Crollo ponte di Albiano, Prc La Spezia: “Soldi sprecati e non investiti per il bene pubblico, come per la sanità”

8 aprile 2020, by  
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Il crollo del ponte di Albiano rappresenta l’ennesima sciagura di un Paese che da tempo ha abdicato l’interesse al bene comune a favore del profitto, dell’incuria e della sciatteria generalizzata. 
Come per la tragedia del Morandi va fatta subito luce sulle responsabilità di un disastro che solo per “merito” dell’altra tragedia, quella del Covid, non ha causato una strage. 
Non è importante se la catastrofe fosse o no annunciata. Riteniamo piuttosto che vadano evitati i soliti sciacallaggi politici e i soliti “l’avevo detto”, che puntualmente saltano fuori da più parti, per ribadire la necessità di investimenti cospicui a favore delle opere di pubblica utilità e di salvaguardia del territorio. Abbiamo visto negli ultimi anni vere e proprie mattanze di denaro pubblico in monumenti all’inutilità, che hanno solo ingrassato i giganti del cemento e dell’asfalto, lasciando un territorio ancora più a rischio dal punto di vista della sicurezza idrogeologica. 
Esempi di autentiche cattedrali nel deserto sono reperibili in ogni comune italiano, non solo nella provincia spezzina. E mentre si realizzano tali mostri, vengono a crollare le opere di infrastrutture viarie fondamentali come ponti e viadotti.
 
Il medesimo concetto va rivolto all’intero comparto sanità, disastrato in anni di abbandono a se stesso. Occorre personale qualificato, controlli ed efficienza, occorrono denari che non vadano a finire nelle tasche di pochi a danno dei molti, cioè della collettività. Proprio le due emergenze, avvenute nella contemporaneità di questo disastrato inizio 2020, devono obbligare la politica di ogni colore (tutta più o meno responsabile, a qualsiasi livello, della situazione attuale) a voltare completamente pagina. La salute pubblica non è in vendita né in gioco. Non vogliamo “ritornare alla normalità”, come stiamo ascoltando da più parti in questi giorni. La normalità, questa normalità, è il vero problema da risolvere.
Rifondazione Comunista, federazione provinciale la Spezia

Intervento Antimafia a Sarzana, Prc La Spezia: “Basta negare il problema, la corruzione prolifera nella cultura dell’emergenza”

27 ottobre 2016, by  
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L’intervento di ieri della Dia negli uffici del comune di Sarzana sottolinea l’assoluta gravità del fenomeno della criminalità organizzata nella nostra provincia, in particolare nella Val di Magra.
 
Dopo svariati sequestri della magistratura avvenuti nel recente passato su beni appartenenti alle organizzazioni criminali (che quindi hanno dimostrato di essere radicati sul territorio) ora assistiamo alla possibile corruzione negli appalti pubblici, addirittura su quelli di somma urgenza per le alluvioni e disastri ambientali. 
 
Ciò va di pari passo con i mancati interventi strutturali di prevenzione sulla sicurezza idrogeologica che generano, a danno avvenuto, quella famigerata cultura dell’emergenza nella quale in Italia proliferano individui senza scrupoli, come abbiamo visto con il terremoto dell’Aquila, ad esempio.
 
Ormai non ci si può più nascondere dietro un dito, è ora che le istituzioni agiscano di conseguenza, cominciando a non negare più il problema ma a combatterlo seriamente.
 
Da tempo, infatti, Rifondazione e associazioni importanti come la Casa della legalità hanno denunciato tale situazione, venendo il più delle volte denigrate o ignorate.
 
Oggi appare evidente come non si possa più girare gli occhi da un’altra parte, a Sarzana come nel resto dei comuni spezzini.
Rifondazione Comunista, federazione provinciale La Spezia

Spezia: oggi tutti in piazza contro il Piano casa della Regione

21 novembre 2015, by  
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Tutti i partiti, dal Pd a Rifondazione, saranno al presidio di oggi pomeriggio contro il piano casa di Toti

 

Tutte le forze politiche del centrosinistra aderiranno al presidio organizzato per oggi pomeriggio dai movimenti ambientalisti contro il Piano casa proposto dalla giunta guidata da Giovanni Toti.


Sabato 21 novembre alle 15.30, davanti alla cattedrale di Cristo Re, parteciperemo alla manifestazione per dire no ai contenuti della proposta portata avanti dalla giunta regionale di centrodestra. Riteniamo che una misura straordinaria non possa diventare strumento di pianificazione. Dobbiamo intendere i piani urbanistici come strumento di buon governo del territorio. Rifiutiamo la visione per la quale, una legnaia, usufruendo dello strumento Piano casa Toti, possa trasformarsi in un monolocale senza alcuna garanzia per gli impatti paesaggistici e ambientali generando una proliferazione incontrollata degli stabili“.


