La messa in sicurezza del territorio tra le priorità del 2011. Dopo le parole, si passi ai fatti

10 gennaio 2011, by  
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Una classe dirigente consapevole dei problemi dei cittadini non può perdere tempo in propaganda, qualunquismi e chiacchiere. Il nostro territorio continua ad essere ferito mortalmente da alluvioni e dilaniato da frane le cui lacerazioni colpiscono la quotidianità della gente. E’ bene ricordare che nel giro di 12 mesi abbiamo assistito a due esondazioni del Magra e di alcuni suoi affluenti, alla tracimazioni di canali di scolo, al crollo di interi versanti, a smottamenti che hanno interrotto arterie fondamentali per la viabilità spezzina, a frane che hanno privato cittadini della loro casa, altri della loro vita.

Nonostante questa evidenza, abbiamo sentito e letto ogni razza di fantasia da parte di molti politici locali: dalla negazione della dilagante cementificazione, alle proposte di bucare monti per facilitare la viabilità, passando per la speculazione sugli inerti fluviali, alla negazione delle responsabilità di un governo totalmente assente, fino a proclamare slogan demagogici che non prospettano soluzioni immediate. Si è perso un anno senza concludere nulla: nel dicembre 2009 a causa di una frana si sfollava Torenco, nel comune di Follo, e si spalava il fango a Fiumaretta per l’esondazione del Magra. Oggi facciamo il conto con il dramma di Tellaro, l’angoscia di Arcola e S.Stefano Magra, con la solitudine di molte comunità della vallata del Vara e le drammaticità del Magra.

Abbiamo letto appelli e dichiarazioni d’intenti anche condivisibili, ma dobbiamo andare oltre le parole e passare alla concretezza che ad oggi latita. La classe politica spezzina ha tempo pochi mesi per mettere mano ad un territorio malconcio, frutto di una pianificazione che è rimasta sulla carta, e lo deve fare senza tentennamenti, seguendo principi inalienabili come il rispetto dei beni comuni, con atti concreti che diano una linea politica attenta agli equilibri del nostro territorio. Per questo motivo Rifondazione Comunista presenterà in tutti i consigli comunali della provincia in cui siamo presenti, una richiesta formale di impegno delle amministrazioni locali sulla questione della messa in sicurezza del territorio.

La nostra richiesta prevederà di modificare gli strumenti urbanistici vigenti al fine di arrestare la cementificazione del territorio e di attuare una programmazione puntuale di interventi preventivi, creando così le condizioni per migliaia di posti di lavoro compatibili. Occorre costantemente monitoraggio riponendo centralità al presidio territoriale ed alla rivalutazione degli spazi abbandonati all’attività umana.

Gli enti devono rendere fattivi tutti gli atti di pianificazione in funzione della messa in sicurezza idrogeologica del territorio, predisponendo immediatamente di atti di responsabilizzazione dei soggetti privati circa la manutenzione dei versanti che insistono su aree di pubblico interesse, sollecitando la presenza di figure tecniche competenti nelle fasi autorizzative (geologo di zona) e ripristinando figure malauguratamente decadute come, per esempi, i cantonieri, che garantivano la manutenzione costante.

Frana a Torenco: un paese fantasma

La risposta a frane e alluvioni non è la demagogia

23 dicembre 2010, by  
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Senza scomodare i cambiamenti climatici di cui ormai sono convinti tutti gli scettici del mondo, senza ribadire che chi come noi, da tempo, sostiene che il modello sociale capitalista sta provocando danni sia agli esseri umani quanto all’ambiente che ci circonda, ci sentiamo in dovere di ribadire, foss’anche una litania, che lo stato del territorio spezzino è drammaticamente a rischio.

Lo dimostra la realtà delle cose, dove basta un giorno di pioggia intensa per provocare smottamenti e frane, danni a cose e a persone, lo testimoniano studi inascoltati o sottovalutati come il rapporto “Terra e Sviluppo. Decalogo della Terra 2010”, redatto dall’ordine nazionale dei geologi, la totalità dei comuni spezzini è a rischio idrogeologico.

In queste ore versanti e fiumi alla Spezia rendono la vita dei cittadini un rischio, è un dato di fatto ineludibile. Ciò che ci meraviglia è la risposta flebile e inefficiente di istituzioni come la Provincia che è priva di progetti a lungo termine per arginare questa drammatica situazione, ma ancor più sconcertante è l’atteggiamento di certi dirigenti politici che pensano ancora a bucare monti, a grandi opere inutili fino a proporre modelli superati che impattano negativamente le condizioni già precarie del territorio, come nel caso dei centri commerciali proposti in Val di Magra. Non possiamo certo dimenticare il piano casa proposto dalla regione, uno strumento che non farà altro che peggiorare le condizioni idrogeologiche territoriali.

In queste ore condividiamo l’angoscia dei cittadini di Tellaro, che, a distanza di un anno, vivono la stessa esperienza drammatica dei cittadini follesi di Torenco, una vicenda che pare sia dimenticata ma che avrebbe dovuto insegnare qualcosa di concreto sulla necessità prioritario di questo territorio: la messa in sicurezza.

Ecco perché Rifondazione comunista ritiene di fare un appello a tutta la classe dirigente politica: facciamo un regalo ai cittadini spezzini ed invece di millantare scempi che porterebbero solo altri danni, ci si assuma la responsabilità di intervenire sulla laminazione del bacino idrografico del Magra, si intervenga sull’incentivazione del presidio agricolo del territorio, si intervenga sulla regimazione delle acque meteoriche e sulla messa in sicurezza della viabilità e dei versanti a rischio. Lasciamo da parte trovate elettoralistiche e demagogiche trasversali e pensiamo al bene comune della gente.