“In piazza a Spezia e Genova per la pace e contro la guerra, abbassiamo le armi, alziamo i salari”

25 febbraio 2023, by  
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Venerdì 24 febbraio parteciperemo alla fiaccolata per la pace organizzata da Europe for Peace con ritrovo alle 18 da Piazza Garibaldi e sabato al corteo nazionale indetto a Genova “Abbassiamo le armi, alziamo i salari” promosso dai portuali che hanno bloccato  le navi che trasportano armi con ritrovo alle ore 14:30 a Largo Etiopia.

La destra al governo e il centrosinistra sono uniti nella violazione dell’articolo 11 della Costituzione.
Meloni come Draghi prosegue sulla linea dell’obbedienza ai diktat di NATO e Stati Uniti. Abbiamo condannato immediatamente l’invasione di Putin ma riteniamo folle continuare a sostenere e fomentare Zelensky nel suo proposito di proseguire la guerra “fino alla vittoria”.

E’ ora di dire basta all’escalation e di esigere un immediato cessate il fuoco e l’apertura delle trattative.

Riteniamo il governo e le forze politiche italiane che hanno votato e continuano a votare per il proseguimento della guerra responsabili del massacro in corso. Centinaia di migliaia di esseri umani sono morti. È ora di dire basta.
La pace non si costruisce con la guerra.
Rifondazione Comunista Liguria

Fuori la guerra dalla storia, chi invia armi alimenta il conflitto

4 marzo 2022, by  
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Sabato 5 marzo tutte/i a Roma contro la guerra.

Condanniamo l’invasione russa dell’Ucraina. La decisione della Russia di abbandonare la diplomazia e invadere l’Ucraina non può essere giustificata ed è contraria al diritto internazionale e ai principi della Carta delle Nazioni Unite. La guerra non risolve i problemi, produce solo lacrime, morti, deserti di umanità e bacini di permanente rancore e odio tra i popoli. Deve essere fatto di tutto per arrivare ad un immediato cessate il fuoco. Vanno riaperti i canali diplomatici e non alimentato il fuoco con nuove armi, con il rischio di allargare il conflitto e di una guerra nucleare.

Siamo contro la guerra, senza se e senza ma. Lo eravamo quando la Nato bombardava la Serbia per imporre l’indipendenza del Kossovo e lo siamo oggi che la Russia invade l’Ucraina in nome dei diritti delle popolazioni del Donbass. Le analogie nella violazione del diritto internazionale sono fortissime.

Condanniamo l’espansionismo della NATO che ha deliberatamente prodotto una escalation irresponsabile. Siamo di fronte a uno scontro tra potenze capitalistiche che rischia di condurci alla terza guerra mondiale. Se oggi a morire sono gli ucraini e i russi, l’enorme costo economico e sociale lo pagheranno anche tutti i popoli europei mentre le industrie belliche accumulano profitti e il più costoso gas liquido statunitense si prepara a sostituire quello russo.

Più si inasprisce il conflitto e più ne saranno principali vittime i civili, che cadranno a causa dei bombardamenti, e le tante/i costrette all’esodo da profughi. Oggi, con chi fugge dall’Ucraina, l’Europa mostra un volto solidale. C’è da temere che a breve la loro vita subisca un destino simile a quella di coloro che fuggono da Bielorussia, Paesi Balcanici, Siria, Afghanistan, Iraq e Mediterraneo Centrale. Emerge in questi giorni un suprematismo bianco eurocentrico e razzista che considera “veri profughi” solo chi è vicino per cultura, religione, colore della pelle ed è vittima delle guerre degli altri.

Un’incessante martellamento mediatico cerca di strumentalizzare i sentimenti di solidarietà e umanità per trasformarli in consenso per le scelte di guerra dei governi. E questo accade in Russia come nei paesi occidentali. Si assiste alla criminalizzazione di coloro che tentano di dare una informazione più articolata del conflitto. Esprimiamo una forte preoccupazione per il clima di caccia alle streghe che si respira in tutta Europa ed anche in Italia nei confronti delle voci critiche e indipendenti nell’informazione e gli attacchi che hanno colpito persino l’ANPI. Respingiamo le accuse di essere a favore di Putin rivolte a chi come noi cerca di fermare la spirale della guerra e
critica chi la alimenta. Rifiutiamo l’indecente ondata di russofobia e ostracismo contro la cultura russa che non favorisce il dialogo tra i popoli e offende innanzitutto chi in quel paese sta esprimendo il proprio dissenso nei confronti della guerra.