E’ quello che affermano congiuntamente Luca Erba, segretario comunale del Pd, Massimo Lombardi, segretario provinciale di Rifondazione Comunista, Pier Luigi Sommovigo, segretario provinciale dei Comunisti italiani, Giacomo Gianello, segretario provinciale del Psi, Paolo Carbonaro, segretario regionale dell’Italia dei valori, Andrea Ornati, segretario provinciale di Sinistra ecologia libertà, e i portavoce di Possibile.
Il Piano casa di Toti e Scajola – proseguono i rappresentanti del centrosinistra spezzino – priva i Comuni del diritto di programmazione del territorio. Lo strumento del Piano urbanistico deve rimanere a disposizione del governo del territorio inteso come dispositivo di programmazione e tutela ambientale da integrare all’interno di una politica regionale che deve farsi carico delle necessità dei territori senza scavalcarne l’autonomia e la possibilità di decidere. Riteniamo molto grave consentire nuove edificazioni anche all’interno dei Parchi e nelle nostre colline rese inedificabili dal Piano Urbanistico della Spezia. Autorizzare una delocalizzazione selvaggia, spostando arbitrariamente gli immobili nel territorio, rischia di generare una spirale pericolosa per la tutela del territorio. Parteciperemo al presidio per dire basta al cemento e al consumo del suolo, per chiedere un recupero dell’esistente nel rispetto dell’ambiente, del paesaggio e delle bellezze naturalistiche“.

www.cittadellaspezia.com

La sinistra ligure contro il Piano casa: “Una cambiale per la speculazione. Fermare il consumo di suolo”

20 ottobre 2015, by  
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Lunedì 19 ottobre 2015 sarà un’altra data da ricordare, una data nella quale la giunta regionale di centrodestra, guidata da Giovanni Toti, garantirà ulteriore cemento e speculazione in un territorio martoriato e devastato da frane ed alluvioni. Probabilmente il centrodestra passa all’incasso, dopo aver vinto le elezioni, favorendo lobby di costruttori e speculatori, nonostante dovrebbe apparire ovvio che la priorità della nostra regione sia rilanciare occupazione ed economia attraverso pianificazione di recupero e di presidio del territorio. Pareva difficile e del tutto irrazionale pensare che qualcuno, al di là del colore politico, potesse anche minimamente immaginare di emanare un provvedimento come questo. Soprattutto in una regione come la Liguria, afflitta negli ultimi anni da eventi drammatici di dissesto idrogeologico. 

La situazione ligure è tale per cui, con le sconsiderate scelte del passato, sarebbe auspicabile un cambio di rotta. Tuttavia la scelta di Toti e della sua giunta appare del tutto contigua con gli errori passati, attraverso anacronistiche motivazioni prive di ogni ragionevolezza, oltre ai monotoni quanto fasulli leitmotiv sul presunto rilancio del settore edilizio.

Lo stato delle cose è drammatico: la Liguria vanta primati di unità immobiliari invendute (la Provincia della Spezia si colloca stabilmente al primo posto nazionale in questa classifica, con 26 abitazione invendute ogni mille) e non è con nuove cementificazioni che si aiuta l’edilizia, non è con l’azzeramento dei controlli e delle autorizzazioni da parte dei Comuni che si rilancia l’economia, non è levando ogni vincolo nel Parco delle Cinque Terre, Montemarcello-Magra, Portovenere che si risolvono problemi legati all’occupazione.
Siamo di fronte ad un provvedimento demagogico, miope, scellerato: così si pagano esclusivamente delle cambiali in bianco alla speculazione, in una terra che frana e si innonda ad ogni pioggia.
Per fermare questa deriva, oltre alla nostra ferma opposizione, faremo una nostra proposta semplice e chiara: che venga fermato il consumo di suolo, che vengano sostenuti piani di recupero dell’edificato esistente, attraverso l’esigenza del miglioramento sismico ed energetico.
Così, realmente, il settore edile potrebbe ritrovare ossigeno ed innovazione.
In quest’ottica ci faremo promotori, nelle prossime ore, di presentare mozioni in tutti i Consigli Comunali della Provincia della Spezia finalizzate ad impedire l’attuazione del Piano Casa della giunta Toti, legando tale opposizione alle nostre proposte. Auspichiamo che il maggior numero di Consiglieri Comunali facciano propria questa iniziativa, a prescindere dalle appartenenze: la sicurezza e l’incolumità dei cittadini deve essere una priorità per tutti, per ogni schieramento politico o civico, guai a chi osa mercificarla e usarla come strumento di ricatto economico, sociale ed occupazionale.

