Rifondazione per il 1° Maggio: “Per il lavoro e la dignità”
2 maggio 2014, by admin
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PER IL LAVORO E LA DIGNITA’
Erano 23 milioni e 405 mila gli occupati in Italia nel 2008, sono 22 milioni e 216 mila oggi: dall’inizio della crisi si sono persi quasi 1 milione e 200 mila posti di lavoro. I disoccupati sono raddoppiati: oltre 3,3 milioni di persone sono in cerca di lavoro mentre altri 3 milioni un lavoro lo vorrebbero ma non lo cercano più, perché disperano di trovarlo.
NON È COLPA DEL DESTINO
E’ colpa della cattiva politica. Quella che ha causato la crisi e poi l’ha peggiorata con l’austerità.
E’ colpa della finanza a cui si è consentito ogni speculazione, e che poi è stata salvata con enormi quantità di denaro pubblico: 4.500 miliardi che gli stati europei hanno messo a disposizione per il salvataggio delle banche, scaricando poi il debito sulle cittadine e i cittadini.lavoro
E’ colpa delle multinazionali, a cui si consente di ricattare lavoratori e territori con le delocalizzazioni.
E’ colpa dell’assenza di ogni politica industriale e della precarizzazione del lavoro: quella che il governo Renzi vuole generalizzare, mentre si appresta a nuove privatizzazioni e nuovi tagli al welfare.
PER USCIRE DALLA CRISI BISOGNA DIRE BASTA ALL’AUSTERITA’
Per questo alle prossime elezioni europee sosteniamo L’ALTRA EUROPA CON TSIPRAS, l’unica lista che vuole cambiare radicalmente l’Europa cancellando il Fiscal Compact e i Trattati che impongono una riduzione continua e devastante degli investimenti pubblici, a danno dell’occupazione, delle pensioni, del reddito di chi lavora, della sanità, dell’istruzione, dell’ambiente, a beneficio di banche e speculatori.
PER USCIRE DALLA CRISI CI VUOLE UN PIANO PER IL LAVORO
Per questo proponiamo di creare almeno 1 milione e mezzo di posti di lavoro in Italia nei prossimi tre anni.
Vogliamo un New Deal come fecero gli Stati Uniti dopo la crisi del ’29: per creare lavoro con investimenti pubblici e assunzioni per la salvaguardia dell’ambiente, la conoscenza, la cura delle persone.
Vogliamo redistribuire il lavoro finanziando la riduzione d’orario e cancellando la controriforma delle pensioni che allunga fino a sei anni il tempo di lavoro, impedendo ai giovani di trovare occupazione.
Vogliamo istituire il reddito minimo per i disoccupati e il salario orario minimo.
Chi più ha, più paghi: vogliamo una patrimoniale sulle ricchezze sopra i 700.000 euro al posto dell’IMU e della Tasi, che colpisca la disuguaglianza scandalosa di un paese in cui l’1% ricchissimo della popolazione possiede un patrimonio pari a quella del 60% meno abbiente. Vogliamo un tetto a 65.000 euro annui per le pensioni e i cumuli pensionistici, per ridurre le tasse per le pensioni e per tutti i redditi bassi.
Vogliamo colpire la grande evasione, tagliare le spese militari, la TAV in Val Susa e le grandi opere inutili.
Firma per il lavoro!
Rifondazione Comunista per L’Altra Europa con Tsipras
“A Pisa in difesa dei beni comuni e dell’ex Colorificio”
18 novembre 2013, by admin
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Lombardi attacca Federici: “Snobba la partecipazione popolare”
26 giugno 2013, by admin
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“La più grande emergenza a Spezia é il lavoro che non c’è e che quando c’è é precario e sottopagato. Occorre mettere in campo un grande progetto con obiettivi chiari come la difesa e il rilancio dell’apparato industriale a partite da Fincantieri e Arsenale e che faccia tutela del territorio una grande occasione lavorativa“.
Così Massimo Lombardi, segretario provinciale di Rifondazione Comunista, fa il punto della sitauzione politica in un momento molto “caldo” della città. Lavoro, Enel, Piazza Verdi, democrazia partecipativa, nuova sinistra.
Il problema dei problemi è il lavoro?
“Sì, l’impatto della crisi su Spezia é devastante. Le pensioni basse e i salari con i quali non si arriva a fine mese trasmettono la sofferenza sociale che cresce. So bene che per un vero progetto-lavoro ci vogliono finanziamenti pubblici. Si dica chiaro che i soldi che ci sono e non vanno sperperati negli F35 o in opere inutili e dannose come la Tav. Anche il sindacato é troppo titubante: ci vuole un grande movimento di lotta che faccia in modo che nessun lavoratore, disoccupato, precario si senta solo di fronte alla crisi”.
Per voi è difficile coniugare ambiente e lavoro?
“Nel 2013 non si possono scindere le due questioni: non possiamo accettare il lavoro che devasta l’ambiente, che consuma territorio, che inquina a dismisura e ci avvelena. Anche per questo abbiamo posizioni diverse da altri e ci siamo smarcati in maniera netta dalla maggioranza a Spezia“.