Non ci arruoliamo e non mettiamo l’elmetto in testa. Restiamo umani. Rifiutiamo la propaganda di guerra con cui – per l’ennesima volta dopo Iraq, Jugoslavia, Afghanistan, Libia, Siria – si sta manipolando l’opinione pubblica e si sta alimentando l’isteria bellicista.

Rivendichiamo gli ideali dell’internazionalismo socialista e comunista che – con i principi della nostra Costituzione nata dalla Resistenza – continuano a essere la nostra bussola in un mondo che il capitalismo precipita di nuovo nella guerra.

Non c’è da contrastare solo l’inammissibile aggressione militare decisa da Putin.

Di fatto la NATO sta portando avanti una guerra per procura contro la Russia strumentalizzando il popolo ucraino che viene armato per far impantanare Putin in un nuovo Afghanistan nel cuore dell’Europa.

Dopo aver gettato benzina sul fuoco della crisi ucraina per anni, ora la NATO coglie l’occasione per un enorme rilancio del riarmo assolutamente immotivato visto che il bilancio militare russo è già clamorosamente inferiore a quello dei paesi NATO che spendono 18 volte più della Russia per la “difesa”. Questo riarmo sottrae risorse che potrebbero essere indirizzate alla sanità, alla scuola, alla cultura, alla solidarietà, ai trasporti, alla riconversione ecologica, al lavoro, all’accoglienza.

GOVERNO E PD CONTRO LA COSTITUZIONE

Chi vuole la pace non può non denunciare le iniziative assunte dall’Unione Europea e anche dal governo italiano.

L’UE e l’Italia hanno scelto di accodarsi agli USA e alla NATO invece di svolgere un ruolo di pace e mediazione. Per la prima volta l’Unione Europea ha deciso di utilizzare i propri fondi per spese militari.

Condanniamo la decisione del governo Draghi e del parlamento italiano di inviare armi letali e associarsi a “sanzioni” illegittime che non faranno che inasprire il conflitto e aumentare il numero di vittime.

Siamo di fronte alla palese violazione del ripudio della guerra sancito dall’articolo 11 della Costituzione e anche del diritto internazionale. Il governo e il parlamento hanno di fatto deciso di entrare in guerra con la Russia.

Il PD si è posto alla testa del partito trasversale della guerra, dell’arco anticostituzionale che vede la convergenza di centrodestra e centrosinistra nel voto per il coinvolgimento diretto del nostro Paese nel conflitto.

Bisogna immediatamente fermare le armi e riprendere la strada della diplomazia e del diritto internazionale ma USA, NATO e UE continuano a delegittimare il ruolo dell’ONU e dell’OSCE.
L’unica via per la pace è quella del disarmo, del rispetto degli accordi di Minsk con il riconoscimento dell’autonomia delle regioni russofone e un’Ucraina neutrale in una regione demilitarizzata.

Purtroppo dopo il 1991 l’Unione Europea, invece che dichiarare conclusa l’esperienza dei blocchi militari e proporre una nuova democrazia multipolare, ha continuato a condividere l’esistenza della NATO in nome dell’Atlantismo, di cui proprio l’Europa è la prima vittima.

Gli USA hanno boicottato la normalizzazione delle relazioni fra Ue e Russia usando la NATO per fomentare tensioni e divisioni in Europa.

Non può essere taciuta la continua violazione da parte del governo di Kiev degli accordi di Minsk, la persecuzione nei confronti delle popolazioni di lingua russa, la glorificazione di criminali di guerra collaborazionisti dell’occupazione nazista e il suo sciovinismo nazionalista. Queste circostanze rendono grottesco assimilare il nazionalismo ucraino ai combattenti della Guerra di Spagna e della Resistenza o fare paragoni con la Primavera di Praga.
Per otto anni la guerra dell’Ucraina contro le repubbliche di Donetsk e Lugansk e il ruolo delle milizie neonaziste sono stati ignorati dai media occidentali, ma quel conflitto ha causato più di 14.000 vittime.