 

Rifondazione Comunista,

Sinistra Ecologia e Libertà,

Partito Comunista d’Italia,

Possibile

Avviso di garanzia alla Paita, Lombardi: “In Liguria è ora di cambiare la gestione del territorio”

16 aprile 2015, by  
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Il tema è grave e delicato: la notizia che giunge dell’avviso di garanzia nei confronti di Raffaella Paita per i fatti legati all’alluvione mette in luce ancora una volta come la gestione del territorio viene assunta attraverso forme di emergenzialità. 

La Liguria è una regione falcidiata perché non c’è una programmazione e una prevenzione del territorio, la logica delle emergenze lascia spazio a queste situazioni che poi vengono sottoposte giustamente al vaglio della magistratura.

Nessuno è colpevole fino al terzo grado di giudizio, ma questi fatti danno la conferma che in Liguria è tempo di cambiare la gestione del territorio.

Massimo Lombardi,

segretario provinciale Prc La Spezia

Prc Liguria: “Con Luca Pastorino per l’alternativa a Paita e alle destre”

Ordine del giorno sulle elezioni regionali presentato dalla Segreteria regionale di Rifondazione Comunista

La necessità di mettere in campo nelle prossime Elezioni regionali liguri una proposta unitaria alternativa e di rottura con le politiche del governo Renzi e del Pd non deriva solo da ragioni di carattere generale.

Si è prodotta in questi anni, infatti, una progressiva ed inarrestabile involuzione nelle politiche dell’amministrazione regionale da rendere impensabile la riproposizione di un’alleanza con il Partito Democratico in Liguria.

La Regione non ha saputo e voluto operare coerentemente in difesa dell’apparato industriale ligure che è stato ridimensionato quando non smantellato e svenduto; la disoccupazione non solo è cresciuta, ma è aumentata in maniera anche più forte rispetto ad altre regioni del nord Italia; la precarietà e la sofferenza sociale si sono estese; il degrado e il dissesto del territorio hanno assunto una dimensione drammatica, come è evidenziato dalle tragiche alluvioni dell’ultimo anno, ma la manutenzione e la tutela del suolo, al di là dei proclami di facciata, non sono una priorità per un’Amministrazione regionale che continua invece a favorire la cementificazione e la privatizzazione delle coste e degli affacci a mare. Ed alla difesa ed alla riqualificazione della sanità pubblica si è preferito invece proseguire nelle politiche dei tagli e delle regalie alle lobby come con l’ultima legge regionale a favore dei primari ed a scapito della salute di tutti.

La credibilità di larga parte della classe dirigente a tutti i livelli è stata fortemente compromessa da un lato dalle inchieste in corso come quella relativa a Carige che vedono coinvolto il mondo imprenditoriale e della finanza e dall’altro dalle vicende che hanno portato all’incriminazione ed alle dimissioni di ben due vicepresidenti della giunta regionale.

In questa situazione prosperano traffici illeciti e da più parti sono state denunciate infiltrazioni della criminalità organizzata che avrebbero gettato la loro ombra anche sull’esito delle recenti primarie del Pd.

Per tutte queste ragioni è urgente costruire una proposta alternativa per il governo della Regione in grado di vincere sia la continuità con le politiche dell’attuale Amministrazione regionale rappresentata dalla candidatura di Raffaella Paita che la falsa alternativa proposta dalle destre.

Nelle ultime settimane è diventata concreta la possibilità di dare corpo ad una proposta di alternativa credibile e potenzialmente vincente anche sul piano elettorale.

Le scontro frontale con il sindacato e con i lavoratori voluto dal Governo Renzi da un lato e, dall’altro, le politiche regionali e le vicende legate alle primarie, hanno aperto una crisi nel corpo sociale del Pd, nel suo bacino elettorale di riferimento, nella base degli iscritti e dei militanti e in parti significative del Partito stesso.

In questo scenario si colloca la decisione di Luca Pastorino di lasciare il Pd e di candidarsi alla guida della Regione in maniera alternativa alla candidatura sostenuta da quel partito.

Dalla Liguria può dunque prendere l’avvio quel progetto di costruzione di unità delle sinistre al quale stiamo lavorando da tempo, che non può e non deve limitarsi alla pur importante scadenza elettorale: l’impegno è dunque quello che, a sostegno della candidatura di Luca Pastorino, convergano anche Giorgio Pagano e le sensibilità che rappresenta non solo per evitare che ci siano due candidature sul versante dell’alternativa al Pd ma anche perché il loro apporto sarebbe prezioso per qualificare il progetto di unità nel senso del sociale e dell’apertura.

Un progetto di alternativa oltre ad unire la sinistra ed ad individuare un candidato Presidente deve caratterizzarsi anche programmaticamente. Per queste ragioni Rifondazione Comunista caratterizzerà la propria azione politica su tre punti centrali: lavoro per dare una risposta alla crisi che sta “uccidendo” la nostra Regione, lotta alle privatizzazioni, difesa del territorio a partire dal no alle grandi opere.