I maligni vi accusano di essere usciti perchè non avevate più posti…
“Le falsità di queste affermazioni sono confermate dal fatto che ce ne siamo andati dopo un anno senza chiedere posti ma solo rispetto del programma redatto assieme al sindaco e stravolto dallo stesso. Ai tanti professorini che sparlano di noi, e mi riferisco in particolare a Maurizio Maggiani, vorrei comunicare che il nostro partito è vivo e casomai chi ha desiderato più volte di vederlo morto sono quelli che ora governano al fianco di Berlusconi. Altra cosa insopportabile sono l’averci elencato tra gli altri dopo i fascisti di Forza Nuova. Piuttosto pensino i governanti, da Letta a Federici, di rimuovere i fascisti dalle piazze, compresa Piazza Verdi“.
Cosa non va su Piazza Verdi?
“Oltre al progetto é il comportamento dell’Amministrazione a essere intollerabile: non si può pensare di ristrutturare una piazza importante come questa senza un percorso di partecipazione democratica dei cittadini“.
Scenderete in piazza anche su Enel?
“Naturalmente, è una battaglia che ci ha storicamente contraddistinto. Per questo sabato manifesteremo per il “No Coal day” assieme alle associazioni come Spezia via dal carbone. Ci sono state dichiarazioni positive sul rinnovo dell’Autorizzazione Integrata Ambientale ma il vero risultato è che avremo altri otto anni di carbone nella centrale, che porta gravi danni alla salute della gente. La centrale va convertita a metano. Abbiamo un ministro spezzino, ne risponderà agli spezzini“.
Cosa proponete per il futuro?
“Vogliamo lanciare per settembre una grande mobilitazione della sinistra spezzina, partiti, associazioni, comuni cittadini, tutti coloro che hanno voglia di costruire un percorso condiviso sui temi, per opporsi ai trasversalismi degli affari, per costruire una nuova coscienza democratica e partecipativa, che la questione Piazza Verdi ha posto chiaramente in essere. Occorre dimostrare che gli spezzini non vengono dai manzoniani “atrii muscosi”, ma vogliono una città viva che chiede lavoro e non nocività, democrazia e non scelte dall’alto, partecipazione e non mera presa d’atto, giustizia sociale non favoritismi e clientele“.
Da Il Secolo XIX del 26/06/2013
Rosi e Domenichini (Prc La Spezia): “Monti taglia anche sull’alluvione, ma finanzia i cacciabombardieri”
19 ottobre 2012, by admin
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Prendiamo atto, attraverso le parole del capo della Protezione Civile Franco Gabrielli, che il governo Monti ha chiuso i rubinetti per quel che riguarda gli stanziamenti alle comunità alluvionate. Siamo ben consci che i fondi di finanziamento siano la condizione necessaria ma non sufficiente per garantire la sicurezza ed la salvaguardia idrogeologica di comunità e territorio, come insegnano le vicende legate alle Cinque Terre ed allo stato di degrado dei sui sentieri, nonostante in tempi passati i finanziamenti fossero copiosi.

Un’altra vergogna: per il ministro Maroni l’emergenza alluvione nello spezzino é finita
9 novembre 2011, by admin
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Un Grazie ai Vigili del Fuoco spezzini e a quelli delle altre città intervenuti in soccorso alle popolazioni alluvionate
Dopo l‘odiosa decisione di Salt di far pagare il pedaggio agli alluvionati ed ai volontari che utilizzano l’autostrada per raggiungere le zone colpite dal disastro, un’altra vergognosa disposizione arriva questa volta dal Ministero dell’Interno, quello retto dal leghista Maroni.
Una nota del Comando provinciale dei Vigili del Fuoco della Spezia informa cha da giovedì 10 novembre si vedrà costetto a ridurre drasticamente il dispositivo di soccorso che opera nelle zone alluvionate della nostra provincia. La riduzione é stata imposta direttamente dal Ministero dell’Interno secondo il quale la situazione nelle zone alluvionate dello Spezzino consentirebbe di tornare alla normalità.
Questi signori non hanno la benché minima idea della situazione dei territori alluvionati e della necessità di mantenere operante il dispositivo di intervento che ha agito fino ad ora fino a che non siano state ripristinate un minimo di condizioni di vivibilità per la popolazione. Non ci vuole molto ad immaginare le ragioni di tale scelta: mentre si gettano vie miliardi per opere inutili e dannose come la Tav e il Ponte sullo Stretto e per presidiare con l’esercito la Val di Susa, i funzionari di Maroni decidono di risparmiare sulla pelle degli alluvionati spezzini.
Rifondazione Comunista chiede alle istituzioni locali una decisa presa di posizione contro questa scelta e coglie l’occasione per ringraziare il Corpo dei Vigili del Fuoco per l’opera preziosa portata avanti in questi giorni.
Federazione spezzina di Rifondazione Comunista