La NATO si è confermata un fattore di destabilizzazione nel nostro continente, così come in Medio Oriente ed in altre zone del pianeta.
Bisogna liberare l’Europa e l’Italia dalla sudditanza all’atlantismo e alla NATO.

Questa è anche una guerra contro gli interessi dei popoli europei alla cooperazione con la Russia e produce un ricompattamento del blocco occidentale in vista di un possibile ulteriore conflitto con la Cina.

Non basta condannare Putin se non si mette in discussione la pretesa occidentale – e in particolare degli Stati Uniti – di continuare a imporre un ruolo di governo e dominio unipolare che conduce allo scontro e alla guerra con altri blocchi geopolitici.

Solo la mobilitazione dei popoli europei può costringere i governi a scegliere la via della pace e del disarmo.

Siamo al fianco delle voci che in Ucraina e in Russia chiedono di fermare la guerra.

Siamo impegnate/i nella costruzione di un grande movimento per la pace e la cessazione del conflitto.

Partecipiamo e invitiamo a partecipare sabato 5 marzo alla manifestazione nazionale a Roma contro la guerra e domenica 6 marzo davanti all’aeroporto militare di Ghedi.

Parteciperemo allo sciopero femminista e transfemminista dell’8 marzo con striscioni con la scritta FUORI LA GUERRA DALLA STORIA che ci ha lasciato in eredità la compagna Lidia Menapace.

Tutti i nostri sforzi vanno impegnati nello sviluppo del movimento per la pace e contro la guerra.

Direzione nazionale del Partito della Rifondazione Comunista

24 febbraio 2010-2022: oggi omaggio a Giovanni Magliani, caduto sul lavoro alla Stazione FS. Prc presente anche alle 17 al presidio Cgil per dire stop al conflitto Russia-Ucraina

24 febbraio 2022, by  
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Questo pomeriggio alle 16.30 una delegazione di Rifondazione Comunista spezzina sarà presente alla Stazione FS della Spezia Centrale per commemorare la morte di Giovanni Magliani, operaio delle ferrovie caduto il 24 febbraio 2010 in un tragico incidente avvenuto lungo il binario “Porta Arsenale”, lato ponte della Scorza.

Fu una morte assurda, come tutte quelle sul lavoro, che spezzò l’esistenza di un uomo di soli 53 anni, padre di famiglia e lavoratore irreprensibile, che amava profondamente il proprio mestiere dopo oltre trent’anni di servizio. La causa di appello per omicidio colposo è ancora pendente presso la corte di Appello di Genova, dopo l’assoluzione in primo grado per gli imputati perché “il fatto non costituisce reato”.

Recentemente si sono mietute vittime giovanissime, addirittura studenti poco meno che ventenni coinvolti nella famigerata “alternanza scuola lavoro”. Inaccettabile anche al solo pensiero che si possano mietere vite umane di qualsiasi età, figuriamoci dei ragazzi. Noi pensiamo che morire sul lavoro sia assolutamente un reato grave che ha delle precise responsabilità.
Per questo chiediamo al ministro del lavoro e nostro concittadino Andrea Orlando di intervenire con decisione sul problema aumentando i controlli sulla sicurezza, specie quella sui luoghi di lavoro ad altissimo indice di precarizzazione (luoghi, statisticamente, nei quali le morti e gli incidenti sono maggiori), potenziando il numero degli ispettori Asl e abolendo una volta per tutte la già citata “alternanza”.
Tutti i caduti sul lavoro sono vittime di una guerra silenziosa che reca con sé un bollettino di vittime inconcepibile, come riportato recentissimamente dalla trasmissione Report e da tutti gli organismi ufficiali di monitoraggio di tali incidenti.
Usiamo la parola guerra non a caso proprio oggi, dodici anni dopo, quando in Europa è appena scoppiato un conflitto dagli esiti imprevedibili e certamente funesti, perché ogni guerra è sempre foriera di lutti. 
Per questo Rifondazione sarà presente anche alle 17 sotto la prefettura per il presidio organizzato dalla Cgil in occasione dell’attacco russo all’Ucraina nonché sabato 26 febbraio alle 14 in piazza Mentana per la manifestazione indetta dalle associazioni pacifiste.
 