Il Comitato Politico del Prc della Liguria da mandato alla segreteria regionale di definire i dettagli politico-programmatici per il sostegno del nostro Partito alla candidatura di Luca Pastorino ed invita le federazioni provinciali a convocare con urgenza i rispettivi Comitati politici per individuare le candidature in quota al Partito da proporre alla discussione per la composizione delle liste unitarie indicando alla Federazioni, quali criteri per la scelta, la piena rispondenza alle regole sancite dallo Statuto e la rappresentatività del Partito, della sua unità e del suo rapporto con la società.

Approvato con 19 voti a favori, 3 contrari e 2 astenuti.

Genova, 22 marzo 2015

Comitato Politico Regionale Prc Liguria

Elezioni provinciali, L’Altra Spezia: “Alternativi al centrodestra e centrosinistra”

Prc, Sel e cittadini indipendenti concorreranno insieme alle provinciali di domenica.

Lombardi: “Porta aperta anche al M5S ma l’alleanza dovrà basarsi sui temi e l’assetto idrogeologico sarà il primo punto“.

L´Altra Spezia: `Alternativa al centrodestra e centrosinistra`

Edmondo Bucchioni, Pierangelo Rosi, Salvatore Romeo, Sara Pellegrotti, Paolo Zanetti. Cinque moschettieri per una lista che domenica si presenterà alle elezioni con il doppio desiderio di portare il maggior numero di consiglieri nel nuovo governo provinciali e al tempo stesso di testare la nuova squadra in ottica Regionali 2015. “L’Altra Spezia” il nome della lista che mette insieme Prc, Sel, e tanti cittadini di sinistra che non si riconoscono nelle altre forze in campo.
Una prova generale per capire se quello che oggi è un cartello elettorale può diventare un movimento coeso o magari, un giorno, un nuovo partito che rappresenti la sinistra in Italia. “Siamo alternativi ai due blocchi, sia a quello di centrosinistra che a quello di centrodestra” – spiega Chiara Bramanti, responsabile Enti Locali del Prc – “vogliamo riportare alle urne quella parte di sinistra che non va più a votare”. Una lista alternativa insomma, che non ha raccolto solo le proprie firme ma anche quelle della cosiddetta “area Civati” e che auspica di eleggere il maggior numero di consiglieri provinciali. Ma al tempo stesso cerca conferme per il futuro prossimo: “Certo che ce lo auspichiamo – aggiunge Gabriella Malpezzi e ovviamente come Sel apriamo un confronto con comitati, movimenti, civatiani”. Salvatore Romeo, consigliere comunale arcolano, ed Edmondo Bucchioni, consigliere comunale alla Spezia, saranno candidati Prc e la loro riflessione non può che partire dall’attualità: “Intanto esprimiamo solidarietà alla popolazione genovese. La Provincia è utile per finanziare la manutenzione del territorio. Ecco perché il tema del dissesto idrogeologico è il primo punto del nostro programma”. Pierangelo Rosi, consigliere comunale a Burgnato e anch’egli candidato, spiega la sua partecipazione: “Non ho tessere di Prc o Sel ma appoggio incondizionatamente questo lista politica perché credo che la Spezia abbia bisogna di una forza di sinistra che difenda i diritti dei lavoratori e l’ambiente”.
Presente anche il segretario di Rifondazione Comunista Massimo Lombardi che apre al Movimento Cinque Stelle: “Noi dobbiamo dovevamo avere il congresso regionale ma in quella zona è out e ci rivedremo il 19. E’ un passaggio importante costruire una lista come “L’Altra Spezia” che unisce liste civiche, Rifondazione, Sel, i civatiani del Pd e una porta aperta la lasciamo al Movimento Cinque Stelle. In prospettiva pensiamo ad un fronte ampio a sinistra, che non esclude anche loro: un’alleanza che si deve basare sui temi. Al centro ci deve essere l’assetto idrogeologico, brutto dirlo ora che sembra di cavalcare ciò che è successo a Genova. Nessuna strategia, non sottovaluterei le tante persone che ci sono a sinistra, impegnate nelle liste civiche, in micro-movimenti che danno contributi di idee”.
www.cittadellaspezia.com
Di seguito il programma della Lista L’Altra Spezia:

Premessa

per prima cosa esprimiamo un giudizio fortemente critico nei confronti del decreto Del Rio (legge 56 del 24 arile 2014) – che ha portato in maniera confusa e demagogica al finto scioglimento delle province – sbandierato strumentalmente come contenimento dei costi della politica ma che in realtà è volto esclusivamente  a colpire gli spazi di democrazia elettiva nel nostro paese e a favorire la concentrazione del potere  nelle mani di un unico partito.

