L’unità a sinistra bene comune
di Valentino Parlato su il manifesto del 23 novembre 2010
La crisi italiana è grave. Con il nostro debito pubblico il rischio greco-irlandese cresce. La stessa, augurata, crisi di Berlusconi aumenta i pericoli. Un tipo come il nostro Cavaliere, che punta al Quirinale, ma se perde Palazzo Chigi potrebbe finire in galera, le tenterà tutte. Non dico un colpo di Stato (corre voce che anche i Servizi si siano stancati di lui), ma tutti i possibili imbrogli. In questa situazione sono state positive e incoraggianti le due giornate del Congresso per la Federazione della Sinistra, di sabato e domenica a Roma all’Hotel Ergife.
Innanzitutto le presenze, quasi un migliaio, attente e partecipi. Certo gli anziani erano più dei giovani (che comunque non mancavano), ma questa è la realtà di oggi. Non buona. Ma, contrariamente a quel che hanno scritto alcuni giornali, il Riformista tra gli altri, l’aria non era affatto di nostalgia. Nessuna sterile nostalgia, ma certamente, questa sì, la memoria – perché no, orgogliosa – della storia del movimento operaio e del comunismo italiano. Senza radici l’albero muore. Fortissima l’attenzione ai problemi del presente. Non solo denuncia, ma anche analisi, individuazione delle difficoltà sociali e politiche del presente e del futuro prossimo.
C’è voluto del tempo, forse troppo, ma un passo è stato fatto: domenica 21 novembre Rifondazione comunista di Paolo Ferrero, Comunisti Italiani di Oliviero Diliberto, Lavoro e Solidarietà di Giampaolo Patta e Socialismo 2000 di Cesare Salvi, hanno realizzato la loro unità nella Federazione della Sinistra.
Le difficoltà restano enormi, ma un passo importante è stato fatto. E credo che decisivo per questo passo avanti sia stata la grande manifestazione della Fiom il 16 di ottobre, che per la partecipazione e i contenuti andava ben oltre l’ambito sindacale. E così di straordinaria importanza e utilità è stato, nella prima giornata di questo congresso, l’intervento di Maurizio Landini, segretario generale della Fiom e iscritto a Sinistra Ecologia Libertà.
Landini ha giustamente insistito sul fatto che in una situazione di crisi generale, come oggi, la lotta sindacale è più che mai legata e anche dipendente dalla lotta politica. Nelle situazioni di crescita economica come nella seconda metà degli anni ‘50 e per tutti i ‘60, la lotta sindacale poteva andare per conto suo, oggi non è più così perché l’intervento dello Stato (cioè della politica) è essenziale. Ma proprio per questo l’obiettivo dell’unità e, soprattutto, del rinvigorimento della sinistra viene al primo posto.
La questione riguarda innanzitutto i rapporti tra la neonata Federazione e Sel, ma anche, credo io, i rapporti con componenti del Pd. Nel corso del dibattito congressuale non sono mancati gli inviti e gli appelli a Sel e a Nichi Vendola per ritrovarsi. I ripetuti richiami a questo tema e il convincimento, largamente condiviso, della crucialità dell’unità della sinistra di alternativa, mi sono sembrati il vero tema politico del dibattito congressuale, insieme alla questione (anche questa legata all’unità della sinistra) della riunificazione, ormai matura, tra i due partiti comunisti presenti nella Federazione.
È necessario che appelli e inviti non restino formali, anche se non possiamo nasconderci questo rischio. Bisogna – credo – fare con urgenza qualcosa di più, e anche Nichi, che stimo e apprezzo (in anni passati ho sostenuto una sua campagna elettorale nel Salento), dovrebbe dare un segno in tal senso. In Italia, ma non solo, c’è da ricostruire una sinistra. Nessuno può ritenersi autosufficiente se pensa davvero di avere di fronte i compiti essenziali ma anche enormi che dichiara di riconoscere. Per questo ci vogliono, da parte di tutti e di ciascuno, intelligenza, coraggio e anche generosità.
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