Rifondazione Comunista, federazione provinciale La Spezia

Donbass, Forenza: “Kiev ci vuole processare: assurdo silenzio del governo italiano”

13 maggio 2017, by  
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Abbiamo appreso della richiesta di estradizione del governo di Kiev che ci vuole processare per terrorismo e della posizione dell’ambasciata ucraina in Italia. Ci pare assurda la posizione del governo italiano che anziché respingere tali richieste si preoccupa di ribadire l’amicizia col governo di Poroschenko.

Come delegazione di Rifondazione Comunista siamo orgogliosi di aver portato solidarietà al Donbass antifascista unendoci alla Carovana della Banda Bassotti, insieme a Usb e a tanti altri antifascisti. Siamo orgogliosi di aver disobbedito al regime di Poroshenko di cui l’Ue è vergognosamente complice.

Eleonora Forenza,

eurodeputata Rifondazione Comunista – Gue/Ngl

Giornata della memoria, Ferrero: “Celebriamola ricordando come il nazismo si è affermato”

27 gennaio 2015, by  
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Oggi è il giorno della memoria. Vuol dire che festeggiamo ricordando.

Festeggiamo perché il 27 gennaio 1945 le truppe dell’armata rossa sovietica arrivarono al campo di concentramento di Auschwitz e ne liberarono i prigionieri.

Ricordiamo perché quell’orrore non può essere dimenticato pena la possibilità di ripeterlo. Il nazismo deve diventare un tabù. Mentre diciamo questo sappiamo che il nazismo è in ripresa. Sappiamo che dentro la crisi la ricerca del capro espiatorio è un fenomeno che si diffonde. Tra la nostra gente, nel popolo. Per questo dobbiamo allargare un po’ il significato della giornata della memoria, evitando che la ritualità ne stravolga il significato.

Dobbiamo ricordare – forse studiare – come il nazismo si affermò.
Dobbiamo ricordare – forse studiare – quali ragionamenti e quali culture politiche hanno favorito quella affermazione.
Dobbiamo ricordare – forse studiare – quali politiche economiche produssero i milioni di disoccupati che resero possibile l’affermazione del nazismo.

Non basta ricordare l’orrore del nazismo, bisogna ricordarne le cause scatenanti, perché sono quelle che noi dobbiamo evitare di ripetere, magari inconsapevolmente. Non basta ricordare ma bisogna lottare: contro il nazismo che in Ucraina è tornato ad essere forza di governo, contro le culture che costruiscono capri espiatori, contro quelle politiche economiche europee che sono le stesse che hanno nutrito il nazismo quasi 100 anni fa.

Paolo Ferrero,
segretario nazionale Rifondazione Comunista

Ucraina, Ferrero e Amato: “L’Ue la smetta di fomentare la guerra civile volta a smembrare il Paese”

25 febbraio 2014, by  
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Lo spettro della guerra civile sta tornando in Europa. Il drammatico susseguirsi degli eventi ucraini è il risultato del braccio di ferro che è stato messo in atto sul futuro della collocazione internazionale dell’Ucraina, di cui portano grande e grave responsabilità l’Unione Europea e gli Usa che non hanno esitato in queste settimane ad alimentare il clima di scontro, invece di favorire le condizioni per soluzioni politiche del conflitto apertosi dopo la revoca dell’accordo di associazione. L’Unione Europea, gli Usa e la Nato, mirano ad estendere la loro influenza alle porte della Russia e con questo comportamento stanno creando le condizioni per la guerra civile, col rischio di avere una nuova Siria in Europa. La strada da seguire è stata suggerita da tempo dai comunisti ucraini – in queste ore vittime di inaccettabili intimidazioni e attacchi da parte dei neofascisti, e a cui esprimiamo la nostra solidarietà – ovvero quella di un referendum popolare che desse la possibilità al popolo ucraino di decidere sul proprio destino e sul futuro rapporto fra Ucraina e Ue, assieme ad una riforma elettorale proporzionale che consentisse nuove elezioni. Questa proposta di pace è stata purtroppo ignorata dal governo come dall’opposizione ma rappresenta l’unica via d’uscita possibile per evitare ulteriori bagni di sangue e lo smembramento di un paese, le cui conseguenze sarebbero imprevedibili. Il Prc è impegnato, insieme alle forze del partito della Sinistra Europea, in questa direzione.

Paolo Ferrero

Segretario nazionale Rifondazione Comunista