I cittadini non sono più chiamati ad eleggere i propri rappresentanti e a dare indirizzi  sulle linee di sviluppo del proprio territorio (non a caso in  questa fase preelettorale nessuno ha parlato di programmi ma solo di posti, di  composizione delle liste).

Nelle elezioni di secondo grado che ci saranno domenica prossima, saranno solo i politici a votare! La politica consolida se stessa!

Critichiamo anche il metodo con cui questa legge viene portata avanti, in maniera ondivaga ed ambigua, senza decreti attuativi, con fasi transitorie enormi, senza garanzie per i lavoratori dell’ente e soprattutto senza una precisa definizione delle competenze, lasciando così importanti servizi ai cittadini nell’immobilismo totale e nella più assoluta carenza di risorse.

Cogliamo quindi l’occasione delle elezioni provinciali per DENUNCIARE che il ridimensionamento delle Provincie voluto dal governo, rappresenta in se, e per le modalità con le  quali è stato deciso ed attuato, un vulnus alla democrazia, ed è parte di un più ampio disegno antidemocratico ed autoritario volto a ridefinire l’architettura istituzionale del Paese e a modificare surrettiziamente la  Costituzione. Non a caso le attuali ipotesi in campo  di legge elettorale e di modifiche del Senato sono parti integranti e congruenti  di tale disegno.

Noi crediamo invece nel ruolo delle autonomie locali come strumento per fornire servizi ai cittadini – soprattutto ai più deboli – e tutelare territorio ed ambiente capaci di garantire diritti costituzionali universali e di promuovere lo sviluppo di un’economia solidale.

Programma

Oggi le province sono diventate enti territoriali di area vasta, di secondo grado. La loro è una presenza transitoria, in attesa di una riforma Costituzionale che ne proporrà l’abolizione.

In questo quadro di incertezza comunque le competenze che restano in capo alle province come funzioni proprie o delegate dalla Regione sono:

  • pianificazione territoriale di coordinamento
  • tutela e valorizzazione dell’ambiente
  • pianificazione dei servizi di trasporto
  • formazione professionale
  • costruzione e gestione delle strade provinciali
  • programmazione della rete scolastica delle scuole superiori
  • gestione dell’edilizia scolastica delle scuole superiori

Settori di interventi strategici per chi, come i componenti della lista “L’ALTRA SPEZIA” pone la questione di un nuovo modello di sviluppo basato sulla protezione dell’ambiente, lo stop al consumo di territorio, le energie pulite, la ricerca e l’innovazione in campo tecnologico, il turismo attivo, la cultura creativa.

 

Pianificazione  territoriale tutela e valorizzazione dell’ambiente : La cecità di un modello insostenibile

Negli ultimi  anni il territorio della provincia della Spezia ha risposto alla pioggia con un bollettino di guerra, tra frane ed alluvioni. Il 25 ottobre 2011 si consuma la tragedia: il 43% delle strade interrotte, decine di paese isolati da giorni, borghi fantasma, ponti crollati, 10 morti, 3 dispersi.

Il clima è cambiato, ma si continua a rubare spazio agli alvei, nessuno gestisce i corsi che convogliano a valle migliaia di metri cubi d’acqua in brevi tempi. L’abbandono della coltivazioni collinari indebolisce i terreni, i frequenti incendi estivi distruggono una vegetazione senza monitoraggio ne cura, diminuendo la tenuta dei pendii, ostacolando il deflusso idrico. La cementificazione, condonata o no, impermeabilizza il suolo.

I sindaci monetizzano il territorio concessionando aree a rischio per centri commerciali pieni di lavoratori precari, capannoni senza merci, residenze destinate ad essere sfitte

Noi pensiamo ed agiremo in provincia nella consapevolezza che la solidarietà a questa gente, a questa terra, debba passare per un cambiamento radicale, che si opponga alla cementificazione del suolo ed al suo abbandono, assumendo un modello economico riproduttivo: i piccoli comuni, presidi democratici del territorio. non devono sparire, devono anzi avere i mezzi per curare la natura che li circonda, rifondando le loro economie in una conversione compatibile.

Quanto sta avvenendo ripetutamente in tutta Italia e luttuosamente oltre che nella nostra regione e nel nostro territorio segna una demarcazione profonda, un punto di non ritorno  rispetto al quale non c’è più il tempo per indugi per mediazioni politiche.

Riteniamo assolutamente necessario ed urgente che la Provincia si  faccia promotrice e interprete di un’azione politica per la revisione dei PUC che abbia come obiettivo la vulnerabilità del territorio e la sua tutela, da accompagnarsi con norme di salvaguardia: blocco e moratoria edilizia fino alla definizione di piani urbanistici rispettosi del territorio.

