo la certezza di ricostruire un tessuto sociale e un territorio lacerato senza la spada di Damocle di chi viene a fare della nostra provincia terra di speculazioni.
Ecco perchè credo che solo le istituzioni pubbliche abbiano la competenza e il dovere di trovare e gestire i fondi per la ricostruzione.
Ogni “elemosina” è un tentativo di mettere le mani su un percorso che fa gola a molti, ma che non soddisfa certo le esigenze della gente.
E’ ora di dire basta ai ricatti occupazionali e rivendicare la dignità e il diritto di chi abita i nostri territori, consapevolmente al fatto che può esistere uno sviluppo che non metta in pericolo la gente con grandi opere inutili.
Simona Cossu
Rifondazione Comunista/Federazione della Sinistra La Spezia
Carosi: “Volontari, Appartenenza e Partecipazione gli elementi che uniscono”
17 novembre 2011, by admin
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Non voglio entrare nel merito delle motivazioni politiche e tecniche del perchè accadono certe catastrofi, ci sarà tempo (spero poco) per fare analisi di questo tipo. Ora tutti si sperticano a dire la loro, spesso con analisi superficiali o per ritagliarsi un ruolo o una visibilità che forse non si meritano. Voglio invece valorizzare l’esperienza che ho condiviso con tanti anzi tantissimi volontari – solo noi di Rifondazione con l’Associazione Nazionale delle Brigate di Solidarietà Attiva ne abbiamo organizzati più di 400 – che dal giorno dopo l’alluvione, con “pala e picco” stanno lavorando per rendere possibile una ripresa dei paesi alluvionati sia industriale che sociale.
Con l’Associazione Nazionale delle B S A e con i compagni/e Rifondazione, in particolare giovani, abbiamo cercato di portare agli alluvionati la nostra solidarietà attiva: “fasce rosse”, ci hanno chiamati, per via del colore della stoffa che portiamo al braccio e che è servita per riconoscersi nei paesi dove abbiamo operato, da Fiumaretta a Borghetto, da Brugnato a Cassana.
Le popolazioni dei borghi colpiti hanno bisogno soprattutto di solidarietà, ma di quella attiva, concreta, quella di chi, nel momento del bisogno, si rimbocca le maniche e si mette a spalare evitando di “buttarla in politica”, anche se la “politica” con il disastro che c’è stato c’entra, eccome se c’entra!!!!
In mezza giornata abbiamo anche allestito, su richiesta del Comune della Spezia, il Palazzetto dello Sport per garantire, durante la seconda allerta, ospitalità agli sfollati che non sono mai arrivati .
Abbiamo messo in campo una forma di partecipazione dal basso, totalmente autorganizzata, che è intervenuta direttamente nel terreno della solidarietà soltanto con le braccia, pale e picconi, stivali e guanti. Nel vuoto della politica le pratiche sociali, dal basso, sono un punto che mette tutti d’accordo.
Il senso di appartenenza e di umanità, sono stati gli elementi conduttori che hanno portato ad una convivenza, pur nelle difficoltà, straordinaria. Chi pensava che fosse stata messa una pietra su quei valori creati dalla Resistenza e scritti nella Carta Costituzionale Italiana si è sbagliato.
Oggi questo popolo di volontari ha dato la dimostrazione che cambiare si può, ma che si deve partire dal basso senza più imporre dall’alto scelte che non appartengono al pensiero comune della popolazione.
La partecipazione innanzitutto come elemento di cambiamento, solidarietà e di appartenenza ad un territorio martoriato molto spesso da scelte non condivise ma imposte. Ecco, tutto questo ha un senso e continuerà ad averlo per noi, ma spero anche per la politica e per coloro che pensano che tra qualche tempo tutto si dimenticherà.
Di certo quelli che pontificano, magari con le mani metaforicamente sporche del cemento delle speculazioni, dimenticheranno in fretta e ricominceranno come se nulla fosse accaduto.
Ma tutti quelli che le mani se le sono sporcate spalando il fango dell’alluvione porteranno sempre in sé il ricordo di questa esperienza, la rabbia per quello che è accaduto e la voglia di impegnarsi perché disastri del genere non si ripetano.
Massimo Carosi, responsabile Organizzazione e Fasce Rosse Prc La Spezia
Olivieri: “Senatore Grillo, ma l’Abruzzo non ha insegnato niente?”
29 ottobre 2011, by admin
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Leggo con sconcerto le dichiarazioni del Sen. Grillo del Pdl che propone l’avvio di una sorta di project financing, cioè l’attivazione dei privati, per la ricostruzione delle zone alluvionate nello spezzino.
Secondo la proposta di Grillo, i privati potrebbero essere pagati “in natura”, cioè con parte del patrimonio pubblico che il Governo intenderebbe dismettere. Il sen. Grillo fa esplicito riferimento ai beni della Marina Militare presenti nel nostro territorio che, invece che essere restituiti alla nostra comunità, verrebbero privatizzati.
In questo modo la ricostruzione diventerebbe l’occasione per nuove speculazioni: questa proposta fa venire in mente quegli imprenditori senza scrupoli che poche ore dopo il terremoto pensavano già a come lucrare sulla tragedia. Possibile che l’Abruzzo non abbia insegnato nulla? E’ possibile che nemmeno questa tragedia abbia fatto capire che bisogna abbandonare per sempre le logiche della cementificazione e della privatizzazione del territorio che hanno amplificato gli effetti di questo disastro?
E non ci racconti la frottola, Sen. Grillo, che non ci sono i soldi: invece che regalare ai soliti noti miliardi e miliardi per opere inutili e dannose come il Ponte sullo Stretto e l’Alta Velocità in Val di Susa, questi soldi potrebbero essere ben spesi nella ricostruzione delle zone colpite da quelle da calamità che si fa fatica a chiamare “naturali” e nella manutenzione del territorio.
Ne guadagnerebbero non solo la nostra comunità, ma anche la moralità di questo Paese.
Sergio Olivieri
Segretario regionale Rifondazione Comunista/Federazione della sinistra della Liguria