La difesa del suolo necessita anche di interventi mirati e specifici quali  un Piano straordinario regionale e provinciale, che integri risorse europee, statali e regionali per un grande progetto che potenzi il sistema di prevenzione della protezione civile, combatta il dissesto idrogeologico, metta in sicurezza il territorio e generi occupazione.  Un Piano straordinario regionale e provinciale per il recupero delle terre incolte, il rilancio dell’agricoltura, il ripopolamento dell’entroterra attraverso un’economia integrata, basata su agricoltura, enogastronomia, turismo sostenibile, cultura, artigianato, energie pulite.

 

Formazione professionale

Nel campo della formazione professionale, altra funzione delegata dalla Regione alle Province, crediamo sia necessario porre la questione di un ripensamento radicale del modo in cui viene attuata, in particolare verso la possibilità di formare i giovani nelle competenze necessarie al territorio e anche di riqualificare i lavoratori che hanno perso il lavoro dopo i quarant’anni, che hanno ancora maggiore difficoltà a trovare un’occupazione.

Riteniamo inoltre indispensabile operare un costante e attento monitoraggio dei risultati che produce.

 

SCUOLA, programmazione della rete scolastica delle scuole superiori, gestione dell’edilizia scolastica delle scuole superiori

La scuola è il principale servizio pubblico  che per sua  natura è in grado di garantire pari dignità e cittadinanza, oltre che svolgere azioni perequative nei confronti delle  disuguaglianze ancora e sempre più  presenti nella società.

La scuola è stata ripetutamente interessata, dalle forze conservatrici e reazionarie che stanno governando in questi ultimi  decenni, da processi normativi  volti a stravolgerne il portato  costituzionale  inserendo striscianti  forzature verso la  privatizzazione di questo servizio.

Si veda come la tentata controriforma Moratti, basata  su un modello clericale aziendalistico e su un percorso a doppio canale (da una parte i giovani con difficoltà sociali ed economiche indirizzati verso il riproposto avviamento al lavoro e dall’altra scuole selezionate anche  grazie a finanziamenti privati che forniscono strumenti alti  di conoscenza, richiesti dalla società per mantenere la sua leadership economica, ai giovani di famiglie di censo medio alto) sia sempre dietro l’angolo e venga per molti suoi aspetti riproposta anche dal governo Renzi.

Al contrario oggi a fronte della crisi, del tentativo di rendere  il lavoro sempre più precario e i lavoratori  empre  più soli e senza  diritti, la difesa della  scuola pubblica per  tutti, capace  di formare cittadini consapevoli e critici e per tutto l’arco  della vita, diventa un obiettivo primario a cui “l’altra provincia” deve  dedicare il massimo impegno e risorse. Considerato che  le competenze che permangono alla provincia sono edilizia scolastica e programmazione dell’offerta formativa

L’obiettivo quindi sarà quello di prefigurare un sistema scolastico basato su indirizzi di studio diversificati e flessibili, conformi alle  prospettive del tessuto economico, supportato da servizi qualificati adeguatamente distribuiti nel territorio, atti a permettere scelte  consapevoli per le nuove generazioni al fine di contrastare fenomeni di insuccesso e abbandono precoce.

Per  questo critichiamo e crediamo sia necessario un ripensamento della regione Liguria che ha avocato a se la programmazione della rete scolastica,  competenza  che non può essere distaccata dalla profonda conoscenza  della realtà locale, sia in termini di valenza sociale del presidio scolastico, sia in termini di effettiva conoscenza dello stato delle strutture scolastiche.

Crediamo sia indispensabile mantenere e sviluppare sempre più un legame stretto tra scuola e territorio, con l’obiettivo  di fare della scuola una reale risorsa della comunità, un soggetto riconosciuto che può e deve  contribuire  al suo sviluppo e alla sua emancipazione.

Obiettivi del dimensionamento la rete scolastica: evitare fenomeni di eccessivo pendolarismo nella fruizione dei servizi scolastici globalmente intesi e garantire pari opportunità di accesso e successo a tutti i membri della comunità specie  all’utenza più debole e periferica

Intervento sul patrimonio  edilizio scolastico:  garantire  agli studenti un ambiente scolastico sicuro e funzionale, articolato con spazi per la didattica (aule), per le  esercitazioni e la ricerca (laboratori) la socializzazione (impianti sportivi, auditorium).

Ambienti confortevoli e stimolanti sono strumenti necessari per il miglioramento della didattica, oltre che opportunità per combattere la dispersione scolastica.

Politiche per il  diritto allo studio: politiche volte a garantire pari opportunità di accesso all’istruzione e di successo scolastico per tutte le categorie svantaggiate (studenti pendolari, stranieri  portatori  di handicap), equa distribuzione dei servizi scolastici per limitare fenomeni di eccessivo pendolarismo (ampliamento dell’offerta formativa  – nuovi indirizzi  di studio – agevolazione e ampliamento delle possibilità di studio all’estero), politiche di  sostegno e di integrazione per  tutti gli svantaggi.

Elezioni provinciali, Lombardi: “No incondizionato a Federici. Si a una lista aperta per proteggere ambiente, acqua pubblica e lavoro”

13 settembre 2014, by  
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Smentisco categoricamente le indiscrezioni apparse sulla stampa di oggi che danno per certa la nostra alleanza nel centrosinistra alle elezioni provinciali, addirittura indicando possibili nostri candidati in appoggio a Massimo Federici.

Un’ipotesi poco probabile, per svariati motivi:

1) E’ difficile che Rifondazione faccia parte di una coalizione a senso unico, con un Pd che, grazie all’inconcepibile legge elettorale voluta da Renzi, sarà matematicamente, prima ancora di giocare, il padrone in della partita.

2) da oltre un mese lo stesso Pd spezzino parla esclusivamente di nomi e poltrone ma mai di contenuti politici e programmatici, quelli che riguardano la futura gestione del territorio provinciale e che dovrebbero stare al centro del dibattito.

3) Rifondazione non potrà in alcun modo sostenere la candidatura di Massimo Federici, che abbiamo pubblicamente sfiduciato più di due anni fa e contro il quale stiamo facendo opposizione senza sconti in consiglio comunale. Lo stesso Federici che ha negato da sempre il confronto su tutti i temi, che ha isolato ogni voce sgradita, come potrebbe ora pretendere il nostro appoggio??

Inoltre riteniamo profondamente ingiusta la strumentalizzazione di Veruschka Fedi, la nostra consigliera di Lerici, che un anno esatto fa è stata incredibilmente estromessa dalla giunta del sindaco Caluri, senza alcuna spiegazione plausibile.

Verusckha è una combattente, una delle nostre migliori compagne, e non accettiamo che il suo nome venga dato in pasto senza alcun motivo, se non per il gusto di bruciarla.

Noi lanciamo un appello oltre ogni steccato di partito a tutte quelle forze e a quei singoli consiglieri interessati a discutere dei tre temi fondamentali per il nostro territorio: difesa del lavoro, difesa dell’acqua pubblica, difesa del suolo e dell’ambiente, contro la cementificazione selvaggia, la privatizzazione dell’acqua e la perdita dei dirittti dei lavoratori. Su tali tematiche siamo pronti ad ascoltare in un confronto aperto, a partire dalla Val di Vara fino alle altre zone della provincia spezzina.
A mio avviso il segno di speranza e riscossa ottenuto dalla Sinistra alle elezioni europee lo scorso 25 maggio con la lista Tsipras deve essere un’indicazione importante per il futuro. C’è una consistente parte di cittadini, quella che contro tutti i pronostici ha permesso di superare lo sbarramento del 4% eleggendo tre parlamentari europei dopo anni di sconfitte elettorali, che non può essere immediatamente delusa. La gente non capirebbe, e ne avrebbe piena ragione. Per questo stiamo lavorando, come già pubblicamente annunciato, ad una lista alternativa. La strada è dura, “grazie” alla legge Del Rio, ma noi ci proveremo fino all’ultimo.

Massimo Lombardi,
segretario provinciale Prc La Spezia

Elezioni, Lombardi: “Gioia per il ritorno di Rifondazione nel parlamento europeo e per i compagni eletti nei comuni spezzini. Ricostruiamo insieme la sinistra di alternativa al renzismo”

27 maggio 2014, by  
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“E” stata una una tornata elettorale che ci ha dato grandi soddisfazioni e che ci ha riempito di speranze per il futuro. Ora occorre lavorare sodo per costruire la vera sinistra di alternativa al renzismo dilagante”.
Così commenta Massimo Lombardi, segretario provinciale di Rifondazione Comunista: “Il successo della Lista Tsipras premia l’enorme impegno, fatica e abnegazione dei compagni che, nonostante l’assoluto oscuramento mediatico, la scarsità di mezzi economici, le mille difficoltà incontrate sulla strada (unica lista ad aver dovuto raccogliere 150000 firme per potersi presentare), ha portato a sfondare il muro dello sbarramento al 4%, ottenendo più di un milione e centomila voti. E’ stato un voto di resistenza e di rinascita, la nostra sofferenza è stata premiata nel veder tornare in parlamento Rifondazione Comunista nella persona della giovane compagna Eleonora Forenza, alla quale va tutto il nostro in bocca al lupo e che speriamo di poterl riabbracciare presto qui a Spezia”.
“Nel nome di Alexis Tsipras” prosegue Lombardi “di Syriza e di tutti i compagni greci, gli unici ad aver vinto le elezioni nel proprio paese, gli unici a resistere in un’Europa decisamente spostata a destra con la vittoria dei Popolari, a cui si aggiunge l’inquietante successo dei fascisti francesi guidati da Marine Le Pen, la sinistra taliana può cominciare a ricostruirsi. Lavoriamoci fin da subito, ripartiamo da qui tutti insieme per il bene comune: ogni gruppo della sinistra italiana è necessario ma non sufficiente se lavora da solo. E’ il grande insegnamento di queste elezioni”.
“Al successo europeo” conclude il segretario Prc “si aggiunge quello locale delle compagne/i iscritte/i a Rifondazione o da noi sostenute/i come indipendenti nelle elezioni comunali spezzine: è il caso di Debora Cossu e Salvatore Romeo ad Arcola, Francesca Gianfranchi e Luca Marchi a Castelnuovo, Valeria Fregosi a Follo, Sara Pellegrotti a Pignone, Antonio Barrani a Vernazza e Nadia Lombardi a Vezzano. Una menzione speciale anche alle compagne/i che per pochissimi voti non ce l’hanno fatta: Luigi Mulattieri ad Arcola, Rosaria Lombardi a Bolano, Ruggero Sarbia a Calice, William Domenichini e Sara Zolesi a Follo. A tutte/i loro va un grande grazie e un augurio di buon lavoro per portare le nostre lotte e le nostre idee sul territorio. Adelante!”


Massimo Lombardi,
segretario provinciale Rifondazione Comunista La Spezia

Controlli radioattività sopra le banchine, Lombardi: “Noi spezzini pretendiamo la verità, nessuna facile ed illusoria scorciatoia ci fermerà”

27 febbraio 2014, by  
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La nostra Provincia è tra le più ferite e violentate d’Europa, attraversata da mille cause di nocività, i cui responsabili sono sempre rimasti impuniti.
Ora si invocherebbe un facile colpo di spugna, un tocco di luci e pajettes per tutelarne illusoriamente l’immagine asseritamente lesa, tutto sarebbe a norma.
Noi spezzini, al contrario, non ci stiamo, e pretendiamo un impegno serio e fattivo da tutte le Istituzioni che, nonostante il territorio spezzino sia ferito e violentato, da evidenti lacerazioni sotto gli occhi di tutti, giocano ancora a ribaltare il piano delle responsabilità.
Occorre una svolta epocale che non mistifichi i timori legittimi degli abitanti spezzini ma che, al contrario e finalmente, sottoponga ad un vaglio scientifico globale le molteplici lesioni alla salute arrecate da una sommatoria di concause riconducibili eziologicamente alle cause inquinanti presenti.
Gli accertamenti devono essere eseguiti con strumentazioni idonee e nei luoghi di effettiva presenza di fonti di nocività, non bastano meri sopralluoghi e facili rassicurazioni ad escludere la presenza di rifiuti ed inquinanti.
Sul punto non si può non condividere in toto l’assunto contenuto nel comunicato di Legambiente che sostiene: “avremmo preferito che qualcuno escludesse categoricamente la presenza di qualsiasi tipo di rifiuto potenzialmente dannoso e contaminante a tutti i livelli”, ma così non è stato; conseguentemente appare assolutamente indispensabile elevare il livello di intervento ispettivo, connotandolo con indici di scientificità di livello apicale, al fine di ottenere risultanze inconfutabili, che ad oggi mancano completamente.
Amiamo il nostro territorio e lo conosciamo in ogni particolare, non ci scalfiscono minimamente le considerazioni critiche che chi si batte per la verità e la tutela della salute, ambiente e territorio, lo fa in modo strumentale e arrecherebbe pregiudizio alla città ed al territorio spezzino, le rimandiamo al mittente.
I dati circa le malattie tumorali e cardiovascolari sono impressionanti, sopra la media nazionale e il nesso eziologico che le riconduce agli scempi del nostro territorio è indubbio.
Noi non facciamo gli struzzi e non metteremo la testa sotto la sabbia.  
Ci batteremo con ogni metodo lecito per la ricerca della verità, andando casa per casa a monitorare lo stato di salute e le ragioni che le cagionano, unitamente alle decine di medici che hanno preso contatto con noi per verificare sulla base di dati scientifici le ragioni delle patologie, ispezioneremo ogni luogo. con corredo di relazioni scientifiche.
Niente e nessuno ci potrà imbavagliare, la verità è sempre rivoluzionaria e gli spezzini tutti, al di là di divisioni partitiche, la pretendono.
 

Massimo Lombardi

Segretario Provinciale Rifondazione Comunista La Spezia

 

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